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2iu PONTIFICATUS ALEXANDRI SEXTI. s 492ὶ
turri et eum omni supellectili ibi existente i emeessit. Et ibi inter alia erat una erila vinaria
dolio spirito Sanio. e intrepidi a m Ostrar est servor uel suo sanio spirito quelle leggi. che sono gra sta-histio iti cieto, e et, e sono gia destinato da Dio. Eun grati peso, frates It ensissimi. questo det Papato inon dubii lamo pero di eosa a te una: abblamo i auisi ortia cli selogllere. e ligare. aprire. o serrare te portuclei CieIo. Alite eoso porta se eo, tralelli m. ei. que sto gran earleo. cla quello di primat pare. che ludio vostia elie noi ei naui iam o in un punio da quello pensavamo da stabili rei per nos; sare hhe de formopoeeato δ' ahbandonar il gregge, e laseia re it heno uel I' Apostolato . Lid o nol vuole . Dio nol eo manda. Dio die e a not. come disse a S. Pistro, quando gliclist te e litavi dot cieto, quas ieeh4 S. Pietro disperasso ni poter reggere la sua gran Nave tia si granpeso. earica cli iante varia et ioni. dissielli ut polerla stetietu, e pure ludio li promise . cho egit noumane arebbe. o gli spirarehbe a suo luogo tutio Iosue operarioni. ed in ivtto te suo ebli heraetioni . Delostrae ι Dominus in coelo deliberationes esse in . terram . . Chi sara quello. etie tanto presumero. divolere, nou chlamato da Dio, aratro ut pix liare ilnostro pesor Cbi avra tal temerita di preserarsi a not. quando elio conoseivii lassimo inabili a questo grati caries' Speriamo. che eia se heduno mos trecti' ob clieneta. ad imita aione di quella clo Pritiei pidegis Apostoli. La seeotida tu l' osservarione di voler essore subito vestilo pontificat monte ali' introita. eome . sequella dignita gli do vesso altra volta essere de post a. eome guauaguais per viam simoniueami onde non omeraviglia se chie se subito i vestimenti papali, elueo quella Delta at Maestro di e remonio, eo me puro ordino. elio git lassero per lo snes ire moliopoliro . ehe dieevano . Habemus Ponit laeni Alem deum ri. Rodrictum Borilia ciuitalis valentiae . . La terra su ehe, vestito, mostro grande autorii I. o pecco suhito cli vanagloria e superbia, e per qu si aiio, eho tu manifesto o notorio a tuiti i Cardinali , ii Cardinat clo' Medim disso ali' oroeehio det Cardinal Crhoi . siamo pressa di uti Lupo it piu rapace ehe si irovi. o se non suggiamo. ei clivorer, a. Gran parolo lurono questri the use trono ualla Mecaal eo si gran Cardinale, o parve ehe osso aves so lospitiio Divino. Diche in quesie parole si veri sic a-rono lulto se distrario . e se lagure. O li mali, che
vesilio ponit se almente. su portato abhasso. li po- polo vi si assollo at primo ingresso a S. Pietro . mapoi Io lugo in au venire. .eomo Lucifero. Terminato te sollio lanatoni nella Basiliea vati eana su portata Sua saniith allo sianae di quot Palaetro, o mentre saliva te se ale disso a Buon vi aggio sara questo per Boi .i e rivolio a' Cardinali disso a quelli. eiosi allo Ssorra. ed al Riario . Caltivo vi aggio per uoi . . Rispo- sero quellii . Pereti Sanio Pad te et . Replico it papa.
ia crisi latilia . . Finito cli salite. ii papa disso loro, ebo pensaggero a vi vero eon pili timor cli Dio. s eho seaeelas oro daloro l' in ganni o lo trocli, l' avarietia o la simoniai escaeci an doli da se . disso loro the non erano degni di venire e tornare avanti it Papa quoi tali cha si
sono mostrati cosi viri l. . Andato. disse Alossanis dro, eho eerca remo rende rvi condegno premio quandosiano te vos ire aetatoni esaminato sincere, o giusia. ma quando eonose tute saranno male, sare te per de-hlta sius liria eastigati o nulla roba. o nella vita. o privati delia dignita Cardinaltria . pore hst 1 rei non puniti sono ea paei cli eommettor nuove eoipe. o sarmaggio et mali. o se si traseura it castigo. pessimo
Dopo questa aspra ammonitione. cho porto a dotii duo cardinali molta eontusione. sed agit altri ammira azione . partirono: e net punio istesso si aeeorsero molio bene quatito it Borgia fosso stato eeeellentenetrario cli simularo, e quanto snto temerario, omen rogo ero lassa stato: od in s ne si aeeorsero e hela vende ita cli Dio era vicina. e elle avrphher rie vitta eondegna paga dei salso eommesso per te usa te toro arti simoniae he. Confusi in lal mantera. pensa rono alla iuga et pensarono a consessare li loro phecato. ma non poterno soriir huon esset to: pensaron ors trallaro it Papa. ma indarao; maehinargii ro vino. ma disse ito era i impresa et aecusario at Senato macon loro hiasimo. per esAero esst stessi flati laprima ea gione. s la prima pie ira di quo sto edisseio. eon portario at soglio per ii premio deli' avari Eia. Ben presto si uuirono te querulo voei doli in noeento Popolo maleonioni o di tal ele Elone. eon hostem mi artas malediria. Suhilo naequoro te cliseordie. e ro vino se alle eam piu grandi. o nohili. L invasions. te seor-rerie, te rapinin o gli omieidj. e tanti altri mali tu-rono innnili; le guerro inte Atino. li Principi solle vatineli' Europa a prender i' armi por vendicare te o
Alexandor Gordon in vita Alexandri xl. s La vis
tardeau cloni nous sommos eharge E so it pes ant. -- pendani nous es perons quo Dieu nous aecordera te
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plena vino. I leni Cordinalem Parmensem de I dictu ei vitale Nepesina possessorem et Patronum
momo seeours quat aeeorda aut reso is a S. Pierre. quand ii tui mit les cleti cles Cieux entre les maliis et qu'il lut consa le gouvernn metit cle I Egliso, ee qui est une trop grande e harpe pour un mortet gan uaseeours celesto. mais Dieu sui promit que son Espritio diriggroit. Nous ne cloutons pas non plus quo uousn nier lous eetto sa in te ol ius sanes qui est clud an Ch et da i Eglise ea imitalion clo stello que te Trou-peau do Christ dioit Ohligd d a voir pove te Prineodos Apotres . . voila quel sut en substaneo lo diseoursclii Pape Alexandre: espendant on rem arqua qu's sero velit des habiis pontisse aux avee une preeipitalion extraordina ire, eom me si la eonnois sane o qu i I auo ido la Simonte. pae laquello is avolt obienu sa nou velle digni id. lui e ut sati eras nitro de la perure a vaniliu on put sali toutes les formaliter requisosi e estene ore potir cela qu'il parui des iter quo son eleetion ut au plutot rendue publique. salsant letier ait Peu-ple par les laudires du vati ea n do petitos haudes de papieri ou son noni comme Pape illoit erit eo Latin.
