Divoti applausi in iscorcio perche temperati dalla povertà de padri min. riformati esposti se non con fasto, con generosissimo cuore dal R.P. Andrea da Trino, guardiano di S. Francesco nella detta citta, per la solennita della santificatione di Santa

발행: 1713년

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ὶ Ei DE DIVO IOANNI A RADO,

et Iti cuius Martyrio quae gesta sunt x Pandunt ipsius Mar. ytis Sanctitatem.

: FortitE Uiri Fortes. E. Igne Paracleti supero fervens Stridentes irridet immas noster Sidrae. Ignitis linguae telis audientes percutit,

Quos ut ardorem doceat, ardens admonet. a Lapidea cura emollire corda,

Qui sub lapidum mole non mollitur. Veie Christi Martyr, ν Flammarum voluminibus compressa Voce, iribus praedicare non desinit, Exhibitio Crucis exilio, to formant extensa brachia. Interea vorat ignis omnia, Cingulo demptis, corolla precarix i Nec mirum . .. Francissici sunt, Matrisque Uirginis Trophaea . . . Extingui non poterat Praeconis ardor iubcinere ; Non purgat, illustrat ignis, quae pura, Nec consumit amio, sed rit. - . Ea ergo serventur polia Vinori, Cuius gloriosam Sanctitatem, Et Daemon morbi quique I

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- Al mistico Martitio

Per Caterina a Bologna, Ne suo icrucciosi, ma cari affanni, Fa a Carnefice i Santo more. Non essem pre 'Odio ch'armi a mano, Per da pili crudo nonae a Martirio, I 'amore divino anch'esso vaniaci suo dardi, Che, schen olci , sono penosi. est grand Alma, prima di nascere,

Uenne reconigata a Genitore

Dalla Reina et adre de dolori Duro , a dolce annuncio di pene, Che propos all'innocenti labra Sangue prima che lalte. L'us anticipato della ragione Fh bens privilegio in Caterina, Ma privilegio 'un alto impegno. Eccola desiderare la solitudi ne, A Vanti di ben conoscere l'abirato.

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Lyeserciri delle pili rare virili, Che non a se nra tedio delia natura, Na enga rurio de communi emici: Egli e pure uia cruccioso supplicio Di chi saggio lo practica Egli e pure uia martiri dely animo, Angi de corpo ancora , che de s Sirelia trion deli 'animo , ch 'esuperiore PE saltissima Bologne se Puro giglio , a fra te spine,

Tutiam recchio, e tu ita mani Per Paltrui, non per proprio Olere, Po vera con diletto, mile pereletione, oro perferetionato ne Crucciolo de Crucci, Dolixa dunque dirosen Za martitio ΘI contrasti, ita timenti, la offeren raNella fondatione, go verno de Monasteri, Eche altro no se non Martim j 'PQ una Corona di tanto merit Non mancaron ol Esecutori.

V si adopro laserno, Et i Parenti me desinu.

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PER LA DEGNA MERCEDE,

.l 'Cli'ebbe in vita In compensa deli'amoroso Martirio.

Ha compassione degi'al tres spasinii

Clii a che si dolore. 2 Ali'ambasci asstinnos dimaterina 4 Rec sollie voco te suevisite di

Il Crocifissio Padret 'Alvernia, impero te dirae pia glie amorose ICO Ila comparsa elle sue Stiminati et Pc da piu cor alia sua Serva, e Venne dimo la adre, Ch gli porse in braccio ili vi Figlio: IE ' tenero Bambin co' hacci uoi Gli ampo os sui fronte. EBella gara d imore, Ch astringe gPAngioli co suo Ternario L levaria in stasi semiviva. Non si stupore , se Caterina e Previderi'avvenire a suo talento, T se ben siccisse de isteri de Citio. Che pili Per tuti schermirci dat Tentatore C lascioci'armi alia mano;

Tantora vero, che nulla ignora, m

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A SANTA CATERINA DA OLOGNA' Sempre in isti

a beneficio commune.

ELOGIO VIV

E troppo elo soci Cielo Per abbandonare sol terra i suo Tesori. Incaute o sepellistera Sacre Suore, raria vestita a duo loPians co pro si embi it vostro errore. Id dio, che a uole a Mondo, Ne die segno colle fragranete per la ricerca, Con faccia 'improviso sereno Applaudet te a Caterina 'Empire O, Esce sero te Stelle per coronaria. Prem est in avved ut ii si belligito Sotio una avola sepol crate, ne rica vaste balsami salutari; Sara perenne questo fonte salubre, Sino ad inχupparne te ambaggeri e te Ioniche No non 8 mortara a Santa adre; Reca tela a centro di sue delicie, a Coro, Che attende a gl'inchin i Uenerabile. Ne glorno della Passione Chiudera i tum a tanto orrore, E aliora pol, hemio ris sorga,

.Sara tuit'occhi per venerario.

