Antiquitates Italicae medii aevi : sive Dissertationes de moribus, ritibus, religione, regimine, magistratibus, legibus, studiis literarum, artibus, lingua, militia, nummis, principibus, libertate, servitute, foederibus, aliisque faciem & mores itali

발행: 1773년

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8ssi DISSERTATI SUAD

ta fanti, cloe enta me e li condus Ase Antonello Disperato, e Antonio Schia vo. inuada gnaron color mille dugent Florini per uno dat et to Castellano E satio questo en tra-rono et Cassaro dentro Spoleto coli' altro foret delle genti 'arme Lealtre genti entrarono hi per e porte e chi per te mura. Erano in a-juto degli Spoletini, cloe dentro et Bla Citta, queste genti che appresso diremo, cich: Baldo vino di Nic coloda Tolentino con 3 o. cavalli, e loS bardellato con 8 o. anti, e O. a- valli Tulli susta irono come pultane. che non vi trassero una spada Chisugg per gli atterrani, e chi per te Castella salvo che furono res de-gli Spoletini circa goo. Id dici dia

loro . Eienza e bu a volonta . furono vituperate molle donne Ven-

ne a d 14 de det to Mese di Mag-gio lo tendardo de detii poletini. che era di enda do vermi glio coli'

to , vestito di blanco colla lancia inmano con un pendoncilio lanco sui. la lancia, e a cavallo in cavallo Di tardo. niti ci ven nero e catene

serram delle orte delia detraxit-ta Furono risco assa de' detti Spoletini et magnifico nostro ignore Messe Corrado de Trinci . e anchepe nostri Citta dini. Eouit furonogo vernati in ollano per 'amore di Dio a spes de Folignati Ecia mag- 'ior parte appoiche furono riscossi stetiero , sendo sciti di Spoleto, per nostri emici in uelle Castella di Spoleti, Matterrami. E ci venne ilmartello della Campana maggiore delia de ita illa rubato, e su priston ella Campana maggiore di an Feliciano nostro. E fu atta pochi 1 innaneti a deita Camoana, a quale pes circa a 3 Co Libbre.

Μemoriam come di Gennato fabandito ella nostra Citta di Folia gno, che non osse alcuna persona , che ri fiutasse ver una elle nostrem nete, e quali surono principiat ab attere di Dicembre a di o neIIψῖ8. ne tempo che ravam de Priori nol, io Francesto della F de de Tertiero di sopra, o Petru ei di lacomo degli uti de Te, gierodi mi et ' , e Mattia di Francesto altra mente Mugnetio de Tergiero dis otto e Matria di Nic colo di Feliciano fu riore novello et Ter Zierodi an io vanni, e di a Niccoth. te Monet furono queste cloe

Florini 'oro per holognini δή. e ibolognini per soldio e denari . et piccioli uno a denaro , e belliquat trini messo bando di di ci Florini a chi qua lunque di queste

il primo ecchi ere su a batterela deita Moneta Pier marte di aruvero di m liano a Foligno delia Compagnia degli Spa vagii. Ia.di Lugii ven ne i campo de Patri arca Alessandrino a Bevagna: Iqua Patri arca si chiam ava MesserGio vanni Vitelle schi, ii quale e nativo i Corgneto, e gli antichi uolsurono a Foligno. E enne conqueste genti, che qui di solio diro . quello che ne egui appari r qu di otio Cio Ranaldo orsino con

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do di Spoleto, Camerine si e Norsini e di molli altri luoghi. E conquesti vi su lo bardellato a Narnicon O . fanti, e Tartagii di eL sero di Bunniante a Foligno con Iso fanti. A di 17. di Lugii e fudi Uener di, i detio atriarca venne campo a Foligno con velle rigate, che ave va me nate a Bevagna, o anche eo piu genti, come o. det to tanto che furono stimati gooo.cavalli, e da Coo in Ooo fanti tra cerne, o fanti sati, che vennero infino a Roma in suo da ie- ti in qua e da tutioii territoriodi erugia. Uennero fanti anche da Corneto qua su da Camerino, da Norsi , a Carcia, e da ut te lecircostanete ' attorno. E fecero mol-to gran uasto con ogetare di igne, agitare e ardere di molle chius e case per tutiori nostro Contado,

