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DELLA CAMPAGNA DI ROMA . 7 7 desi essere stata dove oggi e Pati ; come attresi di quelladi C o Igio Iniano neli Agro Fregellano ne'Volsci δolire a tante attre, riserite dat P. Mrchero net suo traitato det Lagio.
II .Plinio it giovane ancora in pili luoghi delle sue Iettere loda te deliale dei suo Laurentino,descrivendolo iungi da Roma I 7. miglia , e vicino at mare , forse dove oggi e la Torre di S. Loren Eo . E la sola sua testimoni anza baltereb-be per proua , che la Campagna di Roma fosse aliora tutia coltivata, e adorna di ville delia iose sino alla spiaggia det mare littus ornant dice egli varietate grati manunc continua , nunc intermissa tecta Pillarum, quae prinsant multarum urbium faciem , Me ipso mari, sive ipso littore utare . Ma di queste famose ville det Lazio non siristringono te testimonian Ze, che abbiamo , solamente a itempi di Cicerone , edi Plinio; imperciocche non ce ne mancano delle riguardevoli anche dei quarto se colo, in cui fiori Simmaco Prestito di Roma, it quale nelle sue lettere spesse ragiona delle ville, e de'poderi della Campagna di Roma , nominandone una fra te attre presso laVia Appia, in cui 3 magnas aedes dice egli in anguHis
Ambus collocavi. Ne nomina pure un altra Iungo it Te vere : ' Ager autem , qui me interim tenet , Tiberim no-srum juns Io aquis latere prospectat . Hinc libens video quid frugis aeterna Urbi in dies accedat, quid Romanis
horreis Macedonicus adjiciat commeatus . Via altra sua villa accenna aver auuta nella Via Ostiense F einpiti luo-
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ghi rammemora it suo rit iro Prenestino ad esemplod'Augusto, che ex fecessibus frequentavit Praenes em . Io sarei lungo di severchio , BEATISSIMO PADRE , se volessi esporre solio gli occlii della S. V. tuae quelle
memorie, che mi velagono avanti, per far vedere Ia col-tivaZione d ogni parte, e sto per dire , di Ogni angolo dei Lazio , praticata di tempo in teinpor ira Ie quali non do-vrebbero annoverusi neli 'ultiino luogo te reliqui e non ancora finite di consumarsi da tanti secoli, d 'innumerabili edificj, che si ve dono sparse , e quasi seminate pertuita questa nostra Campagna. 3 Pure non mi rimarrod'avvertire, che anco dopo te ruine de'Goti , ede 'Longobardi Ia Campagna di Roma era plena di fondi, e dipoderi colli vati e fruitiseri , come olire alia testimonia adi Anastasio Bibliotecario, si raccoulieda una Τmola marmorea, che tuita via si conserva Qtto iI Portico delia Basilica Uaticana , essendone perite sei stre , nelle quali non meno , che in questa , erano i nomide' poderi, tuiti fruttiferi e colli vati , che Papa Gregorio II. dono liberalmente a San Pietro , e ad altre lese det Lazio , come osserva Giambat ista Doninet seo erudito Traitato de resiluenda salubritate Agri
I a.Cosi di tempo in tempo la Campagna dei Laetio pro- dusse tutio quello, che si poteva attendere da un terreno felice, in sinoche legenti l'abitarono, e la coltivarono rla quat cosa giusta ii parere deI Doni s cesso verso Iameta deli tam secolo pergrincendie desolazioni, falle da
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DELLA CAMPAGNA DI ROMA Isda Aistulse Re de'Longobardi, e sueeessivamente dagii
gheri, emolio pili, se condo limio parere, da'Saracini, che tutio riempirono di spavento, e di stragi: imperciocche prela da esst Gaeta, e annidati si presso itfiume Girigliano, con fiere e continue incursioni marittime per quadraginta ferme annos come ha lasciato stritto Lione Ostiense nella sua Cronica innumera eircumquaque mala gesserunt , multumque Chrisicolarum sanguinem sest derunt. Laonde in questi tempi in comi iacio l 'aria a divenir grave per rabbandonamento delle terre , rimaste vote di abitanti: e cosi mancando la coltura de'campi, si re se insalubre it Lagio per te acque stagnanti e putride, e per li boschi, i quali occuparono la inaggior parte die . Nε si pote mal pensare a riparar tanto male, Per ca gione delle continue guerre e invasioni, epiti an perta di mora de 'Soinmi Pontefici in Avignone t i quali pero,
