Anecdota litteraria ex mss. codicibus eruta

발행: 1773년

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ALLA NOBILISSIMA ED ORNATIgSIMA DAMA

LA SIGNORA ANNA SERNINI

VOI, Omatissima Dama , che cori volentieriandate pascendo ii collissimo vostro spirito

colla lettura di Moni Libri, Vos, che cos gentilmente vi complacete gradire la sequeneta desiemie lettere , non avrete ora a nota , ebe io vi comparissa d' avariti e con quesio mio scrino , e conun altro Poetico ben degno delia vostra atten o-ne . Sara queno vn Capitolo , me fa la dissa dei morim bel sesso adontato per una legge pra-matica spetiante at suoi ornamenti. Io ne dichiam staneamente Autore ii Senatore Francesco Bolognetii, perchὰ una lettera di Matteo Bruno Giureconsulto

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ti, vi avrei voluto ora mandare , ma la toro lun

gb Xa me l' ba vietato . vero pero , che in astra occasione potranno es pure viaere la luce dei pub-blico , e meritas; l' onore di venire nelle manivorire. Sono querit Duo nome det Brusco Bidello, che io credo securamente un nome studepigraso,adotiato des Bolognetti inesso , e eos adfatio diversa da Giulio Bidelli di nena, di cui voi favorisse procurarmi at ne noti e ; e fons questi insieme ad altro Personarato , cloὰ es Sig. Don 'derico Gon giga indiriVati . mi non ignorate ii famosio Bando promulgato ι' anno I 43 I. dat gran Cata. Belgarione aliora Legato di Boluna , in cui D proibito generalmente a tuiti, e a tune ι' usio delle veni intessure d' oro, distinguendo posita fiet ordini di persone infra i citradini, a elasiun de' quali su assernata una certa misina, o limitaetione nella fugia, e nella riccbegeta dei venito, e desi abbigitamenti, massimamente donnesibi. Era it primo ordine de' Militi, o Camalieri ; il stecondo quello de' Dotis tori ; il tereto des stemplici bili, eo' quali i Nytai, Ξ Banchieri, ed i Mercatanti di feta, e di penni finistimano dei pari; il quarto era di sei arti desse mauiori ; ii quinto deli' arti minori; ed ii strude' Plebei, e de' Contadini. Figuratevi, β questo Bando post di mes' umore specialmente le belle Ninfe det uno , che fori no a quella Ragione. Se o di eio m' 8 un Opusiolo des celebre Maura Bosso Veronest canonico se lare , Mitto at Greco Porporato, per tenerio fremo nella presa rotari

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ne , e renderio resistente alis femminili querele, it quale io bo anunto υedulo fra i codici delia Biblioteca Ottoboniana , ora Vulcana a) . Quem scrino aυτὰ finito di sconcertare ii sangue dei belsesso di Felsina , Ia cui dole Aa tanto ci lota ilnostro Certaldenss. 2 et Tom. . della Miscellaneadi varie operette , flampata dat La Irroni in 'neetia in , vi sono escunt Atti sititi delis eost soprate des cata. Bessarione nella sua Legaetione di Bologna, e di magna, e Iono ivi reginrate anchequene prammatiche providenete. Bisio a pertanto, ebe ne' tempi sissetuenti, cloὸ circa l' anno I 9. che tal data porta la lettera dedicatoria det Eolognetii a Federico Gonetaga, precedente i quatim Capitoli di fora rammentati fosse rinnovato, o con fermato da altro Superiore quel Bando det secoto antecedente , onde s impegno ii celebrato Autor delia Comnetiade con principi tuiti opposti a quellides Bosso a facetamente Astenere te parti desie Fue purie Ni e . a litoto di Monsi ore , cte primie mente se Myegna ad un tal 'formatore , edit nome di Pistro, e di Donato , che dipes in

Fut principio flesso dei Capitolo β si fa apparte

nere , ci sanno abbastaneta inmutti per rico sicere

Matthaei veronensis reddantur Libellus . Cominis

Can. Reg. ad B. Card. Tuscu- cia : Prudentiam , P u. 99. lanum , Bononiae Legatum , Cod. Ottobon. Vatic. -m. ne seminis Bononiensibus tu. II96.

