Ang. Mar. Bandini I.V.D. publici bibliothecae Marucellianae praefecti... Collectio veterum aliquot monimentorum ad historiam praecipue litterariam pertinentium

발행: 1752년

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36 AEAvαENTic AL Et Tis p. cit opi Is , licet hane tibi facultatem comparaveris. Sed nihil est, quod sine frequentia, usu non evanescat Qua propter Te ad hoc etiam atque etiam hortor, parcam in praesenti Uale. Quarto alendas Martias DXXVII.

. . . . . . . . . .

a Videt Iret eum Carol V. nil boui ductu urbem diripuerant . Eies inaudita barbaris. Ducis Bomi

NICO

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NICOLA MACHIA VELLI AD FLORENT.REIPvBLICE PROCERES P.

Omper dore ' sece di iugno passato

Dieta a Gostaneta di tuiti e Principi della Magna per far provisione Ila sus pase

sata in Italia alia Corona: Fecet , e Persu motu proprio, e per esserne ancora sollecit

m a Vomo de Ponte fice , he gli prometteva grandi tuti e parte de Ponte flee . Chies Lom- peradore alia Dieta per tale imprese tremita a valli sed Rimila anti promisse ' aggium gerne di suo proprio infino in trentam ita persone ILa agio te, perche e domandassi s poca gente a tanta impresa sura prima, perch e credetis a stasimo , persuadendosi, poter valere de veniatinni, e di altri ' Italia , come ae presso si dira

ne credet te ma , he ti Veniet iani li nancassino, avendoli servit poco innanai, quando e temevanodi Francia, oppo lo acquisto di Genovari, perche aveva a loro richi est mandato circa a tu inita Persbne a Trento. Aveva messis voce diis Ier agunare e Principi, e in sene in Mevia a mi nacciare 'ravietzeri, se non si partivono a Francia. I che se ee che i Re uigi subito reso

enova, se ne torno a Lione di modoche pare do allo Imperadore ver loro levato a verra, addosi crede va a tutio , he o ovesimo ric noscere is uso dire tu volte , che in Italia non habebat Amicos reopter Venetos . 'alire agioni a cora, perche chieleri mea gente furono, perci, h

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lauti eri a metterte ut te bito is obbedieneta sua.

non cercassi di dari Capitani in nome dele Imperio, hecili fossino Compagni Perche non manco hi ella Dieta ricordassi infra i qualis P Areivescovo di Maometia . he arebbe bene fare a impres gagitat da e provvedere almeno quarant mila Persones, e da loro in nome et Imperio quattro Capitani c. Diche omperadores' adiro seco, e disse: Ego possum ferre labores; volo etiam honores tanto che si conchius queste dicianovem ita Persone e di pia, che se gli desese cento ventimila Florini, per silpplire alia necessita de Campo, quanto per soldare inquem ita vizeteri per se mes , come egit gli paresse. Pr Post om peradore , he e genti ossero insemealle anete i d di an Gallo, parendoli tem p assai ad averte provvedule, e comodo a modo loro de far guerra, e appressis indico insta et

to tempo aver condolio re coseri r una P avem

si uad agnato e Veneriani, de quali mai diffido

infino ali ultimo , non stante, che osse eguitala eaeciata deli oratore loro come si sar 'altra aver sermi e vieteteri; a terga ver ratio dat Ponte fice, e da altri ' Italia uona quantita di denari . Ando per tanto praticando queste coserveniae S. Gallori te genti si cominetorno a agu- nare tui elle re non ave va conducte es una, parendogli non pote moversi, ne diffidandosi ancora di condurie invio te genti . hi oren to, hi altrove e non istaecava te pratiche , di modoch e sorovo di Gennato , e consumata lamet de tempo della provvisone deli Imperio, non aver fatis eos ale una , ove veggendo gium to sece ultimum de potentia di avere e Veneziani,

a quali mando it Fra Bianeo, mando re Luca mando it Dispoto della Morea e i suo Araldi, pi volt loro quanto tu si gittava loro die-