Os eommen emens pleing cl'une uni ne ostentation urent otisor ver avre e tonne menti fur quoi te cardinal de Medicis dit 1 Lorearo Ctho eos mois fit oro ille: a Monse igne uti nous somnies livrer a la
i ama is clans io monuo et qui nous devorora in illi. hiemeni si nous ne so preve nons par la tui tu . . listi'oprou verent quo trop et en ires peu de tems rae-e Omplis sement clo euito Prophetia . . Praeier verha superius relata et ah Λlexandro Cardinalibus clieta. historiei inserihunt montium putilleo laetum a Pontifice Caesari Borgiae filio suo. tu . nuntiata paleis exaltatione. Romam advolaverat verba memora hilia. et ianium a laeti a subsecutis dis sim; lia. si eadem forma prataia. debent ah historia ei in exemplum humanas pravitatis ponti hus adservarii. Bon ei pera uadicimo. Cogato. eho vi stato siniscolarmonio rallograto per questo grado Sovrono. aetii la honta Di .ina o rimasia eontenta cli tarei aseen- . ore nitro ogns nostro merito. Vo n'hdovula la contenterra per nostro rispello. eome in eontraeeambiorioli amor o eho vi abhiamo portato. o vi porti amo. vi h douuta per vostro interesse. posthh pote te pronio iter vi di rieo vere clatia nostra mano quot Mnes et 1. di eui lo vostre huono opere vi renderanno me rito volet it eho a glorcii cl oggi non ἡ poea no oris uinaria sori una. M a se is vostro eonten laetae si istes socii ei amo at vostri tra telli si sono ina letale eon piuvasti e me no regatari di segni. v hanno in gannato. ve no troverete deluso Ahbiamo aspirato il eon- tessiamo. sorso eon s moderater Ea cli passione allago urani th dei Pontineato. ed abhiamo tenulo per aris rivarvi tuito quelle si rade eho h saputo rintra Iaro Humana industria, solo percith et fiamo figurati. utunti che noi vi fossimo, di eam minar eost cli rellamenta per te uiu the eondueono at mi alior serviatocli Dio eo alla maggiora es alia et tono cli questa Santa Sodo . eho in una gloriosa memoria de nostri giustiati menti restasse ea neellata optii nola degli errori passali, e venisse es sto a' nostri successori unsentiero per eui, non volendo die tro lo vestigio do-gii antie hi proeedere da Santl. potessero almen O g pra te nostro pedale eam minae da poni esset lddici. eho ei a seeondali ne mereti. richi edo da nol l ademiapi mento dol fino; o noi si amo pronii a soddistaro a questo gran debito; perelisi non vogliamo nee ossi laeto at rigori della giusti ala eon te nostro trauli. Γn solo impedimento pol rehhe attraversarsi a qu sta hiiona in tenetione. is troppo interessa rei ne vo stri intersissi: ma questo. sie eome flamo risuluit clitenor loniano clat euoro e di se hi vario at possihilo, eosi proghiamo Dio elie ei tenga la mano sosera. aeeioeelth non v' ine iampiamo, giaeetist non vi pudine iamparo un Ponte nee seneta cadoro. nd cadere soneta uti gran clanno di questa Santa Sede. Plangeremo so eho avremo vita te eolpo ehe ei tannoaver e sperieneta di eotat verithi e plaeela a Dio. chela sulleo memoria di calisto nostro Zio non portianeor orgi pila cli quulle, che dello proprie. te penon hi erueiati det Puretatorio. Egli ora ornato di ognivirlu. e eolmo di saniissimo in tenetioni. ma amatore
dei suo i. o di no i sopra osti altro: onde laseiandosi reggero eie mente ea questo asse ito. aneti da quelliclei eongi uni l. the erano pur troppo clivonuit suo ipropes. ae cumulo in poche teste. e torso men degne. que 'hene siri. che doueano rimuneraro ii merito uimo illi pose nolla nostra Casa quo 'lesori. ehe o non hisognava eongregare a dispendio de' poveri. o saeo amestiero di eonvertito in mi glior uso. Soeemhro uallo Stato Ecclesiasi leo it clucato di Spoleto. ed altri rie-ehi domi ri, per eone ederit a tini in laudo, pa apis ponto sopra la nos ira de boleret a la Viceeaneelloria.
ia Prese itura cli Roma. ii Genera lato della Chiesa. e lutit gli altri tuearie hi piis autor evoli. i quali M.
veano essere eonteriti si usta mente a quelit, ehe per meriti ri levanti n' erano resi piu capae ii vennero clatui promossi a nostra eontemplarione allo dignita supremo certi tali. ehe non posse de vano altra eonis darione per ascenderui. the it non poter rieonose eiula loro fortuna da prinei pio pila de gno delia nostra bene sieeneta. I tenuit adcliotro gli altri. ne' quali imolli e preelari meriti ei rende ano sospolia la di- pendenaa. Per ispogitare Fordinando e Aragona uel Rogno vi Napoli, s ae in se ad una arduissima guerra. di eui un esito tortunato non era phe risultare choa nostra grandera a. eu ua evento infelice non po- teva arrecare che se ornn o detrimento nolabilissimo alla Santa Sed, . in somma. Iaseiandosi egii go ornareda chi eon ordino pervertito ordinaus il pubtili eo govorao at proprio privato interesse . progiudico non poco a questa sede . alia sua fama. o quel elis piue rilevantu. alla propria costienta. E puro so giustissimi giud in cli Dio in per quanto egit vi si adoprasse. non poth stabilire in guisa la nostra sortuna. eho in aver laseiato vuola la sede Pontineta. quosia non desso volia. o non ei laseiasse in ah hanes otio
ad una indiserela suria ui popolo. ecl apii sdestitvenili eativi di que Baroni Romani. che si e litania vatio ossest cla aliune nostro particolarila alia snaione avis versa. ondo non qolo ei convenne cadere precipilo-
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feeit, Cardinali danuensi reelesiam Sanet se Mariae in Via Lata; item Sabello civitatem Ca
slellanam , et eeelesiam Saneiae Mariae Majoris; reliquis aliis multa millia ducatorum concessisse sertur; praeeipue euidam fratri Albo enelo nuper in cardinatatum ne eoplo euiquinque millia dueniorum auri donavit pro habenda voee ipsius. Quod eum primo seitum fuit a Venetis. denegati merunt ei omnes si uetus Mneseiorum, et mandatum fuit, ne quis ulterius amplius eum associaret; exeepiis quinque
duntaxat cardinalibus qui nihil voluerunt. Et hi sunt Cardinales Neapolitanus, senensis, Por- iugallensis, Saneli Petri ad Vincula, Sanetae Mariae in Porii eu. Ili soli nihil habere voluerunt, dixeruntque, in Pontis eatu voees dandas
esse gratis, et non muneribus. Fertur etiam,
antequam inii arent Conelave praedictum, Vie Caneellarium pro habendo voto Asennii prae- dies et seguaeium, misisse quatuor mulos oneratos argento ad domum dieii Afranii , ut ibi in rius domo eustodirentur dum esset in Cone love et quod Meurius ibi possent permanere,
samente clatia piis ri levata parie dello grandeare. eclegii stati a noi donatii ma per non perdera conquelli la vita. sol traret per qualebo tempo eon unvolontario es ilio e cli noi e degli amiei. dati impetocli quella eommossa hurras ea. Da quesia prova summo resi aeeorti elio, sapendo Iudio deludero illium ani cli segni quando sono meno ebo giusti, o grand errore de Ponte sci so studiare piu at henocl una casa. che pud durare pochi anni, ehe a quello della Chiesa. ehe cleve essere ethrnai ed h granfollia di quo Polities. ebe. avendo it manes gio in undominio. eho non a cla essere e reditario per essi. e po'suecessori loro . ergono gli edisseti della propria grandear a sopra altri landa menti, eho di erote hoviriu eseretiale a pro di luitia r si promet tono alis tronde la dure voterra dolia loro sortuna . ehe dat non sar naseere dalsa ea lina i turhini. ebo posson loro muovere tempesta, eioh a dire i ne mi ei: il solo optare da se nno d' uno dei quali piu dati nenia dique t ehe gio uino lo dimostrarioni talia ei cli eonto amiei. Se voi ed l vostri fratelli v in eam minet etsper questo lodevol eam mino cli eui ui additi amo laseotta. non desidererete a tuto ualla nos ira mano.elio noti vi ven ga pronta mente presialo; ma se. pro-eetiendo per vio me no elis viri uos e. pensore te chelci nostra asseriuno ahhia da tarsi ministra dei vostricli sordinali inierossi . la prima vi rendera aee ori l. ehe si amo poni se per la chiesa. o non per laCnsa; o ebe, eome Vieario cli Cristo. vogliamo oprareio ehe ogli disposo a pro cle' Cristiani, non que l. eho disporrete vci a pro di volt eliqua do Alexandri electione monum euia invenies in appondice.
