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IL grande amor, che mi mostrate gni hora, Amaltheo, mi se stare bor leto, or me io;
Forser, nd'io me ne renda ambio Quale Tanto de L mia Belga e ero si raggio.
perche chi se sol quanto gli male,
Se ben men de douer: non par chesa De nota blasimo, D aea uno altro male Tigno horcia penna in manima de a mia Si Dorrebbe milioripe frui in parte Certo 'un ben ch'altrui par osa ria. Non frὸ come quei chela loro charte Hancio luto leuiche, e se alis Apparir a bugia et era con arte: a seneta condimenti, e sistor talis vi morero, heu'sser sordo a mondo Ε' liue piu felice insta mortali. Se H a liberta cisecun iocondo in terra, e senet queda gni UmmaiyempreSi troua post ae ni bene in fondo heto e di quel, che non inempreVna rea lingua e non babbia paura Disue maluagie, e Ueleno tempresta sordo tuitauia A mente a pura Per che non auten ch'altri ' anni Con Luna notose , e Braua cura .
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. Is RIME Ei non de ιὰ mai paria aetnganni, Di gare, di region, di ceni, e mortis in besi pendo thore, i giorni, e fi anni. 'qua duo quenio ad huom gentile apporti, Set ente eis pense, he non pur orrebbelser ordo, a predaia misi morti. V quanti gni in troua di que polrebbe,
Riuolendo te charte antiche, e noue
cui a vita per dire increble. E fur di quei che de te buone noue, Cloe udir si di pa ob uer cornuto, Perser Uendetia fer Cliose proue. E di quei che con modo poco puto,
Trabendosia romor de Parme, e ridi, E 'honore, e la ita anno perduto.
E perche tu securo a me mi uiri Cercat ii Cornucopiare gli altri acci In cui par cho ni tanto, Di uom si fidi Miserrima ne no apporta impaccio Ne a con gridi i sima rua mulis
Pena maggior be post a codo in lactio. Et in ero non so, se Oelo accube Tanteirige, se mare a tanti sci, O' Maggio tanti ori, e tante figlie sinanti i anni nutrisii, e quanti accrescis era nata per humano stento, Ch chiamiam Clie Aor, che men rincresii. Se thuom itornata casia mal contento, Sperando dura moxiis have conserto, Egli ricade in imauior ormento.
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6b'en hi dice S tugur se re morio, me,io a cas tornis e intendo, odo, Come proni t mostri in aram torto. Consimi siensi l abbatie in modo, Ches primo suo dolor ii par n loco: Che sempi e trahe mauior pii picciol biodo. pensate , ch'ei posse o molio, o poco Tutia a noti mal dormi ne letto; Che tu is portu dormir ne foco. Asia in si in a mattino ei filo, ei detio
Maniere che di quelle dir potrei Ma tactio per funi lor triste qua re o elice re molle, e quattro, scici cu sordo. apoi b' anni tanti Non prosa, quanti di non ne prei.
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Con annoni con acri, e Falconettio
. si altri ne potre iungere a detii. Si come legnaiuoli e muratori, Ch ne turba gran parte de diletii. E come abbri, che con or lavori Altiorno hiaro, λὰ la noue bruna Ne snsenti di Dite ira romori. cio ora a contare ad Una ad et a Tuti l Hesie e queri tempo4 breue poterne ridi sol parte Luna. be somma in ordo, 'ogni incarco reue Libero in pace Diue e in ripso
o semplici chesiam alborin anno Marator, che ridi, e prepimpia risi.
