Dissertatio historicoepistolaris ad cl. virum Jacobum Bartholomæum Beccarium qua epidemicæ febres in Lucensis dominii quibusdam pagis grassantes describuntur; necnon Mercurii, atque Corticis Peruviani usus in earum curatione recto rationis examini su

발행: 1754년

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pe initissimo lato o salute. Gurio altro mi Figlio in et a 'anni et te, do po aver passata tutia a nolle vitiost inqui ta, a matrina circa te ore A e meetet deldi 19. ' Aprile I 32 fu sorpres da Febbre sen- et senti alcu rigor di reddo con vomito, dolore eccessivo di est , e cali re non molio intenso . Sospe ita di Febbre verminosa , prelatissiun Criit et comune, per evanda ordinat una limo natauri vitio su poco, o nulla ioiche abor-riva qua lunque orta 'alimento, e succho s lamente di tanto in tanto quakhe et luccia ditim ne e pri se meeta' oncta di Consetti di Seme Santo la nolle eguente crebbe a Febbre, dein lito quasi sem pre e colla ebbre si manifes Mundolore acuto, e penetrante ella parte sinistrade Petto, corri spondente pollerior mente soti

larica pota , ossi secca, penosa respiraetione , ediis colla dia iacere ne ita parte offici: Non auen. do in queli 'ora altro alle mani omen i a parte con pugne in Zuppate ella sola acqua tepida, poc dopo res ripolo, e cesso i delirio ; la mali in gior no di Giovedi prese i soliti Con- Diti di Seme Santo, e una iccola bibita di ac qua Rosa con Zucchero Circa te ore dieci deli

iste in mattina incomincio it dolore con tanta acerbita, che illiccolo Figliolino dive nuto som-rnamente In quiet , e manioso agitandos in mille maniere per il letto, gridando, e plangendo in sieme, diceva sentiri morire, e che glistrappa vano ii uore. In questo mentre ritor natoclo a Casa pol cheterminate ave vo te mi e mediche incombenete perta Citta, e trovato questo povero Figlio in ista

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to si compassionevole oeci subblto prendere almede limo u danaro di Mercurio crudo impastato con Conserva diciose, ali sibi un'oncia diacqua Mia cales in questo penoso stato continuci non stante fi passato meaeto torno, e pol si quieto si hene , cheali torno i solito suo brio, chies da mangia reis poca insalata di tenera attuca, che gliri subbito accordata, e passo it rimanente de gior no con somma quiete, a notre dormi placidissima mente; e a mat-tina de Venet di pare va affatio guarito, nor ostante gli su ait u lavativo, e ne renderiosi vide un verme en grossis. Circa in 'ora, e meeteto opoli meto glorno si risece la Febbre, e con essa furior pres daun crudelissimo dolor grave, e petante ne lato destres, che alla mammella est ende vasi a tu itele false Coste la respiraetione era piccola , breve , e laboriosa Ha osse molio molesta e non poteva in conto alcuno glacere nessa parte Dfeta opo qualch tempora propago i dolore

anche ne basso ventre e di liis poco ebbe una piccola escregione di ventre biliosa, in cui com- Parve u verme piceolo, e sottiles, si praticliun lavativo di acqua di oret con poco di u

chero, erat luogo de dolore si applicarono delle fomenta Intanto anda a farra mi visite per a Cit ta, e tornato a Casa circa te ore se della Sera, ritrova iliso vero Figli uolo tormentatissimoda dolori chera a sei, o et te volt ave v avu-to necessita di gravarsi per secessis di piccola est regioni liquide e bilios assa fetenti repli- ea subbito la solita dos di Mercurio, e comes avelli dato a medelimo, medicamento do

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tato delia virili nodina piu Teace, si ea Ima rono subbito i dolori, eis res riposo, si risve-glio molio contento e dissedi sta molt meglici seneta sentire alcun dolore. Circa te dieci della sera opo ave di mala vortia prese poche cucchia late di appari domando un pocata insalata come altro glorno se gli di edes, e pol dissed 'aver Oglia di bere u poco di vino , chegusto con gran iacere uoi si addormento, e Passo quieti mima tutia a nolle L mattina de Sabbato con tutio che e cose passa isero a maravigii bene se gli di ede n lavativo conciat te, e acqua 'orgo ne renderei medesimo si osserva rono altri due vermi sottili, ed in tu ita la gior nata non comparve piuCO-sa che inquieta potessae uel brio, e quella vivacita di spirito, che gode naturaimente ec.