quam in ejus domo. Quod urgentum seriursuisse datum dieio Aseanto pro habendo eius voto: eivibusque Romanis mulla promisit. Ei notitiam habuit, qualiter a die extremae insemitatis in noeentii usque ad ejus eoronationem plusquam dueenti et viginti homines interseeii fuerunt. Habuit etiam notitiam de interseeloribus . de ea usis et de prodimentis; et de omnibus his, quae hie Romae gesta sunt plenam notitiam habuit. Eodem mense ougusti, die vero . . . . Obiit
Dominus Florius salue Fla Ditis) Bohaeotta miles sane ii Iohannis, relietis multis millibus foreno.
Die sequenti obiit Dominus Faleo de sini-baldis, dolore magis quam alia infirmitate , eo
quod sperabat Cardinatatum diu per eum opin- tum , si casus eontingeret in aliquem ex suis ami eis. 0uod eum vidisset, Viee aneellarium esse Papam, tanto fuit dolore asseetus ut vitam eum morte permulaverit parva quadam febrieula, eum qua omnis spes sui Cordinatatus reeessit.
Die 27. augusti eiusdem, eoronatus suti 4ὶ
: J Coitus in historia Mediolanenses, inter omnes magis aeeurato coronaiionem Alexandri vi , ex litteris oratorum Mediolanensium saei te do promptam. iis verbis doseribit.. li Collegio clo' Cardinali eo irati in eone lave. su-rono salie cliverse e trequenti pratie he per la ele-Eiono cl un nuovo ponto fleo. Di voee quasi di paro contende a Ascanio flareta. ed is Vieeeaneelli ero. per genera et ione ispano Fu eos tui nepote di Papa Calliasio. ehe t orno dei Galero . e clei ii toto dolla vieeeaneelleria Apostoliea, is eui ullieio avendo ese reiicito solio det memorato. simit mente con pio . Paolo . sisto. lanoeenetio era olira modo divenulo uomo callido, e astulo. ondo sinat monte ebhe la via cli sar proterito ad Aseanio grandissima quantita di denari. ivlio lo suppellellito suo. e la vieeeaneellaria. oue sta partita ad Aseanio parondo gran eos a. eo mincio a considerare. eho cl esser tui Pontene e. non gli sorii reti he. Ma heno per la petunia. quale indutiliata mento ora per cumularo. it mohile grandissimo. grandi e numerosi hen esse ii. o uiseio di vi eo caneelliero . ricea monte. e in ptu paris irasserendorii auali et Catilinati. in processo di iem po Pra per aseen clero alla dignita Pontis calei e non considero. ehoi' ispano. eomo uomo pratie o o sapiato. prosa lasomma dignita . sem pro rieere her he eon diversimodi di avero quanto gli aves dato. eon i' ultimo suo esterminio. Na essendo necessario. qui lio chocla Dio ora provvisto lasso ademptio . e la tortuna essendogli favore volo . pormiso eho Aseanio invito it vincosa. quale aneor lui eon tondea cli voce. o altrieolleghi. elie mal volonii eri v eano elie la chie sa
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Alexander in Saneto Petro. Deinde, prout de i more, aeremit ad Gelesiam Sancti Johannis Lai
di Crisio do esse essere ne lis sua mans. non phrchhsperassero do vesso essere uno usurpalore det nome,
ah dolla Chi es a cli Dio. ma solo desideravano. chola Ponti seia dignita non fossa solioposta ad altronomo. eho cl' Italiatio. Niente di mono lania su la sua solle itudine. ehe snas mente eondueendost una seracla Ascanio. non maneo sino alla propria ea itedra . dou era at henesse io eorporale inthinarsi. e depre- earlo eon infinite promesse to volesse ad utare Dellae rea Elon uel nuovo Pontenealo. considerato in tuitullo it pondo essero dolia eleetione. Concludendosi ad unque tot suo favore. su ereato poni esee. o nominato Alessandro vi. Per la elerione d' uno si otii mo Papa, na su eelahraio per lo ingeiente uella sua r vina, ad altri. grandissimi speltaeolli imperoetio laeapo di trania giortis. da elio Innoeeario su spinto dat numero dei viventi. ii soprade ito Alessandronuovo Ponteneo tu necompagnuto in San pie tro in- torno alle undiei oro una Domonica. eho tu a i venistisei det mesa cli Agosio. e i Cardinali di signa. e San Giorgio teneano it manto a due parti, e eon latii tria episcopale in te sin giunge alia se ala. che diisse endo at portleo det templo cli San Pietro: e quoi sacerdoti gli andarono a haeiare it pie de in segnovi Ohedieara. D incli enitato ne i templo, monto soprauno seahello eoperio cli drappo di argento. o simil- metito era it haldaehinoa e quivi si mise adorarenuollo. nol quale ogn' uno dehhn crederat pol ando ali aliare di Sant' Andrea dova si vesti per cele-hrare la Nessa. o dopo uti terio uilicio. dello per i Cardinali, da quelli si sede lare la obediena a. conossi eutro nulla tappella di San Pieiro vi interis vetino una tanta turba di prestati. the tu eosa ammiranda. od erano in pontissealo con te Mitrie in testa, e eia scheduno ornato secondo la sua dignita, esu posio a Pallare it palio eos la croce nera a modo solito. e satio l' introito a se e se nella Pontineat Catie-ora . la quat' era eoperta cli panno cl' oro. Ed i ivn' altra voltu i Cardinali ni andarono a baciare ilpiocle. la mano, o la hoeca. e eoia sue eessiva see erogli altri Prelati. o ad uti tempo con te solita eo i- monte si eelehrava la Messa. Erano su la pia ara dei templo venit squadra di gente cl'arme eoo lalaneta sopra is eoselai it loro Capitano era Nieoldo esitio. E questi flavano clopo la coronaetione salta in S. Pleiro. per aeeompago arto a Scin Gio vanni Lais teratio suo primo vegeo aio. v' oratio a neora molli pro vigionati. e halestrieri. Fornili stho lurono i so. lotini o i divini umetu veni rono i cardinali e Baroni magni se amento ornati. sopra un certo palco edisseato allo seale det Santo, clous interuenne la Rota tutia apparata. e lo circondarono di trediet Contaloni cloinioni di Roma i o dato alle irombe sed aliet inlinitistrumenti. eosa stupenda parava i ed an tora per illi rar clo' tormenti tu tanta calligine, ehe quasi non si vecleva aere. in torma ehse tuiti pareano exser di-venuti eiecti . e storni, e eost eleea mente lacero lagantissima Coronarione. Dopo. i Cardinali eomi e Iarono avviaret con diverso sonio. ii primo tu eo, tui ebe malo it suo male seorsu. et M Aseaniosso reta. eh avea doliel seudieri. con et upelli di raso cremesino. e sopra