Cl. Petri Antonii Michelii Catalogus plantarum Horti Caesari Florentini opus postumum iussu Societatis botanicae editum, continuatum, et ipsius horti historia locupletatum ab Io. Targionio Tozzettio ..

발행: 1748년

분량: 303페이지

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분류: 식물학

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ebe per merxo di esse avno gli uomiat oppres 'arte non sis mente a intendere mauu molli casi ancora iubeto res moti occulti cis fauno dentro la nostra atmosfera Ches au atisma alcave pocis sciolte e nuove cognietioni, oniunga quellacte pro cavo se diverse ferie di esse inhumerabili e comesse- Hevaet di pii ferali flabilite ovis resultano se varie parti deca ca, Miserum edere che nulla fors su tanto meritare lapublica gratitassiae quaat i promovere e coctivare se fienete naturali. II be facendos verumgono per necessita a renis is muni se matematiche, la ecanica I astronomia, Pistoria naturale . I lanatomia, e la chimica, e molli liri lectissimi di necta non curaneta de quali prino mente cox e barbarie desie naetioni.ia a contrario oves tum di queste frienete disce ora voegii artini, quivi necessario e che oravi abbonisveta lamag ceneta es eradito Iusto e che vi Herein se riccbegredi tuitigii altri beni prouucitrici I parto de maestri principas de 'arti pili iv nos, non auia fervi covdietione de faba erat Lissimi operarii, i quali dovendo fem re eie-camente astrui ubisidire, O supraltata ignoraneta, come o Ieru lenia amente Omero, e a loro dono dirutove.m se ali ecce ena di tuit 'arti contribuistono stri ripalmense se cognietiori naturali, come vecta ostratou es Hengaria questi ultimi freti, O medicina che tracte arti liene seneta contrasci primo lueto deis auinameate a questa

forta di studi quella chiarissima luce necta quale ella Furova

a presente collocata, nulla valeia in contrarios meruis dique cis par medici ono e che tallo glorno introducono nusamve de miseri mortali tante vanissime materie, non solo sexta apere quali mutarioni esse Abbaxo subire edo qualitermini pervellire ne lango e da lor non intes vianio dei

canali de corpo amano, masset avrest gemmeno mai ve

date ne letiane la minima deserisione negli florici naturali, non cistana agatae laballira colle proprie, recte.

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rali votiri pervengono come Rome impossibile suo alle memide grandi, a quali a fortuna suo porre in ano i governo a popoli, e manifesto cte ei sanno actora molt m hostiudicare della publica felicita ed opuleneta, e stabilire i meetiadi manteveru'erario est commercio, ei .no per se medem ibi comodament fare se prudenti observasioni ne loro viani, e dirigere con maniore applausos loro magnifreneta, mendendos cos cia a Diaeta e acta nota, per egetodella rara e sommamente stimabile arte de godere. Ne sacer godimento a cano par che esse vi possa per chi e privo de bene dis ne rato eio de a Deo a di conoscere utero. E per eua verita e V surdita di qualunque, a prompostas conosce alia coerenuis contradietione colle precedenti certe e cure notitie, ne nulla vi e di iuuerto tragii uomini deli viperisveta e manifesto cle est idoneo a discurire se

fallacis astrui e percio eno sonetto au'inganno elati errore chisuque di auior numero di perimentali verita e fornito, e questi ferae si si dera astri esse non pu che Pin- gegum naturalista suindi e che tu que e narioni ob pi scama est negleua a natura sapieneta, quivi piis frequenti a incontravo anco a questo lucidissimo secato gli emi di quelle vergagnos e venturate illusiovi si pro r

sole non solamente ne pictato e stolido volgo, metrata nobili ancora, a vanita de cabalisti, de Castrologi, deglia bimissi, de cavat ori de clariatavi, e se altri visono

simili perniciosi impotiori .

