Iacobi Gaddii Elogia historica tum soluta cum vincta. Numeris oratione perscripta & notis illustrata

발행: 1637년

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no vengail Re Renato conquelle genti pagat si a lui possibile. Eperche appiam che ben-

che vallargassimo a commessione fingegnere- te conigni industria dilantaggiare a Patria;per tanto vi diremo breuemente uello, che almeno Vorremmo , che conseguitassi&questo e di persuadere a Re Renato, che passam in Italia conta, caualli tremita almeno,&perche sorse non hauendo soliuentioni dat Redi Francia,gli sarebbe graue a manienergi di qua nella guerra nostra,

per auuentura non ragioneuole. Per tanto fiamo

contenti, chenon potendo se meglio, gli pro- mettiate otio , b noue mila fiorini it mese, bal iudieci mila Cominciando det to soldo, bconuentione quando dette genti iussino in Lombardia, & cheil prefato Realpiu tardi almen concla persona per tutio aggio sita a Pisa, Mappresso vemghino te genti a tempesche sia utile, & non quan

do la state , b i bi gno iussi passato.

Et se pure la S. M. non volesse, potesse venire saremo contentici mandassicit figliuolo Ducadi lauria con caualli dua milialmeno, & dari fiorini se mila limes nelli medesimi termini, e modi, de itidella persona det Re Renato. Equando venisse alli nostri aluti, col numero ellegenti deite, o ii prefato Re Renato, b D liuolo Ducidi Calauria iamo contenti dargh robbedienea, e Capitanato stulte te nostre genti d'ar ' me per tutio it tempo stelli nelle parti d'Italia du

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rante liguerra , in chelaoysiamo. Et perche non intendiamo in alcun modo, chessa venula sua, Odel figliuolo nella forma de ita, ciobblighi a non poter fare a pace .anrita in nostra liberta. Per tantoriam contenti , he facendo pace doppona sua venulae, edi sile genti,es.ser tenutidarglidi benandata, lo soldo, b vero prouisione didua mesi. Vol sapete quanto importa a qualunque partito volesse prendere la M. det Redi Francia, b Re Re- nato in Italia, Metiandio sors e suo dἹtalia it fatato dicenoua si perta commodita della Marini, si etiandi per molle attreiagioni , per tanto suppliciterete alleloro Maesta tenghino per nostro commodo per loro gloria. Mesaltatione conseruaria ei ει chi regga deuoti alle loro Serenita e fauoreuoli a chi seguita te loro Regie parti, e lata, nostra Ili lega Ricordando i con honesta te virichei sono,ie quali sono notissime alla vostra pr

Τutta questa vostra commissione con Io Ill. Ducadi Milano dicendoglichelarem hautato caro,chei tempo breue non citauessi impedito a potere intendere prima che vi commettessimo alcuna cosa, it suo prudentissimo consigito, e parere sMaperche ogni dilatione ei pare nociva, per tanto

gando a sua sublimita non lylasse graue giugnere, eminuire, quanto a ess,pareuiessere utile es suo, de nostro

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Similitiente conferirete condi Ambastiadori Geno- uesi, quanto parra ali Ill. Duca δε alia vostra prudenZa, narrandogIi come an late alia aesta delRedi Francia 6 es Re Renato per prolungare laintelligenri, e tentare sedi quelle parti si potessi hauere alcuni subsidii, e fauor utili alitiono stato delia nostra Ili lega, e cosi si eris critio gi piugiorni a Genoui, accioche se potessi fare alcuna cosa grata at loro Ill. Duce, detulia quella Cittagliene potessimo dare auulso It perche se Cha-uessero adire cosa alcuna che per uoi si potessi fare in questa vostra andata non gli sese graue dar- uene auuis, perche cosi obbedienti alli mandati delia loro Signoria comedella vostra propria perio debito vostro perche cosi hauetiate in L presta mandato. Potrebbe accadere essere utile, che per rispello di Monserrato e di quelle parti, cheloi in nome di questa Signoria supplicassi in fauore de Ducata, delia quale cola pote sere verae iam largo mandato perche ogni sua conseruatione, Mesal

tatione reputiamo esse nostra.

Come vi si e deito di sopra, eda far grande stima per

molio rispelli, de Genouessi, runa grande differengae, che sienodalia parte nostra tepidi, bderuent, comedi tempo richiede. Per tanto con que modo, che parra alia vostra prudenZadi

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prudenta, polrete tentare appreta alia aesta de Re di Francia, b Re Renato se ci iusse via ab cuna. con sicurassili, bion fare qualche acco do come ete insonnato ire che pigilassano qu sta guerra, o dises delia lega conquesto animo, che pigliamonoi, Sit Duca. Et per intendere meglio qua sitit modo, nepotre te conserire triblust. Duca, congli Ambastiadori Genoues, che saranno appresta alia sua Ecc.