veste di raso pao narro, lo fod reganet ante, a l basioni clopinti ali' arme de Visconti, o Ssoraesehi. Pol seguitava S. Giorgio, eon ali rei tanti vestiti cli raso cremesino, e pari mento te soprav sto. Dopo veni v a Parma tot suoi, vestiti eon Eup poni di raao eremesino. gabanella cli argentino . o sollerti di xendato verdo ei nio. ed allo hra rete a-veano eerti manili. ea armille. veniva pol Porsinoeh' avea i suci eon eatae di ros ado. o Eorneo cli vesaludo verile , eon Danete hianehe a rosse. li Sanseve rino eon altri clodeei vestiti di raso samhugato ingahanelle iungite. pol s. Maria sa Portieo eoi suo ivosiiii di velluto negro. Napoli eon vellulo pelo cli Leone. S. Anastasia eon gahanelle di damaseo ver clo. Alera di rosato. e simis mente procedeano glial iri eoo diverso largie di seia. o i suo i glassieri eoihasioni in mano. I cardinali aveano in testa lo Mi. trio. e lyahilo seeondo la dignita loro . e tuiti a ea- vallo eoperii cli hoe eammo hianeo. Gli erano clopodue Oratori Ispani eon otio seudieri per eis scheduno. oenati di vel ludo negro. e l' auro di damasco vel da a paonareto. L Arciuesecivo di Teriona. eome Go- vernatore. avea cllaei vestiti di raso nero, eon lepartegia ne in mano. Ii vicario Papale simit mente proeedova. D'indi Alessandro Pontefies era posio so-pra una harra. ornata eon la tripliee corona, e die-iro sequita vano i se ite proto notarii parite panti vestiti cla Cardinali. riservato it tappello. eli aveano negro veni v a clopo menteo Auria Capitano della piareta. ed a eanto si vanni Gierona della Camera .ehe gettava earlini alio stam po det Papa ed in al-e uni luoghi gelth clueati cl' oroi clavanti erano iis logenti d arme. e pigilarono i luoghi per la via cli sati Gio vanni a custodia det Pontessee. e i Baroni, ehol' accompagna vano . simit mente eo me gli altri ave aiano i suoi ornati eon liverso toggle. Tra quosliv intervenia it Conte Antonio dolia Mirando la. liqua e portava lo stendardo dei Papa. eloe, uno seudomereto cl oro, cou un Bove rosso eho paseeva I erha.e i altra parte tro hancla nere. ehe traversa vano ii campo aureato. e clisopra te evia vl eon is Mitriai lasua logilia era cli etendato eremesino. II signor Cois retio r avea hianea. e portava ii contalone eeclesia sileo. eloo te Chiavi. ed am hedui erano armati. sopra possenti ea valli. Pol veni vano due cava lieri. eon te sua han diere dolia miliata. L uno della prima milietia cl Alemagna con la soprauesta hianea. e locroco negre. L altro della seconda milietia te avdarosso. eon te eroee hianehe. Gli ora clopo it si nor Gabriello Cesari no Romano eoi consalone S. P. Q. R. e Due a dei Bioni eon do leni alia si assa. Giunii e holarono at ponte di S. Angelo. i Giudes ave ano soprava altro pulpito la sua legge eon multi eilostri ae-eesi. o domandarono . eho la legete sua si dou esse tonsor mare: dismon th da eavallo Napoli. e siena, a quivi tu esegulio quel ehe si suot sara della leggo Giudaiea . eho it Papa la ri prendo. ehh non la iniendono. Onde non approva, anetl la improha: nondimeno gli da lidenta, ehe vivano seeondo assa tene
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si PONTIFICATUS ALEXANDRI REX Ti. i 44sqὶ
ronensis, eui per Urbem saelus fuit honor, multi l areus triumphales , et magis quam numquam
data da Dio. o eonterma i eapitoli e ha hanno eon lachiosa di poter ahitare tra christiani. Aliora molle arietario ii rarono dat Castello, per eadun merio uel quale era un uomo cl' armet sopra la torra deli A gelo era lo stendaruo det Papa. Ait 'altra piis has sadua handior se eon to e hi a. o. alle clue vorso is ponte di sopra ii mos aleo, uti' arma det Papa Molpita in marino. Au' enlrata dei ponto molli soroni. o festo antiche. Similmente era apparato in Baneo Floronii nolnsino a s. Giovanni, o eoperto cli panno arrutro .ri servalo dat campidoglio sino at Culiseo. pere henon si potava per la latitudine. ma alle mura eranopos ii sinissimi drappi cli rarra, e te porto do patagista vano ornato ali antica toggiat per terra erbo. osori in gran eopia i v eranti edificati a leunt superis hissimi Arehi trionsali. I prinei pati lurono clua delBanehi. I uno ali entrata clove eo mineia la Chi gaui scin Celso. e t altro at sino dol templo i ii primo era a similitudine di quello di Oilaviano appresso alculiseo . eos quailro eo lonno cli grando grossezra . o alie a duo parti . e sopra i eapitelli qua tiro u mini armari a modo clantie hi Baroni. con te spado nucle in mano sopra i 'areo. al eapo degli uominiora la eorona doli areo eon t arma det Ponteste. ele ehiaui, o allato eorni di clovietia. o mirabili sesioni con to sue corniel. Dali' altra paria lavori o oro perflati eon grando artisse io. Nol ite angoli erano clipinio figura an lieho. quali pare vano. eho volassero eon te lanete in mano. mitria, o eroselio Papali. emolio altro eo su a proposto modernor nel eornisonis largo delia volia insino at sopra eornicie. clove sta- vano te arme. era uno spacio grandissimo a zzurro
pinto ua' atto cli vaiieinio. e sotio era una lavola almodo anileo pendenis . eon tellero . eho dice vani .
molli a iri ornamenti. ehe a pleno volendoli scri vere sarehhe lungo. L' alterra sua era a guarclard oeehio . e molli telii lurono revinati poe la edisse arion di quello. Il seeondo a reo ora di simile alii-iudine. ed armo si diligentemonte Dite . the pare vaclovessero esse re perpetuo. La sotto volta era salta a quadri, eon foro ni cl'oro rite vati. In merro eerto cave a modo di chioeeiole marino. o sopra lo eor- nisaturo erano eerto sanet ulla, te quali reetia vano versi Latini . e in materna lingua alia venuia det Papat o di suori ait ' Areo a man des ira una cella.dove era seritio ORIENS e v era una sanetulla mora vestita a soggia orientalo. Λlla sinistra OccID Sr e simit mente una at modo Oeeiueniale Sotiol Areo a man drilia era LIBERALITAS. Rom. II SI UIA E eiase hecluna eolle ita avea la sua Ninsa. Roma era in merro. o avea it Mondo a i pleui. euna Nitria Papale in mano. ed un Bu . eho paseeva.