salvo che a Catale E questo di Casales , perchelli uomini di Casalela vanoaria vivo, e fecero pati prestamente. Arsero ale e Civitella, che erano Castella. Vero e che i re vani comperaronomi vitella da Angelo Uitelle schi ni pote de Patri arca per cin- quanta v vero sessant Florini, per arderi essi, e ' arsero. Et ebbe ildetto Patriarca tuti te nostre tenu- te, salvo che Acqualianc , e Monte falco. et 3 di Lugii ci tol- sero acqua delia Vescia, e quelladelle Mutina , tanto che ne Carbo

vano acqua Gallor scoprimmo it Poeteto a te di iazza, e facem mouna sorma di uor de Ponte uo- V per metiere 'ac qua ramulini di an Claudio. E com incio a veniri' acqua, ossi e la ri tot sero Ela fati una bella cara muccia, tanto che vi su morio rate aspero

di Ciano di Pilato, e vi fu resoLodo vico Pelliciaro, WErmanno di Marino uercio delii Cipi schi, Gregorio de Clotio delle Oelle . Ela si fati e retia cara muccia, chevennero in sino alia Portella uo Ia, cio a pie'delle mura di Ponte uo-vo furono ferit de nostri proprjsu delle mura o sagi , perche i nostri si erano mischiati co'nimici clieno si iconosce vano gli uni dagii altri. A di et . di Lugii fu ordinato di fare ' Arcatur a Ponte di San iacomo, io solio it Ponte, traci rivellino e la strada che va Spello. E su atta a finestra et muro delia Terra, ove risponde in

Santo Antonio, e vi su attam forma dentro in Santo Antonio, e ven- ne per a meta della Piriga di an Gia como, e sci a canto 'Orto de Frati di det to uogo e a pie deli' orto di esse Francesco di Bran-cuccio a canto a Ponte elle pie-tre, entro ella forma de Mulini, tanto che macina vano se macine Come sentirono questo te genti de Patriarca, avulsaron si di toglieret acqua cos fecero, en che vibvssarono circa a venti torni

cero tanto, che non ci veni v ac-

qua ait' arcatura, che secero es in gu. Gallor ci metiem mo a fare iMulini a secco. E chi maci nava colΜacinetio da sarrare, e laschedunone fece quante ne pote variare . Contuito cio non ci bastava, heri sat-ta a stima, che aravam, dentro in

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Fotigno . circa quindici mila ocche co'Ternant. α'μltro cername, I tra grandi e pic cole, maschi e semmine in questo modo ammo no a d O di Settembre, it , opoSanta Maria di Loreto, che fit santa Maria di Martedi e no facem mori pati di Mercoledi prossimo. di . di Settembre suddet to si accord in se me a maggior parte delΡopol nostro, cloe esse Giaco modamonte falco Abate di a vivo con quegli omini elle coste, Me Ria Francesco di Brancuccio con a Compagnia de i Forti Messere Abio Gio vanni, e Gio vanni Cristo foro di Ser Gio vanni di Lodo vico colla Compagni di Cento Carri e conquella di Santa Maria, e con quella

delia Fiera e Mastro Gio vanni di Scimiolo da ovigileto edico di Foligno, e molli altri Cittadini Conta dini. E si erano adunati in se.

me a Ponte di Santa Maria, ben-che pili di innanti avessero traitata questa cos segre tamente tuit costor , e insite me con loro Gregoriod Ambrosino di Ser agno delia Compagnia delia Badia, e esserPiergio vanni di agnior di tetro

di astro Armanno , e Frances coctilla ede, e Gaspare di artanodi arcannante, o detio atri arca.

la nolle opo Santa Maria di Loreto, Messere Atto Gio vanni die de suori u gio vane fornato delia Compagnia delia Spada , ii quale sichiam a Mazzetta, e mandollo alPatri arca, cho stava di persona sua a Santa Maria Maggiore, te Lance speetetate a i Marchiselli, Simonetio con molli senti e cavalli, e anchecerne alia orta di an iacomo, cice a Racca nati, e a Fossato Ranaro verso la orta delia Badia Paolo della Molara co' suo cavalli

altra anteria vano chi co Patriarca e chi collo Lance speetetate a i

Bice, io Messe Niccolo e Messer Guidone . tu i innangi erano attiassa cenni dentro in Foligno alcampo, e non si sape va bene hi li

no in sieme esse Frances co di i an cuccio, emesse l'Abate di a vivo, e Messer tergio vanni di tetro di astro Ermanno delia Compagnia delia Croce, e Messere Atto Gio- Vanni della Pia Zeta delia Canape , e Giancri stoforo di Ser Gio vanni di Lodo vico, meta Nic colo, e esse Guidone figliuoli di tetro di Bice delia Compagnia degli pava-