Uoivedete quanto contenganole soprade ite commissioni,&habbianui aperta a nostra intenti ne Ma considerato te conditioni ci Italia, Minquanti trauagiis trotia, chec manifestano iii sogno delia nostra Cites, edet Duca hauer bisο-gno di gran consigito, diuto, non solamente durando a guerra, miseguitando pace, per conseruarta Et accioche ne casi chela fortuna potesse indurne, come e suo uso, non ci trotia limo si soli, che per no medesimi non ci potessimo saluare, e per quest ri spetii dicianio, che a volenecessario, che flacciate col prefato Re, lega, hintelligenZa, b consederaZione, altro modo

di patii, qualisanodi talia tura chei Re saobbligato allidi sesa dei Duca,e nostra E quando per sar questo bis gnasti, cheloi in alcuna cosa allargassi e nostre commissioni, samo contentilos acciate come parra alia vostra prudenra; si veramente, he non si entri in piu spes a chesia disegnata ne Capitolidi sopras, a pili tosto minuitia

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nutria iuxta posse ne etiandi ci obblighi a non

pote far pace, saluo ne casi narrati ne precedenti capito et aquai prudenra fiamo certi , che bene considerera tulte quelle cola,cheri varderanno alla liberta nostra&honore delia vostra Citta,&di non ci metiere in tale speia, che inoi lasse impossibile, Ma di elaminare se te spes in che cimettessi cheium noditat natura,che cialutasse a leuare te spes,il piu che si potessi. Et perche noi sappiam, che in queste cose si grandi

non si pud dare te commissioni, si limitate enecessario che confidiamo dalla prudenga vostra indarui largite commissioni e massime perche sa- rete tanto distante, che senga pericolo non si pubdire auulsateci,&attendete lenostre risposte. Nel vostro andare visitorete uelle ignorie vi parracoueniente facendole te offerte,e salute consuete. Ego Benue nutus Macchantius L . D. ainctu Flor. Minister in prsnotato Arch in fide praemistar.hac die 5. Octobr. I 633. Bellum hoc sublatum suit an I sq. cum Veneti,qui Alphonsum Regem in Florentinos c5citarunt,pacem cum Sphortia inierint,vi firmauerint in urbe Laudensi, cuius pacis capita quaedam exscribere erit utile, securiosum:videbitur enim ordo, quo tunc positi praecedebant Principes, Resp. aliquot Idq; fide publica patebit,cum extet instrumentum in eodem Archiuio, ab eodem

chantio exscripta sit haec capita In libro

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I. M.

I libro I.Prothocollorum,qui conseruantur in

Archiuio Resormationum Ciuit.Florentiae extat ad car. 88. extat quoddam instrumentum, seu exemplar instrumenti pacis initar, firmatae in ciuitate Laudensi inter Illustriss.Principem,&Excellentissi Dominum Dominum Franciscum ALcari Ducem, &inclitum dominium Venetiarum ia&c modis, nominibus, quibus ibi ex part una,&Illustriss Principem G Excellentiss. Dominum Franciscum Ssortiam Vicecomitem Duce Mediolani c. Papix Anglerisque Comitem, ac Cremonae Dominum modis,& nominibus, quibus pariter ibidem ex parte altera, sub die nona Mensis Aprilis Anni D. 1 sq. Cuius quidem instrumenti in pluribus distincti capitibus, caput

quartum,&haec sequentia sic se habent. Item quantunque ne presente contratio di pace sacapitolo generale,ne quale sono, Meileri intendano inclitusi, e compresi uitia colle ali adherenti, raccomandati complici estoriaci elle deite parti, tamen per questo capitolo presente

piuespressa mente si dichiara chei Serenissimo Re Alfons Re di Raona, & utriusque Siciliae ccntuito i suo stato 'intenda, edia inclitus, e com-

silustres Signoria di Venecta, contuiti a sua coib

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ci In caso che sta termine di di quarant proc

simi suturi Die stipulationis presentis contractus a Maesta sua ratificato solennemente lair iente pace, non la ratificando rimanga escluso della deita pace saluis semper suprascriptis, infrascriptis. eo casula deita Signoria non lipossa ne dare tuto, ne fauorealcuno segreto, ne