t arono sei versi at Ponteneo. Passati questi clue ar-ehl. a vanil eho si glunges se love si parte la strada eloe In Dia Ponti leum, ei in Mia Florae era odisseato uno stupendissimo ornato . a prima alia eantonataeho pariisee te duo strade. v era clipinta un' arma Pontes eale. eon lanei ulli in coloro aetetur ro. testo. emolit floron . eon lotiore elle die ovano ILEX. VI PONTI . MAI. Pol v erano posti a te uni travi cloppi. the traversa vano lo eon trado. eos molii ornamenti. o panni aeteturri. eon i' arme det Pontoseo. floroni cliterno intapliat , a eorolsoni anilehl. Nel tondo soprato si rado in eampo set rureo let loro δ' oro . ei oh D. A. M. P. N E Η eon tanti ritorii. ed ornamenti trat una. o r altra letloen. eh era eosa mara vigilosa. equivi i muri erano eoperii di deappo d) orn. e d aris tento. D 'indi. passata ta eas a lovo stava ii sig. Franceschelio. ad un lirar di mano, vi ora tahrieaio un' altro Areo trion sale. molio intentosa mente orna-
tot pol segultando al patagio cli Napoli si sit orann alieo miratillo. cliviso clauit altri primi. lavoratoeon ephe. ed avanil P Areo tanti eapitoli l. se sis.
pii iure. ed alles eos . tho la sua hellogra di melle sarehho a deseri verta. Sopra la porta deli Areo erat' arma det Papa . eon molli sanetulli. esto in eampo aeteturro . e oro. Alrineoniro. s prolonotario Agnollo sopra ta ea a sees cosa stupenda . e sotiola volia in finissimo areturro due versi cl' oro . qualdieeanor caesare mamn mu, ntine Roma est maxima. Seritia Remat Aleaander, ille vir, iste Deus Questo patagio era ornato con seste tondo. ed in eampo aret uero tolloro d' oro. nello seu ro tellero hian- eho eon que ii molii. i. Liberialis rerum . eopiae Λεquiras. et pacis pa
lL Alerandro inulatissimo , Aloandro pientissimo. Aleaeandro magni lcentissimo. Almandro in omnibus in imo honor. et oloria. lli. Saneia suu nullo major paa tempore. ιtita Omnia sunt, Agnus sub Bose, et Anyti ε Deer. lv. Viventibus aer ualem laetam danti, stloriam aeteris
v. prisca nouis caedant, rerum nunc aureus ordo est
Intilatoque Ioui est eura primus Mncr. VI. Liberias. pia jusιilia. el paa Aurea, opes. quae Stim lihi, Roma, novus seri Deus iste tibi.
Ancora in una lavolo ita ait anilia. pendent s. avso messo quesit quailro versi. Ambrosivi. neciar, violae. rosae, lilia amomum.
Turaque sint aris libia eanius honos. Aeeumulenι fora laetis iam testantia flamma. Se i uenisse suum patria struis Iovem.
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alii Ponti fiet laetum fuerit per Romanum P pulum potissime.
Passato que si areo sn alia eas a de Massimi v'eraun altro apparato eon alenne Molonne. ehe s sten aia vano certe eornice. o sesis. Nel pse delio eo Ion negli ora pinio un Bua rosso. o I arma Papale con questo molio: Mela Caeres. Alrailro eantor D. Alea. Magno majori mare. ed at altro una ta vola eomo usavangli antichi. qualiave a sopra ua Bud et metallo cl rato, coa questi versi sollo.
Esι piger in eoelo, sunt et luti pigra boote signa quod emerito paeis ad usque bove. perge piger, tardoq. magis reste tramits evreunt Turdus ut in terris hos quo a nos er eat. Reddidii Eutropen, Bos esι non Taurus in illo, Trua amat, in nostro fertile sidus araι. Roma solem invenit tune, eum fundatur aratro, Et nune lapsa suo est eeee renata Bove. Fertiluuiis habet signum hos Roma repertus, Mella 'si amissa hoe, et recreantur apes. Pustor Aristaeus suffosso mellia juvenco, Reddidit effosso nune m8a Roma Bove. Urse Leo Aquila aua simul, simul alla eolumna, Et mea habes domi m eum so e Roma Bovem. Dopo proeedendo piu olire alia easa uel ueseovo di si toto gli era uti altro Areo trion salo, eon arme. sesioni, mostri marint. ed ali re magnisse he eost. Sanuarto no avea duo. ed ad uno gli ora una tonia conuu Bove, ehe geliava aequa clatia corna. hocca, o elii, nari. o dallo oreeehio; dat fronte delicatissimo vino. v eontinua va piu avanti alla via che passa Post Capitolium. Alrontrata era ues altro Areo mollos toggiato. o insin qui lo vis eontinoavano eoperte clipanni. o drappi, eho parea impossibile. eho Roma avesse tanta cosa. Passato it campidosito v eravn' altro ornato, sim limento a S. Moria Nuova olirotii Coligeo insino ait ' Aequodotio uno medioere. Nacla ivi per noci a Saa Giovanni. non si potreb henarraro i grandissimi apparati di patini di ratri. Aretii trioniali in diverso fugio. o soste mirahili. Ii Templo ui s. Giovanni sera serrato. e quivi siaua nolo genti cl' arme in modo. ehe aprendosi non lascia-rono enit ars claeiro at Pontosee. se non Prelall. eclii signor virginio Orsino, eh era alia eustodia doliaporia. Final mente essendo fornite te solito solenni lato Saneta sanetorum. o domost te amento loeealogii ii osti doli. e clata la heneclirione. ri torno at Palagio. Entro uel Pontiseato Alessandro Vl. mansueto coma Bue. e i lia amminis vrato eo me Leone Petrus vero Delphinus qui Alexandri coronationindotat, illam h revioribus his verbis deseribit. . si iihi seriatim referre ae persera here voluere quatieri celebritate. honorifieantia. pompa Summus su rit Pontifex coronatus, non sum ei et clipsi pulchrum sano speeiaculum et visu deleeiabile, nequo penitus in fruetuosum. si ad spiritum, quae temporalia sunt. reteragi varius enim distinclarum personarum et dignitatum ornatus ordo, incessus supernorum civium aluus beatorum multas et cliversas reserebat mihi mansiones . et Eeelosiae istius militantis de eor adeonsiderandum triumphantis Eeclesiae statum ae splendorem animum sepius evocavit. Effusa erat per
Εi in primo Consistorio, quod ipse laeti,
ereavit tardinalem Are his piseopum Montis Begulis, nepotem suum ex sorore s43.