Meno annosa e per si piu a non per saeta qua be vergeta e seneta biosimo a semplicita di coloro cis plenid errori popolari do sede a tui te se avole di euitabo danos libri de Flosos plebei, si ad UU ora propongono essem rimenti che non succedono, de qua visio in irati sono molli istorici, oratori e poeti per altro assa riguardevoli, ei tamen liber ne suo coloro che qualch perieti anno de a

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vera naturali istoria, e deca perimen esses a Delia qua aures bisagacessere assatio privo per lasciar vi cere dare ivanueves discorsae auua tanto pia peruolosi quanto et o propagati con qua be apparenetata iv eo edi Attrina che pavono negli aximi de giovani femi di

inprata perali ad pia belli.

Creda pure altri cis inutu suo stadio de Greco voleredera gia i dotio naturalis ii quali non solamente vectile quasi tutii Laomi cheri adoprano nem sciens ancora modernamente impo sono di quella lingua, a se ibi a corto che dati matta e critica late uenia de passi, cui cleri incontraecae , antichi observatori che Greci fur is, imaue belli me notitae deli uso, astune materie cisca flate coperie a Colonna dat Salmasio, da Raiore daalcuui altri e molle ancora vi reflan a schiari , saxast qualis verebia tradietione ellistoria naturale di que papplo glorioso e F grande arebbe flata interrotta. E come non potremaravulia ut co perimentatorecte ua miliatos esse precicata inutile, ahunt de no-Fri creduli sapienti abbi avulo ranalis, quale e a U-

ve auri cui melodi anno prodest i moraviguo progressche Pela nostra ba fati neu malemaiicbe bella scasvra Ie antichelia astri studi puris sono si tanto evo meritabano essere vilipes quanto plusvevano contribuit alia fama eri fortuna iubilati depresse, e per esse eglivo diretti alla conservasione Asia sanita proluvamento iacta vita principis fondamento deurumana felicita. Io intexis A quegli di si rasitvisono la medicina, la quale non posso di v-lare che tra di no rurae non putato ostrauio dinum parsatra molti ixere alii della sua escacia Noviso io qui ri- cercare trigine di questa opinione poteta ecta fors non essere altro vella nostra citia di par re avida, come asserue

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uisistro istorico, ebe una mera repetietione deI particolar, rere uni plegato eo fastora in gno e di lettura contra quecta a loro a nota pro Fo . Sarebis facile u Amostrare se loro fallaci se re osse opportuao Miche ferrisio castrem e urbarum di ques arte tra numeros popolo e principalmente ne pia insigni pedali P apertur frequente de cadaveri se signinioni automicis e ficia, a lettura de libri antichi e moderni, e se scienete de moto, sannocto carbo mavo la verita di queste due propositioni La prima fereti visa altane infermith diuor natura incurabili, tacui per P acraeter a primo loro apparire e essetio de asomma euellexeta ne arte Laseranda si molle attre infe mita posono si scuro metia curam, e ne erae oblandonate a natura cors seneta vera diseret alato viscox per lepi nec mortes passae in astre penioris incarabili. quem errone incredulita dem e caesa deca med

quest arte bisogna,inanxiare a pensero di mantenere non

si di porre in tu florido flato te parti tuit deca Ha dri

complesso desie quali resulta, pretio de medici non volgari. Io non nego che in ossano essere e maiematici est Aguifeneta esser medici, mare noto attres si Doraua muto manior parte di siro, qualuaque ne a sata lauagione, o medici furono, de tuito os parte o essere se voletiano. A foli naturali Munque appartime come esseti de lormetori di adiare e de a multiplice lar cogntiaoneri possedere que a principa parte dem mana sapiens si consistenetresfer nivosae errori, evitando non se mente la troppofacili credulita, aua non men errone trono ruros di deneta de nostri sensi, delia nostra rogione Nesembra esserpultimo tra vantaui che la sciens naturale puc portarea nostro vegno, quella rara e perci stimabiti a uni

