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me danismo a tui si prostri; Ma superbo e sorte in sella
Si puniella, E la mano concla patera Di, in plena briliantissimo Alga e versa e clonca e GombobuDi se feta fidatisilino Chesperae non far tombola. Finet, io hevota' uva Oxte Io non vo teme di morte: Tem sol elii s 'avviluis
in et paNella truppa De vin aspri minerali Bestiali, me assalis no, Cheslinbestialiseon' me vi conquassino, me inseranassano, essendones anima, Che disian gli uomini Eili se mattila lunatici Furio li e Bbriis silvatici. 6li Attimimici Ilomini DClaretii est Montaicini,
Sono vinison liquori Assassini
Ne piu hel de potatorio Uomicidio proditorio. Lasesesi vini amari e cotti Ai palati assen gotti: Tuttia vini olimmontani Dono agit Ussari, si Prussiani sal volatili e bitumi Se gi ingrino βelr Erebo i nurni:
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che eom e Porto maggiore Hari maggior 'ogni sapore: Ma di ques di Quartesiana, Quartesiana predi letta Di Cluento staneta eletta, Non mi hasta una fiumana, Fra medelana e fra I Boattino Vo ingojarne seu illa tino;
Vo che s emplano i misi manior vasi j Con illaeuare de Masi, O si ner o purina b1anco Voglio her in eli' io si staneo: Voglio her fin eli io si caldo II melli fluo liquor elie stilla in Gualdo. Voglio in somma, o si centis si desine,
B delicato via dei mi Polesine,
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Dοέ io vindemmio letamente e dore Ambrosia emetiar non invidio a Giove. Mi ridea de Gallispano
Quando fu coli suis in mano recidereri iei traici: Per the avvinti a deho laici, ait' elet trois alia nocella,
siqne 'a hord que ea istieuit est pasIL passa e vero ii solusii sinio Moerissim o Fereares vin baliamico, Coeeiniglia viva arillante: E una laetet aestiva ehumanis
Non se uerra Alle viscere odis cerebro Mais alleua vi nubis e ricrea, Pitche 'i Montepuleiano est Vertia. Bena se la gente Laheta . Che per bestia gran possMira; E a decide dei vincla corona
Che ho da far di que et olfi stillati,
Che in eterno impritriona nori sensi, fati gli occhi tra aperti e se irati
gli spirii an tardi e me lenii lquesto vinia mi campagna, Non ne incendia, ma mi bagna,M ingentilisce, M incoragiste, E se mhinlue di eiarte lesbocca, at cerve pero nolo ea; in sta sorte entro sua roeca,
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Alta la fronte gli occhylueenti Rosse te guancie te labbra ridenti sono segni sperti e esiari, Chelel cor fuman gli altari: ma per hae sit Tenet indugio Deli' ostello trovare it perrugio, Hrajarsi sulle plume Fincte orga novo lume, si e si seneta ch astri Povemia haeciare in cervello G onoggia, Pertae tutis ii mi mal si siles dividere In dormis eiacla e ridere. Cos gridando
Tal passa it bes trionis e a tuo eospetio Giunt ii Dan nume, alto imbrandiste in vetis, E la lingua iridando a novo metro, Col grondante calicione
Ritto in pie ti a ragione: Signor, uiri eiel dono per nostra eum, si me inimam da si lungo bando, Questa a tuo pro azet brutante e pura Di sui inato rubino io, libando. Te salviri eiel phr tua maggior ventura, serbi a no tuo signorit contando et
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Piu tua mereri antim duo non orni, Barii gessisi duri in paeea riso irrae' gloria.