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di quelli, the andaron alcruiolo, mio,votarono tutio, pignando deiceruesio pragii altri, ut furono ancodi questi, he non ne est niente, perche haumavatara, che I eruesios e trono caldo, altri sando in-
torno a cruiolo empirono in fumoselamente, mentre,
che astri pius, i hebber questas te di concia,che uolendo pigna, di quelpi, sino, agglangend uoco a cretioli, baueron in e i Uia se e gli saltyil ceruino aruisa di i Mercuri, pra lagenua, rimanendo capi Auentati algapreseno ignivomini e de Dei. Ma 6s usi iob dad Auitore usuron di quelli cheioιιο da la meta a Gioue, insignando di purgare ii re uello col go Sedeboro, a qualisioue per lor acti o
fur bothre I ruiolo attendesse ili asserti de planeti, is ali influsti celem, , quali diei egi perpeniten-
,chesu Nero chlamati Mathematici da tutio Ummi,perche non aealtro che di materia haurubonopteno i capo, illo creuello sarebbe misiurato colpunt defla circonferent, seni tantopicciolo, che si poti Abeiuste in iis bile ostri presensero aerariegnara que odi pectario comedes ecie intro ii mortalo, sty farti uncondimento attorno das eciale, qualis rati esset da
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tutis Dei, perche su dato loro per castigo, i bus- loto, che 1atere maiuscuis e gresse . ceu di uora via, emesio suo , G di intro era uoto statio, come sono te tole uasi duna fallita pectaria
tam comparuero togati a usa di Dottori, uolper dar Igge a Greu , in signandosi che Icernesio haueua a diHribuire in pala o e non infucini, e che oueua me cotto ne testi e non ne Cro-gioli , a quali i Dei tuiti ad rati ob ero , he 9ώ-
facilla si falsa in capitulo Nihil, super Titulo Non
tenet . e cuni finalmente facendo mono de protho, de sputo, e stendendo piὼ ceruesio , fenon a uniue, Heuero a longi alia fucina , oue omo signato ridῖ, hec foro erano bestie, e che hi tene hauerpia erueta degli altri ,ha manc di turti . . Vi Auitore presente si ricorda diqueso, che arditamentesi fece innan i mihi ἐper gratia da i Dei , he fifo se dato ceruesio in talpo tione , che usandolo in se graui, O anco in os facete potes dar defle Ior gratis almondo ueta conte Aa, che di oro, stes dilui pares digna uel benigni Dei gli fecer largo dono Jun eruello dissontia qualuuiu fisi te di curiosi ta , di grauita in Ghne , he da ui tentata se se agglangendo per speciallor gratia ita ceruello molle ait, e quanta che dii fortui, γ' alia conversation uti poseon fer note G manifeste molli me scrsone . ercurios compiacquid farsipuloso dena loquon a, Eollo dea
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quello in molti antichi, sindo che in .seo tu uela itin Democrito, chesi ride delia pa iaci tutio is moudo, uti Heraesito, che suente plange, m deplora acerbamenter miseris, calamita di quesio infelicescolo,un' hine ne e fruitare ituitio, la tirannide di questo,ggi quesio uu ericle netiuonare fulgurare contra uitiosi uini Portio eidesiderio dicaritare i missati de iranni present in Ana arcope lato Jognitanda, sev re tu uigor o uis Antheo che to cando a terra et Og, horasti orte , un Periclimen nesia tiarieta deiceruello con questi pia euole con quesit duro, conciscunt amico, Conastri infesto,co capriciosi i luto congli amoretioli benigno, o corte si prodigo, o galant hi omini rattenetiose, coquont fasile co Verbi renitente, o tiranni libero con gli insolenti erue si da partito e seopra tutio di
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caldo de In astri Hor questo veramente Hi cem odelphesi e ultore, ii qualese da altri uene eperforte dipant astramente perche non senisa per mancardi quelli, heiauendo Igusto deprauato, tremo corrotio edostomacopiendi ruta, di reubarbaro ors uomitaranno coge in igne a ques tali sit porridar perris obli chelans uno i Apollo, e lasciarii fornatia questa Aggia perche hi nonia eruesio conosce a Iapri, desta occa immantinente stes con ques basi. I FINE.