dopo ritornati a rellegrare l'Italia e Roma, cominciarono, benche tardi, a ri flettere at modo di ristorare questa Campagna, con restituirci ilintermessa coltura. Essi clos proposero di fare con due mellai, l'uno de'qua in dieoncedere agit Agricoliori vad privilegi, i quan peroognuno se quanto poco si mantengonor e i' altro di permetiere te Tratte , o sano estraetioni de'grani suori dello Stato ecclesiastico perlosopra pili det bisogno di Roma , con poca spe se di gluti due , ire, . cinque, e per
- ogni ) cap. M. pag. 9. cap. pag. ago. QP cap. S . pag. 192. a J Clem. VII. Constit. s. fluit. novo . dummodo pretium frumenti in Urbe non excederet julios decem in odio pro quoliboc rubro. 3 Clem. VIII. Constit. 72. f. Dummodo pretium frumenti in urbe non excesserit julios fiexaginta pro qualibet rubro. Paul. V. constitui . 7o. alias 68. S. IO. Dummodo pretium frumenti in Dileuon excesserit julios quinquagint a quinque pro quolibet rubro. Dissilirco by COOste
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ogni rubbio . Ma tal promessa ne pure si e potula offer v re o sia perche la pcnuria delle raccolle abbia impeditoli concederte , o perche di tanto in tanto ne sia stato alterato it preZZO . I 3. Quantunque ad inservolare l' animo grande e heis nefico di U. S. per una causa pubblica , c di tanta conse-guenza, sarebbe scima dubbio sufficiente dio , che in altriteinpi si e praticato con tante leggi e Costituetioni, lequali polrebbero servire di regola s alute vole e d'indiriΣΣo opportuno nelle nuove ordinaZioni da farsi ; pur nul- Iadimeno io mi pigito it coraggio diavanaarmi piu olire, esponendo umilissimamente alia SANTITA' VOSTRA te mie considet a Zioni sopra idue meet2i, de 'quali si val- sero i suoi Predecessori per restitui re l'Agricoltura neILaetio , cloe de privueo, e delle Traue. I 4. In quanto at primo di essi, io considero, che antico e stato it costume di privilegiare gli Agricoliori. Costantino elenis i medestini cille gravea ae straordinarie, δ. come prima Diocle Elano gli avrva resi immuni da ogniservitio personale, proibendo a Magistrati di astringer-li a prender la tutela de pupilli. 3 Giustiniano riduci loro Ie usure, che molio rigorose di quel tempo paga vano , 'e vieto a'creditori di carcerarii net tempo della coltura,e della messe . onorio e Teodosio liberarono gli strurimenti dei campo da ogni ipoteca. si Valentiniano, TeOdosio e Arcadio di edero loro secolla di poter coitivarei ter i L. Numquam sationibM C. Agricol. O censit. lib. II. a) L. Vequis Cod. de rustici ad uua ob devo . 3 L. Si duo ἐ. Tutela s. de excus Tutor. cq) L. Rem duram Muth. nullum
credentem Agricol. cs th. , ricultores Cod. qua res pio.
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it erreni altrui, lasciati incolit, e derelitti: e altri Imperadori sta'quali singolarmente Giustiniano 3 concedet-tero in beneficio deli'Agricoltura diversi altri privilegi, conten uti nelle leggi georgiche, compilate da Costantino Arinenopolo, e nesse Costitu Eloni, divise in vad Titolidesse leggi Civili. 3Is. Nella stessa maniera Clemente VII.consermando leCostituetioni di Sisto IV. e di Giulio II. deputo certi giuindici con tacotta di asegnare, sen Ea consensio de'padroni , a chi avesse voluto colli varie, la terEa parte delle tenute non collivate, derogando anco a gli assilii, fatii ad longum tempus, e ordinando, che tali Agricoliori non potessero esser molestati per rappresagite camerali, ne chiamati in giudicio . ' E sebbene questa CostituΣione fit acre mente impugnata da Batista Casali, insigne Lot terato dique'tempi; tultavia, quanto riuscisse utile al Pubblico,
pare, che ne facesse ampla testimonaan Ea la fanta memoriadi Pio U. nella CostituΣione, si colla quale consermo gliantichi Statuti deli Agricoltura, ali accrescimento delia quale con sommo Zelo e amore invigila vano i Consolidi quel tempo non meno di quelio , che fa parimente agiorni nostri questo favio e nobilissimo magistrato : Nosra Civitas dice ii Santo Pontefice ) quae retroactis temporibus mari inυecto ct undique perquisito frumento indigebat , nostris felici blimis temporibus non solum frument oabundat; sed etiam, quod plus es, vicinis exteris ter in Fffs raia
na I 37. er apud Simonem Sebardium Tract. var. sol a 67.