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ne deue eriticheis esse scientsche doctrine polebe non solo ioeredo che gliripuit che molli di vo fate con tanta side into a alia nostra volgare eloquenia, deIla quale omis niu po- polo Italico vi contracta impero non posano ricevere a uno

tranio alle Abe ruerche, a sono, atto persuaso cheelle vi aranno materia onde conglugnere ave secte parolei profandi pejeri, ed tu rare a vostra Greca e Latina erudietione colle belli me moderne coperte ressime avendo Pesperieneta mostrato che non e impossibile in quest secolo cosa Moviantes aluti per via soria di studio I trapassare itrono angusti con i ne quali erano tenui per P a tetro molli de grandi vegni, cise nem infavetia de solo volgare de Latino scolastico e ne pacti rammenti dere antica sicaonis e composta Ia non tu tanto celebrata Flos a d Epicaro. di cui novis gran temo che alcani erano iam fastos e perbnon farebbe vanitari credere eis duo tanti progressi ellevari scienae potesse omis fars que fortunato innest a' et gante scondia colla sublime sapienna a quale par che in arvo o iraserata vasti mirae tem loro e per altro som-mamente Amabili vegni, Ariuotele, e di Natone. Ma per e non basia a render Puom felice latibi rexet de fune rato sensa a bonta e pace de cvore conviene considerare alguanto se anco per questo bene averso avo quastis efficacia te naturali cognitioni Bene tanto stimabilecte ad esse solo parisbe sieno state sempre irrates mire de pi favi si usi di iuuita scoli erat tuti te qaioni.Poiche non per altro che per ottenere a tranquillita dejanimo che e Piltimo copo de a morale Flos a tanto si appli-e ovo alia sica gli antichissimi sapienti eouocando graa parte delia felicita necto surire Ie vere regioni deuectos. Ecertamente Pindagare quali sieno i Iegami che lev-goa i gravia mi cor Megii astri empreta regolari distavae e in moto uniforme per immenso universo ed illaedere chelao astra cla foret si producere operariori deID A

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delia materia spraua terra deve rapi Planiam deuo Apellatore naturalista Cana tranquilli ima e MDuevole coatemplarime delia serie covxessa eo ordinata se cogiox subalterne, ed in uua quieta ammiragione de umta e semplicita Asia rugire somma e primaria, Ia quales perci. allabostra manior musa chlamata que panto desquale dipendeta ciet e tuita a natura . Onde ne dispiaee doli eventi nulla pa mai tanto factimente domareta cupremnano come disse divinamente Omero quanto a considera-xione de a necesta, cire de a dependensa, si esseni aceloro regioni. vivaei e che ibaturalisti per quella loro innocente abitudine a Cervare inradere se proprieta de eis e sensa detestarie quando elle rimcavo incomode sono perci. atri di tuiti gli uomini a Afris paciscamente astrui odio I ira, invidia, labanagloria e se attre M ovi chetas chlamaasi vivumana natura ove a contrario coloracteri genio perimentale nox annos delia naim, flos a fovea ait ignoranti, i movis Hemimo di satire e di quem rete e colle loro chimericis imaginarioni non 'altro pamiano si di formare si republiche, e togliendo gli abasciae mutando i sensi, gli asseti credon che ridariotrebboragii uomini a seco oro.m considerando che innumerabili libri suo flati cruri 'Flos per meliorare i costumi tali vomini inutiisente , credo che meriti la vostra deliberariones pensare se non fomes mulio che votis propongiuate ux contrario vano, que famoso di Socrate e che tentiate di Heredurre la Hos FGgli omini a cieto, re e la sua sede pi gloriosa Certo eda Foria si altari di quellasivolas ora moderati furanacis glanser P ad occuparua tirannide de euor patrie e se esse non si vetita trono timidi amici e vero, negare vostflboira si per coxtentare a mente mana a furan f clituite ac ruerile edisservarioni, Ana agora edi Talete