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E A. Istro tanto tu lo se rivon debole e pia ne fug-giva lor la oglia, ne ei onoscevono dentro alcuna di uelle cose, percheme Compagni di Stato si sanno, he sono, o per esset diseis, O per paura di non esse ossies . o per guadagno , a ve-deano 'entrare in una Compagnia, ove a spela. il perteolo era loro, guadagno 'altri; per tanto lo Impera dore caris di partiti senaa perde pi tempo delibero assaltassili , credendo Per avventura farti ridire e sors glie ne u da, to intenrione a suo mandati, o almen eo laseus di tale assalto fare . hera Imperio asse massi is accresces le sue provvisioni , eg n- do cherae prime non erono astate . E perche sa-peva, che innanet a maggior provvisione d aluto e non poteva stare ulla uerra, per non lasciarei Mese a discreetione, aguno avanti l assa leo ad s. di Gennato a Buggiano uogo sopra a rento una giornata , I Diem de Contado de Tiruolo. E questo Contado tutia a parte, che era delia Zio, e gli rende tu, ehe trecentomita ιο- rini, seneta porre alcun azio: a meglio, che se-

disimila omini a verra Ha gli omini suo ixicchissimi. Steti questa Dieta in pratica I'. i. in fine eonelus di dare mille anti per a sua venula in Italia e non hastando, in sino in inque-mila perta tre mesi, e infino in diecimila per ladiisse de paese, bisognando oppo tale eon elusione se ne ando a rento. di . di Feb-braio sece quelli due assalti verso overe Ui-

ceneta con circa a inquemila persone, o meno, tra

to, e con circa a mille e inquecento anti, ci Paesani, entro in Va di Codaura, verso it Trivigianori predo una valle e res certe Forte a geri Ebedendo, heri Veneriani non si moveam.

lasci quelli anti a grido e se ne tiro in sue 4 via

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m Nico LAI MACHIA VELLI via per intendere a meite deli Imperio . I antri Codauro furno morti , onde tui vi mando ilDuca di Brons inich, di cui a s inisse eos arucuna . Ragatio in Suevia a Dieta a terra omenica a Quaresima, e perche annansato, che P eb-be, gli seppe di altivo , se ne ando verso heruieri, e mand Pre Luca a Uenigiani a tentare queula regua, a quale si concluse de presente mese di iugno, perdui , he lui ebbecio , he egli aveva et Friuli, e stato per per dere Trento , i qua su dises dat Contado delΤirolo; perche per o Imperadore, e per te genti dei P Imperio, non manco che si per desit, chetuit ne aggiori pericoli della uerra si parti-vono, venula a fine de loro se mes Io so, che gli Vomini dendo questo, vendolo isto fi consondono , e vanno variando ita di molle parti, ne anno, perche non si seno iste queste diciannovem ita Persone, chera Imperio promisse, ne perche a Magna non si si risentita insulta perdita deli onore suo , ne perche agione

P Imperadore si si tanto gannato, e CDSI gnu

no varia in quello si debba o temere, o sperare per I avvenire, e dove te eos i possino indirietzare I sendo stato in sui luogo avendone dito a gionare molle volt a molli, ne avendo avulo asetra accenda, che questa reseriro tuti te cos diche i ho satio capitale, e quali se non distini mente . tuti instem alla mescolata , risponderanno a questi di soprari ne te dico come vere, M Tagionevoli, a come os udite, parendomi cher ustio 'in Servitore a porre innanet a Signorsuo quanto gli intendes, a iocche di quello visa di uono e possi a capitale. Ciascuno di quegli, a chimo ne ho sentito partare si aceorda, che se Imperadore avesse uin