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81 DISCORso DELLA COLTNAZIONEra , marique jam agri Romani frumentum submini rari
potes, prout sepi me subminiseratum fuit, O quod non
minur es , aer nostra alma Urbis ex assidua agrorum cultura di nemorum extirpatione , paluseriamque locorum exsiccatione, factus es tutior, elementior, OI,lubrior I 6. Umedesimo. Pontefice dopo aver conestra sua Boula conserniati e ampliati tuiti i privileo , precedentemente conceduli agii Agricoliori, comunico loro ii medesimo privilegio , che deste leggi civili vieci concedulo alle doli: ea essendosi di lia qualche tempo ratii idito,il fervore degli Agricoltori , Clemente VIII. deplorando i mali , che n'erano seguiti , consermo te attre antecedenti Costitu Zioni de suoi Predecessori di Cum discegi i uberrimum O necessarium Agricultura: exercitium in Urbis territorio ct disrictu i locisque sinitimis paulatim negligi , seu potius deleri caeptum M , Daut prius, vigente Agricultura , non modo ipsi Urbi necessarium frumen
tum suppediιabat , verum etiam ad exteras nationes ingemii privatorum lucro, ω non modica Camerae uosrae emolumento transmittebatur ; nunc vero , cultivatione cessante, externumfrumentum magno pretio , di di cultate ab aliis conquirere , illudque etiam per mare vehendum expectare , ct nonnunquam Urbis famem ventorum arbitrio non majori dedecore , quam periculo metiri , necesse es oec Il Pomtefice Paolo V. seguendo te stesse massi ine dopo avere stabilita una particolar Congregazione, e prestritte molle buo ne regole a beneficio degli Agricoliori, ordino alPrelatio delI' Annona , che co' denari dei Monte di Pieta, e conini tenue premici di due per cento , facesse
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ma beneficen Ea della S. V. si fanno co' denari delia Camera , senaea veruno , ne pure minimo, interesse. 17. Ιo non ho dubbio vermo, che tali Privilegi, e Indulti non possano grandemente servire a farci conseguirequel tanto, che si desiderat e pero sara sem pre ottiina , e savia Ia risoluetione di confermargit, e accrescergli; maquesta sola strada, come gia per molio tempo battuta epraticata , non e possibile , che conduca a verunO accrescimento della coltura, ii quale superi gran fatio Io stato, in eui ella si ritrova at presente. I 8. I altro rimedio col meZZO delle Tratte , certamente anch'esso non puo essere , se non giovevole : ma non sera per6 tale, quale si ricercherebbe at nostro bisegno, mentre nella parte dei Laetio , che confina col mare , non e sperabes e, che si posse avere quelresito de 'grani, che lagente non a pleno informata forsetroppo factimente si persuade ; imperciocche de'nostri frumenti mal a nostri glomi non ne sono stati mandati suori d'Italia , salvo qua- lora Ia Francia ne ha avula penuria, e si Etrovata in guer ra viva con tulte te attre nazioni, siccome fu netranno I 694. Che sevogliamo sare te nostre rissessioni sopral ItaIia , ii bi gno de'grani in esse ordinariamente si riduce alle sole Citta, e Riviere dalia Liguria , ove pero ne concorre ancora dalle Marem me della Toscana , dalla Sicilia, dalla Puglia, e dat resto det Regno di Napoli, co- me pure bene spesso dalla Francia , e dalia Barberia i si che la speranaa, che i Genoves vengano a Iicercare i nostri frumenti, cassaimal sicura edincerta; onde abbia Fffs a mo
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mo Vedulo, che in tempo di pace si affitiuari dello Statodi Castro,non inante la liberta degrimbarchi, quasi da lor
soli goduta , particolarmente net Pontificato delia fanta memoria d'InnocenEo XI.si erano ridotii in gravi angustie, essendo loro convenuto per mancaneta di richieste, tenere per tempo considerabile i grani non venduli, o pure vendergli a NeZzo assiai vile di studi cinque , e set ii rub-bio , e alle volte anco a meno.