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le faxiasme ed i soluti di cui son plene se focratisse carte, e te tanto famose icte colle qualis confundono alcani mal mente usos imitando Pombre come cosa Ida. Se unque victu essere beatitudine ira mortali etiadeve principalmente confistere ne Ialaxiete e perferuone deIevore e dem intellitto, Ia quale non pu. nascere se non dis cognietione deue verita naturali. De a curiosi deue qualie deue fruarioni necessarie per acquistari non Avete volvergetnarvi efendo nobili e grandi, oube uspere nox aDtro essendo chesina potennas producendo autorith, non pubse non accresce ne popolo I essequio e P ammiragione verso vo che eri soli bene reale deua nobilia e sera grandegeta. Neis importi a non raraneta che astunis astre me esse dolii Amostrano deue cogmaroni natarati P lino ex

Fano stnia godete internamente de paragone, e rammentatevi

siuit actu sempi, Ah andro che tans oro pro se per Pistoria degli animali, di Mitridate che tante eruperienete fece de Dumei a quali tanti bei libri, Ii antichi naturassi furano dedicati, e appressori Romani vo bens et diquali caste erano quei cis crimere dem agricoltura, segrandi caricheis la confringa de principitabe ebbe Plinio, per non di nulla di quem Iuba Re ili Numidia che vini econisito a Cesare a Roma negli studi naturali pos tran- qui amente Ia sua amem fortuna, i quali studi non panto gli acquero per gua agnam itfavore, A gusto e per u cor amente Astenere e tramettere anc a 'livolo a sua

condietione recte.

Nasen a cercare te antiche memoris, non ba fors DT cana ventori uisurano avo paterno de felicemente reis grumani GIOUANGAS NED Iese delitae degli studiis turali Vonde tanta fama ve venae a questa citia per se grandiscoperte Dite cossi a pici Enon fors fames per milessc osca magniscens anco avo suo materno Gostone di Francia Aulii in vo ait collosciat e conversatos Caute Loreneto Maga

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Magalotti, e Perudita sua delicategeta, e I vastata tirixa anno ammirata, i cui spere neue pia recondite, pia minute particolarita demissoria vaturale anco deli indie e deIPA-rica nou parisbe punt diminuige ii pretio de 'alire grandi eraresve qualita Ne debboso tacere delfexato Filippo G narroti uno certamevte de mauiori vomini che prodesto ab-hia uiso tiro Mese, laevi perdita fatia, nonda muto, fu deis plorabile a tuti per a sapisneta e probita sua volare, maprincipalmente alia Societa nostra delia quale eis uvo ABndatoriis persa quale mostrava gravissimo etesi approbando volt ille ero che viae actora da alcuni di vis formatos era diuomprendem ne vostri studi nox solo se botanica mature la sica mi vi ricorderet quanto egu era e perito edamante deua naturale istoria e quanto adice ne giudicare demastrui botes e dei acconti, ne voti credere a qualitrovo buonamente confissono come disse oves inera i Dud menti e , articoli des sapiensa la qualisia respera amenetione di si grand uom istam che insem Fata tenue monumento delia mi privata veneraetione de suo merito, ede a nostra amicinia, e servam ae autorita per pravare chelo studio desie res naturali non discorumuleae ne acta nobile condietione ne alti occuparioni de governo pu uvir ad una vastissima erudietione eo istoria elae antiquariaua quali Unuas che ei possedera sona Un auro more D. Tra viventi pol se usolo semio di molli di voLm, desimi non bastasse, che adores elle dignita pia illustri non avete adegnato per questo Peflere ascritii ne a nostra societh, ios rei segliere trabiura gai personare deo Europa alcani nomi famos non meno per P arti de governo edella guerra che per P istoria e flos a naturaD ch et nos

solo mimo ma interamente possenono.

