장음표시 사용
211쪽
niti Delia medesima seggia che net canto s. deII' Inferno Dantesco , cloe sono me nati in voltad alta Busera infernas, che misi non resta , Ieg-
mo in Danto at canto 29. E simultante mentelli seeidiosi in Dante sono tormentati da fastis diosi vermi , da mosthe ,e da vespe at canto 3.,
ieeome anehe net Meschtoo at cap. 28 I. da ta-Εnt , e da vesi e . Si accorono ancora nella pena de Titanni, sommerge doli danto runo , quanto l' altro in um lago di ianuise , D nis nesean o I 2. , ed ii Meschino MI e . I . orator no a dire tanta similitudine in tanta eose , eis ian e circina modi ego cosa, noti pud esse rea calo , ma uno ha certametate copiato dati' ὐ- ero . La dissicotta consisse net distinguere la copia dati' originala. Sarebba d, mestieri per far
212쪽
eib sapere , se ii compilatore di questo Roman Eo si a piu , o me no antico di Dante ; se si guardi lo stile, pare certainente piti moderno, po ichuse si paragonera con quelle serit ture , che il a vallere Salviati negli avvertimenti septa ilLevamerone , pone avanti a Danie , te qualia dir vero non sono molle, si comprenderὲ age-volimente la deitatura dei Meschino non esse redi tenipo tanto antico In olire in esso si tro vano espressioni, e fiasi , e malitere di dire gra-2iose , e poetiche in tutio consorini a ' versi di
Dante, te quali per certo questo gran Poeta non avea bisogno di mendi ea te dat Mesellino , nὸ I' auiore dei Meschino te avrebbe sipute comporre di suo , veggendosi ii suo stile plano, ordinario, e triviale, suori che doue alludes' versi di questo Poeta j phr esemplo eominciail cap. IT 8. cosi: Dieteme pene, e diversi tormen i vhie in quem tereto cerebm ii Mesebisto , e helambra tollo da que ' versi dei canto 6. Nnovi tormenti , e 1 stovi tormentatim venis intorno .E ne I eap. 37 y. paragona l' ale di Lucifero allevete di un gran navigili , dieendo et Le sue aleerano maniori delle vele deue m vi , ehe vanno
per mare, tanto erano grandi e tuite η re, e nouerano di pen e , ma eranσ come quelle di barba
nesta comparagione usb Dante Dei canto 34.
213쪽
ognun sὲ se Dante, che nelle comparaEioni δslato divino , avea bisogno di rubarie da un libro tale , quale P ii Meschino , perloche pareche si possa concludere , che siccome l' espressio in m sono original mente di Dante , cosi sia ait resil' invena ione . Μa pol per Io contrario sappia ino di sicuro per via di raetiocinio , ed' espe- .
s ara stata prima che quella di Dante , che h pu
lita , e limata, e .ridotta a una mara vigilosa
perseetione ; e chi leggera I' una e l' altra ere-dera affatio impossibile, che qualsivoglia uomo , quanto si sa ignorante , dopo aver auuta cogniΣione deli' invenZione di Dante , possa aver satio una cosa cosi gofla e dissipita quanto k ii Purgatorio, l' Inferno, e it Paradiso descrit ti nel Meschino . In punio colanto dubbio perandar cong hiet iurando qualche cosa di proba bile , crederet , che ii Romaneto dei Mese hinososse piu antico di Dante , e che lasse composto in lingua Frangese , e pol tradotio in Toscanodopo la morte di eta Dante da un Florentino , oo me si rate oglie da queste parole dei cap. 163. Deb dimmi tu , ebe rasa e oggi aI mondo ebe Cri
stiani non ι' abbiano auola Z Ed i pleno ii mondo di
214쪽
cte religione , ebe amore , che fede , che ea-νitὰ ni una . Tulli gli uomini banno in odio ibuoni , e aggradano Ii eattivi. La eitta di Hrenete non e gia queu' Isola fanta iste. e seguedicendo male dei costume di que 'tempi, Ia quale ri prensione per i ' appunto a FirenEe non paruerisimile che avesse salta , se non lasse stato
Florentino , o commorante in FirenZe . Il Poe-eianti dice , che un tal Andrea Florentino com
pose s non gia tradusse , come m' immaginoio J questo Romanzo , che si conserva ML nella Libreria de' Gaddi . Chi potesse vedere , edelaminare questo testo, foris ne darebbe qualcho notigia di piu . Uno anche se ne conserva nella Libreria det fu Card. Imperiali , menzionato dat Fontanini nei luogo citato di sopra , edat Crescimbent nel lib. Io. dei volume primo de suoi commentari ali' istoria dei la volgar Poesia , ma da questo Codice , ehe h scritio dopoli I Oo. non si ritrae niente che saccia at pro posito nostro ; sarebia di mestieri vedere , senella Medicea , e tra' ML dei Senatore Guada-gni , o de' Signori Panciatichi ve ne sosse aleuntesto , e se da essi si puo raceogliere nolletia al-e una, eaminare laserit tura, e vedere la piuanti ea di che seeolo e , o dei piu antico etiam inare tostile ,:eeercar la cagione , per la qualela Crusta non l' ha citato net suo vocabolario, do ve
