Justi Fontanini ... De antiquitatibus Hortae coloniae Etruscorum libri tres ubi praeter historiam Hortanam alia non pauca res Romanas, Italicasque illustrantia proferuntur, cum figuris aeri incisis et gemina appendice monumentorum ex codicibus potiss

발행: 1723년

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DI NOSTRO SIGNORE

VOSTRA di raccomandare at mio poco talento Ia presettura deli An. nona , carica importantissima , eistituita per ben comune di Roma , e de opoli a lei sergetti, io si daIlora che ricevetii questo contrasegno onorifico e insigne deI-la sua clemen Za, uiuna cosa mag-giormente mi posi netranimo, quanto lo studio di corri spondere alle brame della S. U. la quale invigilando continuamente al bene universale , non cessa d' inculcare con amorosissime istange quelle cose, che concer nono ii pubblico giovamento . Laonde a tal fine netbel principio det suo gloriosissimo Pontificato istitui laCongregazione , chlamata dei Muievo , composta di Cardinali, Prelati, e Cavalieri, piem di senno, e di tui ta quella sperienaa, che puo desiderarsi, per cercare iDd dd a mo

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segno, chelia VOSTRA BEATITUDINE, direstituirela coltura in quella parte dei LaZio , che ora chiamiamo Campagna di Roma : Ia quale impresa, coin eche tentata

da altri Sommi Ponte fici, non si e pero mat eseguita, osa per labrevita dei loro vivere cit quai dubbio , perchestialontano dalla S. V. Id dio benedetto l'ha esaltata nereta sua migliore, e pili florida o sia, perch i suoi Pre- decessori applicarono i loro pensieri alla sola frumenta-αione , quando poteano e doueano introdurvi ognispecie di colliva Eione , di cui sono capaci i terreni deIla nostra Campagna, e con esse ancora la popolanione, conia quale si serebbe maggiorme ut e proinossa e accresciuta Ia stessa frumentaetione . Pero avendo io iungamente pensato sopra questa materia, e tutio quello, che pubagevolaria , o renderia meno dissicile ad si uirsi , ea vendoci salte sopra escune osservaZioni, ho delibera

di stenderie in quem segii per sottoporte at grandissimo intendimento della S. V. accioeche giudiciti Ella des loro valore e deliberi se sia opera da intraprendersi conianimo franco la sospirata rinoumione detruniversale col-xura per questa nostra desola in Campagna di Roma . a. A nne pero di esporre cota pili ordine sotis gli occhi della S. V. te mie rissessioni, stimo bene sermarmi al- quanto sopra Io stato antico della Campagna det Lazio , perche te cose passate servam , come di ammaestramento, e di lume in quelle , che si divisa, fare per I'avvenirer

dassa quat cosa risultera, se ici non erro, uu altro vant ag-gio, mentre spero, che quindi si abbia a levare dalla mente dei volgo una opinione attrettanto falsa , quant

priva di ragioni, e di fondamenti , cloe , .che la seddet

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Campagna sia incapace di maggiore, o miglior cOItura acagione. den'arie grave, e inclemente i ta quat sinistraia creden Ea si e tanto radicata nelle menti degli uomini, anche non volgari, e con pregiudicio di questo paese si e sparsa ancora nelle provincie lontane, che pare oggimai non poter efferci luogo a manifestare ii contrario, mentae non si considera da questi tali, che, introdottasi r Agricol tura , S'introduce per conseguenza it migii oramento detraria, lagrave ZZa della quale unicainente s'ingenera , e simanti ene per cagione delle terre inospite , e non arate , nemosse, come ne sece ampla testimoni Ea lasanta memoria di Pio U. allorche nella sua Costituatone II. confer- mando te ordinanete nite da Clemente VII. suo Predecessore per promovere la coltura della Campagna, disse: Et, quod non minus es , aer nosyrae alma Uνbis ex assidua agrorum cultura ct nemorum extirpatione, palustriumque locorum ex ccatione factus es tutior , .lementior , OD-

