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. ostre aecelse ignori sono prudentissime, et di questa morte delDuca cosi molenta ne potranno fare di cos tu i medesimo judicio che si fadi qua done si paria tanto cauto et attenuis, et con tanti respecti, chenon si suo dire ne intendere apunt tu eastione della morte sua, perchedello Duca era amato assa et tenenus perivarito sendo dipo sequitola morte cos repentina et violenta se ne Sta admirato assai et partasene eon pocho honore de Papa et de Duca, et non manca chi dica ch e fustrogato e chi dic t fu occo a iuga et messo te letaste sic insino neleernelio et Simile csse, in modo che sinuno 'acorda sia stato alto mo rire per levarsei di nanai, et non et havere a pensare tu. Questi presi in Castello non lintende se ne ritrasty ossa at una, a ta cosa serviali andare alia camera, et anche serve ch e si creda che e sappino qual-ehe secreto, che i Duca di Biselli hunessi ordine di ossendere ii Valentinese, O vero altri, et per que8to fu88 ferito. Questa eos a sini modo ser- Dira a quat he loro disegno Frego quae Sisi piolino tu to per loro informatione, et non lo manifestino ad altrici che oostoro vostlion essere riguardati, altrimenti anno fare altrui mille villante, et anno spie in ogni lato n
Sur a iugalion dii cardinat domui k au prus d rompsereur 'Alle magne Cesar Borgia est nomme sentit homine Vonition. Magninici, etc.. Uno Prelato da bone, amico mio, mi hamulto h a giorni passati cisono tollere contenente com it Turelio a seripto a lino θ' Unghoria eliuaetunda a sar ne termini sua, o non li impedisca a 'inprosa sua controad initiani ii ii ii R d 'Unghoria ha dato nolitia allo Imperator et richie stolo che, quando luido v0glia adiutar et usare te orga Sue, ara impre S a contro laurelio monstrando che solo non e astante, etc. Ad checlo Imperator hirispost eli di prosunt nonis per adiutari perchelia visio ch il Christianissimo i ii Papa, eon suo damno et VergOgne grande, Si Voglion dividor intra loro lueta Italia, et luctaVia anno RVanli coniecta pare ii stati di altri, o con gran dis igni alle manici et
l. Dan cette sorte de post- scriptum erit en his res, fur ne euille delachee, a lasuit d'une secondo letire u 22 aosti, paneusco Capello revient fur te meurire de dou Alphouse''Αragon et prie la Seigneurie de ne a divulgueriles confidences de son Orateur.
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440 APPENDICE. clio dii in a tui anno tollo Milano se clio, posthabitis omnibus, uoluvenire alia liboration de Italia. Et it Papa homo hapaura ha commesso at cardinale urgenSe, Legato, per una iunga is trutione in inque ogli,ch saecla gni'0Sa, et u Si Ogni tormin per mitigaret Imperatore c0n persuaderi cheis preSente non se sempo a passare in Italia, a dialtondore alle o Se det urcho ch faedia gni opera per comp0rl0 concit ChristianiSsimo, et induplo ad undar insium conino di Ungheria alia impressa contro at urelio. Et si oss0racia Sanetita sua che loro duaandrann per terra, che S. Sanctita e0n uel o Cardinali 0 con dua)0andra per mare Se loro non limanelio vorranno andaro, he termine danotare che non andando dotii dua B0, it Papa non si ristrigue adrandare. Crede Si per eSSere questo Legato lueto Franeoso, hucio Imperador li
si Stamani se partit di qui it cardinale Gurgens ch va in la
l Cette depecti qui 'est ni dateo, ni signeo, hie qu'ollo soli erit de a main de Francesco Capello, doli tro dura ou dura octobre 1500, aius que iudique te commen-eement de avant-dernier paragrapho Burchard uous apprendiue e cardinal de Huri
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Dix0ssi h i cardinale di Roano a puniat con it Papa che ses opera conci Re che mundi gente frances in adiuto suo, i Papa lofar legato in Francia. t perche Dei gran 0gla si stima indurris i Rea concedere a Papa Et quando quest SegujSSi, Bologna si metia perosae lata et intendo di luogo ede degno heri Papa ne hil una grande
