Fontes rerum Germanicarum bd. Heinricus de Diessenhofen und andere geschichtsquellen Deutschlands im späterem mittelalter. Herausgegeben aus dem nachlasse Joh. Friedrich Boehmer's von Dr. Alfons Huber. 1868

발행: 1868년

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Pietro Alixandro, imperi che et dicto Pietro mise suom assalores disinaguerra ne mese di maggio. Et in uel temponomani posero campo ad riscanella. Anno domini m.αlxx .vii. I Vilerbositi iam Maria et occisero Ianni Macam, che era sisto gran inimico disitsrhesi Et ne dicio anno si Vile est et Orbelani andam a campo ad Acquapendenis et pigliaria e donam la parie loro ad 0rbelani.

Anno domini m.c.lxx .viiii li Romani vennem a campo

tura. La sequente mallina li Romani ornarao ad Roma. Anno domini m.cc li Romani tornarii ad hoste in quollo Vilerbo et scarcam Monte Carolano, et castello Almadiano e Salci. Pol allogiarii apres ad uno castello chlamato i-trumano et i Vilerbes cuprimit una cava la quale sichiam la cava di Gorga, et serta lagitata che pariva Opra quello fosso uno bello et spatios plano dii ulli rorti acqua illo da quello talo allacarnid acqua per modo, otio tuis erano stancti. Hora si Romani non havendo si olo adrisamento ne ventuano tuli correndo ad pie ei ad cavallo per dare una balinglia presso a citia. Della quak facit iterbes lemi vano assa et venendo elli dicti luochi della cava per logrande pes deli genu che ventuano sollierati l copertadella cava si flando et cadorno lanii Romani nella cava, cheinfinis et senga numero ne morimo L ales, che passavano per altri camini, giongendo nelli; dicti ori tuiti l cavassi s a langavano ii santi a pie non e volevan enlrare. Per Iaqua cosa li Vilectes flavano concie pori serrale et non Volevano che persona uscisse delia terra, imperioschel non sapivano tulis et facto. Erano nessa contrada di sanio Marcho di iterbo molli pecorari et flavano ore di Vilecto, erano riparali da muro di sancta Rosa in fino a lassat di Sonsa et cust ulli loro con alui lavoratori, cheirano ira loro, sumo circa cenis homine et andam ad vedere quesio genti di Βο-

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mani. ovedendo li cavalli che non se polevano langare 1200 luviis scalgamo et mile loro Ianoe longe Pindareo adosso.

Onde li Vilorbesi uscimo tulli suor docia porta et ucciferno grande quantita et vadamarno obba infiniis. t usi linomani si ne sugiro in sino a loro allogiamenti. Et questa potia su lo di di sanis Domenicho aug. 4sella veduis sancto Domenicho in favore di Vilerbesi. Et li Romani cosior cossi mandaro perii genis ad Roma. Onde Vilerbes tra tam con loro pace con questi pacli checli damo in campana de comuno, la quale loro portareo ad Roma poseria net Campidogli et poserit nomo a Palarina dioilerbo Anc si portam a catena et te chiave della porta di Salci echia loquale adlaccara air archo di sancto iis in Roma et ancho

Anche in que anno li Romani votivano Vilorchiano et liVilectes ii contradicevano et andaronii in contra ad darii impedimento, imperlocche spera vano haverio loro. Per aqua cosa li Romani, come tale cosa sensimo, mandaraorabat di Farsara con altri compagni per ambasciaiuri ad Vilerbesi et dissem Li Romani vi pressano che potui a diale tanto honore, he non li rotiale impedire una ballusis, che rostlino dare a Vilorchiam, et duiuella in pol vi pro- mellino non impaeeiarsi pi di faeli di uorchian e lolasseranno Hyliare ad res senta loro contraditione. Questo odendo li Vilerbes ad alcunt piacque et ad alcuni non piac-que ma sumo certi ali ioche comines no addire vorgognant dicto abale et menarii nanti una meretrice. Percia qualmsa ribal vedendos cosi villaneggiar irato si lorno ad linomani, et i Romani si irarn assa contra Vile est, et a dissent via et sera gran guerra instem piolando assai personea una parte et inaltra. Anno domini m. .i li Romani et Vilerbes sero pace in- sieme per te mani de conis Ranucci collatore et lassamoli primoni 'uno et alim. dicis conte Ranuccio su et primo, cho ordinasse in Vilecto et grano, che si vendi , cio che lasse rasa latifura concla rasoto.

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o Pietro di Polo con molli Vilerbes roppem Ii Cornelanisopra Montallo et pigliarne gran quantita.