Item quantulaque come edetto, heperto capitolo generale de collegati, e raccomandati insertonet presente contratio, intenda, e comprendata Eccelsa communita di Firenge inisso contra tostamen permaggiOrchiarerra, edichiara Zio

ne elle parti, per questo capitolos specifica,

dichiaraia prefata Eccelsa communita di iren-χ si intenda essere in deita pace per parte principale consulto suo stato come elo prefato Signor Duca contuitii suoi collegati adherenti raccomandati, confederati, e sudditi, debba percio a prefata communita ratifica lo presente contratio, saltem stilo termine di venti di e nolo ratificando nonuo lino it beneficio delia pace. Et eo caso Illustriss Sig. Ducidi Milano non lis ossa ne deua dare tuto ne fauore alc uno secreto ne palese. Item similiarente 'intenda, e comprenda 'Illustrissi. Sig. Ducadi auoia collegato, Minclitus,nella presente pace, come e di presente; a quale deb-ba natificare fili termine di qua ranta di a die ce-R lebrati

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lebrati contractus da effer computata, Item per tenore dei presente capitolosi dichiara, e

specifica per te de ite parti nominibus, quibus supra che rimanga riseruato ii luogo altallustrisis. Ioge,5 Eccelsa Communita di Genoua &c. Ego Benuentitus Maccanthius praefati Archiui M nister in fide praemis hac die . Octobr. 163

Carmen,

QVa nunc lauriferam doctrinae Ludibus altae

Iannoctum insignem, irtutumq;agmineseptM Robore consilli,florens, di moribus aureis flaruit, ingentopractans, ac mente futuros Priescia quae caseus menturaque epe notauit:

Testis erit Sicuti clarissimus arbiter undar A bonsus aegni potens , Ludumq; coronis, Equi magnis illum; sublimis honoribus auxit, uem utem a Fruit pro nomine compellandum Integer ille quidem vitae, cordisque niualis

candore in signis, quo non seruantior equi Alter erat ciuis liquit monu enta,etussae Plurima virtutis dum publica munera obiret, Dum regeret populos, dum Reges viseret altos Legatus patri vindex, ct cultor honoris. aeuid referam eloqui decus immortale potentis. Doctrinaeque iubar, quos ta molumina fulgent, Semper innoccidumpatris leuantia nomene Virtuti par doctrina huius, ct traq;grandis In Cala

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In Carmem Nota I. Alphonsus,Regni'; potens,laudumq, coronis Alphon jusseptem Regnorum dominus, laudum coronas regij olidiores , atque nobiliores consecutus essa multi Scriptoribus. nec mirum,cumsingulari amore,s honore scriptores fuerit complexus. Sed hos benefcio deuinctos Ecgi praeteream, aliosque unius Foliet testimonio contentus, qui Elogium plane hissoricum A phans texuisse videtur, ex quo haec eligam verba: Cuius clarissima &heroicae virtutes, quarum fere omnium fastigium tenuit, unam taltim eliceptionem habuerunt; immodicam regnandi, Sproserendi imperi cupiditatem quod perpetuum sere sublimium ingeniorum vitium illum s spe ad noconcessa prouexit, sc. Not a Magnis honoribus Tessimonio priuilegium hoc. Alsonsus Dei gratia Rex Aragoniam Sicilis citra vltra Farum. Valentie Hierusalem Hungarie Maioricarum Sardinies Corsice Comes Barchinno-nte Dux Athenarum4 Neopatrie ac etiam Comes Rostilionis ceritante. Tanto euidentiuscuiuslibet principis solium sublime conspicitur quanto magis latus eius probis S prudentibus viris atque egregia eruditione fingulari doctrina preditis consulentibus illustratur. Quocirca cum fides probitas, udentia ac doctrina Spectabilis viri Magnifici deuotio dilecti n6stri Iasonide I Manet-

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Manetlis Ciuiso Militis Florentini nobis iampridem innotuerint atq; huiusmodi doctos viros indignum quoddam virtutum suarum premium diligere honorare Megregij insuper fauoribus

emolumentisprosequi, amplecti consueuerimus eum in consiliarium nostrum simul atque Camere nostre Summarie presidentem ut supra spote&ex certa scientia merito creamus facimus&constituimus. Ita quod ex nunc deincep qu

diu vita suerit ei comes in cunctis nostris consilijstam publicis quam secretis ut veruSG certuS coimsilia ius noster interesse ac etiam cum ceteris presidentibus camere nostre summarie residere poLsit&valeat ac propterea fruatur gaudeat tetetur cuctis priuilegij prerogatiuis honoribus fauoribus&libertatibus ac preeminentijs quibus ceteri nostri ordinari consiliarisaccamere nostre seni marte presidentes fruuntur&gaudent ac gaudere letari debent solentvi consueuerunt. Insuperne de amore affectiones deuotione ac de operationibus virtutum suarum erga conseruationesnstatus nostri in remuneratus abeat immo ut libentius ac seruentius nobis iuxta vires suas famuletur liberalitatem in huiusmodi egregios viros hactenus consuetam, in eum pariter ostendere decreuimus. Quocirca predicto Iannocti annuam prouisionem seu pensionem unciarum centur qu inquaginta liberaliter concedimus ac ei sin

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