totam Urhem ivrha multa virorum ae muli tum in itinere atque senestris speeiantium, donee a S. Petropo, t eelebratam ab ipso Pontis eo Missam Spiritus Saneli su Lateranum pervenimus. Via omnis, per quam equitavimus, pannis erat conlecta. ae variis triumphorum similitudini hus ornata. pendentibus utrinis quo ad parietes aedium aulaeis ac tapetibus, appetisti
pluribus in locis ae depicto Pontificis sigilo, disite his epigrammati husque variis inscripto. Ε quihus hoe
unum aceis . quod iter laetens perleelum edidici, quodque a multis gravibus viris haud multum comis mendari audivi caesare magna sui l. nune nomas et maxiae at sextus Regnat Alexander, lite vir, iste Deus
Revoeavit me vero ad eonsiderandam humanae
eonditionis infirmitatem, et ad contemneauam ier- retiae potestatis et amplitudinis gloriam . quod inter has supremi e ulminis uelitias in templo Laleratiensi, me praesente ae propius existento sique intuente eum aliis praelatis Pontinet aeeidiiti quod utrum prolixiorihus caerimoniis saligato apud S. Petrum, ae dovia sesso, utpote qui cum millita, quod regnum voeant. ae sacerdotalibus indutus, ad Lateranum, tor- vento desupe e solo iter habuit, sie illi euenerit ne scio, ex peei aulatius eum nobis in templo. ingressus est laudem lassus ad inodum et exaestuans. Ad altare primum. eui supposita sunt capita Apostolorum, sexis genibus oravit, possessioneque loci de moroa nee pia, populum henedixit. Inde ad altare maius templi in Saneia Sanctorum, ubi sella reposita erat, eminentiora loco, sese recepit, ut ibi a eanonaeis et saeerdotibus Lateranensibus si hi ohedietitia exili ho retur. aegro ascendentem gradus hine inde duo cardinales clia eoni adiuvabant. Conversus ad populum Potiti lex ubi resedit, ita mo utii viribus uestitutus super sellam concidit. continuo super collum Cardinalis S. Georgii reelinavit eaput. Syneopi correptum dicunt,sio exanimatus tamdiu immobilis mansit, donee alis lata aqua conspersus laetem . spiritum ieeepit. Etlanti saetunt isti pontineatum. qui tanti eonstat. tanto perieulo comparatuit Quid ei proluerunt tot armatorum acies per Urhem totam ad eustodiam elus disposita et velit modo Dominus et laetio quid possit ostendit e te. Vale Bomae die xxv D. augusti 1492 ..il: Hae e est Bulla, qua Papa quodammodo rationem reddit de creatione in cardinalem, episcopi Moniis Regalis . in spretum ea pitulorum aureiurando subseriis plorum in conelavo, laeta.. Johanni tii. S. Susannae presbrtero cardinati. . Autboritate apostoli ea lenore praesentium ai- testamur. et sidem facimus. an declaramus nos siepromittendo. iurando et vovendo menta gessisso eontenta in promissione . iuramento, et volo praemissis firmitor observare et adimplore, nisi nobis de eorundem trairum, seu maioris partis eorum eoninsilio videretur ad tui etiam sie qualisseali in Cardiisnalem assumptionem fore proeedendum . nosque ad
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Die tertia septembris 4492. Sal aior filius quidam Tulli delio Bosso in medio campi Florae insulis vii Domini eum Beneae eaduium s/ὶ eius inimieum, eum quo tamen sub sideliussione vi, ehat quingeniorum dueatorum, ipsumque duabus pereussionibus pereussit et hulnera vli letaliter; ex quibus mortuus fuit. Et quarta die Papa misit Vie coluerarium eum Conservatoribus , et toto populo ad destruendam eius domum, eamque destruxit. Et eadem quarta die septem -hris 4489 Hieron 3mus sester dieii Salvatoris Dd ingrantiam dieii Domini ei fuit suspensus ut suprR. Item quarta die. de eo fuit assumpta vindi eis, quod non est credendum , sine Dei dispositione praeessisse. Papa abstulit poenam a fideiussoribus. Eodem mense Alexander ordinavit visitatores eareerum, et feeit quatuor Commissarios qui nudirent querelas in Urbe. Et ordinavit s3ndieatum , ignotae et suorum ossicialium . et statuit audientiam in die mortis omnibus ei vibus, tam maribus quam saeminis, et audivit ipsemet querelas. et justitiam mirabili modo laeere e pii. Eodem anno, mense deeembris, parum ante Domini Nativitatem Don Frid/rieus situs Begis Ferdinandi, tanquam ambaseiator Patiis, venit ad Urbem ad praestandam obedientiam et venit
mullum suptuose et bene ornatus. Et eum magno honore suit rereptus a Cardinati Saneti Petri ad Vineula, qui adeo honor issee et sumptuose eum reeepit et per aliquot dies retinuit, ut vix diei possit. Fertur, dieium Friderieum inter alia dixisse Papae Alexandro in Congislorio , ut abstineret a dispensorione matrimonii, quam petierat Bex Ungariae, qui volebat re-
eiusdem volt. promissionis, et luromenti observationem suh die is eonditione, et non alias oh ligasseae teneri voluisso. lieereque nohis ad tui in Cardinalem assumptionem procedere, volo. promissione. ei iuramento praedietis minima refragantihus. et pro potiori eautela acl ohstruendum ora sie asserentium . qui de huiusmodi deela rationis nostras in his viribus ei sussetontia adhue haesitarent. nos ipsos de simili eonsilio ei assensu. et apostolieao potestatis plenitudine. quoad lui assumptionem praedie iam dumtaxat . a volo. promissione et iuramento prae- dietis. si et qualenus expediat. ah solvimus. ae do- eernimus ad probandum plene hu)usmodi nostram et eorundem fratrum nostrorum in sie vovendo. Pr mittendo, ae iurando noeessitat om et intention m praesentes literas suiscere. et alterius prohationis adminie ulum non requiri. eie. Dat. Romao apud S. Petrum anno mcccxcI . kal. soptemhris. 1ὶ In textu Muratorii. Bena ovestitum.
nuneiare Leon oram eius uxorem, et si iam diei inegis, eo quod ex ea non suseipiebat prolein , et volebat eapere siliam Dueis Mediolanensis aesororem Asennii Cardinalis Mediolanensi s. et quod pro dieta dispensatione eonsequenda multa millia duearorum osserebantur. Et eum Papa intenderet laeere talem dispensationem, suerunt multae inter eos allet eationes, adeo, quod . ut sertur, iratus reeessit , et per mare ad Ostiamivit. Et Cardinalis S. Petri ad Vineula eum eo ivit, qui , ut dieitur, ex eo quod savit dieto negi, laetus fuit inimi eus Papae, adeo quod noluerit amplius redire Ed Urbem, sed remanserit in aree dictae cit italis Ostiae bene ui malus et munitus, ne si eampum contra se expeetaret, et abstinuerit venire ad Urbem. Et quum semel Papa Λ-lexander destinasset ire et prandere in palatio saneti Iohannis ite liti Muilliunti, jam per In-
noeentium construeto et ornato , quumque sp-
propinquasset ad loeuna, illi qui ibi erant eaussa parandi prandium , quum vidissent eum appropinquantem, propter laetiliam traxerunt unum hombardam grossam ; qua audita subito Papa perterritus, etiam jejunus retroeessit, reversu que est in Dialium Saneli Petri, eo quod, ut ipsetuet dixit, timuit, ne illa hombarda fuisset signum datum Cordinati Saneti Petri ad vine illa, ut ipsum eaperet in die to loeo. Et noluit ibi intrare, sed ineontinenti reeessit eum toto qius eomito tu; qui non sine magno eorum ineommodo reversi sunt ud Urbem , eo
quia adhue ieiuni erant. Dominiea iij prima Adventus, 2. deeembris,n. P. D. Bartholomeus Epise. Segi obieensis, palatii SS. Domini N. magister domus, in eappella maiore Palatii apud Sanetum Petrum ea n latit Missam, Papa et Cordinalibus praesentibus. Finita Missa SS. D. N. in solio sedens benedixit unum ensem, me ipsum tenente, et ereavit in militem Saneti Petri D. Thomam de Miner bellis. eivem et Oratorem Florentinum; et eonsuetis eaerimoniis donavit ei unum signum eum tribus pertis. Eodem a in die, per portam Viridariam intraverunt Urbem quatuor oratores Ianuenses, i. e. Ja-eobus Spinota utriusque iuris Doetor, Iohannes Baptista Adurnus, Paulus de Fliseo, et Silvester nurea ei ves Ianuenses qui a familiis SS. Domini
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ri. ae Rev. Dominorum C rdinalium more solito reeepti, et usque ad domi in hospitii eorum angulare mi in Videt ieel oppositum Curiae Sabellae
regionis Regulae. asso elati fuerunt. Primus equitavit inter duos praelatos Palatii medius; partmodo et Meundus; tertius inier praelatum Palatii a dextris, et D. episeopum Dertonen'em Oratorem Diaeia Mediolani a sinistris; quarius similitor inter praelatum Palatii a dextris , et dominum Stephanti in Taberna etiam Oratorem ejusdem Dueis a sinistris. Aliorum Oratorum
nullus et obviam venit. Habuerunt salmas decem , et equos ae mulos eire iter quadraginta, demptis mereatoribus Januensibus, qui eos
Feria quarta, quinta deeembris s l), SS. D.