3. Che tutio questo sia vero, chiaramente risulta dat solo considerare , che non fu gia Ia nostra Campagna stimata cosi infelice ne secoli addietro dat popoli forestieri, che in varie occasioni cercarono di occuparia , come fecerogli Aborigeni, i Pelasgi , gli Arcadi, i Siculi, glaisurunci, i Rutuli, ei Trojani. Quanti popoli ricchi ,

e quante citia felicissime sappiamo noi di certo, che fi Tirono anticamente net Lazio, dove oggi pare, che sieno terre infami, e pestisere Θ Plinio ii quale accurata mente pro se a deserivere questi contorni, nomina Bovilia , Capitolo , Casino, Ernico, i Ceretani, i Corani, i

Q Plin. lib. 3. cap. 4. Hs. nat.

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rentani , Gabini , Inter annali , Sucea ni, Iliones, Laviri, orbani, Nomentari, Prenesint , Privernati, Setini, S

, Suessulani, Telini , Tribunali, Trebant, Tusculans , Verulani, Veliterni, Ulubrensi , e gli invernati . 4. Non molio dopo segue Io Storico a tessere un'altro catalogo di popoli, e di citia dei Latio, un tempo famos quali sono Pomeaia , Satrico , Scapetia , Pitulo , Politorio , Telline , Tifata , Ficana , crusumeris , Ameriola , --dullia , Corniculo , Saturnia , Antipoli , Antenna , Came rio , Collazia , Amitino , Orbe , Sulmana et e postia i p

poli Albani , gli Esolani, gli Asciensi, Abolani , Bubera ni , Bolani , Cusuetani, Coriolani , Fidenati , Fore , Ortensi , Latinien i, Longulani, Manati , Maerali , Mulucvmensi , Muniens, Numinimis, Ollieulani , Osulani , Iladani, Pollusini, auerquetulant , Sicani , Si tensi, GD-riensi , Mesens, Vimitillari, Veliensi , Venetulant , Vitellensi . Indi osserva, che a'iuoi glories eram mancatIn et Lazio 33. popoli, forse per esserne sopravum uti de gli alui a cagione delle colonie, che spesso si deduceano

da 'Romani, consorine accenna it medesimo Autore: e lonis saepe mutatis , tenuere alii aliis temporibus ἔ Ο pure per la necessita , che frequentemente si avea di farenu

ve divisioni della Campagna a i soldati emeriti; sembrandomi questi motivi piu verisimili di quelli, che adduce it Padre Atanasio Kirchero . Io non ini sarei prese ad

anno re la S. V.con annoverare lesuddelte genti, e citia,

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DELLA CAMPAGNA DI RΟΜΑ. II quando non Esse stato mio pensero d'inferisne che opiccole . o grandi, che esse si sessero , certamente erano in gran numero, ed E serra confessare, che occupassero tutia quanta la Campagna, e che col meZZo delia eoDitivaeione, e deli industria ne traessero tutio ii necessario alla loro conservaZione, e accrescimento.

s. Tanto maggiore douea essere rindustria degliabitanti det Lazio, quanto conteneva pili nazioni ; poiche sene annoverano dagli antichistrittori diverse, cloe gli Er- uici,i Latini,i Volsci,e gli Equi, co'quali ebbe molle guerreu Popolo Romano, E perche ancora presso Ie prime genti niuna professione fu pili stimata della Agricoltura ; on dedicea Cicerone , che : omnium rerum , ex quibus aliquid aequiritur, nihil es agricultura melius , nihil uberius , nihiι ΔIeius, nihil homine libero dignius , percio Romolo petitissimo di quello che siricercava a fondare uia perlatio governo, destino it popolo, parte alia miliaia , e parte Uragricoltura , la quale era stata gia intro ita da Evandro , at riserire di Dionigi Alicarnasseo 3 r e la Campagna medesima fu pol divisa in parti da Numa, a clascuna del- Ie quali inegno uia presetto , come raconta ' Plutarco . Per questo ii gran Poeta Virgilio, s informatissimo degi' luteressi di Roma, attribui assae sola agricoltura I'ingrandimento de'Romani, dopo averta celebrata con somme