Anno domini m.ce. iiii Forleguerra se ballagii colla compagnia di cento presso la torre chinmala Prelavonna. Anno domini m.co.V la grandilia di Vilerbo ci ci cili dini maturi si ribellarii contra et comun et vennem armali in fina a in pinget di sancio Silvestro. Pol surn pacificali per mego dei iudico de comuno. Anno domini in .ce.vi si lacla pia22 nova, che prima sochiamav le Carbonale e su facta a sontana de Separi esu facta in sontana di pia gga nova. Din quello anno vemein Vilerbo papa Innocentio, e sulli laclo grandissimo honore.

Dil dicto papa congrego gran quantita di cili adinc Vilerbesidonim la chies di sancto Lorenet e disse: O homine di Viterbo is non tene mai piti ad roi macio ri do per c stylio, che piu non ne diale di chierica rasa, come harest faelo di me. volse cho molli notarii ne sussero rogali et Vilerbesi chi ne pigit sospecta e chi non se ne curo. Anno domini m.ce.vii li Romani se pusero in assedio ad

Toschanella e richiesero li Vilerbes in alui per posse lapigliare ad radimenta et ii Vilerbesi acorgendos dei tradimen in lornariis ad casa sani et salvi.

Anno domini m.cc.viii et castello di sancto Angelo dissi-lorho su uasis a Vilerbes et in quollo loco su laclo uno palaeteto delli Alamanni. Anno domini m. cc.viiii. nella esta di sanis Maria sepl. 8luna rigata di giovani Vilerbes havivano facis una compagnia e chia mavasi la compagnia della Gioia semo Ia eslader arbore ella fortuna ella plagga di sanio Silvestro Elii dicto papa Innocentio et sequente di sepl. 9 se parti da Vilorho ei ando ad Roma per la venula di cis di Sansogna, et quale clo su incoronato imperatore da dicto papa. Et in uel tempora Greci opper guerra conci Latini eloisorii Constantinopoli, he era de dicis imperatore inlo. n Iste terre intorno, e ne su satio imperatore Filippo conte di Fiandra, che era inimico det imperatore clo. sentendo et dictis clesia mulatione di Constantinopoli si ando

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Constantinopia concire milia cavalli e do milia sani ad pio. Et in piceolo tempo et dicto Vilerbo piglio Octo imperatore oruppe te genis suo e presentandolo prigioni nanti a conloPilippo. Ierno pace instem e rimnsrmo rimperio di tan- flantinopoli a dicis Filippo o tornossine et dicis clo in Puglin. Pol si ossem do gran amni di Turchia unochiamalo et gran Caraman railro et gran Carmian et mossem guerra contra Greci e contra rimperadore di Constantinopoli Percia qua cosa Vilerbo si ando adosso e lo genio suo e ruppoliis occisone assai. Onde imperatore liuoso grande amore e donolli per Oglie una sua gliola, che piunonis aveva Ddopo in morte de dicto imperatare su electo imperatore et dicto Vilerbo chlamato in Latino Vetus rerbum in Greco et chlamavano alioloco, cho lanis viene addiro Paloloco, quanto in Latino vetus verbum. cusi di tui sonno disces ratae imperatari di Constantinopoli chlamati dolia casa

alla illa di Viler questo se per o sdegno, che piglio Ilante dicto capilano ad Costantinopoli. Vedendo li Viler-besi si lacla cosa, si rinsonam contra et dicis imperator eserno et muro di pingga nova in fine sanci Chiment socine caste di orculo, e continuamento scivnn suore ad guerreginare con te genis de Io imperadore. Et in spatio dimias dicio imperatore vedendo non possere havere Vilectoando campigiando a contrad in contrada linuasis tulit libene cho erano di foro nil dicta illa di Vilorbo dii soparuis ando in assedio admoecha Allia noli monti di Vilerbo in poche dira piglio. Pol posea assedi ad Mugnano osimit mente et pigho. E con queste victori seis' ando ad Monte Fiascone se continua guerra ad Vilerbo Lisilerbesi seis' andaro ad dare in balinglia admoecha Allia et pigliaria per larga e piglinrno assa di quelli de to imperatore. Per in quo cosa imperatore con te genti suo ando ad Boccha