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2 A fANTA CATERINA

Sedente in Trono,

Che fa prodigj, o favori. ε

Non de oggiacere di natura Di deliquit Cbi liene a Diopcissaneta di otio meitcria. I. Santam adre , di cui si parta, ori Uni a credete alta cadavere. E iusta conci cara iter di vivo satagite, MCO movi menti, e colla voce, δUe ne reca chlaro indisingarino es rimetiere, rassettarsi a faccia, en naso, Schiacciatili navuedulament sotterra, Altre mani non usa, che te proprie. In premio delle virili proscssaie, Id dio gli a moto, evoce tra vivi. δColcienno di mano, e cones lingua, Chiam Leonora Poggi a suo Chiostri, δ non con altra chiave che di portenti, La toglie, rende a chili se stanete . A questa pol salta Monaca Rende graZic con piodigioso inchino, Per averta adorn ta ; Ne si stupore se i morbi disperati Cedo a valore ella sua distra, Ella e in Trono , e commanda.

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DI CATER IN A

acquislata , .infusa.

in che par lassi mora Caterinari Non fu, heluona 'Italiana avella; Or chera paria con es aciei, Ciborrebbe la penna intinia Ne sudor pili faticosi de Lario.

L'opeia te altrimente

Egli e se torto a merito di sue Virili. Seppe questa grand 'Alma erudita Mischia rinchiostri conlatte; far acquisto di lettere in quella eta, Cli altri a pena te pia conoscere. Raro prodigio de sesso frate lDarsi allo studio de ben dire Si tosto, ch'ebbe rufo di favellare Perdona gloriosissima Santa, b a pro deli attre, che sono dei tuo se , Non della tua intelligenZa, Mi servo ancora di volgar linguar V , che tuit conoschiiὶ i pregi uoi

i E che, premi a desio dile se pere, pquid Dio quanto si puo, Falto maestro it telo.

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Argomento.

Non ora ficile comporte in sieme L armi , te lettere Purche sieno i 'une , e Palire et Clelo. Caterina, he ne feta perieneta, Me 'l suggeraste. Questa concia me desima scienZa. erat' infuserAltissimo, Seppemellasicina det bouente suo cuore

Lavora te seti'armi per alve Pace Eta, diro cosi, passata altrove, e non morta La Santa adre , te sue Suore , aneti figlie in Bologna, Con armi tanto cicaci per suo go verno. Stetiero uti anno inti ero Seneta inova Superiora.

A primo loro bi gno pol S a labra a se di sotterra per pro de leta Lla edeste da que Portico, secre Suare, Che 'iliarco fors per lo stupore, Sticla prima scena de suo portenti . E cosi a colao pili cari Iddi laria da Grande.

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Cruento 'uno est 'altro incruento.

Iliartiri , he fa gran Santi, Licia maggiori di molio, se lior ova premuniti di Santita. Operaron a gara in quelli due oggetti l Graria , eQ'Amoro. san prova di a privileggio in Gio vanni II merito, Wi prodigi , 'han precori it Martirio, In Caterinaci capita prodigiosora sua Virtu Ch trasse di eguit inseparabile penosi a flatani de seno In locaustor at suo Giesu I uno voto di angue te Vene, Pro iis Paltra i id vivi affert de cuOre . A tralior d 'odi s berseglio Gio vanni, Amo: le ne cocco mille a Caterina .;L'un dat Tiranno fit condannam alle flamme, post Paltra di suo volere , agi incendj, Insegi litori uno 6 fami , Insa Graci 'altra agi 'Oltraggi. A quello se di pena i flagellitatu Barbaro, questa la flagella ione de pio Gles,. I a Cotonna vi deI Foro , che Uatterisce Quivi quella 'um Atrio , he accresce o rore. La viene impegnato un Empio per punirimi, Impegnata fit in Pieti per coronaria. In queste Colonne addunque 'intasti.

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Nella Solennita

DI ANTA CATERINA DA BOLOGNA, E GIO VANNI DA PRA DO

Fi Pontifica Mente a prima FonZione det Potta vario

Dedicato a deito Ret P. Abbate. Coo oleis splendor, chepotat, e sie di

Sm' tuo Seggio Abbagia Padre Mitrato, Certiis fandi migliora di stato, im vivo de tuo 'rat, cli' noi concedi. I Sera fico suo si ben provedi D'ogni lustro, e chia ror Dor detrusato, me Trin si gloria, e di a fregi ocitato Esse gli par a fra Etere Sedi. Luce Dio sem pre a la tua Mitra in torno, ior, ch'appendici tuo voti a Santi Eroi, Ch seco fanno vn'immortalioggi Orno. Piu risplenderi tuo Merto, equi framoi Da maggior fiato a tua Fama a Corno, Chegia reca it tuo Nome a Lidi Eoi f

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