Ortografia moderna ad uso di tutte le scuole d'Italia

발행: 1797년

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A giunt e posterior ineme .

o qui non voelio dire come si formino i ven pono con iaro te Leriere , lih e porre altre avis velletiae eon cernenti siniat ima tema , Sup- IV nendo ro sa ecferne quanto si a Prictente iii formato e hi test ge. M 'atter- in generale sola anto ad alculii avulsiu: ili, per nota tar necessari, a chi vii oles caii re alcuite in proprieta pur L OP-ro laturalia si x ea anno da alcuni ignoranti ed inexperti sulle Lotere litate. Auxoria durique prauitera inente chi fieri .e e 'audare sonantes o col vecchio , rasse lato col mapςit e , grave , ni a perbPta cc . Ole, coli' interiore , in voto col lim igio , serio e m pet toto con tulti .

di sita tu cca pli proflurisce . Di ta

metuo. ituro durione de e servire R eatisti varsi la benevolenta delia persona cui scri vexi, ed a fare strada aua narrario. ne. Serve Ia narratione pol ad es porrela xos tanta de nostri sentimenti; ed ilianimento consiste In alcune es pressi otii di eo inprimento propor Eionato alia tnaisteria della Leuera : v. gr. se si h traitato di rae comandarione doura terani rissi la Lettera con assi curar Ia persona divostra pratat ine e di continua memoria pel favore che uella persona det raeco mari dato sperate rice vere.

Nello scri vere dolata tam guardaici datis Ie scive hie cerimoni e ἐ per ii On esse Penei numero di coloro che voci sapendo segnare una riga selira in piastraria conquesto vieto e marcio beNerio, vengo tropol ragione volnieme dat Mast ei cuculi At irrella sua Coninae dia deIle Cerimonio. La I et tera non ania cl'essere tror possistit sa , lo sine pero esset de e plano echiarci, lontano dat troiati o da aure figure che troppo son vive ; e per cibdis Leono alla lani liarita delle lettere. Debbonsi iti Min puere te mani e re didire e por mente alse spre, stolai che si anno per non adoperare it me desinio in Plimento col iri bile , che a' ad operacon un mercatae. Si dira bene con qii esto: G, smaraudosi di consanda es , ιν νώ

Nitai deest consondere una cosa con

la . di certi in i i quali patiando seni iliaris

spiegano certe mei proprie della Toscana , che in Miri 'γard a non trox ano cosi pronto lo spaccio anche presso i letaeiaraii mi gliori. Proccurate voi, o Ieriora, di non in et terati in xiiii colo coli' ad op rar certi vocaboli che sono troppo ii cogniti ai luo go ove verivete. Si puo pariar bene ea exser inieso: e la buonere: ole det favet a re non dico no di licia farsi intendere ; anai it dir ebiam vieta

patione che ci costringe ad invisitarea' uant aggi di quel tale : x. la cosa a

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. motivo pel quale sive tata asserinativa. I. ringratiar coismi e sopra I x. approuar te rat: Diii: I. pri metiere di voler dargit Ore cchio ia iuuele attre occa ioni.RAGGUAGI lo. I. c intro surremo con compli mento. 14 e porren oti fario: 3. eo uchiudererno cori qualcheauro corriplimento.

l allegre ara : a. si tolera la cosa zun coiripi in auto propora oriato. R p . t R. I. espressione si rati in to : a. ringratia mento. 3. Gibirione. AUGURlO. I. motivo ed occasiori di passar un tal um aio: a. sposito Ne leti' augurio : 3. supplica per chb resti gradito . Risposta. I. es positione tumento: a. ringratia mento : pari auguri .lNUlTO. I. Grorre te ob bligario. ni nostre: a. invit Are A eio che vopirati o con Deilitare la coςa: I. animarela per ora ad accellare rinvito.

ON PII MENTO. Consiste tutia laI.ettera in e Prestioni di stima e di aia

limento .