Hanc olim veteres vitam coluere Sabini,

. Hanc Remus O frater, sic fortis Etruria creuit,

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Septem qua una Hi muro circumdedit arces. In questo medesimo parere concorse anche PaoIo Pa ruta gravissimo Istorico e Senator Ueneziano ne suoi Diascorsi politici, dicendo, che la Repubblica di VeneZias in grandi col meaeto delia Nautica, Iadove quella diROm a coli'Agricolturat e molli chiarissimi di quei Cit-tadini Romani furono singolarmente celebrati per essere stati non me no buoni Agricolurii che gran Capitani, si come furono Curio Dentato, QuinΣio Cincinnato , Attilio Collatino, Marco Regolo , Scipione Africano, ed altri. I aonde Marco Catone disset Ex Agricolis O viri fortissimi , O militer frenui mi gignuntur, essendo stat

questo e serci Zio conveniente , anzi necessario at sito di Roma. Ne percio Ia cura di attendere at Ia Collivaeione

de terreni avulsi gli animi di que gli antichi e venerandi

Romani , i quali a tui te te attre citia , e a tuite te naZi ni lasciarono cosi rari esempj d'ogni virtu , e in tuiti i tem-pi mantennero questo lodevole instituto con tanta religiosita, che qua lora voleano lodare un uomo dabbene, Iochia vano vn buono Agricoliore , come ci attesta Marco Catoner i Virum bonum cum laudabant, ita lauda- dabant bonum agricolam , bonumque colonum: a iis me lauda i existinabatin , qui Da lavidabatur 46. Cessata l'autorita dei Re , e ristabilita net popolo non per questo cesso Ia sema, anticamente data at gOVerno. Anχi divenulo it popolo piu copiose , tuteo ii Laetio fit posto in coitura in modo tale, che, se condo Columella, Hu

m Lib. a.discor. I. pag. 367. ca De rastica lib. ti cap. I. L 39 Dein rustica in princiP. Diuitigod by COOsic

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fu credulo , che gli Dei ne sossero stati maestri: In hoc Latio, dice egit , ct Saturnia terra , ubi Dii cultus agrorum progeniem suam docuerunt ; onde finsero , che sotio Saturno Re dei Laetio fiorisse it secolo d'oro per la felicitae per l'abbondanZa di tutio. E gli e da notarsi,che in questo tempo la mi glior parte dei popolo di Roma abitava nella Campagna, diviso in XXXI. Tribu, chlamate percio Rus

che, te quali diventaronti it carattere onorevole delia cit-ead in anga pili stella a differen a delle Urbane , che era no sole quatiro , ri putandosi i Romani a di sonore l'en tram

vi, quasiche in queste si astri vessero i soli dediti ass'orio, i piu vili, e i nati di stirpe servilet Viri magni, nosri majores , scrisse Varrone , non Me causa praeponebant Rusicos Romaros Urbanis . Ut ruri enim qui vivunt in villa, ignaviores , quam qui in agro versantur in aliquo opere faciundo; μ qui in opi sederent, quam qui rura colerent, desidio res putabant. Itaque annum ita disserunt, ut nonis modo diebus urbanas res usurparent, reliquis septem ut rura colerent i quod dum fervaverunt insitutum, uirumque sunt consequuti , ut O cultura agros foecundi

Amos baberent, ct ipsi valetudine sirmiores essent . Fraqueste Tribu la piu infelice per la sterilita de' campi , Rila Pupinia, posta dila dat Teucre net Lazio, at pareredi Livio, e ad Ogni modo, secondo che riserisce Valerio Massimo, ' isti etiam diυites , qui ab aratro accers-bautur , ut Consules flerent, voluptatis causa seriis atque aestuosi simum Pupiniae solum υersabant. Tanto e lontano dat vero, che la Campagna di Roma , e it Lagio fosse allora riputato insalubre, e che non fossero abitati, e arati