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di ci testimon cento occhi nno D'Argo, che iaci fur col seuon sinti: Ne in pote menire altronde Manno. Or medete, 'io m lio homa con finii, o purion veri essempθ' me mostrare Efeso questo hauria misi altri Dinti'Ecco i sordi metiendo astrui ridare Han placer dicior alti, e misi irant: ob gli de murti di voci amare. 'a quesii par medere i capi anicon te caletia tantica, e cogi poni: questi ' aer ridar uomini insani. sin si han a Ciel molli gran doni J ch Gibue ogni altro se aurir, b loro Oualbor ne manda mi lori, e toni. Ecco si a contemplare it sommo choro A iis lis i fici ita , b altri iamai Chau e ben tra quanti sono, ejoro. per i quante molle o rise assais Ut ore hor rido, che mi mene a mente Di uel, besense suo misimi rui: μ be, 'ei Dolea motirareta 'altra genteno suo gransenno, e farsi se beato,
Fas deueua Sordo immantinente.
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Sordo i mondo, i Cieli, e lor te lumicontem a fiet sena calcuna nota spe taede, come, e quando it Sol, astumi inel, ch'altri non pu Orci perche a1moia ni romor, che glis Ma entire Si ob li torna in duo tutia a tota.
O se s a man, come E est re M potesseruir in quem impresses
sim a nouo i, haurei che dire diro, Ioggi da a gente intesmenia ista nonia A'io u desicriuod Aneti a fuge da mittate osse a Elgusen ride, Laece, come Diuo Si pho dis, hi flabrui paria non ME hi de conuersar humanoia riuo eri non an questi tui, b'un Sordo orii graui ragionar, gentili, e bello Et sit pleni discioche e , fori. Ei paria con Eoriosi, e Poeti, Con Hitioris antichi e con modernis Ne auten, Alalcuno i lor paria gli uieti. Lor i di pre i suo pensieri interni Securo , b'unqua alcun nuda ridica, Ne dei suo conuersar si sacria scherri. O benches deuer, Alanchora i dicaD'erio Diuer beatos is pia non posses Chesoriuendo tu man gia misi implica ima pur m is con cui si amor 'ba mussa retiona di cisis o che altero Mai non inparte attrauersat fisso.
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vi e Dorrete molirari furet tanto ,
Ch'ancho Tudisio per compagno bauretesyn celebrar il bens raro, e sento.
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A the tanti martiri anima tris, Io 3 chei himo te rie piathri nitor rinoui. 4 Ahi , perche, chiis se , i belu IAhi , noua acerbi. Dunque let, ch'ὸ Sole. 6s A lupo a lupo uni no a lupo grida . 36A planto, che fa Roma jitta, mesa . CoAlma felice 'atteles regno . 69 Almo, hiar mi Socc 'cini altro in terra Ut Almo mi Sol, mentre faces ii mondes. 87 Almo mi Sol, che la mi mente altami. 3 8 Alto signor , he s satie bietto . I 2Allum. sommo Sol con a tua luce. OssAmor hera mia Donni in quale Hato Che acria a tua Musa eden'indegno. Pro Chi tuti te possante nite in sieme. J Clori in bella, che la Luna at hori. 4Colmo 'a pri martiri, e pensie mest. I
Cora esserptio, ch'Amor 'anhiacci, scaldi. Comeo Sol neu mi gouerna Amore. 2s Comes mio e Sol, ch'io plango, canto. Ir IAmor de sua piὰ caro, de hesoro Amor mi paria mille et olle it gio, no Amor, se nouo foco ne mi petio Ariel novello, mentre ch'io anquio. Mailrsi ali. Athor, herebo ne rimen illiorno Amori, se a bella, chor tanto altero A embra tante Helle. Satira Amaltheo, ben chein gran des o mi 'rona. 333
17 Come questa pendente, e ferma mole Con olce Dono e consereno viso. Conin anima contrita, et cor humile. Con ali de pensile volo fouente. Cres' oro, vitie rose, e neu dura. Madrigate. Canica mi veri Amor, se pia titulis