29. Ma perchealcum polrebbe opporre la qualita de nostri grani superiore in perseetione a tuiti gli altri, si avverta, che sebbene per questa ragione se ne spaccera qualche porZione per uis delia Citta di Genova sit chepero per escunt anni ne me no e seguito ad reni modo te Riviere , dove si averebbe a fare lo spaccio maggiore, come ripiene di gente poverissina, applichera o sempr ea provvedersi di quelli di minor prezaeo, quantulaque di qualita inferiore a i nostri, specialmente , se riustira loro di avergit per cambio di attre merci, conforme altrovespesso si pratica. Ιl che pero non puo farsi da i nostat Agrictatori, i quali per soddisfare alle gravi e continue spesede'lavori della Campagna, non si ritrovano in istato dicommutare i loro grani con altro, che col denaro esset-tivo . A questo si aggiunge, che tra i grani nostrali, ei forestieri ci sua sempre una differenga inolio notabile in , torno es preZEo per cagione della speia , che si ricerca aς lai maggiore nella coltivagione della Campaena di Roma, come diversa dalle attre, per esser vota dabitanti , e coloni , i quali percio calando dalle provincie deli Abrumo, deli Umbria, e delia Marca, richaeggono per con guel
et a te mercedi piu rigor e di quello, che farebbero, quando scisi ero nativi , e pactau. Ma
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, o. Ma , come anche fosse vero tio , che dice pilid'uno , che colle sicure speranχe delle Tratte i grani avessero ad esitarsi alia Marina in copia ogni anno, ea preetai vantaggiosi il che pero siccome ho detio, emolio dubbioso, ed incerto, e che percio si avellero ad animare te persone a seminare i terreni di qual-che migliaja di rubbia di grano di pili per claschedunanno, io non crederet gia, che per questo si avesse a conseguire it fine , che la S. U. si e prefisso nella mente , cloe di veder rifiorire, e risorgere di bel nuovo lanostra Campagna ; imperci chh in tal forma non si con- se guirebbe niente di pili , che una maggiore colli va-Σione de'campi, i quali, cio non Ostante , rimarrebbono miseri, squallidi , spopolati, e insalubri , quali ap-punto sono stati da pili secoli, e stanno tultavia a nostrigiOrni, mentre la coltura si continuera nella stema ma-ntera, e con Fli stelsi dispendjr e cosi assai meo 1ollie-vo ne ricevera Roma, e Io Stato, at cui importante sol lievo , e beneficio sta tanto applicata la SANTITA,
VOSTRA.2I. L'ecceZione , che patisce it discorso, fatio in questa maniera , Viene unicamente originata dati error popolare, o sia pili tosto inau vertenZa di coloro , che si persuadono, che la Campagna di Roma non si a capace ed alta a rice- vere altra coltura, chequella, che vien fatia colla semenZa de 'grani, ladove e cosa chiarissima, che tanti po-
poli, i quali in tempo dei Re , della Repubblica, edeIl Imperio stavano sparsi in tante Citta , Tribu , e Vil
te per tutio quanto it Lazio, e da Roma sino at mare,cava- vano da questo terreno medesimo tuiti i frutti delia terra ,
necessarj alia vita umana. Strabone , che strisse ne'tempi
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di Tiberio , cene fa ch ara testimonianga dicendo e ynatum Latium felix es, ct omnium rerum ferax, exceptis paucis quibusdam locis maritimis , quae palusria sunt a que morbos, qualis es Ardeatinus ager , ct quod es intre Antium , O Lavinium usiae ad Pometiam, O Setini agri
quadam , ct circa Tarracinam ct Circe um . Ora dunisque perche non si procura di restitui re ait 'Agro Romano ,e at La Zio 1'antica coltiva ione , o almanco non si tenta di cominciare questa impresa tanto utile e necessaria ,
se condando it genio nobilissiino della SANTITA VOSTRA Uno de Golpiu savi e Eelanti ministri considerando it gran consumo, che si fa in Roma di tanti caci, olj , vini , e attre grasce forestiere , e che niuno maipensa at grave danno, che riceve it Principato per tanto danaro , che continuamente si lascia andar via, piu volt ee stato da me udito e sagerare , che ii popolo di Roma per sua gran dilavventura ha i suoi procri a Parma, gliuliveti a Genova e in Calabria ; e te vigne in Corsica ein Sicilia : disordine simile a quello, che nes Romani de' tempi antichi fu acremente ripreso , prima da Varrone , Cpol da Columella : Igitur s dice Varrone , quod nunc
intra murum ferepatresfamiliae correm erunt, relictissalinee ct aratro , ct manus movere maluerunt in theatro O
Circo quam insegetibus, ct vinetis frumentum locamus, qui nobis aduehat, qui faturi famus ex Africa , ct Sardinia , ct navibus vindemiam condimus ex Infula Choact Chia . E Columella i 3 Itaque in hoc Latio ct Satur, ni a terra , ubi Dii cultus agrorum progeniem suam docue