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Stampa, a Quenta lettera de celebre S g. Martino G bisi, δε ι credulo proprio di non defraudare it tibblieo delle scope re, e de Iumi, ebe per P uso de Mercurio vi vinar

gendo ques ebiarissimo Professore

MI comanda S. Eccellentiis in uno de preis giatissim suo fogli che o orasmet tadelle uove T ruario m pratiche a me me coli'us de Mercurio crudo uori de morbo Gallico ancora , te quali ella voirebbe degnaisi di unire ad una sua differt aetione istorica lavorata approposito di certa influenga di febbri epide miche, che ella a vuto a sorte di nervare, e curare felicemente costi col Mercurio, sul Pesem pio di tanti fortunati riscontri, cheella gia ave va da vari illustri critiori circa 'usar si di questo timedio in simili febbri, e suli e sempio ancora, come ella si e compiaciuta significar mi, delia quarta delle nate otio osserva Zioni stam patera 'anno i q9. a quale dichiara aperta mentei mercurio isere particolarissimo e alvo ita unico rimedio per te febbri det te volgarmente main ligne, egi an dici che non ossero et leno precisa mente verminose Mi comanda in lire con altra gentilissima sua che quand io non avem in Pronr alcuna osserva gione petrante a tali feb-bri, o ad altre particolari malatii e la in imiasmeno con sincerit, propria, uomo ' onore

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se In tanto tempo che mi e sam Igilare Pus dique sto minerale mi in accaduto mai di ederne occoris elle gravi consegue nete a anno della salutes, o vita umana , te quali agionevol mentes avessero a reputare prodotte dat medesimo mi

nerale.

Rignardo a primo suo comando i prego V. S. Eccellentiis ad scutar mi se non a possis per ora ubbidire, mentre quelle osservarioni, cheforis potevano meritar il suo compatimento perche rare a mi avulso e interestanti a pratica medica, non a molio che te invia manniserit te at Chiarissimo Sig. Dottore Giuseppe Bertini gia mi amorevolissimo Maestro che si deis gno di volet te a me per uniri ad altre sue neu ristam pa, che incessante mente gli viene riis chi est de sem pre bello e utilissimo suo Discor. so delPQ Urerno e interno de mercurio da lui recitato ei P Accademia Bolanica, e diuo pub-hlieato in itenete in dati anno le qualimie osservagioni consistono speetiat mente neti ist xia o cura, primo de vero Reumatismo et ovolgarmente Gotta inretiei secondo dei PDRtalmia con offuscagione e ulcera delia clerotica, e con cecita tergo della Gutta Serena qua to delia podagra tremes vi alcune consideragioni cheis et Pus de Mercuriora potui fare iuesattamente opo a pubblica gione elle prime mi osservaetioni , e che potranno sors favor ire Pallenetione di chi rescrive cur mercuriali , eque che ' importa iovare a chi te avesse

ad intra prendere.

Riguardo pol altria Itro eomando, Io eredo di poteria appleno soddisfare, i petendole uelle mede si me parole cheisella premessa alte sud det.

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inmere . eb ad universati effores Ee utanee con grande calore , rubore, e purito stetri reseramente prodorti da impedita raspiramione , a quale noti, ha diabbi ebe recita, si accrescern em eo mugior moto de sangue dat ercurio. In farti eo Ierio, olla dieres, colle heuute, e Ipr alisi eo tina cavata di fangue dileguava felicemente quese eeidental malatiis, δε eontinuava eos Iaisura coli' a iuro indispensabile deLIa mugior cautela. Queste parole Sig. Dottore mi stimati immo, ella ede quanto sieno e si abbiano

reputare ingenui, e verittere, Comecche co- stanti tu ita via, e non oggette a uelle mutagioni, ehera ordinario sono figlie desta malenerata verita , laeti errore in in quelle mala ille,

morti che fovente si voglion attribuire alMercurio, S. creda pure che o vi sono degliequi voci nati alia inconsidera et ione de i fati edelle cos , o ui e delia scioce malletia degliΑntagonisti di quest ri medio i quando a chil 'adopera it he non is sospetiare non facesse vitti me innocenti l suo amma lati della propria ignoraneta coi mal uso di tanto medicament , v vero i clienti non agrificassero Gstem coli' abusarne a mal tempo, e senacle ne

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cessarie cauteles, come non sola mente per il ercurio , a per attre medicine ancora pesso spesso ci accade di osservare in certi paetetiuomini. Finora per non e accaduta malis mi ei malati alcuna dilavventura onde to mi abbia a pentire di aver usato it Mercurio, e spero chevenire. Quello orto argo mento pol ma pure cos famigliare a tanti .mal sim ne ii 'arte nostra: E hoe ergo propter hoc , non a mai fati per me angi ho avulo infinite occasioni di abbor-riri somma mente e di conoscerne a fallacia dopo che mi e toccato diis edere piu eii volte insor gere gravissime mala ille e anco morire chidi Pleuritide, chira Apoplesii appunt di quei tali che per attre indisposia ioni ii iano deteris minati ad intra prendere a cura Mercuriale Po- vero Mercurio Povero Medico se in que casi si fossi dato prima it Mercurio di questi e altri simili volgati errori ella ne avra gia edulata consutagione , e concisci ut ii trions ne citato discors det Sig. Bertini, ne i giornali Flo

