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L in che a canta tu otia Senna uu g;orno Da non fu figlio 1 in non sua lingua a udio De la coltura laudator poema sQue che spirat da a Vergin alia 3
1 Lodovico Oissi Americano. et Educato in Francia serisse latina mente. I Sul principio de suo poema invoca Pallade ea della sapieneta e deli arti.
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E de te patris gemme nobi dono A Regio rence , cui L hi anni pians
Tolt da cruda morte in ionda etate
Aperte, volae a stibondi eampi Doloe d acque resauro liet frutti
De terre colloci e pellegrine merci
Anet a Te rendo, he non altro Num
L animatrice possa in cor m infuse. Qua di Plato a mente immaginoo 7 Ne poema se dedicato a Deis no ad re di uigiXUI oggid regnante Delle virili di tanto augusto adre edi Thomas logeisc. s La traduetione se com inciata in una illa a Na- vilio deli Adda . 6 I Duca Francesto serra con suo editio de r. Lu-glio I s7. ordin lo cavamento de Navilio deli Adda. aenal. Rela 2. Magistr. p. III. Platone ne Timeo.
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Ne a terra, ne Ciel, ne 'Oceano. De Uuiυerso ne a mole immensa Pori per entro uu anima, An configlio, Onde an te cos e vita, e moto, e leve; Tale o ignor Tuo genio, Tu pensere,
Di te fienete Insubri quasi in vallo
Di molle membra architellato corpo
Da tu fereida Tua foret agitante Tratio vigor, e fosso it pigro gelo, Ch a P industre fatica te ea tarde, Si infamma ei cum a belle impres. Gia ferυ Popra qua di ab ussici Difordi dotio, amabile tumulto inni arte Vec a prουa, e s configlia,COme di vero non a palma ottens a.
siti P una, edi, in en sint fuOleL'erbe governa sua dolce famulia, ignoti femi a fido suo commette, di vitrea parete , a gelis Aro Non operabi vallo, e aperta foti Di amico sole a penetreυο raggio Aleta e prepara a dilicati erimi
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M ' Ioar te mal compote cere A tergo aggiunge, a d Anglica lente Armata ii vardo olire te nubi e V ento
Si pinge a gli astri, e con franche pupille In lor si assis, anet con orta uota Pel e conυ Το, e te egnate pere
Segna e Uura ne P incontro paTe Di crinita cometa , ' an prefagio.
sius pus te in folitaria cella
Pon fra te mani it apo e chiuis a Palma Le vi de fens in e concentra sna La pensante irim medita, et plora Suo principio, o forete , fu cosum , Ragio che impera, liberta b eis rae, Gli alti te de , I fe ibi mot , De cor non aetio te ramos cure. Quella de fomm Gioυ P igneo telo a ratiar, e con alto foripes Declivo filo , com e a grado, Nolae Le apor e lettriche faυille, in otterrane timide chio ire i torsDiridet , e allacia e de la serviae onda
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Frena i furor, eri uoto impeto perde. M , quale u tempora Salmoneo ardito, 8)Ε' paeteto Goglio , e celerat insanno.
Egli, se vera floria, a quadriga
Spinge foυra ne ponte Dea diletto , cou fammante de ira agita tede. Folle pens , he de cose ferrati Le scalpitanti ampe, e de te uoleti volge grave fui metallic arco ,
Rapi potesse Ma da negra nube Sconio fulmi non finio, d in non fnte Ultrici amme empto abvolto 2 ars Mandolio Ombra deris a regni bui.
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Dono de Ciel, conforto de mortali 'Non quella in che o di eet et amica L aer i un ano uom tempte e molie, E sole canta, e parolette, e amoris siuella hens che te vocali corde Arma de vero, e di virtu maestra Col forte immaginari, o dolo incanto De gli armonici modi alte dotirine Soavemente a cor imprime e sampa.
Quoia o ignor , di Te ques sol degna,
E cui Tu cur favor comparti, siues a me puerse a suile avena, in inco metro a modular mi accesD uti Poeta gli franieri armi Umilis; obbligatisi e Devotiss. Servo Anton Luigi de Carsi.