N. paratus eum pluviali rubeo eum pertis ne mitra preeiosis venit ad tertium aulam e
suetam pro publieo consistorio paratam , in quo Illustris Ilermes Maria Asoriis eum quatuor alii. Oratoribu Iohannis Galea iii Dueis Medi lant , et Ludovi ei Diaeis Barii, praesen inlis ex more dilabiis di Versis eorumdem Dueum literis erodisi talibus. praestitit obedientiam soli iam eteonsuetam SS. l . d. Asmetati fuerunt diei loratores ex parva eappella per sex Dominos Assistentes, videt ieet Arehiepiseopum curentinum et Castrensem, Tri ea viensem, Dolenensem, ulteranensem, et Alexandrinum episeopos ad
praesentiam Sy. l . Nostri. Orationem feeit D. an on Mainus , quintus Oratorum. Interea retro hanehiam Presbrterorum cardinalium steterunt Episeopus Dertonensis et D. Atephanus Taberna antiqui Oratores Diaeis Mediolans, qui tamen non suerunt per praelatos ad praesentiam AS. Domini N. aga lati, aut ad oseulum reeepti, neque illue venerunt. sed manserunt pud hanehum dietum, die los quinque Oratores novos ibidem ex elantes. Fuerunt propositae duae Commissiones, quartam primam Dominus Fubianus de Motite, Meundam D. Paulus Plane and . oeati e sistolintea proposuerunt. Finito e sititorio , et familiaribus dictorum Oratorum, numero ei rei ter ec . , ad osenlum pedis Papaereeeptis, Papa reversiis est ad ea meram. D. Herniele primo Oratore 1Imbria posteriores
pluvialis Papae deserente si .
si in textu Ei ea i di, seria quarta uel quinta deeembris 123 De legationi hus ad Alexandrum sextum post
Feria quinta, vi. deeembris, hora Xxi . vel ei rea, per portam viridarii intraverunt Ur- hem quatuor novi Oratores, set eum eis quintus qui eonthino prius in Romana Curia suerat , Dominii Venetorum, videt ieet Domini Marinus Leonus, Christophorus Driodus, Paulus Barbus, et Sehaqtianus Bud uarius novi, et eum eis Dominus Andreas Cappello antiquus Orator, qui a familiis S S. D. N. Papae , et Cisrdinalium ae Oratoribus negum et Potentatuum in Urbe
existentibus, reeepti fuerunt, et usque ad domum D. Petri de Roma eii ea Porrarios et Minervam in qua hospitandi erant, more solito associati.
Primus suti inter Angusinum , et cusentinum Arehiepiseopos praelatos Palatii, se eundus inter praelatum Palatii a dextris et Oratorem Franei se a sinistris, simili modo tertitis 3ὶ quartus et
quintus: venerunt eum equilibus cc. vel eirea et salinis 80. eum pluvia.
BIa diebus Rev. D. Curdinalis Neapolitanus asserens Illustrem D. Friderieum Seren. Ferdinandi Stelliae negis seeundo nitum Romam venturum pro obedientia SS. Domino N. pro nege gentiore suo praestanda, ipsumque desiderare, antequam ad domum suae mansionis per veniat, summum Ponti fieem venerari, me rogavitai super hoe Pontifex me eonsuleret . quatenus
in hoe favorem rei velim impartiri. Ni it dὰ Inda pro me Pontifex, et in Moniis Regalis nepotis,ui ae Meanii Meeeaneellarii Cardinalium praesentia me rogavit, quid mihi videretur, quot et
de quo ordine Cardiuules essent D. Frideri eo praedieto oh viam mittendi, et an esset in primo introitu ad Sane ii lutem Suam admittendus, vel more solito in die praestandae obedientiae. B spondi Sanet. s. ad primum. quod duo Cardianales, tinns de Presbrterorum, alius de Diaeo norum ordinibus viderentur mittendi, quorum unus esse posset Montis negalix Presb3ter, et Sane iliati Suae sanguine juneius; ad Meu dum , quod, lieet Omnes pro praestanda Ohedientia missi, non solerent priusquam in publieoeonsistorio , obedientiae praestandae a Ponii si ea reeipi, id tamen eum isto regio .sllo posse omitii, ipsumque a die sui introitus a Saneii late Sua ad pedis Oseulum eonvenienter posse reeipi,
eius assumptionem a Prineipibus et Rehu; publicis Italiae missis. vivo monumenta in appendice.
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maxime eum id alias et nuper fuerit in Due e Ferrariense observatum, qui prius ad Pontis eis praesentiam venit, quam hospitio suo reciperetur. Plaeuit Sanctitati Suile mea ei reum primum sententia, et cardinalem ieeeaneellarium, ei Montis negatis eoia deputavit, qui simul diei uni Prine ipem venientem extra portam Asinarium
reeiperent et more solito assoelarent: ei rea se-
eundum, quia Domini ea die nona hujus mensis dieius Prineeps esset Urbem intra iurus , qua
neque Missa, neque sermo convenienter omitti possent, sieque hix ni te xx . horam ipsum reeipi posset in porta et deinde tempus ad Palatium veniendi, et ex post eum ad Apostolos. ubi esset Iospitandus, associandi nequam sussieere, sibi visum est potius, quod ea die, idem Prineeps
ad Sane litatem suam non veniret, sed reeta via ad Apostolos a Moeiaretur, mandans mihi quod
sero illius diei, quae fuit vi. hujus, velim ad Sane iliaim Suam redire, et ibidem, in D. dae
hi Pontani, negii Oratoris, praesentia, qui ad
hoe voeabatur, rationes indueere per quas illo intelligat dietum Prine ipem, non fore nis Ponti seis praesentium dueendum, quod per me saeium est; sed ille asserens, de Ponti seis minissione Prine ipi seripsisse, quoniam hiereeiperetur, Prinei pe plaeente, dixit modo quod hoe eum Pontis eis ei Prinei pis honore mulari non posset, ex quo iterum Pontis cena in dubium
provocavit. Deerexit propterea sane l. s. Domini- ea ante Missam super hoe Cardinales eonsulere.