D'Angelo in formas Donna mortale. Da due selle lucenti mutuo lume. Da h'io i id a piis fruente Sole. Da pthie foco, e dat pik caro nodo Darsa, i cui puro , vago edolce canto Deh, chi ori cos veloce in Clelo Deh, potessio que Sol troua per vii. 14 Deh, perche, bella lori, i mio diletto. IDeh, afrena liciori, alquanto icors. 3Deh, te ra Febo luant i rara ardenti. 3 3 De piὰ regiato, emi superbo alloro. Dei ostro gran valor la fama pura . 24 Di duo begi occhi, acia cui vaga luce. ἈDi quella pretiosa perta, e tua . 6 6s bel nodo Amore i cor naut e . 6Dietro is que vago pin, chelitati iera g. 4 D 'Mn don che tipiatque λRὸ superno o 6 Donna, ch Amor per mio superno obietto. II
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Dema, per tu; fra tempo siet visse. Donne gentil, ch'cra de mio e Sole. Duo bei ιι mi ch'Amor a vivo foco. Dunque idei lumi ond 'i s douemente Dunque i bel accio in cui gentile assetto. Dunque piriogentit, qualdi se segno. Duq:ι viti chela a Grario e ma lasso. Madrigali. Donna, che sola tan mi spirio uiua Deh, quantosigno mist, quanto raratio. Dialogo Deh, perchelao si Amori . . Sonetii. Elcesto olgo la vela is dentro a porto . Ecco 'himesi tereto strat a Morte spinto is Ei mi par di edere anchor per ta . Usarebbe hora, ct e hasata homai Euandromioche Di ' che segno mira Madrigale Ecco sese dat Ci l .
Sonetii. Fama , che con veloci, e lenier anni. Gia dolii rime adorne, a mi lucente. Gi non potendo pii Natura , e Norte.
Gia tre De sole ne las dua dea Gentit cortese honeso, ebe fastu . Ghettaldiimota fero, si profondo
Can Eonia II be Iacccio, ch'Amore. 'Iniqua e dura sorte. 6 Satire. I grande amor, che mi mo strate tan hora Issi non posso non far asturi versetto I s
Laura gentit, chenquanto alluma i Sole La cara Gemma, chel verace eterno Lasiue pecorelle hor, ch'io grotoso L me, se due parti infla et Chora Lasso, quelli, ondbo vitio, occhi tuam. Madrigate.
L'imagini, che qui si v gon hora.
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Par chontian parecchi inques terra. 147 Porche sapor vir se, Euandro caro. II 8
S'a mi belloco, montr 'ei des mortale. S'. isti soccors almes destile in gno Sal misero Y pii graue e duro pondo S amor, che caro amico sa rvitasati Se de pensiter, hos altam ne ii ore Scogit, cui licitia, ch'Iliaria honora. Scopri more a cosset gli alti e funest. Se cos gran bellis, come lavo a. Se cringiat non falsile e nasura. Sesea tanti martir, fra tanti a anni. Se fossir chesissessi esὶferuenti. Selahi a et ardore, ondo 'acco . Se imagin ch'Amor conaran, hereta Se Solo altis per torto suo sentiero S lfoco , inodo, cherant anni, Amore. Se non potere io mai 'alcansi tro. Se ci cho'n anota vita e morte mla Se mat, Huanio nito pensasico a. Se vorte non IV ne s tos quella S nto amica plaga, ouarsi. Se non riso onta n 'arde, astam . Se per e nubi des dolore, e pranio Se quolle amare lacrime, che, pii Se qui mentre asotadeu i morta velo Sematho forse H mondo dia vetio canto. Se tutio libet, ch'ornasse in terra mai.
Se M inc alto uoli re foratorno . ci Se variando hor reso, horquet Armento. II 8 Sto comencio tauora it gran tormento. Si come t Sol, se vaga nube adbαί a. S genti era e vaga a cor di morso . M vaga Donna, fugia, Amor, per luce 8st Signore Ucui valore in ta maniora i Son lcgato ben o con laureo crinὸ , Sonaim quei crinil'or, chem 'han legato p