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stiano Dicono, he gli Stati suo gli anno 'entrata eicentomita Florini, seneta porre azio ab cum e centomita Florini gli uale P fiat Imperiale . Questa entrata e tutia sua , e non P had necessita obbligata ad sic una spes . Perche intre cose, ove t altri Principi sono necessitat spendere lui non vi pende uti soldo, perche 'non time genti ' Arme . non paga Guardi di Fortegete, ne officiali elle Terre, perche me tilomini de Paese anno armati a sua postari e Forterae e guarda it aes , e te Terre anno lor orgimastri, che anno lor agione . Potrebbe pertanto se osse uno e di psegna in poco tempo se tanto sondamento a se .che gli iustirebbe ogni cosa perche conis ea

pitale di ottoeento, o novecentomita Florini, O

non farebbe si poco , he non facesse assa angumento, e vendo comodita di vover a Guedira subita, per avre gente a Guerra in gni tuo go, porrebbe trovando provvisto di denari, uo ver uerra subito, e trovare coli armi gnun

I eos gli arebbon di favor grande , quandole lassino e uiate , in modo che seneta dubbio tuiti a disegni d Italia gli useirebbono. Marauico tuti te soprascritte entrate non a mai un

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Quanto a manetata lyattre, eos Pre Luea Ue uno de primi suo , he egi adopera, mi ha detis queste parole . L Imperadore non hiedecorifiglio a persona . - eonfigliato da cialc uno: vuo fare ogni eos da sh, e nulla a a suo, do , perche non stante , he non istopra maiosuo secreti ad leuno, sponte eomeria materia glascuopre lui h volt da uegli, in gli a into

n. e ritirato da uel suo primo ordine me queste due partio liberalita, e la facilita . che losanno laudare a moIti, sono uelle chera mino no . Ne la sua venula d Italia era per altria comis tanto spaventevoles, quanto per quest , Per che i hisogni colla vittoria gli crescoono, nonsendo ragionevole, he gli avessi sermo it pie cosa Presto non mutando modi se e rondi degriaberi d'Italia gli ossino diventati ueni, non glibastavono. Ne e cosa, ehe eo denari in manu allor non .sse ottenura e per molli iudica vano savi coloro, che penavono iuri dari denarila prima volta, perche glino meano a Penare an in pia a dargliene a seconda. E quando e non avem avulo attre agioni contro ad uno Potenta eo glie ne arebbe domandra in presto e se

non gli somno suo prestati, gli spes sino aliora

fit arehbon gittat via. Io vi vortio dare di que sto uno verissimo riscontro. Quando esse rigolo M ay di Maret sece uella domanda emo, pie viat Francesto da lui, anda a tro uario o Capitolo fatis ella eligione voltra, e quando 'venne a uella parte , che diee, non post ape rara petere aliam summam pecuniarum c. voleva, in innanai a petere , si metresse iure e domam

dando lora perche rispos , he voleva o Impe radore vi potesse iehiedere denari an restito,donde iocili sposi in modo. α'e' si contento. notate questo, che agi spessi suo disordini,

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haseon gli spes suo bisegni e alli pessi suoibi gni, te pella domande da uelle te sitelle Die te is alla sua poca est imagione te debili rein soluetioni, e debolissime secuetioni. Ma se osse venulo in Italia voi non rare

resti potum pagare di Dietes, ome a a Magna e tanto gli a peggio questa sua liberalita quanto a lui per sar uerra bisogna tu de

nari, cli ad alcun altro Principe perchem Popoli suo per esse 'niberi. Wricchi non sono iarati ne da bisogno. h 'alcuna a Tegione, a laservon per i comandamento delia loro Comunbta, e per i lor regeto, in modo che se in edipo di o di i denari non vengono . subito si partono, ne gli uo ritenere prieghi , o speraneta, minaceia , mancandolim denari . E se io dico,

chem Popoli delia Magna sono techi, gli s la verita e fagii techi in gran parte perche

vivono Ome overi, perche non edificono non a ston , e non anno massarietis in Casa e hasta loro abbondare di pane e di earne, e vere una usa

dove risuggire ii reddo . hi non a deli attreeose, Dranga esse e non te cerea Spendonsi in dosso due Florini in dieci anni ed gnuno vives ondo it grado suo a questa proporetione, en essu is conto di quello, che gli manea, madi uello, he a di necessita e te loro neces sta sono assa minori, he te nostre, e per que sto in eostume ne risulta, he non est denarodat aes loro sendo contentiis uello, che i lor Paese produce, e godono in questa lor vita oz eta, e libera, e non oglion ire alia uerra, se tu non gli soprapaghi, e quin anco non gli hastarebbe se e Comunita non gli comandastino,

per alPImperadore bisogneria molli pia denam ri, che a Re di pagna ad altri , he ab biam Popoli io aluimenti fati . - .