Voeavit iteruin me ad se ne v. l . Cardinalis Neapolitanus qui, praemissis a me singulariter intelleelis, admiratus est de Pontis eis ineonstan-lia , maxime eum dieeret Ponti seis primam fuisse sententiam , quod Prineeps prima die a se reeiperetur; deinde quaestionem mox it de modo et ordine quibus ipse Prineeps ob eo, ei Cardinale Senense , qui simul perliea , vel quatuor miliaria extra Urbem ituri essent, commode reeipi posset propter osse ii Missae tarditatem , et diei brevitatem. Venimus ad hane sententiam, quod fini in Missa per Traii,tiberini equitarent versus Prine ipem ipsi Cardinales, modo propterea miliendi. Post prandium, et eirea illo, aliorum cardinalium familiae sequerentur; super quo mihi eommisit quod Re . D. Cardinalem Senensem eonsulerem , euius hae e erat sil Legondum Ioviani.
senientia; quod domini es hono mane. ipsi anilio. Senensis et Neapolitanus equitarent ad Pontisseem pro lieentia obtinenda; qua oblenta, absque ea quod Missae interessent. equitarent ob iam , interim diceretur Missa, et familiae Cardinalium prandium laeerent. el Missa sntia . et Cordiis natibus ad domos assoetatis , possent singulaesamiliae, ae duo illi Cardinales depulati, prandio
omisso, eidem ob vinni venire; quibus Cardinalibus appropinquantibus reeederent ab eo per aliam viam Neapolitanus et senensis et nil Palatium equitarent ibidem eum Poniissee Principem expectantes. Placuit haee sententia ne v. D. deapolitano, sed ei rea eam aliquantulum dubita it. Nam si a Ponlisee, ante eone lusionem eum Cardinal hus taetendam nia Prineeps nd
Pontis eis praesentiam dueendus vel non diseeerent , nescirent quid Prinei hi super hoedirere, se ipsis posset imputari, si non reeip reiur, quod ipsi Principi super hoe non lavi sent; ex quo inter ipsos Cardinales per me saeia est eo elusio quod, singulis a Ponti sire intelleeiis,
praetermissa publiea Missa, Prine ipi oeeurrereni. Dominica seeunda Adventus, nona deeembris A. P. I . episcopus narehinonensis Magistereappellae eelebra it Missa in publieam in ea Dpella coit,uel a , Papa praesente. Sermonem
se et i quidam frater Ordinis Minorum , seripior Ministri generalis eiusdem ordinis; alia omnia
sunt more solito observata. Antequam Papaeappella in praedie iam intraret, venit nuneius
a Donno Frideri eo de Λragona, ejus nomine suppliean, quod SS. D. N. eius introitum, pr
pler pluviam i xisterilein, dignaretur usque ad
diem Mariis proxime suturam prorogare; ellius petitioni Sane litas Sua annuit graiiose , et pro die erastina seereium Consistorium iniimari mandavit. Caniores eappellae nostrae, per Cardinalem Viee neellarium instigali, voluerunt quamdam laudem in Pontis eis honorem no itereompositum, post Ossertorium demit lare, habita lamen super hoe per metum meum Pontis eis
voluntate, qui id fieri noluit pro ea die. sed
pro alia, ei in eamera sua neeepta it illam . non eantores; erat autem laus huiusmodi r
Gaude Roma vetus magnis eelebrata triumphis Cui Deus aeternum eonlulli imperium.
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Claris caesaribus quondam regnata suisti,Mulio elarior es sulidiis Praesulibus uiti virtute licet ni inerunt tempore prisco Maud vineunt aetas quem modo nostra videt. Sextus Alexander Hispanus origine eelsa negnat et ossieto tangitur uel heres; 0ui prudens, iustus. eonstans. pius atque modestus Pro meritis tanto eulmine dignus erat; ΕΥa chri,iteolae Domino persolvite grates Quilibet et vestruin mente pia resonet: Vivat Alexander eelebrandus imagine Mogni Aligio major non probitate mirior.
Interfuerunt hoe mane Mis ne in eappellapmedieta quatuor oratores Dii eis Mediolani, videt ieet eomes Cutaeensis, eomes Starita, D. Corigiae , et Iason Mainus . qui loeo Ora lorum lateorum se locaverunt. Interrogavi propterea sS. D. N. an Sane itinii Suae plaeeat primis duobus vel tribus loeum in gradibus solii sui, ipsis magis eonvenientem, dare a qui mihi respondit sibi non plueere, sed quod eos in illelo haneho. eum aliis Oratoribus stare
Feria seeunda , X. deeembris in dilueulo, equitavi versus Marinum pro instruetione danda Ill. Dom. Friderieo de Aragona. Ρrineis i Alla murae, Sereniss. Ferdinandi Si ei line ei uterusalem Begis seeundogenito, Romani venturo
super his quae, in eius ingressu Urbis agenda erant , de quo per D. dae obum s 43 Ponianum
Regium in Urbe Oratorem asserentem , se super hoe speciales litteras a praefato Prin-Eipe reeepisse, heri sero ei rea seeundan horam Doeiis, rogatus sueram. Reperii ih dem praefatum Prineipem, eui plene retuli ordi-Dem ei modum introitus, et re pilonis suae ne eorum . quae per eum ei rea hoe agenda
Feria tertia, vi de embris, eirea horam xvia praelato Prineipi venienti, venerunt obviam nev v. Domini cardinales Neapolitanus, et Senensis tamquam partieulares illius amiei, usque nil seeundum miliare extra Urbem et ultra; ubi praelatum Ρrine ipem honore solito receperunt , qui venit inter eos medius usque adii) Nomon Poviano erat Iohannes Iovianus, ut alias illi
eam viam, quae per portain Latinam dueit, per quam dieii Cardinales divertentes , dimisso Principe, ibidem ab eo reeesserunt; Prineeps
ero eum suis versus portam Lateranensem , iter suum proseeuius usque ad eeelesiam Laterat ensem, se ejus prineipalem, et anteriorem por-lam, tum pro luto fugiendo, tum etiam quia duo Cardinales ei obvium ituri usque extra portam praedietam , nondum applieuerant. Interitia et omnium tenerunt obviam Cardinalium familiae,ae Prine ipum oratores in Urha existentes: venerunt ei iam ei obviam sue eessive D. Iulius Ursinus Rev. Domini cardinalis de Ursinis Germanus, D. Gerardus Usus maris , l . Domini eus Doria , et alii quidam nobiles , qui ex
equo defrendentes Prine I pem venerari voluerunt; sed Prineeps eos reeipero reeusa it, nisi iterum equos reaseenderent. Expeelavit Prin-eeps per horam vel ei rea eques nnie portam
Basili eae praedietae Cardinalium duorum d puta lorum adventum, qui tandem post horam xxi vel ei rea tenerunt, videlieet Bev v. Domini Montis negatis Presbiter et Aseantus Diaeoniis cardinales, et Prineipem more soli iore eeperunt, ipsum inter se medium dueentes. Postquam perventum est ad plateam saneti Iohannis Latern nensis, ubi statua equi nerei eum Sessore eernitur, venerunt pruelati Palatii eum familia Pupae, quae et ipsi Prine ipem more solito reeeperunt, D. Bartholomaeo episeopo Sego hi ieense Magistro Domus palatii Apostoli ei, lieet quiuius praelatus esset, verbataeiente. Cum Principe erant septem alii Oratores ad praestandam eum eo Ponti sit obedientianimisgi; videt ieet Bev v. in Christo Patres Domini Vineentius Λrehiepiseopus Acherontinus et Materanus, Zeno S. Marei, et Dieronymus Polies strensis episeopi, ae Illustriss. Dominus Franeiseus Dux Graxinae, et Magnis ei Domini Carolus Venafrorum, L3sius Consae , et Bartholoinaeus Palenae Comites generosi , quos ordine debito eolloeavi. In primo lueo post Prine ipem D. Vineentium Arehiepiscopuin Ae heiarui linum, medium inter Λrehiepiseopu in Tarraeonensem Gubernatorem Urbis a dextris et Arehiepiseopum Saguntinum n ainistris. In se eundo D. Zenonem episeopum Saneti uaret, medium inter Arehiepiseopum Cusent inuin Privina siem Palatii ii dextris , et episeopum Lomba rieensein Oratorem Regis Franeiae a sinistris. In