Per Roma si die it Papa ara parent ad con questi Colonnosi, set hut eardinat ei ara fra due orire di Credo i Papa accia ooni cosa perrostyreddare Colonnesi et teneri in qualch speranga insin ch et faeciae falli fusi. Quost Colonnesi dicon che lo farebbon quando it Papa d0ssi per dota te cosa che ha madonna Lucretia, a leVandole non cre- dono ne habbia ad essere nulla. si Roma, XXvi octobris CCCC
V Magnifici, etc. u Dipol h0ggi s inteso, in Faunga essere coperi uno tra0- fato, hecit Castellano con quattro Citta lini volvvano dare la Terra alDuca ValentineS0, et che sono stati prosici et cli quelli sella Terra monstrono Volersi dilandur et conservaro uello lato ad quello signore ma non si crede si possino tenere ad tanto imputo quanto Sara queli di queste gente de Papa , t di qui si ioggi mandato a Duea uno puplaeto maestro di artiglorie et ing0gnerici sit credesile artigleri sieno ad questa hora press ad Faenga, che adcio Si h0nducessiti pi presto, intendo illuc di Urbino ha restato alitica cin- quanta pala diluot. Intendo essere vero h gunt Danees Vongon inangi in favore dei apa ut 0rda improssa di Faunga ut fors di Bologna, et per Ogni altro proposito di S. Sanctita, mandato da monsignor di Roano, et quale intendo sur fur pol Papa cari false, non che mandari gentem'arme, dureli S. Sanctitari diaria togation di Francia come ii ha promesso. Et quhst monsignorii pans Ambaseiadore frangeSe chera qui pratica
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APPENDICE. luet quest eos traci Papa et decio monsigno di Roano, et conduesiogni cosa eos ad proposito dea uno come deli altro, et pu tanto in l0ro ot tanta sed ii prestano cli e per fare conclusione 'Ogni gran 0sa. Et riti aggo ch delle m0nsignor di Roan e di autorita grandissima appresso at ChristianiSSimo, et che40Verna quella maesta, et ii persuade si falli lar ei ch et uole, tanta sed ii presta In somnia qui si dico, ii Re fa ci che uole Roano, set Roano e per fare ei chevuoi it Papa et queSt m0nsigno diarans a lucti e loro disegni, lmanuggia tuet queSte pratiche, et in questa corte e grande homo, tquasi gni dicio orat0re Veniliano lo a ad visitare ad casa, et a di- monstratione di tenerne coni assai. e S i Papam a Boan la legatione di Francia, si die cli S. Sanelitaguasta questa corte, dat che Sara Omo uno Papa et di Francia n0nverra pili ad Roma expedi li0ne es Suna, o molia pocli : et enche dsia lato facto ad S. Sanetita querela da quosli usidiali et da qualelidcardinale, tamen . Sanctita, per Obtenere da monsignorii Roano ii desiderio Suo, non e per mancarii di tale promessa. uci Papa ha havula gran aura, questi Colonnesi non iano latirielitus di adiuto et favore a messor Giovanni o da altri contro ad S. Sanctita, perche subito li aves sino roeto da questa banda, o ad Vitertio O in queste attre erro Orsino, quest Orsini sar0blon stati constrecti abbandonare la impres di Romagna, et ventro ad dilanderet cos loro est quale fors harobbono haut caro tale occasione per n0n si trouar ad fare contro ad messor Giovanni che, secondo ri tragg0 li s0no molt assectionali, et non vorrebbono in secreto, chera perdessi l0stato. Et per i Papa ha intrattenui et caregetat delii Colomnesiit dat0 intontione di imparontai si cor loro. 0rcia quat cosa si die it cardinalqOrsino essere Stala in qualch indignatione cui Papa, perche S. Signoriasu causa illussa di Gravina suo nipote, si partissi delineam et aband0nassimo stat suo dandoli Sperange che i Papa litava per donna ma- dotina uerella, come S. Sanctita litave promesso. Et edendo h0ra ilcardinale, it parentado non solum 110n haver effecto ma eli si e tenui0 instem pratica dari a Colonnesi, Bericho it cardinale conosca che sono tuet bareri et di monstrationi pur intrationere, lamen se ne e alquant0risentito, et stat mori 1 Roma insino ad hiuri cli tortio, et h0ggi estat collapa . Rome, iiij novembri 1500. ΗΑΝc CΑΡΡΕLLus mandatariuS. inrch. Florent Clas X, dist. 4 silga 63 a c. 187.)