215쪽
dove sono citati tanti altri Roman Ei, come laTavola rotonda , Ciri fis calva neci , i Realidi Franeia . la storia di Aioliis , a ehe so io i Hodetici ad unque , che io lo credo composio in lingua Franaeis , perche la maggior parte diquesti Romangi son venuti a noi da queli' id i
ma , e credo che it tradultore a come comune-
mente seguiva in que' tempi, net volgari Eariosa acidato ampliandolo in qua e in la con Ie invengioni delia comedia di Dante s sicchὸ pubessere, ehe Dante avesse vedulo I'antico Romanis Eo Franrese, it quale raecontava, ehe ii Μelchino essendo entrato ne i PoΣxO di ε. Patri Zio aveavedulo it Purgatorio, Ι' Inferno , e ii Paradiso, e che per questo fossis ustilo suori purgato d' gni sua colpa prava , e quindi con ,' altera a delino divino ingegno , e con la profondita, edestensione delia sua universalissima dot trina conrepisse ,' idea dei suo ammirabile poema Teologico, net quale finge nn uomo senarriro Della tua tremenda de' vixj . eondotio prima dat lume naturale , che e Virgilio , e mi dat so-pranaturale , che e Matrice, o mediante una forte contemplaZione delia brutteEa a des peeeato , e delle sue eonseguenze , cha e ,' Inferres sabban donasse la cattiva vita , e pes pensasse a purgare te passate colpe , ri the significali Pur phtorio ,e di quindi giugnesse alla vita persetta,
e contemplati compresa uel Paradiso , ador nando it tutio eon tanta erudiatone , e doti si
nR , e con tanti eecellentissimi , e splendidissi mi
216쪽
ria , e eon tanti dotii e peregrini ritrovamenti.
tutio traecido dalla ricea micitera delia sua mente , la quale egit invoca come una Deita . e con piu ragione di quello ehe fa iacio i Poetita Musa , che ben si pub eompatare per inven tore dei tutio, come it gran Galileo , Hirci luminare maggiore delia letteratura Florentina , si reputa a buona equit . inventore deITelescopio, beneia avesse sentito dire , e la olanda Iacopo Mere vieta satio un octa ia- Ie , che ingrandi va o accinam gli oggetti . Dante ita olere ordinis meglio Ia cosa coi porrenet suo poema prima l' laserno , e pol it Parigatorio , e non Prima questo e pia quelio , come
Inel Meschino, e in Gherardo Mate ne is Ist ria naturato dei ' Irlacida, dova da conregna diquet Purgatorio. Des, aggiungor molis eois di suo nel ei copiare Ie antiche stritture se nepotrebbero poetam moltissimi esempi , quali sit alasciacio per effer cola notissima , e antisin
non deI Copistare eche e scruto nella Terra dimomimosa di ui dat Gordami, i I quale si
ancora di avere inervaro . Che. quam unque Bes
217쪽
in questo quasi niente , o piutiosto niente ὲ statoriportato o d' invenEioni o di comparazioni , odi Dasi , o di concelli presi da Dante, ma -- lamente eio e stato Latio neli' Inferno , benchevenga dopo ; quasi che it tradultore o it compi- Iatore dei Meschino ne i legger Dante non aves.se olt repassato , come a molli ad divi ene. la pri ma cantica , che e deli' Inserno . Ma lasciando
tuiti gli essemri, come ho det to , ne voglio portare uno, ii quale illustrera questo puniodi letteratura mirabit mente . Nella libreria di Monte Cassino tra' molli ML antichi , che inessa si conservano, n' e uno di strittura assai antica , e mezzo svanita per la troppa et a , ii qua te contiene la visione o sogno di Alberieo Diacono Casinese divisa in so. Capitoli . In esse sidice, come essendo questo Alberico eadulci gravemente amma lato net Castello de' sette Fra telli . posto non molio di Iungi da monte Ca sino , gli apparue s. Pietro Apostolo , che condue Angeli, l' unoide' quali si chlamava Emanuel, e 1' altro Elos, Io condusse seco , e fece-gli vedere te pene deli' Inferno a e dei Purgatorio , e appresso la gloria celestiale dei Paradiso , e tanto te pene suddette, quanto i gradi diessa gloria divide in varie spartiEioni , ma mol-to brevemente,e non eon tutia quella distinatone, ne con queli' ordine scientifico, ne eon quelle belle proprieta, e destriatoni , ehe si leg-gono in Dante, anai the talora consonde inmaniera te pene deli' Inseruo con quelle dol
218쪽