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II favore e la stima che ottenne a pubblico ilPoema della coltura, allo rch usci a prima votita a luce net 734. , confort i suo Autore odovico Oissi a perferion arci' opera, cli egii ave solo abboggata : laonde si accinse a ratiar compluta mente i suo argomento , e due canti agglunse alPoema, amne di pote divisare, e Volgere a partea parte uello, che la brevit de componimento loavea obbligato ad mettereri e singolarmente posse studio a accorre ne suo versici precelli tuiti della statuaria, e te regole de buon gusto in questo genere di lavoro . iuste sono te idee, ch et e ne forma, n me bello e 'ordine, a recisione , it ni tore , con cui egii gni cosa a post a suo luogo, dichiarataci nolire a rende pili sensibili gli amia maestramenti deli arte u grande numero via uni t di letti sempi con che attres lia tollo it fastidio deli aridit didascalica , e vi a mischiate Iegrarie e te hellegete di una ioconda non men cheutile poesia : etodo it mi gliore che egui si possa in ta sorta di composigioni, che in se fesse non postano non avere molia uniformita, e se gli Autori de Poemi precettivi spesso P han tras curato , cid uolsi attribuire non a disetto , a bens a dis fico ita di cos fati manter di scrivere. Certori re cetii
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I cetti, che compongono a precipua parte di questi poemi, faticano per se essi, e nota chi leggeri epochi o di more di arvi es' tempo, e lo studio, che arebbe richi esto Le deserarioni, e te poeticheim magini allegrano a fantas , e senga fancar adi letianori addove uno stile instruitivo preme e co- strigne , e quasi in catena 'immaginativa poteneta; di che essa grandemente si degna , come natural- mente ne mica di legam e di freno. Se non checlo immagina de Poeti non ἡ 'ordinario che u imitare, ii di pignere obbietti iaciem ille volt dipinti. a per opposito se deest sporreuna massima , una legge u precetto, non a pluit Poeta in angi agi occhi semplare , e modello, gli 'uopo di crear tutio da se e 'improntaret'espressioni e te figure Queile dissicoli non atterrironori 'Autore ella
Scottura n lo altennero allo intraprendere unlavor ingrato, e incresce Vole ad uno spirito, quant'
era i suo, fervido, e vivaceri a be egit ebbe di sua fatica uo compenso dat felice successo. In luivedrassi u ei pressione elatia, uno sti puro , e dol- ceci un andamento libero e faciteri modi pleni di energia e di nobiliaci sempi scelli con sino discer-nimento, e adattat con non minor raria , checonvenienZa . In sommara'opera essa ostrera, segiusti osse gli elogi , he de suo Autore an fat-to gli amatori delia Poessa Latina , e quant a ra-gione l'abbia comptanto opo sua morte. Doissinstava appunt sul ubblicare ii suo Poema, quandos soprappres da n aluo confluente, e di tristissia
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ma quatilli. a forZa de morbo maligno uni tamente colla delicaterga deli infermo ia agi stud asta fieυolito , in pochi di io tolse di vita , e con uis pense te belle speranae cheri suo talenti, e te ueprime. fatiche Vean create. Mor in arigi ne Collegi di uigi ii Grandem dicit Settembre 733. neli eta 'anni 27.
Fin quia Editor Frangese orcio potrei, e fors'anco a iudigio diciat uno doure render agione delmodo da me tenui in tradurreri e quindi armi passo ad apologie. a controversie, a traitati intorno alle traduetioni. Gran diceri sarebbe, e iccol frui to . Certo se a pili valenti omini, che an ragionato ampla mente ulla utilita su pregi, ulla a niera di ben tradurre , non e ancora brtito di is sarne e leggi, e te dee, e te opinioni, molio me no mi arrogo i di farto. I l . D. Cian-Francosco Soave Cherico Rego lare Somasco in v suo Poemetto, che serve e di prefaetione alia Buccolica , d alte Georgiche di Virgilio da lui tradoti in versi sciolti, e di dedicaetio deli' opera i a S. E. i Sig. arches Filippo Hercolani, a raccollo quanto i mi gliori critiori ci hantasciat intomo alte pili acconce leggi di ben volgariZZarae: a ui rimetto, hi unque rami di esserne intes vedra con iacere molio iudigiosi avver- timenti elle raeti aspersi di una colla e leggiadra
1 In Roma per Frances coii ZZarini Romare I7sp
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16 Poesa ben io vorrei ta essere , quale secondoi dotio e gentile utore si convien che a gni huc tradultore , ed ver sopra tutio tra una vile servi id ed una liberta licen giosa afferrato si ii nobi meZZo, ove Virtute alberga is Non coqi come ella prefaχione sono stato a co elle annotarioni , he poche erano eli originale , e mancanti a bisbgno, e ci che pili Oiguardo a noi, elle cos di Francia. Fors io arbincors ne ii oppollo dis et tori ma e pure u di fetioche niente uoce a dotti, e molio iova a meno