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Maximum in qu tidiana Synaxl auo sordi solam.n. 136. Quinto aetatis lustro expleto Ser vata igno tentationum probat . 137.
In euius Prae mium Deus Servae uas eo in proprium tranam ut vit.
totve illi ex pri mendis. i 43. Augustias inae Trinitatis arcanani ulta rim visione Eldom patefacta. 144. In exstasi ad ininque horas pro. traei anima nobilitatem compr hendit.
quato Nostro Signore sperimenta te lacea esse Lui , me diant ii unione di amore, eli non si Puo Piegur ... E in proseeutione Interrogatorii quoad status interiores
Servae Dei respondit. Proe. μι. 63 ad fol. 65. - Servadi Dio ora in et di circa venticii quo anni, allo rcho Diola puri se eo suoeo elle tentagioni Essa veiano assalila nil modesime per parte tanto de Demonio, quanto do 'Iolido
laria o muri trio clio Ella perimen lavi in cZZ a monito, vellendo color egiundio, ii cui viei dato it no in di uonieristiani, si poco consorini ullo massim de Figlio dimio...per eonsul nrta in Gltro di i , clie non te venia lasciata li- herla di m dilaro tu sua piissione, oci sito dolori ... Iudio locomunie do lumi insessu hil iii loria ulla union do Vorho con a suilla inanita di Nostro ignoro. Principulinon te perio pugio di ulla una uti resima , ita si immensa nollucontemplugione ello grandeEgo, o dolio porsegioni doli unima sania , o degli ardonii allati de euoro di usu Cristo.
Ella dico Cio, eli mi o stulti timuit tento in torno a lui stor doli Incarnagione e eos si sublime, cli io non posso sprimere vltra rosa, olle io, rho tu Clitosa ii dico, io vilio con soluto tulto io, mi ni di tu vi sono do segroti impenetral ili, eho dii ni, si edranno tetro lolii illi, o clio stii moranno una dolio pii niihil occasioni de Bouli. . . . inul- mente in una vision , a quato su siccomo ut sol atra nima
sua , i suo spirito su lovato sino ulla Tri adoraugusta, ollavido i appori dolio ro Divine Porsone, a loro nil , lator dis lingione , te oro opora Eioni , sin in se tesse , iasitori di so modosimo. lla vide to potagioni ello Divino persone ne cori dogi 'Angolici coriis reso persella in Plate cornel 'anima limniin o creati nil iiii mugine di Dio it ratio duropor o pugio di iii pie oro di, o di ho ella sibi iro, in ginocchio nolla posituro in cui rovii 'usi, ultor litando iii tu minoio. llii eos si os primo: l ora ulla perduia in moZEo quo grandi plon dori . in in istant in vidi io, elio non
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Interrogata an et quibus nediis Deus Serrae suu an triam puriorem reddideri respondit Proe fol. s. t. 72. io non enti ero ei detlagii olle ammirabili invennioni di Dio onde torminare di purificare ' anima delia sua Serva. Ora Essu edevasi in Lui, sicco in in unci impidissimo spec-ellio, in eui te sue monomo potueri te appari vano delle montagne ... Ora glirae mostrava 'anima sua nello lato in gyι- cui esse dovea, per esset gli uncti Stretiumente congiunta . . . Elin conobhe quale ora stata a purogga delia Sunt Vergine ... 151. Ella si immeruet , e si immeruca di uovo noli' Oceano dolia Virgini Deip r''
siccome una Occia di iioggia ne mare. . . Talor u sp O i52. senabrava che si desse a Leici quindi sparia in splendor in Varii modi aeeossibili a medesimi Serasini. . . Alire volte gli finge di suisti probat. respingeria rade niterraria a se eo efficacia maggiore. . . Le 153. convenne di vovo passare per a prova elle pono interno ' i' si dii et
