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le torie Florentino dimichesi Bruto si sarebber rimaste, siccome erano, OnOSClute da OchiSSimi, se a sollecita cura di omini deli patri memori studiosi non avesse Olut Oche osse trat te a n linguaggi oggidi per mala Ventura
non molt accello, e recate OSSer Bella nostra materna sa-
Vella. Λ quest opera che prima ripula facile e pol mi ius id molta salica, io detii man volentieri is percho me la On- sigilavari amor dei luogo nativo, e percho iam porgeva l 'Opportunith di sporre lamia Sentenga intorno a certi satti cheii Bruto, eguitato da pili 'uno degli storici ventiti opo,
non rae Onta Con tuti a Verith, O giudica sinistramente. erit quai ultimo mi intendimento credo OnVenga reporrea questo mi lavor qualch breve consideragione lo ches aro, prima ponendo candidamente uel ch io sento della natura e de merit di queSte torie e poscia Oche parole ali opera mi riserbando.
Chi si osse Gio Michel Bruto, e che cos si Sappia dilui, non ora' uopo che ioci dica: cho non pol rei aggiungernulla a io che ne riporterem narrato dat Maggucchelli, eicio che Dea scritto ii Ch. ros Sebastiano Clampi: 'unode' quali rauno uel che poto saperne in Italia; 'altro accolse industriosamente noti pie di gran momento in paeSi Stra-nieri ove it Bruto iungamente teneva tanga, ni CS R Ondicargi opere d'assai pregio e reco molia luce netia Sila Vit3. Fra te memori che ci soli rimaste di tui, a iubilevanto
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per il nostro scopo ira che scriVesse delle eos di Fironge in consutagione det GioVio per complacere a sortisciti Florentini; quali in gran numero, roVinata la liberi della patria, e stabilita sermamente la potenZa de' Medici in Cosimo I percolpa degli uomini e de'tempi avean ovillo ricovi arsi in Lione. O che, Vero essendo, ne darebbe di et principio argomento di dubitare ella sedelth dei nostro torico:
PerciOcclid, quantunque Si Vero Ssere stat i Giovi scrittore bugiardo, perch Vendulo per avariZia e per ambigione a Casa Medici tuitavia hi prende a Scrivere per complacere una parte Si melle tu nella necessit che nel-Ι'occasione d'essere torie partigiano Nondimen a me pareche te storie de Bruto non iano avverse a Medici quanto per alcuno ira det to perciocchὐ se Cosimo it ecchio
giudicato in esse con Oxerchia acerbith, se a non si risparinia altero suo figliuolo Lorengo it Magnificora levato a cieto, e apparisce illi chlaro e illi virtuoso si a personaggi di tuti l opera. Ιl percho sono indoli a credere aver molli sentengiat Michel Bruto, non per que che secem per queli che Olea sare, e Op aver letto non lestorie in il proemio, che troppo Violent a parer mi e men
legno della gravita di storico ad esse apponeVa Dal quat proemio o facile indovinare cheis apa Leone X e Papa Clemente VI e illuc Alessandro, e sors anche Osimo ,
t avrebber passata assa male se ii lavor sosse stat condotio at Suo compimento. ercioccho non da credere che 'Autore avesse divisat di terminare in otio libri ii suo ac- conto ma in altri Otto volea narrare come a liberi fiorentina su penta, come si stabiliri trono de'Medici tem Iar-ghissimo, pari a qualunque ne potessero ossi ire e naetionisi famose, connesso mediante necessarii legam con vicende
troppo seconde di mali gravissimi per 'Italia, traitato condiverse assegioni da critiori diversi, pleno in tuti di delittidi agioni magnanime di sciagure. L, casi delia vitam impedirono at Bruto vii esset tuare ii suo disegno, o non gli det ter modo di pubblicare ii rest i