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- Nico LAI Ac HI ATELLI La sua facile e buona natura is , he eis sthuno , he egli a d intorno lo inhianna edamni detio uno de suo , he ogni Vomo, dogni cosa io uo ingannare una volta, avvedulo, che se ' es; a son tanti gli Vomini, e tante lecole , he gli uoci care ' essere ingannato gnidi , quando e se ne ised esse sempre. Ha infinite virtu . e se temperasse uelle due parti si Praddette, farebbe uae Vomo perseitissimo, perche egit e perseito Capitano, tene i suo aes congiustiata grande , ficile elle udienete , e grato, emolle attre parti da o timo Principe, concluden do cheme temperasse uelle dua, iudica gesuno , he gli iustirebbe ogni cosa Delia Potenet delia Magna verun ne uo du- hilare , perci, eli abbonda 'Nomini, di teche ze, e d amni, e quanto alle ricchezge e non ' Comunita, che non abbia vanet di denari in Publico, e dice tale uno , he Argentina ha mech miglioni di Florini , e questo nasces, e che non anno speia, che tragga loro tu denaridi mano, che uella anno in tener vive te M nietioni, r.elle quali avendo spes un ratio, et rinstescarlem endono poco is anno in questo unordine bellissimo, perche anno sem pre in Publico da mangiare, ere, ardere per is anno,

cosi per un anno da lavorare te industrie loro per botere in una ossidione pascere a plebe , equella, che vivon alle braccia, per un' anno i iter , seneta perdita . In Soldati non spendono, perche tengono gli Vomini loro armati e esse citat . In salara , ex in lire cose pendono p Co, almente che ogni Comunita si trova in Publico ricca. Resta ora che le 'unischino eo'Prii cipi a favorare te Impresse ello nperadore , Oche per lor medesime , seneta e Principi, O vo-glino lare che basterebbono . E costoro, be . ne

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pariano, dieono a agione delia dilanione essere

moli umori contrari, che sono in quella Provincia , e venendo ad una dis union generales, dic ro , he gli Sulrreri no inimicati a tutia a

Magna Comunita a Principi Principidati Imperadore . E par sors cosia rana a dire,eth li Sulaeteri, e te Comunita eno inimiche. tendendo lascheduno loro ad n medes mo-gno di salvare a liberta, e guardarsi a Prine,pi ma questa lor diluvione alae, perche gli vidigeri, non sola mente sono inimici a Principi, e me te Comunita , a Ziandi sono nimie a Gemtiluomini, perch ne Paese loro non e deli' una, ne deli alte spetie e godonsi sena distinetione

verun di omini, suo di quelli , he seggonone Magistrati, una libera liberta . Questo seinplodegli viaeteri a paura a Gentiluomini, he sonrimasti ella Comunita, e tutia a loe industria edi teneri dilunites, e poco amiche loro . Sono ancora emici degli vieteteri tuiti quelli Vomini delle Comunita, che attendono alla uerra, mosfida una invidia naturales, parendo loro 'esse meno stimati eli arme di quelli, di modo che non sene uo raceoEzare in un Campo si poco, ne agran numero , he non si aetetussino.Quanto alia nimiciat de Principi olle C munita , e cci vietzeri non bisogna agionadine altriment , sendo cosa notari e cos di queI-la fra Imperadore, e etti Principi e avete ad intendere , he vendo lo Imperadore i princia pale suo di contro a Principi e non potendo per se medelamo abbassargit, a uiatori favori de te Comunita , e per questa me desima agione dati ii tempo in qui ha intrattenulo gli vigeteri, eo i quali gli pareva in quest ultimo esse ve-

nuto in qualch confidenga, tanto che considerato

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