Allia per pigliari li Vilerbes e su facta una gran balinglia

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laso intra loro per modo checlo imperatore se pars senZa Dadamare nient B. et torno ad Monte lascone et mando logenti suo ad Mugnano e ad Vetralia et alla Roccha delVecci et sacevan guerra a Vilecto Li Vilectes andreno alia mecha dei Vereia e ruppem te genu deci imperatore opigliam Ia dicis mccha. Pol se ossero con tuu et lorossore e andaro ad Monte Fiascon e allo imperatore viis caceiam ii inimici et cacciarii per larga denim I mria. Anno domini m.-x.i su grande mortalila et i iter siandam contra la diis e loro si rendero ad Vilectes o Huram sedella; et hegu, cheis' era sint signore, si leva asemata mano e pigii la torre e lui ecli glios o generi s liparenti di Retro di Nicola sene andam admispampani Dinque anno li Vilerbes armata manu opper e distrassem et marchese, cheira sint mandato dat re Federico, et cacciario damonis Fiascone in sino ad Callano. Anno domini m. cc.x.iii ii discanes pigitur do Ulorbesie feriri sconclamente e cus seriticii mandaro ad iter . Per la qua cosa li Vilectes tulti si mossem ad arme et andam contra Toscanella e pigliam grandissima quantita diprigioni et tuli li menam legati alle cod di castrone chel'avivano tolli di preda, o molli ne ferirno, quando glie pioiam. Anno domini m. ccxiiii Gunis figli di Guillo saceva granguere alli Vilerbesi per checli ha vivano moris e padre e

valcava per alvena et per nitro contrade. Anno domini m. cc.X. V. su facis e muro sopracla porta dibuove et i circulis et e plano di sancto Fustino, cho erahabitato da molli Ferentesi. in quel anno andam Ii iter-hesi per pigilare Bisengo. loro mandaro nerui inhelani odeclersi a loro. Percia qua cosa li Vilectes tornam ad

casa senga posseris havere Ponti Vilerbes andam contra 0 palim e pi iam Gio uno Soprano. Anno domini m. .X. vi si laclo urn ii consoliis 'l ignoso per Adlibrandino Galileo, che la balio de comuno di Vilecto. Anno domini m.-x.vii uno bono homo disitecto volevaandare ad Hierusalem oltra mare et hebbe in vision la novisinanti, como ovesse cavare presso et agno de Iairolla et che devia trovare unara thesoro Lariunt visione no-

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e con a processione e cavam in que loco tramvarnola ua calda assa virtuosa alia quale puser nome racquadella Crociata. Anno domini m. .X. viii. si levo Giovanni di Cocci contrali consoliis su ira loro gran balinglia. In sino et dicis Ioannos' arendo e su minandamento di consoli. 4 consoli di quel anno sumno oriando di Piere di Alexandro e Ugolino Bummgnione, Aconcio di avente claramando. Anno domini m.cc.X.viiii quelli di casa di Brecinni di i-iecto andam e serim Ioanni di ciccio nenii la casa sua. Per Io qua seriis su gran balinglia in Vilerbo e morirce assai homini. Et in quel anno nov. 5 li Christiani pioiamo Damiala presso alaesim dilabella. Anno domini m.cc.XX su potesta et Mosco di Florenna olpiglio se dessa paris di Breelon e sei alia parto desti selidi Ioanni ciccio et mandossi confinali a Florenga. Et in quela ocli Vilerbes comprarno incesse. Di quel anno su in- coronat in Roma ederico secondo nov. 22J. Anno domini m.- .i li Romani posero rosi ad Vilorhoo allogiaro assi palaggi pol vennem ad comballere Ia porta di sanis Lucia et in Fabule e sumo acciali, ornam ad Roma e si per incelle. O li Vilectes andarno in assedion Cornet e seroti anno assai. Pol si osse a nocte dol

Nicola et ii ignos et Ranuccio con certi Vilectes e pigEnm Rispampani, e pigliarno Pietro di Nicolo cho, era si gnore e gillario ne poggo accio che si ce morisse. Pol dolsuo amici, uno chlamata Mnardo altro chlamat Palom-becis, o di nocte tempo andurno a Rispampani col collello olant cavam te petat Rispampani, che glansero a poggos cavario suore et dicio Retro sienario ad Toscanella. Anno domini m.cc. .ii li Romani assediarno Iabocchade sancio Pietro in Resta. Onde I imperatore Federim ii. pregarie de papa mando cinque cento' cavalli in favore di Vilectes socio conducta de conle Gogalino. Et de mese

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l222 di mago si morio Ranieri Gheteto a figliolo di Ioanno Cocco e li Brelloni di Vitecto Hrno ad Monte Ardilo conlodi Rispampani e in parte dedi figli di Ioanne Core si levarao contra et podesta di Vilecto e serno gran balinglia et elis

desis si ne sugi Pol li Romani andarn ad succurrem ms-pampani e cacciaria li Bretinni dimonio Ardiis. Mais lodi sancto Martino nov. 11 Pietro di imio lolse Rispana-pani ne quale ravam et ignos o Ioanne di Coc - ω- dici con loro e lullidi serirno Pedi Brettoni scarcarno Ia torre grande di Ioanne di taceo, che flava nessa casa sua. In quel anno iovve ne terreno di iter ter tuus in terra aqua

roscia miraculosamenis.