Sol ERZΟ. Consi te la Lettera in arguate e schera i ; e si lascia at prudem ediscera in ento M ehi seri ve . E la risu sta si muniente. DOMANDA . I. locle eonvenevole errudente ex quello geri vianio lodan- dolo, v. Rr. nena sua genero it x, ec. a. es strione dei bisogno : 3. per c intento. R. semia negativa. I. e Posialone

varie materie , cost preti dera P Esordio di quel Ia prima si vorta traita is re : si es porranno in sepulto te altra materie xὸ una ad una , ed ii fini mento lo avra dat culti ina ct e avra po te

rnarii a

De exi avere tra te altro eo e uri Paristicolare riguardo at titoli e simili Altre ceri monte; perchh non sieno mali chre vobidove dei bono esset ab hondanti e eon plute; e non sieno scivere lite clove sidet bono usare con parsimonia : M. T. Cicero Caesaνι νmperat Ma S. D. tal era lasaluta Eione de nostri an raelii ; nia inra lapovera Italia par che non sappia Partare con liberia : perloehh ha ritro vate triuir ervili es preMroui per avan Ears. nelnalis triri pratia , e per A lulare . incolninciamo dati a sopraseritia de lia Lettera , con a veri ire the alle persone di nor maggiori , eon eui noti abbixin confidenra , is di mestieri implegare urimetro laguo es pili distin to da It altro ostio per una e rirrta; es ordo se gno distina ione e di re in a. Si eo minetera i inseri Eloire nella pariste tu periore delia lettera plegata , Per-ch. ii cominet arta piu al,l asso , la pren- dono at curii per cosa di pota si in a. Ecco vari titoli, the ca icino per lo

canti, ed a gente , che no bile non sta , pue vive con qualche soriadi ei vilia. Il Μοlιo Reυe, eniti Padre universa l. menta a turii i religiosi claustrali saceris doti; ponendo i ai non per anche tace doti , come ancora a' laici H Reveran flaP. xempliceniente, lasciando peris in que .sto eras cuna rarticolare e reli frosa eos ti- tuaione a suo iungo.

Iaii eccle Lia uici te colari che hanno ilprivila gio dei pontificali. I. Erra1nennssιino a' cardinali e ad al- eunt altri prinelpi ecclesiastici clie go is dono e 'un lai tu olo. A persone di bassa eos Maione , co, me ad ariefici e sim ti bastera lose rice

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no Herus e non it Patronus . to eo bene at cuni sciit tori oltra iamrintani quan .lo ventra loro ocissione dis : ivere in latino dei P Italiani i iiicili de te loro de icatorie ponis

q. arido per tale viai lo e hia mateή manon piab et sere se non e vostro

privato; quando trari in cli cor tessa con

te rit rosci a dat Ioto ii ii Padro re. Dissi, o coine u citati: intendendo Per questi i saeerdoti ne quali si deec siderare i eccellenta det carat tere ;per: oehh nulla perdere te dei vostro vel onorarii: non avendo tanto allaeba ,etra loro natali, quando questi sientia i , ma riguar. lalido unica mente Ianobilia venula loro col sacerdo aio .

Tratiandosi di religiosi claustrali novi uole qualche autore chir agit auri Iomtitoli vi sya glutiga il a ,serendo i ius cire coin ille cita e disdice vole. Io dico pero che tractandosi di quei religiosi e , e portano a toro non i prepostoli DNi , loro si debba, o almen O fima a

nia altilianao avanti.

mente onorare danno questo Per que lio .

m a conie alc uni che d 'alta e molio su . periore flara supponendosi, sci came late tantio . In vece det GA me magono al-