Dietro, Abella scorta applicando votis nobili, vim tuos ascohator i vestri sensiti' vostro Mellitio alli Iudio deue cos naturali, e congiagnendo it sagace esolido rvi

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M LXXXIIIa

namento de Galileo, de Torricem, de Neuton alla EDgeneta e facilita maestos e ivgenuo candore de Maostiae de Redi vo potret molio giovare a voi medes iis aurai colle, rescoperte, se quali purile se vere non, anno maitieriti di buone cons uenete, e polretes em 'Quando in vot a Flos ea curiosita molio accrescere, vostri distiti, e piuile con quasinque altro Iudio contribuire alia tranquiloth de animo vosbo, edocta perseetione de vostro sapere, e costpotrete pia odere desie vostre riccbeare. Occupataone non solo innocente ma gloriosa e che vi rendera imitatori deglieres a illustri. A questo cori nobile scopo non era a possibile di pervenire attramente cis prendendo larea rosa ris lusione che ora si vi vera proni ad Uequire cloe di far H- foetere nec noti, citia, una conversaetione fossica data cune seni diretia. Sesa famosa accademia de tamento

fossi mantevum, eua successione di que gra'di ivtant chel fasiron nox si e interrorea voi non avreste Avulo avere it pensero di forma queste leni. Masouiueri nons per qua fato quella gloriosa adunavet D poco durevolebenthe coli operato da ui in pubi avulsis acquistat fama immorarie, temporer oma ches gentili Diriti vostri punii istis eri delia sede e dati amore de a verita, non ius contentusero deua sola botavica magiacche per se studio diessa voi vi travavate uniti inin corpo illaecilio nome dis eieta botanica eo prudente modestia ritenendo, ne questo diotatilissimo per abbandonando. molt opportDamente Deterea e sese vostre intenetioni a tuita a naturale istoria Catuite se parti della sca fouetto molto tu confacevole olla varieta det ingegni e perua multiplicita desie ossemaxionim to ancora piu utile. I per dir vero negar non riglio che anco in solitario

seudioso castuno diventor grammos ob far di belle e

importanti scoperte mas viperienetacta mostrato ebe adve-

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es LXXXIII

bifora i lento cars di molli scolicove a coxtrario P abilita coagiant di molli e dirette ad aes me fimo scopo per volt anno in men di cent anni o re uni parvove mu tiplicare se nolitae siextische e ravduta con mirabile pro teget O natur mos est questo preset floriat imo stato. Mater e P umento de sapere neu intellitio .i p. hi privati non contribuisse tanto a publico bene quanto i ren

der comuni a tutio u popolo se possibi fas te palpabili

verita, non altro che male potendo nascere ducta asia cisae errore, ardisco Ferire beta estimo modo di pargerie regnietioni naturali, macile se attre aecademi che a renon questa citia sono ad altro scopo irrete Fauo stabilire una societa come questa vostra che con generosa accoglieneta ammmetteratam petracolo deue sue ostensioni Uni diletiante delvero De qua vero essendo ivvincibili la formis attrat-titia sucis animi mani mi giovari presagire che tuti vidam sede per quest e vitavera gratitudine. Ne sembra egere questa vostra aeva molio discite imprespoiciae non vi mancano, rudentissime leui se quali avete glafarae, ne mauca a queste leui 'cutorita essendo esseno me promte di comune Muro consens, e sperandos in ecte fie-aeo per essere confermate e proterae da nos rea svranocte . Uni autorita vi igni impero e appresso di xo privcipia euagione Spoicia ferendo 'ing nosa, essione di Demo' flene a tuti lectos vi magnano denari, godendo lasciet va

eguameuto da ouem' per mantenere tigiardino, non e immpossibile che mequendoue disso ioni intorno aut faue e peria prudenia e integrita di chi Pamministra, et obbia da suo proprio erariolande freni talora a qua be viperiens da farsi Ebencheu privata contribunione de ocii per dis sione deces re leui debba essere,fatio poetanea, non de per crede labe molli di loro che riuia Deo vectacti progresso edi bisuno de apstri ad non eae per benignamente prom

movergit. . .

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