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lasei a Deo a. uno Sint tuli sopran naturale, in cui Dio a levo alla co-
li zi .hui, st.'. . e dena influenZ do Vettio, como capo dei eristiani, sopi ut- tuti dolio nimo sunto. . . Coleste impressioni Prano elranima dolia Sorva di Dio ui nutrimento divino. Peres spa-gi di oliro via anno Ella trovossi soli in impressione di quos te vertia , o nolla conleint,lagione dei divini attributi. . . in una ultim una Sunt a la sua non te trovossi upplicula uir unita di Dio , olla vide in questa unita quolla grandeZEn immenSa, quella infinita duruhil , a sua lori ila songa principi eunit' ', ' peris senga sino. Tuita in ulla suori di s inodosima. Ella escla-
i 58. Por annum Serva Iasi in iis e con templationibus lin-
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BE ORTU PATRIA EN. 23Maosta, ella dicea, era riguardo a me siccome u vasto re, ii quale venendo a romper i suo argini mi impriva mi inondava e lutta mi VVolgeva... Dιerroyata an Serva Dei per id temporis aliqua alia eoelesι uisione ditata fuerit, respondit. Proe. μι. 72, 3. La Sorva di Dio ora circa eli et di anni veniisette, alior- quando obho una seconda visione delia Augusta Triade. In tale visione , che su siccome una Ornaco a suo uore, it Verbo terno ulla presena dei adre, o dolio Spirito Santola prose per isposa. . . Questo divino sposaligio si sece medianto unu meravigliosa penetragion de Verti netranima suo eduno scambievole lancio detranima sua nes Verbo, di modocli essendo come perdui a se medes ima , Eliu non si ve- dea pili ho in Lui. Mi abhisOgneretilio, ita dice , a pο- tenga de Serusini, nil potere sprimero ei , he VVenne in Olcsto rapimento di amore. . . Mun ubi rint , ne quale uno si trova inebbrial , e santamento incantato. . . ita dice, cli in colesta soconda visione , a volonia res il disopradolla intelligena , ullo ora per rumor , e eon rumore. . . Ella dico: lo non ora mono illuminata dolia prima Olla ma rimas molto tu amplamento strui in intorno alla gene- ragione 'o Verbo. Oh qua eos inessabilo elio it udro contemplando se medesimo genera n ultro se losso, ii quale e la sua immagine, et i suo Verbo : Phe una tale gene 'agione non cessa , cho quest Vert, e guale a suo genitor in potengu , in grundogga, in niuestu, e che it adre ei it Verbo con it loro uinor scambievole e reciproco rO- ducono clui lio spirito di in ore i quillo e ad ossi guale in agni usa pari menti. Ulia tu visi formacia catitudine dol-r anima. . . Lu op ri agione do Veri, noli anima nata, mi impediva tu unita de principio genie , eho ora i medesimo nullo tro ersone Io edova sunga confusione a unita delpi incipio, o appropriuato ne cir Operagione , eo ullo cio in una inaniora inessuhilo. . . Aliora su che o conobhi, Mesperimonia , cho it Verbo e vera inent lo pos doli anima, laqua cosum os profonda, quant ii abisso. Tvito ci , che, ne pii dire, non si pyrossima unio a io, che , odio mi allogro hemio in Osi grande, clio Pariar non se ne POSSn corne convicio. . . Tuli colesto visioni mi secoro comprendor i misi eri techius noli Evangelo . In principio erat Verbum . Questa p. rota . Verhoaterno . mira via nudrimento, che continuamento mi tempte, o vn prosumo, da uir uni inii mi e continua monte imbalsamata . . .
tur quo id autu inperfectum est.
170. Serva si dolo git quomodo Vet.bum Sponsus est Animae.171. Hisce visionibu Amysteri in Evali gelio exposita Serva Dei cognoscit. 172. Verbuin aeternum eibus, et animuQbalsatuum.