r solle varon una gran parte dei

sera segreta mente tuti ii tro varonochi alle poste loro a canto e mura, e chi alle case de sopradetii, classe he

d uno con velle armi che ave vapoluto avere E ella meZZa nolle

si osse Messere Atto Gio vanni con

telle, lance, e balestre . E irono a casa di esse Frances co I vi si adunarono tuti que' delia Poelia, tantoche furono en oo. E partirons dili esse Francesse e Messere Atto Gio vanni, e giron a casa di effer Ρiergio vanni sopradetto, non volle eguirit, dicendo, che ave va

re s

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sos ANTIQUIT.

che su questa rigata, egi man db Marin angelo di Villanuecto con ueCompagni in laetet de Comune, che vi rami acomo di Ser Benedet-to da ualdo con en Oo. Lutti armati a capo 'pi edi e con arisgoni, e balestre assai. E mandarono coloro a dirgit, che vole vano cheegli facesse si che osse concior ildetto effer tergio vanni Sentendo questo esse Francesse e ussere Atto Gio vanni, che sta vano alla orta di Santa Maria, piglia rono partito tuti questi altri capi sopradettidi metiere dentro o tanti forestieri. Seguitiam qui uello, chesegu de campo, che ci posse ii magnifico eccelso adre e Signore, Messe Giovanni Vitelle schi f) de-gnissimo atri arca Alessindrino . e Cardinale di irenete, e Legato laeterale della Santa Chies , che benthe si nativo i Corneto gli antenati suo furono da Foligno et ecos, si appella gli. Come Messermergi ovanni tardo alla promessa , esecondo che si dice. deli ambasciata che egli ave va mandata in piaza a color , he Ita vano per Messer

Corrado, he era ignore, V vero

Scorticatore che diro meglio, per risposta it et to esse Piergiovanniebbe, che ovesse ire in piaZEa da loro In quesio eZeto que' della orta di Santa Maria fecero avulso, piglia rono partito di meiter dentro oo fanti di que de campo g),

cosi fecero.

I 44 OMemoria, come a d 26. di Mareto, e la di abbato ven ne a uo nissima novella, che esse Gio vanni Vitelle schi da Corneto. atri arca Alessis drino eso a Castellanodi Castello Santo Angelo in Roma , furongli alte einque ferite, perche volt fare dises a. 'occasione,perche la reso, se a petietione di Papa Eugenio IV nostro antissimo Signore, per occasione che ii detio

Pat arca 'era ac cordato con te gen

ti de Duca di Milano, io colMagnifico Capitano Niecolh iccia

me opo certi d fece La novella ora deri ven ne u in oligno ara, et . di Maret di omenica eli' ora

Trinciis Fulginio expulsi fuerunt, recognovit genu suum ac familiam, quae tunc floreis bat in eadem Civitate, adhuc usque nobiliter florere pergit, consule observationes Historicas ad Quadriregium pag. aiq. in fine, Dorium Histor. Familiae Trinciorum Lib. . pag. 20. Pellinum Histor Perusin pari. 2. Lib. 2. pag. 4ῖ . qui testatur, quod Scriptores Perusini in Mannscriptis assermano, heu i antichiis antecessori de Patriarca, gendo 'at orthinar Cittadini di Foligno erano at otiant anni addiet o ccisis caeciati ci Trimi e che per cili ricordesole delle passa te ivturi avesse dit,berat di fare gni opera zaUerli elis mani, e di to loro i domini di quella Citto. χ' Exitus obsidionis Fulginatis Urbis, atque dispersoni Familiae Trineiorum legitur apud Dorium Lib. . pag. 3 i. seqq. Histor Trinci oram.

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ELENCHUS

D assumpta a Civisatibus iatieii Reipublἰωὰ forma, atque ον gines libertatis in iis . 27.

lippi rgelat Bononiensis S. C. C. M a Secreris. 78 Fragmenta Fulginatis visoriae ab Aono MCXCVIII. usque ad , CXL . cfore Bonaventura Benevenuti Fulginare, eum Notis doctis imis Iustiniani Pagitarini Fulginaris. 867. Fragmenta Fulginatis φονiae, e alio Sio edis desumta, ab Anno MCCC XXIV. usque ad MCCCCXL. Auctore Petruccio de Unctis Fulginare. I9s.

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