m te offervaetioni tam pateri Checche ne pentino in oppollo glira vversari di que ii minerale Per altro in materia di Mercurio no altri Medici oggdi facciam una figura hae e molio

ridicola, e prosta at decoro delia nostra ii spetistabilissima Professione, mentre in m eZgo alle d, , ea vituper grandissimi che da una parte edat Paltra si sentono continua mente di tui, it minor ita uvantaggio che ce ne possa invenire si quello di non credere nulla , e cos reputare generat mente a medicina un arte atra to chimerica e Ognata , e come gla su criti arte dateneria lontana anco in avis

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e vero ii Mercurio che ogglacci a vicende emetamorfossi co tanto strane or di antidoto innocentissimo, o di temerario e venefico medicamento essendo cola assai v via i sentire or uno or 'altro de i noli ricii med o inna letato asourano grado di utilita e innoceneta, o depresso fino agi ultimi termini, come inutile e annoso adl umana salute Pure in tuti altio cas , chei questo de Mercurio, a uel ione per o piuri duces a con guen et diic comis tu momen qui 'ordinario non ' e altra proporetione che quella che pu p. state facia vita, et morte, che non e pol una agat tella modesta velamente deplorabile fata tua medica ella e , mi avulso uno de i consueti eff)tti della impetigia e mancanZa elle pratiche o fervoryoni,che sono i unica a se su cui plantare, e dirigere gni et odo di medicare. Di qui ne vienela troppo inconsiderata facilii ara alc uni di vole poco me che universale rimedi i me reuis rio, decantario antido i , anco in que mali, in cui egi non o po ira mal essere, o saria aneti loro pluit Osto annoso Di qui 'animosita , est ostinate etet a d altri di volerio alsaluta mente sua nisdiio alla medica pio vincia come emico ali

umana natura , e re di mille morti ancora.

Cia seu no di questi est remi e conuinto e distrutto abbattanet da i atti, ch avvengono glor-nal mente onde io non aprei chedrmi suis io se non odare e porini a partit di quel Medici che si lasciano opportuna mente guida re dili'

bia si mero sem pre quegi Antagonisti de Mercuriori qualia sola certo che nol conosco no e non P an

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I anno adoprato mai, tutiocchei abbor Iscano elo condannino tanto. Leopinioni des proprima stri rassus gia e radicate elle menti nostre te autor ita degit critiori, 'impegno, e la politica sono ordinaria mente i motivi per cui molli cieca mentes s assidano troppo o di inreetetano foverchia mente qualche medicamento ma a domventare uoni savi Medici non si de farcos l. Bisogna Dr no mede sim prove e ri prove di que' rimedi cheiselle malatii si e sentit o letto esseropportuni e giove voli es gli ritro viam in effetio tali, servir sene e affegionar visi se no , lasciarii a parte Cos appressi, Sapienti e natae vi e prodotia a vera medicina, che per effere utile alPum an genere deeiensi essere almistita alia agione ma tu che mai alla verace et unga perieneta . Percio rispello a Mercurio, parmi chesi autori discreti stiano alma meglio degit Antagonisti di tui, mentrem es perieneta incomparabit mente pii favore voles iis timi chea i secondi in tanti e tanti incontra stabili riscontri di feliciissime uarigioni, i quali non verran. nomai mentiti e distruiti alle chimeriche opinioni, e fallaci Isservagioni deci Sig. Antagoni sti. O lite di che crederemo no che arebbelicolant dilatatori impero de Mercurio ne moris hi etiandi non venere , com e accaduto inquesto nostro Secolo, e massima mente opo chene anno prodotio e palleggiato it uon uso dei saviis otti Medici, s egli osse quel temerario e venefico medicamento che si decanta tutio dida alcunt Io per me non ardi rei certo di oppormi a tanta evidenga, mentre o sem pre eis duli j assa corta durata e messi presto in b.

blio e anche passati in orrore tuiti que i medii qua Dissilia πιν Corale

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I quali sebbene universat mente applaudit comenuo vi parti di autorevoli naricini, anno pol data a conoscere intrinseca relativa loro malleti a.

Ella dunque Sig. Ben venui mi stimatissimo continulis far uso prudente de Mercurio a van-taggio de suo Clienti is non tem punio deglischia maetet e delle insidie altrui che non uon nomai uocere a chi opera coiresperieneta clamano in se io possis in qualche manter concorrere ad avvalorare te sue Iodevotissime ri soluetionim sacci la graeti di comandarmi, mentre mitrovera sem pre quale ora con infinita ima mi

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