I ii toti aeeennati si debbono tuiti

tendere in una tota riga, o non mea in ear si colla seeonda , come at ni poe avUectuti sanno , per avere senta ristes soton carat teri troppo largiti coni inciata

dit a leuna eo si det iliolo di chea' nomi pio pii dello persone si preronetal.OIta e speciat mente presso i I omis

so sebben con voce disterenta, it Sta

alite posto a vocale t 'ultima let era salia

tanto, in vece di eho vi si poci , i apostroso e si dira ori ima mente Dυnu Zν - tonio, ee. Mas se a I no te messe ii it contrare qualebe oppos illicine eho non ais

prei, scriva per D. Antonio colla D. sen .plicernente puniata , e render, os ni eou-troversia delusa. A su ieiena a disecimo abbaamo det . . . steriore eo eria delia Leriera arrianici: adtinque, os servando prima se is si sitici ha suo luogo, vale a dire se la plexatura tolla carta suardi alc insu come non 'i pratica, oppure ait 'ingili eO- par che i

clis dice alia familiarit, deue ldittere i '

bier ebbe che voleste spiepare con pon pacotto gli occhi de Pa inico rina prese di

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PER LE LETTERE F MILIAR I.

e letate in sigillo non parant eo mismen devole .

i a 'brio. I iitoli pol di ri perio co 'qualivi so geri vere te debbono stenderet tuiti in una sola riga net luoeto della I et te inelie ablata trio det to : uel altra it noni evostro.

Elia F xv verten ra, set bene serupolo ad' at eunt, di dare net decorvo della Let-tera tre voἰte altrieno il litoto eo ii venientea lix persona cui si scrive, e speci xl mente se questa h di rigua dilo: v. gr. ii V. T. IIIustriis. e eth sul principio , ne i me Eo

V verteri Ea, e Piu , O meno si polr, dare se piti, o menO sar, distria la Leueraeli e si serive: non essendo bisogno invete dei prono ne Lea dar sem pre il-S. ne convctiendo lasciar pa, a re la Letteraxen Ea es primere questo, o altro titolis convenevole.

Quando nella Lettera xi paria in tera a persona con quello cui si scrive, dandoseia cn det Vr e per eonsegii et sta de PEIIa , sarebiae errore massiecto ii dir pol a ea-gione d 'eseri pio, e gla bseis D manipere hὲ quel O h masco lino , e parta ii docou Iei partate eonte eon chi veste ii ea rattere se inminino; traitando lo voi per tale net clitaniario per la Vorrea siens tr. Se seris tanto a pii, i etaone ricor cita-moei di pariar sempre a pili, e dono

ina sania benedia i ine. Soire. Vostro Pa re, o V. Madre,

ense Porne .

tis s. servidore Fisito Ct ementis inici . I id iro, seu a ri cognome .

PER LI VI GLI ET TI.

tere quando scri vi armo a persone meo clivianti; erit ae a dire che a rano ne: las .es a Citti, o si te vano iii quel di strerio, P Ioglionsi mandare rer messiconoscitati ; essendochb talvo ita neppur

' usa di sisti uarii. Lo plegature sono ad

arbitrio . Ben e vero non essere corive

niente I 'as, ruppar come in nodo la carista, quando traiti si con persone et rixpet to: . si dou uno in lal easo pie pareeo me te te: tero , colla di flete lea che t 'iser rione dee esset inta a lungo dellapi euatura I e 'i sigillo non ne i me inoc me si suid nen leriere , ima da unlato che eorri ponda aua parte in seriore e iser: 1ione . Altri cogitori , far il lo-glio in quarto e plexato l 'trigo to te tolio at di dentro a riserba i hin sopiterio; di questo pol si servo a per abbraeeiae anpolo coit ni erato e per in proutatvi eat a parte opposta H qiaillo.

Le is critioni eo mune mente Si ianus eo l.

terea Pe oria . eiit ea sent' a vve uersene

nata saluta Eione I anno a. apo e conminis

P ait filiolopia col ni et re vi ii pro aie

de mi quor centa dul, bio si e la formada me acceri nata, ehe .n mitto imita ileostume deli 'antie he risi .e latine. Non face ne i altra sos cricione, ver

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DELLO STUDIO DI PAD OV A.

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Diuitiroci Corale

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