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moti sibi vitie latur Eran tu usi de rinito vulnenti di unione ... vult sem pro iu
Ella oscium uva: Mi doleo amores il mio uor e nudo ulla vostra resonga, presso ali Allure de vostro uor Sucrosunto. altare sacrosanio, si fallo si di vo ui cola sacri sigi l fornace adorabile sale ardor coici, cli vivere non uOle, clio dello vostre si amm .... I neppure enumero i lu- mi , o te gragio, e quali dili agglutis a tuti quelle cho
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eti durato si alii u altro .... inal mente Dio e lolse eo te- si grandi trasporti, e la pose in uno stato il luale ora co- me a consumagione deli unione L anima sua ne rimaso fissa in Dio, como ne suo centro una cosa, Eliu dies, eos semplico, e cos delicata , clie non si Pt O es primere. Si puo partare di tutiori lcggere , scrivero, ira Vaglivr, , equesta pro sonita ccupugione Sem Pre linunc , 4nima non cessa di essero unitu con Dio. Nella O3ὶ versagione , e inmoggo ni rumore de inolido, ella trovavas in solitudine nolgabinoilo dolio posο. Qui vi non si de ulcui rumore, tul-t o quiete, sumbra eli rumore ius impudro nilo di tutio. La parie superiore doli anima o coine uia telo in cui ossa
inuito a Serva ui Di di essere illusu, ei os primundos noΕlla con it suo Divino pus , , Esso lo disso inieri Ormento. Qui di mora voglio cliora succi quivi, io, clio ii ii
stuehi di an uolo seu illunt ri putulo uno dei tu illuminali de suo seculo nulli scio nati de Santi . . . Anthedue laesoriaron ulla sedella verso vii Dio, ii quale si dimostra vacosi uono verso dicioi .... Don Claudio Mari in suo si glio sa
s glamma nucevole, ne onerosa a prossimo, i do veri dolia Serva di Dio non ne solistrono iam mai. At contrari , o Spos travngliando per ei e con tol le eos cran salte conmuggior persegione, e riusci an in sorprendente muniera. . . Ni uno immuginava te grandi cose, elio uvvoni vano noli antisma sua. a Serva di Dio non ne ui lava gia inina se Oncon it suo ire itore Allurelio essu si rovava a lato da non potur tu adron oggin re i raspori dolriinima sua aueva
18 . timore illusionis sui Divitio Sponso Serva is iliberatur. 188.
Consulit oquevirui in Salioloru
Hiie Oni lamni mtem potius I. et proximo in loro
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Ee, o pensuro clio Dio era ovigioso abbas tanga per ilvani aggio de suo sigilo, o per i proprio . . . In quanto alluseella doli ordine Ella altendova tutio eo me per limosinada Νορ tro ignoro ... e pore di sania ores le ave vano cligionato deli stima pol Ciirmolo. . . L auqteri tuis it grando accoglimonio des euillan lines egi undio uti ira vano ... ii Generale de se uillant essendosi oculo a Our , te flatu posto, dicendole clio 'ordine incaricato si surchho della ducugion de suo si glio. Questa cos logi leva a principale dissicol tu e a cos ando cos avanti, che si era dispo- sto a riceverta ne Monastero di arigi. Et in prosecutione diei Interrogatorii Proe fol. 8 et 82, respondit. - oco lompo dopora ossor a vita dat Gonoratomo de fouillanis, essendos sermalo a Tour il dico vo di Dol, inera iiiodam Epia rimas Si uti ratio ullo qualitu e allo virili dolia Serva disco P pr iunxi Dio elio a mort a sectuirio . onde fondare ella sua Di
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doli Orsolitio, persona di grande morito, Olli iv a mn losto ulla virtuosa ud Ova... son IIui mundo indit ova i suo i,a- tollo e tu sua Orella a consentire nitu sua par longa, e diri euricarsi de suo figlio . . . Intem ossata an Sema Dei grave aliquid passu sit ante suum in Religiosuu Ordinem myressu λn, res 'ondit. Proc. fol. 82 t. ad 8. t. - a Serva ditio ossi iva strant combat- limenti no piuisaro elic Eliu avrehi, do vulo lasciare ii quosi glio I Demonio, i iii ando, in natura i uni rono per dare assallo ut suo uoro. a solista principalme ille delle gran xata ui te suum indi tentagioni contro a ovortu, a molivo delia ponuiqu in 'mu gyφη cui lasciuuari suo figlio ... Xon os lante ita si doci se Uulat lo clic avvenne ii uindici gloria avunt i suo ingrcsso . adero hi, di molio e suo ungoscio. I sit figlio, clie non era 20R. in Muniaione di ci clio avvoniva, vellendo di essero imi 'ruti T. Otri
ruto con tristeZZa risonti in s mcclesimo et clis pincere, e Ipsam turbat sa-
erano superliciali, elae era tutiora in ei a natura Inllera darguit.