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macrum es, quod aratro perstringι non possit, aut quod es tam asperum saxetum, in quo agricolarum cultus non elaboret . Comprovano questa universale colliva Zione dei Lagio te famose leggi Agrarie , te quali furono, come ii canone economico e politico della Campagna non menO , che delia Repubblica, mentre con quelle si conserva v I'uguaglianza de' citiadini, e si ricompensavano i meritide soldati veterani, assegnandosi loro una porZione diterreno nelle Colonie , che molle ne furono dedotte nes Lagio , riserite da Frontino net libretis delle Colonis; essendo presso gli Antichi la me desiina cosa Coloniam deducere , O urbis cujussipiam agros assignare , vel diu dere , come afferma ii Goesio nelle Antichita Agrarie . Da cio avvenne,che uomini nobilissimi,e segnalitissimi fra Romani si recarono a grati pregio it traitare dei modo dicoltivare te medesinae Campagne . Tali furono Marco Catone , marco Terenetia Varrone , Palladio Rutilio Tauro Emiliano , iacio Giunio Moderato Columella, eavanti di

tuiti questi Crio Licinio Stolone, che essendo Tribunodella Plebe deito la legge, dat suo nome chlamata cinia , che niuia citiadino Romano potesse possedere piis di 3 oo. iugeri, e che neIle Colonie non si inegnasse a cla- scheduna persona meno di seitc jugeri

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8. Tanto inquet buoni tempi era Io studio deli' Agricoltura, che bi gnava moderario con te leggi Agrarie, perche tuiti avestero una giusta porZione di campi. Equi giovera di avvertire, che ii jugero consisteva in quella misera di terreno , che puo Marsi in un giorno da unpatodibuoir laquale, es parere di un grand'Antiquariode'nostri giorni , consisteva in passi quadrati II a. Questa regola se prestritta nella prima divisione de'bent, laua tra la Plebe, e i Cittadini , essendosi conosci utocon I'esperien Ea quanto si trascurava l'Agricoltura da

coloro, che possedeano molli terrent; e quanto men si rendeano fruttiferi , mentre minus reddit laxus ager non recte cultus, quam angusus eximie , conforme ragiona Columella φ lodando Curio Dentato, perche ricus ola dignis1 Consolare, egit onori trionsali, offertigii dat Senato, e so. jugeri esibitigii dat popolo per lavit toria

riportata, contentandosi egii solamente di scite jugeri prestritti dalla Iegge Licinia r la quale ouantunque ca-gionasse qualche sconcerto negli animi ae'Patri Zj, pure nulladimem per molio tempo fh religiosamente Osservata insino a tanto, che cresciuia in loro di nuovo Ia cupidigia

di possedere maggior quantita di poderi, filacio posto freno con la rinovaχione delia stema legge Licinia, edin olire con Ia pubblicaZione detrestra di cinque jugeri, fatia da Sempronio Graeco Tribuno della Plebe , epol da Giulio Cesare , da'quali ebbe ii nome di Sempronia , e di

Giulia Agraria. 39. Diverse attre leggi simili a queste furono pubblicate

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Tandem pro multis vix jugera bina dabantur :Vulneribus merces haec Ianguinis atque laborum ; 'Nullis visa unquam meritis minor .

Di pol segue a dire

Nunc modus hic agri nos o non fu is horto rInde fere scelerum causae . , Ne gia i Consoli, e i Tribuni erano soli a porre ognitor cura possibile neIl' Agricoliora, ma v' invigilavano anco i Censeri con pene pecuniarie, come riserisce Agellio: φ Si quis agrum suum passus fuerat fordescere, eundemque indiligenter curabar, ac neque a a Uerat, neque

purgaverat, sive quis arborem suam, vineamque habu rat derelictui, non is sine poena fuis; sed erat opus censorium , censoresque aerarium faciebam. Io.Con questi economici prooedimenti in tempo della Repubblica, e degi Imperadori si mantennero frequentate , e colli vate te Campune Latine, e si vide ornato ilLazio delle pili amene , e delietiose villa, che mai fossero altrove, come furono quelle di Metello, e di Lucullo, mentovate da Varrone; S it Pontino di Marco Emilio Filemone

presso it Foro Appio, ' e it Tusculano itiino dove oggi e i IMonastero di Grotta Ferrata, Iuoghi tanto celebrati da Cicerone: it quai dice ancora, come Sincontrato in Volubri, Citta deI LaZio, da graia numero di citiad inite altrove se pur menalone della Uilla Al ense si che crede si

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