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te , e si altri quattro, di cui vi parto. Due ne mentovano appinio gli Autori Apra indicati, uno clod diretio a Gio. Batsa Giraldi, obe ὰ flam-pato i , ι' altro a B ardo Taso , con cui accompagno ii proprio Poema dei Piacere in tante βα-0 Bibliotetis Bolomese H Tettere famuliari

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υ, e di mi peris vive solo la memor a Mile letistere desis Seritior Bergamasio a . Sebbene voi, ne Fuperiore siete est' estre Donne in tante doli , e nest indissereneta ancora demi abbigitamenti, suquali tanto contano le vana relle fanishe di Cupido , non foste per faτ van delino n/ es dotis Card. di Trabisonia per ii Jo divisio, ia ad Mineri . cbe in appresso P er se confimare , tut-tavolta non vi sata disiaro largere questo siritis

nandi lotatori; benobὰ sono se iacuna volta ancora qualebe malinconico , o mad contento a dimein nos , e in rima li blasimi. Le coste , cis ci appartengono, anche in memo alia nostra indifferenga, per qualebe parte e interessano , e niunctu ἡ cosi spostato di umantia , che deli' uminitae non strata in ste flesso vestigio. Γ et aneta dei Componimento placera fraga meno at vostro buon gusto,ed alia voma rara coltura ; siccome la brevitst dei medesimo sita addattata alia eircostaneta vostra prestente , glaccia sempe e brevi disicos , e poco cibo insieme ae malati si consengono . I miel voti ad stia per il vonro νsabilimento Aono incessanti, siccome 8 per sere immutatile, ed infinita la Rima , che faceto , D' vostri talenti , delis vostre is virtu , e desi altri meriti vostri , che a tunivi rendono cara , ed amabile. 'Non minore ἡ lariconseneta , che vi ho per la benevoleneta , ed

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amitigia, di mi χά onorate, siccome non minore dia corrispondenas, ae aver vi debbo in compenso di tanta de agione. Io temo, e rinpetto , --tisma Duma, per mio stabilito Mema iι vostro flesse , ma ta vostra ben nota saruisVa, ed ii vostro candore fanno si, ae iungi da reni timore a voimi doni, e a voi mi raccomandi. ma addi 26. Dicembre III 3. PD

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Tratiandosi, che it Iusso si stringesse, Io sei questo pariar , ne me ne pento. Lodat pria Monsignor, che es fin volesse Provedere agit abusi , at gravi tanni, Alle gran spese , alle ruine e resse. E dissi, ch' appo noi di qui a mili' anni

Di Pietro , e di Donato ii nome a volo N' andria con chiari , ed onorati vanni. Pol cli' avra la Citta tutia non solo Di superbi edificii, e vaghi adorna, i Pascendo ognor di poveri un gran stuolo. Ma tronche at troppo iusso aneor te coma, E racconcio it Torron si ben , che a mi In evidente beneficio torna. Feci tre parti delle pompe pol, Funeraria , Cibaria , e Vestiaria ,

E dissi,

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26 E dis, che alia pompa Funeraria

Esser non pur dovea tolta , e interdelia Col foco r acqua, ma la terra, e r aria. E come cosa iniqua , e maledellaCon ogni legge , e con quel pili rigore , Ch' usasse mai Repubblica ristretta. Espressi la cagion , perche i' onore, Che solo a Dio la Chiesa ha riserbato,

Come det tutio origine , e fallore , Far tutio ii di viaeasi ad un privato , Ma se pur sosse un' uom , per avVentura Potrebbe esser permesso , e tollerato. Per esset l'uom di Dio nobil fattura,

Che sopra it Ciel con I' intelletio passa,

E lien dei suo Faltor sorma , e figura. Ma quest' onor far veggio ad una massa Di carne , angi di selido terreno , Priva d' ogni ragion , di spirio cassa. Della Cibaria mi dissi non meno, Che far doveasi , e rigorosamente Tenere ii iusso in questa parte a freno. Allega i ta ragion , perche pili gente Riman da tapti, e vari cibi estinia ,

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Che da coltelli , e spade, e pili fovente. Dissi, rispereo a questa, che la quinta Parte dannosa pur l' altra non era , Cli' empla , e dannosa in prima avea d,

E cosi discorrendo in tes mantera, La Vestiaria in due volsi partire , Che mal puossi acconciar restando intera. U una guarda degli uomini at vestire,. E delle donne l' altra , e se allor bene Fu notato da voi, Conte, ii mio dire, Dissi, che si dovea con gravi pene Agli uomini interdir rica mi, e fregi, Chornarsi ali uom di suor non si conviene. Ma i nostri veri onori, e i veri pregi

Dali' interna virtu nascon , che puote Sola farci tra gli altri ai mondo egregi. Quei, che tanti fior, fronde, e vasi, e ruote Portan sti i panni, son come dorate Scatote per di suori, e dentro vote . O come certe palle in dono date Spesio at sanciuili, cli' han sol vento, optuma

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