tura et M. Urgulinarum Prae. Di N. I. ultro DNiorto iter uti l elliti, rutri g. ego roris consensu. 207. Gravibus R. I . tolitationibus diveis
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Monitum S. D. in silentio axeipit in ara it lx tarn humilitate maxi
217. S. D. de hae repraevenitur. 218. lii vitia propin in litis tigressuit in Religionem m. l . statuit. 2Is. salutis monitia illi, datis l .
mente, e lolai mente vive e passioni. Frallanto a Ia ea dova lavas gentissessa non grande annielii lanielilo interiore ei est eriore: in leve DSpiro, cli lasciossicisuggire diodo a padro a oeeasione di sprimersi in allr parolo severe : quindi te eomando di algursi e di useire esto tu usa di Dio non ora sutia per anime colunt impersulto Eliu oh hedi tantosio, sucotidia una prolonda ri Veronaa. Illud ro, ola Superiora reflarono innioli per ammiragii ne, Asorvundo una lato virlu, e spodiron ultro person ulla cuili pugna
in ricorea de sanci ullo. . . ru Polluva uir Episania, in iiii Vangclo rum monia o marrimento de sanci ullo Gosii LuServii di i lone vas unita a dolori ulla Santissimi Ver
gine, dialo unctio live va inurrit it suo Divin Figli uolo iii otii di anni odici, nulla sperati a clio dessa licoria rimur. rchi, consolata a tergo tortio, eo in insulti v voiano iii duhheno uomo ossendosi libuitulo te lanci ullo sui pontodi luis gliel a leonituqueo. oco te inpo prima uia noligioso predullo lo vova una talo assigione , dicendole , clio ess aera per rico Vere ui gratido favore in cli essa vi si sarobhedisposta per meEgo di una grun croci . . at grado i reclu
ini de monito, o de suo parcilli, Ella dolerminori gloriati de suo ingrcsso prese a partu i suo figlio , o opo di
a verto riclitost de suo consonso con una honta, ed uita ser-meEEa commovente, qsa gli diud gli avulsi iiiii salui uri .lo alsilo allii Sania Vergine, luscia iidogli Di per credita, et sua pro uvido tigii per gurangia detra vvenire.
M M. V. De ingressu Servae Dei in meligionem, deque muneribus in ea exercitis.
VI. Testis ni da Soror Maria a S. Tlioma Magistra alui inarum iii Monasterio Ursuli nurum uehoci, Prosessa ab annis 32.
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t ii proveetlore u tali uti alii allato aiebant.
DEI INGRESSU IN ILLIGIONEM 'etc. 34alire ioviale in qualita di solio maestra. Λ qu PAl'ei Oea parimonii e vetino dato mi in il ullo suo Superiore di suro allo Noviaio dello consoronge in torno ullo cristiano virli ,ed in torno a di veri dolia vitaraleligioquci ullo vult vario uitii eliorato ligioso dolia qui Ci, munitu, peti truto sin a prin
d Essa gli disse addi , dichiarando elio gli ne saretii, '' moris ... a , ella dico, io aveva impresse nolla memoria quello parole di ostro Signore . Colui, i linunt amari suo Padre, e la sua adre i di me, non e degno di me, colui it quale amari suo figlio oria sua figlia iura me non degno di mo . S. Mιteo, Casto decimo, versetis ren