Anno domini m. . .iti su facis gran balinglia nella chiesad sancta Sixiora succi morio GisDed e grande pugna per Vilorbo ora Brettoni perdiro la torre Prete , a quale era ad canto a muro di sancto Antonio. Et quello anno su et diluvio ad Sonsa et adlagho lulis et borgo di sancis Lucae atago molli persone e lada vigilia di sancta Maria dagosto

Anno domini m.ce. .nii li Νarges assediurno Casligitonoe perdieronc e mangano e sumo cacciali E in ques anno et polosi se ornare in Vitecto icola di Ioanne di Cocco sello pacificare condi Brolloni La qua pace non duro troppo. Et declo imi riceppe dinari da Romani e redifico laci resua e posset nome Damiala e donolla ni populo di Roma e poseisella pariete et titulo S. P. 0. R. e non volse dicto Νicola enlrare per latoris maius te scale at muro di essa.

o hobbero con loro luti l cavalieri di Roma et oicenio valleri Senesi. Et in queli anno li Vilerbes mandareo dodici ambascialor allo imperadoresederim in iambardia. Erano in Vilorho circa lx milia persone intra grandiis pie- coli oracli quali erano xviii milia da disendere loro personeo circa xx milia. Anno domini m.cc.xx.vii Nicola di Ianno di Coccho colsu Dalello Ranucci o altricior compagni armas andareo ad casa di sellando di Pielm 'Alexandro e con uno mitello I serim nella pol e serimo Ghegone di Sperante Wallora

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su facta gran balinglia ira r una purae ea alira per te lorre 1227 per terra e per te torro sucivano concinniunganelli e sune mese di genam. Pol ne mes di labrat lo venardi dicaraevale seb. 19 li Brettoni deciem la ballaglia alla torredi Bariolome di Panga, chiamula Becchaia, eii iam la dicta torre. ι iccola di Coccho viddo non posse risiuro contrali Brettoni di nocte lenita lasso la torre e la casa sua e fugico figliolo e col Datello suo Ranuchio erandossine ad Vi- torchiano. Et sequente di che su et sabbato, a mallina liBrelloni andam ad comballe la dicta lorre, e non rovando imppo dises tu pigliamo e miser rhomini a scarcaria. Per In qua cosa Nicola havendolo senilis, restamenis se ne ando ad Roma, voci su sucis gran honore; et declarii denari assai. uidisse ulli Romani, mino Ia loro torre di Damiata si scarchava et ii Romani mandaro imbasciatori ad Vilerbo che non douessero scarcaro luriore loro et si Vi te est sentiti si imbasciatori appresciam di scarcare Ia dicta

torre di Damiata e scarcarno torre Beccata e uti ultra torrechiamata la Spagnota. Et in que anno sanis Francesco passo

di questa presente viis si 1226 oct. I.

Anno domini m.cc.xx.viii. li Romani posero assedi ad Monisterio con trabocchi e bombardi manganelli e stando I rhebbo per pacti Barbarano. ra in Barbaran uno castellano Viiurbes chlamalo esse Restando di tetro di Alexandro con trecento satili Vile est e ricuperaro in una alta torre facta di legitume, che soporchiava te mura e continuamente guerrigiava et castello con balestri e altri inge i. i ta nocte misero suoco alla dicta torre, e arsero tu torre uno traboccho grande e pol tornarno ad Vilecto, e dicti Romani giurarno di non partirse, che prima non havessero Munisterio. in Ogni modo si partirno et tertio diis di mili octo di veniter contra Viterbo, e serno balinglia ne pianodi ornatori di domenicha, e sum morti di Romani tre ca-valieri. a sequente maluna li Romani tornam ad Roma ein que tempo li Vilerbesi compararno lante balestra grandi, che costam cenio marchita argento. et dicto anno si Romani tornarii in assedi ad Vileri, o mandaro uno messo ad Vite est, che ovessero risur il anno che havivano sacto ad Νicola Cocm o si Vilerbesi se ne sero bella. loro

