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furaclia pontificia inrasottima
eos solida sondamenta, soprav-visaut a tanta vidende, connessi
ovanti, favor ed apponi di po-
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recisamento respinta, eho cios,
eo rivendiearem diritti illa 8sde Apostolica, ei mosinamonemidi des bene 'Italia. Dieiam angi che, domandandos faceta una volt ragione aquei sacri in improserittibili diritu, oi iungi dat mostraretnsmiei 'Italia, non facetamocte desiderisne ii vero bene; volendo es cho solo pub M cacciare alia nations stabile tranquillita, malis e cie e pace
pinalmente, non sappiamo benea quia fine, recentemonis fidetis ehs da Vaticano non esce maips lItalia una parota amica. Vana e stolia accusa anchoquesta Pu pares amica ver
steato romano F parota amica averte spesso inculcato di custodire gelosament e di adsi- monte surire is gloriose traditioni degli avi Mi. - Fuparola amica averta a tempomessa suil'avviso sui deplorabili
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quando, dat ovors ostreui, levammo a voco contro lsreis aut manati a danno dolia religio is desta Chissa in Italia,
anche quella fu voee amica, porch inissa a eonservari puras immacolata, qua pregioso te- soro ravita sede. Ma qualo in ricambio e leontem che si iens vorso dimi alia paris avrersa Ris uda, ρ taeerrasi passato, ilnnovo odios hs si discute, sis novo lsggi di perseeugioneohs si minaceiano, diretis asempro tu indeppare la Chiesa, ad allonianare semprs iuria sua salutare influenta alta aeuola o da gni ordine silaeivi foeteth. - bbens Oi, sacri Pastori, i sedeli, post in eos aeerbo diadisus, se da una parte eo divino luto non sal-tirem Hamma at ostri do- veri, non cesseram dati attrad nnalgars iu cald iar Altissimo is ostro preghiere, aisnehh, a beneficio 'Italia, a salute sol sussi nostri nemici, non tardi a sar risplendere lagrandsaga delle suo miserieordis.
Voi, figli arissimi, spiratevisompre a questi sentimonii. eo erat portus a vostri passi aus dem ungerechten, ausalossem
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anehe 'la specialissima bonodi-glon che, da lando de mors a pegno des olesti favori, impartiam a voi tuiti qui pro- senti, a clero, alta ioventu avviata a Santuario sis tutio ilpopolo italiano.
lle di Νapoli, insismo con tanti altri Nostri figli donusnuti qui
tare Pomaggio des loro augurii stas loro doni V vadimoin mono numero mehe adesso,
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mentro volge a suo termine Panno iubilare e com allor eos anche adesso eoogliamo oon vivo gradiment i sons ohs questa ire tanga ha post sulis
labbratas vostro orporato astore sensita'inviolabit ladsit, a questa Sed Apostolica, o di perietis unione conmoi, de cui volet dividere non purrae oote,nsta anehe i dolori me ama
La quia dimostrarion ei rissos tanto id Getta, inquant v viens ad aggiungeretallo attre molis o singolari hoc furono dato ne corso diquesto anno dat cattolles di inuel parti 'Italia. Fu numerosi sim it pellegrinaggio generale
dolis seorso gennato, latio convero lanei di sede, in memo
a qualo altri non Ochi successero di mano in man da quasi tuus is regioni taliane, e s- condimente uello si clero. Tulli mi poterono essere testimoni eo qua nobile e gens-
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ux Papae, saehu - λαια voιh Ger vi rom. Fraye IMM. more angi si grandi bonestat eho te vennsro dia Romani Poniastes, e dolis glorie singolari di ut si operas quando aimedesimi si mantenns Mais edunita, in mera alis trepidarionidstrora remnis bene addim stra di omprendere, onde emamma sperare eampo e saluto.
alrano suo grado Movuta. Mari quella voee, volam losapete, o dileuissimi, figlira generi on ogni aris e studiosi adoperano a eombiatorio madavvilirio is quotidianis ingluris contumelio lanciat contro di
gioni, non hanno tu oramai nδfreno no misura. Di tutis si abum s da tutis si togiis r
gemmo a pestegrinareis si clero, eontra is quali pie hs malis Mogarono iungamento leire degli avversari. pure inquelis parole nulla vi su dinuom ei Oh aliora dieammosempremo abbiam detis neseorso do Nostro Pontistinis. Sempro abbiam diehiarato a
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sione lae Romano Pontefies; samprs abbiamo domandato per Iaraanta Sod uno stato divara liberi, o di non illusoria indipondenaa. Per questa altissimo sevo, o non per isteumane, sempm abbiam rivs
gli odii, in audaei i propositi
contro tutio ei Oh tode Isaaere regioni dolia hissa sdalla Santa Sede. Me hs altrovs la lotis in rima qui in Roma, recitata ea tenuis allo spirito satanicodalis iatis qui dove tutio pariades onustes s dolia loro spirituale e temporias ovraniis, si sons omo concentrate is ire n mi ehe qui anche in circostangsaesenni, non si a Regno di
usurpationi e violangs ohe sonoaneora ella memoria di tuiti. cosi, anga eomprender i verio alti destini di Roma, si a
plios ondietions di eapital di
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li propugnaremo eo tantam Pgior e tanta, quanto maggiore 1 stora dei nemiei per in pugnarii. via, si insatini, e conves quanti sono attollet, statos ostraravi ampro di questa nobile ausa conanti e non timidi amiei disertaria sarabbovilia e somma se gura S a suo danno Moto ora congiurati molli a potenti nomiei, desiderosi di opprimeria, non perqueato oveto Mors vo mentaudiosi a sodali. a mulla
domare. V eonforti a nobila ebmpitora gregia olesta e labe diglans apostolida ha dilutio uora impartiam a les, signo cardinias, a tuti qui presenti, a tutis it claro a popolo