Relation dii si0g 0 de Passa ut de Faenga. si agnino Domini mei singularissimi. Ρer sant a post si se intender alle SigJ V questa nocte passala
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444 APPENDICE. di quolli capi di a di amona, cli e tulte pest in modo cli ne stara
par0cchi di ne lecto. Aspeet con desiderio te nostro spieit tr altri elisis tamani si mandoron in campo per aperne it Ver a punio. Son tornat lo nostre Spie et quelli che Stamani manda in campo, elisi sanno luet una modesima concluSi One che ii numero e Stat grande dei mortici de larili numero grandis Simo: et che tucto et campo citivili bassai se dicono cheianno Sentit dire per tuet che non sono per loria nar a dare pili attaglia Se non anno una pagha in modo cli si tu die s'intermociora qualebe di a dare altrimenti attaglia Quest di401id stati in opera con guestatori per agitare certi ripari, malicon ch gappano in vano, pereli quelli di denti' hanno facto tre ripari conrip s0ssit uno riti ali altro Conclusino questa cosa Sara pii difficile cheida hau0v0n dissegniato et ui Spenderanno uno teSoro, et si stima 40 in sine
die che canton et Suonan continuamente.
Ex Castrocar Die xxij aprilis MDI.
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Magnificis Dominis Decemviris Cito. Libertatis et Buli l cito Eaecelse Reipublice florentine Viris obsernandissimis i Cito. Arch. Florent Clas. X, dist. 4, flig. 65, a c. 116.)
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tuiti, si isti incon quelli due col Papa et fecion unciungo partare qualunque di lor0, et poy chiamoron Grammonte et quello recli0rensi, tuti a due Residunt qui et Christianissim : et an Severin ripart0 infra tuiti iungamentes et partiti poy quelli dat Papa, lo Orator Veniliano si adeost per congratularsi, et dopo poche Sue parole la Sanctita de Papa mi chiam et tennem permano presente i Venitiano, tant0 quanto mi Volle discorrere queli checli havevano pariat qu0lli Cardinali dicendo che partaron Supremiovanni Bentivoglici et scemblando questi dudi fece unciungo dice, et lentro in sul 0lersi di Mess. Gi0- vanni, in lodare illuc et narrando come volva cli quella gerit andassi ad Caste Bolognes et che e Mess. Giovannici V0lea disendere andrebb a sacch et 0y ci licenti0 et i resta solo con . Sanctita per pariargii come feci, di una cosa facta de Serontonio da Bibbiena, di qual0, di sotto Et 0lend partirmi 0y, S. Beatitudine mi dixe me nandomi in camera Soles horamai, Oratore, saria temp0 intendet si in-
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bit in questa parte, et ad me da parte . Ex Urbe di xxv11 Aprilis MDI.
c In nomine Domini, amen Per o presens publicum instrumentum cunctis pateat, et: qu0d anno, et: apostolica sed por obitum felicis rec0rdationis domini Alexandri pape Sexti acanto, in mea notarii ca- muro apostolico et testium infra Scriptorum presentia personaliter constituti, reverundissimus et dilecti in Christo patres et domini Johannus l), archiepiscopus Ragusinus alme urbi gubernator Ventura 2), episcopus Massanus, camere apostolice theSaurariUS; Andrea de Viterbio, sedis ap0stolic prothonotarius D. Ventura 3), epiScopus Interamnensis Ferrandus Pongetlus, Johannes 4), epiScopus erracinensis, B0nifacius 3) electus Clusinus, camur apostolice residentelet clerici nomine lamen camere ap0stolie sex una et spuetabiles Viri domini Julius d Spanoechiis pro se et s0eiis societatis cantantis in urbe sub nomine heredum quondam Ambrosii de Spanocchiis et sociorum mercatorum romanam curiam Sequentium et Jacobus de Berthinis, mercator Senensis, socius societatis cantantis in urb0 sub nomine Stephani de Ghinutiis et sociorum merca-l0rum eamdem romanam curiam Similiter sequentium, pro quibus sociis, et: dicti domini Iulius et Iacobus d rato tisatthabitione in forma Valida promis urunt et quilibutiorum de suo proprio infraScripta omnia ut Singula attendere et observar0 1101 in non dolo sic etci, Sed ex eorum
