Elogio funebre a Ridolfo Vacchi, benemerito conselicese :detto nella Chiesa Arcipretale di S. Martino /dal professore Domenico Vaccolini il 13 settembre 1836. Per la solenne trigesima con cenno necrologico ed epigrafi.

발행: 1836년

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sto giorno toechera it confine degli anni eterni. Ecco premio dato quaggili agit Spiriti generosi, i quali vissero pili agit altri che a ssi, e glo-varono Ia patria di opere immortali : ecco pregio deli' ordine , che gloria di riccheZZe si oscuri e manchi . la virili sola sta chiara ed ele

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de' poverolli, Chi ammirora i colli campi, otii

so Ia morte is uri sonno Pe' giusti, angi uia Viag-gio a vita migliore, come notava ii Crisostomo I): amate lui cogi poco, e tanto vot stessi da invidi argit Ia stariga do' giusti, la corona dolia virtu Egli a voi non fu dato per essero qui immortale : hastivi Io spuCChio delle sue opere, Nel quale mirando vi comporrete alI' egem piodi colant' uomo : e questo o modo di sarto travoi rivi vero e di risto rare la patria che troppopresto lo ha Perduto .

pere finito che sem pre tende ait ' infinito . Queste tro condigioni di sapere . di potere, di vo-Iere furono in Ridolso eminenti: e in Ogni trai-to delia sua vita risplende itero di qualita, chedalia culta alia tomba 1a sua luco fu come di

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in alienabile a que' Che Vennero e Verranno dalui . In foro δ' in gegno e di costumi non ri-fuggi ai Dodo delle noZZe , e in frosca eta sistriti se a Rosa Suggi Imolese dogna a lui de-gnissimo : Della honedigione det Signoro ebheletigia di cari figliuoli , Antonio , cho it tition Oingogno nutri alle fonti dei sapere in Bolognae Delle matematicho ebbe laurea forendo a grandi sperati Ze , che morte tronoo ; Ι' altro solice mente superstite Ιὶ , ohe innam orato dello arti bello si acquisio grido di valente massimenel miniare, e a voi altrosi Dei di pingero gili di odo

re Ι' origine , i privilegi e te glorio dolia terra natale, O sar conserva dei moglio, o tutio forti ire a Chi Do deitasse l' istoria munio ipale . E seco traeva it sonno do 'padri, tra' quali COD- sentendolo it Principe egit fu ammeSSO, Non toCoa an ora 1' oth maggiores ; percho tanto piutulte Sile gesta non a propria uti lith rivolso ;ma a herae delia patria . Chi se Doti tui procaco lava , Che la sodo dolgiud inj qui non mancasse ' chi Procurava Pur i) Il si g. Martino Vacclii figlio dognissimo deli 'illustre

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OPera Cosi Santa , Che Oriora la Pieta vostra ela sua , o huOni e Savi Confelicesi , noti h da Passare COSi leggermente . Fondata da' vostri maggiori accusava i danti idei tempo distriaggitore , ed a Vol Scoraggiati Della ruina Ridolso clava consorto : egli antici-Pava te spese, a Curare Cho in tanto stremo lorendite dolia Chises a contribuissero, e sussi di doli' Arei pro tale di S. Patri gio si aggiungeSSero: egii invocava con esset to la piet 1 generosa ditro ponte fici , la cui memoria rael Cuore de ' ΡΟ- poli , non si a mai sperata : egii sollecitava, Che

anno, tui capo deli' amplissimo magi Strato, a privasi nobil mente a sodisfar tuiti gli occhi, ad appagar tuiti l cuori 1 a vigilia det Santo Natale . E sacri tirongi di Duo vo si pro Vede vano, O in degno luog0 si colloca vano. E la Casa

det Si goore pili e pili risulge va.

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imitario .

altri savj at campo dogi' imperiali in Rovigo , intercedendo per alciani prigioni : la grania fu

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premo Comando e Carita dei luogo nativo aroggere Dei maggior UOPO Ia cosa pubblica: voti ne come ii sole invOCato e a tuiti caro Della tempesta. Ma a riparare ni male gravissimo deli' Annona egii vovet te usare tale pro V-vedimento , Cite in tanta dissicotta di tompi ad altri che a tui non sarobbesi perdotiato. Quando initi grida vano O obe Caro l o Cho fame l alui per cansar Peggio su forZa ribassare iloalmiores det Panc e uelle sarine, o con altribuoni por sis in peri colo ; Percho sosse salva Ia

Pol mirando a 'iu dure vole prosperith i suo ipiti dolei pensi eri egit ob be sem pre rivolti alPio O pitale ed at Consorgio det Biton acquis to :nobilissimi instituti, i cui diritti rivondico odi sese Contro Ogni dantio o Pori colo: Cho da una parte CCC ita Valo Pici speciat mente 1' amoroclo' povori , dati 'altra i 'amore delia terra Dativa: la quale ris orire non pud se marichi Odistraggasi la Cura vigi Iantissima delles a que. Questo amico deli' ordine, questo Padre de 'poveri e delia Patria , Che Seppe e Poth e VOI-Jeioperando it bene vivere agit altri pili otio assi stosqo quat e Sperto DOCC hiero, Che mira alporto Con uia anto ha di Pili caro , Non ismarr1 per votiti contrari O Per in Sorta procella, e superando e si iti e geogli non ristet te glammai , se Don topCato it Sogno dei suo desio . Eoli fu

vel sapete in ili ian onore oocellente, di animos raneo od sperto, di s lini sito sentire, facile albira, pili facile ut Pordono, leale, modesto: nonam hi cariche, D si se rictiso ; a Diu Do ne mico, a tuiti Lenosco , sta amato , On Orato qui suo ri

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gione , non la pieta det tonoro si glio, non P u-1noro desile figlio o dolia sorella dolo issima , o sui Dii oti , e congi utili , e di voi quanti siete :amore che in tuiti parve piu vivo quanto Piupresso su evasi l ' ora di perdere tal Padre , tali ratello , tale amico, tale Lenos attore. No Iodomesticho pareti contenti ero ii dolore; per tut-to lagrime e sospiri ; per tritio segni non diPrivata, ina di Comune calamitὰ: publico Omptanto Ora Orava te essequie, che ogli quel gene- rc So modeste Ordinavasi : pili splendido oggi luat nova la piota dest fglio de gno uel padro otii mo, d0sideratissim O. E voi piar legni ili lini, savi O baoni Conselio est , convola iste qui tuiti Per onorarie e ri pregare at savio e buo no la

i) Nella solenne trigesima, in cui recitossi quos to Elogio m ammirata genorat mento tu plota siliato dot signor Nartino Vacchi , la cui moreo obl)osi da valonii artisti or-Nata con pompa la Chiesa arci pretalo Cori cata falco odiscrigioni agglutitavi scelia musica, od Ogni altra solo lane ili-mostragione ad onoro doli' illustro trapassato: alle cui SE JUie Sompre assis tot toro una D putant otio dot Consi glio Comunale , od uia alti a d sella CongrHga Ziorio dui Buc D-AC- quis to , cori insolita frequenZa di popolo uocorso an bo dat-le citia circonvicine.

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Del Sig. Conte Ferdinando Pasolini

Faentino.

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