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l228 guaslum molle igne di suore, e stelloro in campo dodiridi dii se 'andam ad Rispampani e promisero ad quellidella terra, che, si ii votivano dare Pietro di i colo si dariano tro milia libre mi tradiiuri pigliam et dicto Retro in sieme oon o castello lo declero ad Romani scii Romani nona volsero dare niente. Nel dicis anno li Vilerbosi distrussero Viglianello e Ramiano Ne dicio anno li Vile best vivalearno in quello di Corneis, e menarii grandissima pred di animul e di priscione e passam per uello di 'oscanella Liaos nesiisse sero contra ad Vilorbesi e semo balinglia insieme, o surno pigliati di discanes e morti ne assai, e menam ad Viterbo assa prigioni. et dicto annoli Sutrini cursero in uel di Vilerbo, sciolsero molli porce uno sabais di quaresima, e menarii ad Sutro Li Vileri sitrassero di retro a loro in sino ad Sulm. Et senatore di Roma con gran populo e pretiam consilectes i-gliam dodici cavalieri e menarii rigione ad Roma elenerit inque anni in canspors. Anno domini m.cc xx.viiii sulassedio di Romani ad Alleto e per dises di Vilerbosi non to posserito havere. Per in qua cosa furno lacu esenli', o chlaniavansiui Franchi d Allelo. Anno domini m.cc xxx li Vilerbes andarno ad ostendere in quello di Corneto, e serii balinglia ne ponte di sani Li- lardo, e sumo sconficie li Cornelani, e menam assa prigioni, recorno et consalone di Corneto e appicario nessa chiesadi sancto Loroneto. et dicto anno li Vilectes andam ad offendere riscanella, e cursem in sine aria porta, e lolserole chia vi delia dicta porta, o pigliarii et consaloniere miconsalone in mano, e menarii molli primoni erae chiave adlacearn alla torro di Golino Burgugnone e i consalone appicarno nessa dicta chies di sancis Lorenm la qua porta di os nessa si chlamav la porta dialetro di Polo. Anno domini m.cc.xxx.i li Vilerbesi andam ad offendere 0rle, e pigliam gran quantita di priscion e bestiami. E me- nando la dicis proda verso la penna in uno passo clivo sumo adfallaticli Vilerbes da Orbelani, e bisognolli per larga lassare ii prigioni ecla preda, e sugim via verso Vilerbo. Anno domini m.cc. X.ii se partirno da Vilecto do cento homine intra a cavasso maiiedi et andarno ad pigitare Viinr-

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nocte et una delle gua te se ne accorse, e levo et romore

sugi Noeni Vilerbes randam dirieis, et alcuni andarito alia iuria e Moeni alia torre dei assem, e piglivo Ia dicta turre e mandareo adsilerbo per i gente. uulti cursem grandi e piceolini, e su pigliato Vilorchiano e messo ad sac-

mando e scareolo tutio. Da quelle sumo date cinque cenis libro dat comuno. Anno domini m.co. x.iii li Romani secero pace consite est per eget di papa Gregorio nono e su scarcalo et Munisterio e literi Ut pectorale elle mura de plano di Scarlano di commandamento de papa in servilio di Romani. tomarno in Vilecto ii tali di Ianni Cocto e risece la sua torre delli denari det papa, chocli resece et suo danno rice-pulo. Et dicto papa canoniggo et corpo di sayiclo Domenico 12344ul. 3J. ili Romani di nuovo redificarnosilorchiano. Anno domini m. . x.iiii li Romani misero ii termini intra it linimento di Vilerbo et Rispampani o molli confini ulli castelli in lorno. o si molacia guerra ira et papa et ii Romani. I papa flava in Riel et Vilerbo di commandamento delpupa oppe guerra Romani. Et papa se venire lo imperatore Federim, che flava in iambardia ; et venit ad vitecto aug. et pose campo ad Rispampani instem consi-lerbesi e se cascare molle ripe eoo se partiro sepl. elandorne in Sicilia, e i papa antenne a guerra con Gu-glielmo ad Rispampani. Anno domini m.-xxxv. Guglielmo di Foelino Minardo che era per imperatore a campo ad Rispampani, ando ad Vedere, e edendo, he non si poleva pigliare per larga, si parti, ando via Li Romani vennero admispampani e stellerou di. Pol vennero contra Vilerbes o alloggiar appressola Cava della Sala o a ponis di Gorga. t li Vilectes dinovo caream la torre di Ranieri di Ianni di cico cios Damiala et un' ultra torre che flava deriel assa chies disan Salvatore, et un'altra torre che se chiamuva Beceis, appresso a casa di messe Valentino era di Bartholomeo

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