5. Bo,iIacius de Caste di Lotario.
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448 APPENDICE. ceria sciuntia etc. ad infra scripta pacta conventiones ut obligati0nus sibi ad invidum ut vicissim dictis nominibu Super Sumptu et impensi faeie iidis pro funeribus, missis et cibari ac alii Ob Sequiis universalibus diei se licis recordationis domini Alexandri pape Sexti lacerunt in hune qui sequitur modum, vidulicet quod dicti domini Iulius de panno litis sit Jacobus de Bertinis pringipalos promi Serunt, et quilibet eorum ius0lidum promittit dictis domini Johanni, archiepiscopo Ragusin0, Venture thesaurario ad aliis te , stipulantibus et legitime recipientibus Sol Vere et Omnem impensam facere usque in quacunque Summam que nece S Saria fuserit pro fun0ribus diei domini Alexandri pape tam in patinis, rapi S, alio, quam otiam in conclavis lugurio et aliis oportunis et nece S Sariis pro dictis X0quiis modo infra scripto et sub pretiis inferius designandis vid0lido quod dicta camera teneatur et debeat eisdem d0. minis uti set ae0b ut 0rum sociis licet absentibus dare et solvere pro prima sorte fin0rum set meliorum Florentin Orum Vel pannorum Ariminorum 1 pro capionis LX pro qualib0 canna secunda vero sorte de pannis stramellis ut alta piana pro qualibet canna cari. XLII pro tertia vero Orte annorum do Camerino et de Matelica nuncupatorum pr0 preti cujuslibutiann cari. XXXIIII et de hujusmodi pecunia et pretiis per eosdem morda fores usque ad Summam quindecim millium ducal0rum auri de amor satisfacer usque ad distiam summam si tantum Sumptu et expens pecuni ascendunt. Dicti domini Johannes, uber nator, et: diei nomin040lvere et Satissassere promiserunt infra tempus unius anni proxime futuri computandum a die alitiabili0nis presunt is contractus et ut sequitur finiendis sic ita quod dictis mercatoribus de omnibus infra dictum annum fiat integra satisfactio. Que Omnia et singula prefati d0mini Johannes, gubernat0 et: promiSerunt ei: attendere et observare et c. Pro quibus, et in prefati domini Johannes, gubernator te , et dicti domini Julius t Jacobus nominibus antedictis seipsos etp., 0bligarunt ulci, pro majori cautela et: omnes et Singul08 dicte camero introitus se , ac pestialiter eici fructus dolia ne terrarum et Salari Marchio quo pones eosdem mercatore S Xistunt necnon Sum mam quinque millium ducatorum xigondorum ab ipsis Juli et dae0b0 et Sociis pro ut nomino Bunu0quasi de Armollinis de Perusio solvendorum eidem camere. Nec 11011 liam omnia cl0nodia sive jocalia pretiosa re perta in palati apostolic cum honor et: ac etiam Omnia et singula j0ealia sudis apostolide Ita quod dictis mureatoribus soluto omnia elsingula jocalia prodicta idum amor restituor teneantur et oblig3 3 existant idem quod dicti Julius set Ja00bus 00rum propria auctoritate et c. retinere possint eorum sic fructus diei dolian turrerum et thesaurarie Marchie pro satisfacti0n eorum crediti ld. 0en0 dicti domini Jul l fet Jacobus nominibus antedielisis ipsos te obligarunt ei: Arch. Secr. Vat. In Str. Cam. 1492-1519.)