Purgatorio, che e' pare che sia deli opinione di Origene, e di quelli Eretici, ehe non ten
gono te prime effere eterne ,-e net cap. I. po
ne, ehe eriandio i bambini d 'un anno sono mar-toriati eo me gli altri peccatori dicendo: Est multi sunt qui parvulos is infantes nullum habere peccatum , neque morientes aliqua poena detineri arbitrantur s sed non ira sentiendum est, quia nec unius diei infans fine pereato es , is sepe tales aut matrem contristando , Ni in faciem eedendo , vel aliquibus bumanae fragilitatis casibus peceato omnino earere non possunt . Petandare at Paradiso pata come Dante per tuitii Cieli , e come Dante liene it m ema Tolemaico , ma tocca tutio succiniamente at maggior segno . or questo Alberico in una lettera po sa avanti a quest' opera , e che egli strive , ein diri Eza a quel Rainaldo Diacono , ehe sapoi Abaremdet medesimo Monastero di Monte Cassino, si duolo de' eopisti, ehe net traseri vere questa sua visione erano an dati aggiungendo e hi una cosa , chi un' altra i Hujus igitur visionis libellum quidam accipiens quid voluit addidit , O quod voluit permutavit . Perloche l' Abate Gherardo sece deseri vere da eapo questa visione da un certo Guido Μonaeo di Monte Cassino, come si ha nella lettera medesima : Quod id
ipsum Gir ardus Abbas evenire praenoscens, Guidoni bajus Caenobii caenopresbstero olim praeceperat, ut visionem nostram ad futurorum memoriam litis
219쪽
no non ricavasse da questa visione , oda una defle tante eopte di essa , comeche adulterate ,
ν' invenEione delia sua divina comedia Ebene ii rotea fare , perche questo Alberico nativo delpredet to Castello de' set te Fratelli naequanel Il o . o in quel torno , po iche Pietro Diacono nella giunta at cronico di Leone Ostiense die e , che egit si rendh Monaco essendo di anni Io. quando era Αbate di Monte Cassinoquel Gherardo , che tenne I' Λbazia dat iii I. finoaI III 3. Vero e , che molli Autoridi non ordinaria dot trina ed erudi Eione to consendono eo nuci altro Alberi eo , che visse fino a' tempi diPP. Gregorio VII. , ii quale su fatio Papa netranno IOI . e sotio questo Pontesce si tentae taneoncilio contra Berengario , ed Alberico vi laeela sua figura , avendo con la sua do trina e autoripit 1 salta risormare la formula di Fede esibita daesio Berengario et te quali eo se si posseno piuampia mente v edere negli litorici Ecclesiastici , che hanno lasciato memoria di tuiti questi satii, ς nelli scritiori de te vite de' Cardinali, pote hEquesto Alberico seniore su onorato delia Porpora da Stesacio IX. , o secondo altri da Alesiandro II. Io non mi maravigilo , che Arnoldo ion, che La pleno δὲ mine hinneris it suo libro, e che e it primo pubblleatore di quel sciocche proserie , che vanno solio nome di S. Malachia , conson desse questi due Albe tiei, e ne meno ini stupisco deI Pulse vino ,e deI T-
220쪽
rigio , ma bensi d' Alsonso Ciaceonici , e molio diu det Bollando , uomo tanto dotira , B tanto erudito, che tuit aula net Tomo a. di Gennam solio il4ὶ II. nella vita di s. Domenteo Abatene 'prolegomeni ad effa di questi due Alberici ne fauno. Ma tornando ad Alberico , che ebbela sud de ita visione , Pietro Diaeono nella cronica Cassinense lib. 4. cap. 68. dice che era unNonaco di ianta vita r Tanta Sero bodieque δε- sinentia , tanta pollet gravirare morum, ut ei peccatorum inspexi e poenas , ἐν Sanctorum gi riam vidasse nemo qui dubiiet . Nam ex illo tempye neque earnes aliquando gustavit, neque
vinum bibit, nudisque semper inciam pedibus . Le quali parole di Pietro Diaeono sono di gravissima autorita , perche era suo contemporaneo . la mentovata visone essendo d' anni I Q. e ma non su sic ritia da lui, ima da Guido Prete Casime sae , delia quale Dee un compendio neu uocronico I 'isteta Pietro nei luogo citato . Di essa ho sentito dire che ns sia un essem plare nest ' Archivio de ' Canoniel dis. Angelo in Pestheria , e quando potr. proceureris di ve derio . Una eopia aneora se ne trova Da gliseritii dei famosis Costantino Gaetano , che si conservano nella libreria della Sapie a , ed σnel IO. Tomcide' Miscellanei profani a ear. 2Io. da me con non mea sati ea rit roUata , essendo IeCarte di quel grand' vomo eon una somma con fusione , e con uri gran dis ordine raeeolte , edinfilaate da chi Prima te messe insieme . Io hoscorta