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Is non pos non fare astu mersito
Honor dimitesii, hor hora in fretia Di duo Anima da ioco, e da diletior 6be sent et mmermestio la berretti, Anetsi proprio ne meet de la tetia Darmen etyna agitarda , e grande Bretta. Onde , per cominciaris besia se ii, Si per fir ride moi, come per rarme Di nota chel erue s mi molenta s
ma Democrito fa, per tutio an arme α'ouunquio et ada pur ii occhi Hendendo Venis i lor gesti a pensiero, e se si quali in contemplando it tempo pendo. Ecco in mi passa inania con Q Vise Da se ridere Heraesit , he se re
Di bocca certi denti da cinghiale Rade a barba muniacchi anchora. Peri cos altra poco, nuda male, Ch per lauare i otii e insulata Acconciar bench e ciosccia ancho male.
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Sis en suis parte , es ecco tenem altro uisue , grande , e rosio in guis
Ch'un carro per caua glis conmene.
y mu Hr, chel membruto, e grasso, e bruno Saria uon a porta con gli altri inforta Suo pari Migna, sal, satio, e digiuno:
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osa ch'io iunio non si non plo presso Masu signo, ch'io iὰ mi presi in prii Ne a me , ne a molia lor concessor Ogni in , he ma per qua sentier sis ascinulen che et ad pure a quakbe fine Atquis se iunge , a pes ben L ia. qui partio de s 'a te iumeneu sono contraris, e chesn uanno Oltra tiones ccb' sol Do confineis
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TenchU L notira mente oscuri, sale Attramente ci pars tanto la ista Nel dar opra a des re , e naturale.
Ubi a n, ob mai s es esse puυ non mota Ama te Musis hi per se pales
A la sua Donna tamorose notas Ubi per motirare altrui , quanto cortes D'in regno fise Ciel; hi per scopi ire in ualet erme incapo ei nutre a proprie θes, y se per sacciare si gran martire Del danno , he mise la dura serte, Α' pio desin, leuandomi Pudire: E erce de Signo de talia corto Credo have consiguit si mi de si , E fugato si nemico alter, e forte. bi negare hor potri, homui giunt'io Non si , lauto proposi λα'io non occhi La disignata meta retro i cor mio Tacciansi dunque, e lor partiri Jocchi si renis quei , he diriglion, che'nuano Carco, per dare in brore , is tiri, socchi E po an mente a lor misere in ob Che fors troueranno have la forma, E la oce, non pia , de corpo humano. O quanti si monia hora ha Clion norma Dare a tuitis e purson de la si basia Dico inquanto a maiore9 e pia vi trema.
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Tal co pam cerue poco alto passa Et aquilas item che la sua fama Come palustre auget, ne luto lassa
Sol, che con tu stica of go i guai stantunque l'alma anchora a piis sublime
Parteo'ergas e se formi Mn Nomento Si , he creder is, ob benis enime. Liga dice cosὶ Se gran tormento,
Che piis, che Morte, lea, de tutione Musie disiaccia con lor concent s)torci anchora a Morte, e far per tutio vive iunga sagio potrian, a grado De Tempo, che qua gi consum it tutio. Per ques anch'io talhora a s alto grado Benche di peruenit uita pochi e ut Di potermi nator mi persuado
E cinermi A crin di tanto amato Sacro arbosicet 'Apodo iis ber c fonte, Che'n Helicona se' cauasio alato.
Ese non a pur quesios almen e pronte
Mi moglis, entente a L irtute ni hora, Fien per molli e molianni a mondo conte
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RIME. Ua h gratia hor alcun dicior mi PasComet a b s'io non son Poeta, ὸ sono Se di Poeta non pos sede mica' icam te agis de sed, e buono, Simumente detro. , e tris Lyde, De la pro e sis, e dolce cie alto suono: ostrimi perche l'un poema mile, E languido Asia e gonsio, e duro Ualtro 'altro a lor tutio gentile ro cyrami, quali ornatilio Asco iuro Chieri in me 'ano, e quali ian alto an fare,
Se, hi non e iam fiat ne ante, Ne caualter, non uo te esse ne duc E 'impara , ch'opra conuisne auante sciom'un, he ma non iide a tua luce
Ne si quel, chlalia ab iudicar se Cio che piis ci che mena monia luce metia turba, Monaldi, mi non posDi pandere imo tos iniquo sepra
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ualdi or mente a io , scendo vini Dimandan , hi tha satia ' e pri secondo I nome de tautore e dacior Pisa.
Lodando issentenete e se parole L tulte Palire parti ac na ad Vna . A da loro astuno intender uole
Perche quesia si bi mi, e lodi questi ;
ut 'Dedesse loro , hauria gran fila Horata cose genti torcere it, tusior que che fagno , Di pepe petia di ora a volgari alas te igna infuse , si culmi di stupor uardare ii coelo mal, hi contempla de te Hede tuse. Ha che parti, ad Nn hor de 'Euangelo L 'ignorante contraria: 'lgosso e
Si ita cercando insin ne tuou i peto.
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L meramente tal 'Uni un deuria Amario, iueriri, i, honorario. Desere la sua corte, oues cria, E nutre pia , chela nes una altra partes LGθὰ gentile et cortes a. On sono Heroi tanti s honor di Marte , L M, quanti de caua Troiano Non' incis, quan Hars Ilio parte a parte. voi, dic, me ne andrete a man mano In s le clima edi et gente , C'ha pien due mondi de malo Pyrano. Et is quὶ rimarro non attramentech'tin , he di se qua cosa ba gran de si , Ne puo si si di duo manca si sente.
Α, c tien legato a misi nodi Uauuersa sorte , e litet iniqui, istory quai Venche in is milli , e misi modi Mouan olubit sempres par ch'Uni hora Stian Assi a danni misi coniuge chiodi.
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na era imago 'Orione armato sod altri Helia di maligne te re. zer oue passeret , accare Stovi socia da iusiuno esse per tutio sEt a Baron 'E perii, , alas grato. vi secti ageuotmente ottener tutio Cio , he ia ui conduce sis torna polcon honor , de malo degno stulto. Giten pu gioiose s e se per Dot Acquisieret per amico aliuno Spirio bet fit anchor , he a per not. a perche o lia Vannato ni uno Da 'Doi si tengus in prima conde modo Dite et de mi fiat illianc , et runo. Dite, ch'io sono HS ORDO, che tuit'odos Α'nerme con Fortuna Uni bor guerreni s