Clarorum Germanorum ad Ant. Magliabechium nonnullosque alios epistolae ex autographis in Biblioth. Magliabechiana, quae nunc Publica Florentinorum est, adversatis descriptae. Tomus primus

발행: 1746년

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Ion satisfaciebam mihi ipsi amore 'quoi

Te privatim hactenus amplexus sum , -- analoebi Clarissime, sed mei . sincerissimi as,fectus publicum aliquando testimonium edere , iste Tibi deuotus animus summe concupivito Inscripsi igitur Nomini Tuo alteram partem Iibri huius, quod Te aegre laturum non possum suspieari: unde, nec excusatione utor, nec munus istudi verbis exornare studebo. Tu modo da Τe vicissim mihi , atque clatem Te exhibe . ne spem meam frustra fuisse via deam. Et vero, tanto maiore iureis hocima Te postulare posse videor, quia rebus hum anis exemto tilustri Capellano, tu solus totum librum Tibi vindicas . Equidem, imature mlis , omnique re adhuc integra', de morte optimi Viri redditus eram certior, fruerunt quil, qui alium Patronum operis nostris qua xendum esse suadebant. At . mihi , meoque candori, religio fuit, quod semel receperauri quia vivo haud licebat, saltem defuncto non praestare. Ne quid dissimulem, pridem monueram Capellanum, necesse esse, ut libro meo Mantrifam addam , atque si placeret . Te in Societatem dedicationis admittere, velle haec additamenta me Tibi consecrare. Quod ipse conlilium, non tantum vehementer probavit,

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sis α CΗRlW.wFAGENfEILII sed &i serio testatus .est. neminem usquam gentium reperiri. eum quo mallet coniungi, quam Teeum . Caeterum, de Albanasiana is imον Paraphrasi, cuius mentionem facit Lambeeianutis de Bibliotheca Laurentiana, quod mihi olim communicabas, iudicium , quaeso Te , ut eerti quid me edoceas, atque si apud vos extat, primi, ultimique Psalmi explica.eionem sodos transmittito. Animus est , vinis dieare illam eommentationem ab interitu , beneficio Codicis, quem ex Augustana Bibliothe- ea impetravi, . std. . qui nec principium ha het . nec sinem. Quod si igitur, quae mutila sunt, tua ope restituere licebit, non apud me tantum, verum universam Rempublicam Literariam , magnam inibis gratiam. Paro &Electoνum Librum, quo scripta quaedam Chal. datea, & Hebraica, quae ad Historiam, &Geographiam attinent, & quorum pars nonis dumttin. lucem prodiit, eum translationibus exhibeo. Aecedit iis prolixa Dissertatio, de causa. quare Iudaei veteres dicantur adorasse eaput A siniteirca quam vexatam quaestio.nφm, post tot tantorumque Uirorum Conicicturas, etiam nostrae locus dabitur. Vale,

Vir Clarissime, & salve &e. . Sc. Alidorsi Noricorum a. d. 3. Aprilis

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SPero elie VS. Illustrissima non sia per meto

tersi in eo tera, se ardisco di scri verte ne lola Lingua Italiana. E ben vero , che n i invi parat poco ne i tempo passato , e ch ancora di quel poco me sono adeso scordato assai, per non avere. avulo qua si mal l occasione di partare Italiano, e d' esercit armi in altra mani era. Nientedimeno non vorrei scordarmi: amitto. di quel poeo di resto, e seri vero per P avvenire sempre a US. Illustrissima, in votigare. La supplico perh umit mente , che cominpatisca. agit mi ei errori . e non si sdegni dileggere .grandii spropositi. Dei resto non oco correva, che US. Illustrissima lacesse tantir ingraZiamenti nella sua compilissima de' 4. dei passato . per averte dedicato la Mauris dei mio Libro it . Ilo volsuto solamente pale sare at Mondo Pestima cli 'ave v sem pre fatisto delia sua Persona , e de' inoi grandissimi meriti, e la quale manterro tuti la uita viista. vorrei poterie dare altra pro va di questo reverentissimo ossequio, ma mancandone, VS. Illustrissima : si contenti d' aggradire questa .

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32Θ I . CHRIST. v AGENMILIrthe Le ho offerto, come un eterno sacrifieictalla sua virtu ed Erudi χione. Mi stupi fecipero, che VS. Illustrissima non abbia rice vu-to resemplare che Le ho in viato, con una letis tera d' excusagione . subito eli' il libro sus ampato. Ne mandat un altro e semplare neIis I istesta tempo. at Dottissimo Sig. Ferrario, Io quale E capitato a bon porto . e COS voinglio credere ch ancora quello di US. Illustrissima non si sta perso, e ch Ella fra tanto I havera rice vuto . Ma in easo che questo nonsa iaceedulo, non mane hera a US. Illustris. fima la eommodita de pigliarne insorma Eionea venegia aporesso gli Signori Giovanni rem favo . e Tobias Ofυυald auraeber nel Fondais

eo, agit quali ii fastottino is stato racco manis dato. US. Illustrissima si potra anco ser viredi questi Signori, in caso che voleta mandarismi qualche coci , e s' assicuri che non ander a male, e det medesimo modo, come tutioquello s' e perso , ehe US. illustrissima strived a uermi in viato. Ne sento un grandissimo dispiacere , e di gragia VS. Illustrissima non dia piu Ia eommi stione Cretieis ventis di portare te sue desideratissime Lettere. Resto obis h ligato per te novita letterario delle quali VS. Illustrissima s 'e degnata di darini parte,

e per adesso non m oecorre abro . per ricompensare la sua cortesia , ch una carta det Sig. Muliero, ne ita quale si vanta d 'avere trovato

ii meχχo d 'insegnare in pochissimo temo o adogni uno la lingua Chine se, stimata fino a.desso per la pia dissicile, che gli homini mai

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EPISTOLAE. 321 a VS. Illustrissima eo me molio obbligato peril rit ratio della Signora Piseopia . Io ave vapro posto a lui it medesimo dubio, che VS.

Illularissima m' accenna , quanto alΓ aut Oredet Libro De Pileo , caeterariue eapitrs tegminibus; pero non pote va io pro vare con s vive raggioni , come VS. Illustrissima fa , chefosse dei P. Rainatido. Non mi occOrreva alatro a dire, ehe deli' avere piu volte in teso, e Ietto ancora n et Seldeno, che questo Librosia dei det to Rainaudo, e che cost non pote-va essere di tui mede simo. B sogna confessa rech 'il Sig. ambIdo habbia stritto quella lettera in fretia, e che molte cose vi sono, chedesidera vano una politeZEa maggiore. Ma cO-

me tui have va differto ii negogio per attresue faccende , sino ait ' ultimo momento , i IS tam patore pol si ampb a misura che Lui ci forniva te carte, e cosi non pote va io sopracerti passaggi sar con esso seco raggiona menti . Consessero a VS. Illustrissima d' haver stritto

ii mio Libro per dedicario alla Maesta delRe Cristianissimo , havendo ne grandissima ragingione et pero essendo gia stam pata piu che lameta , ii Sig. Capellano non trovava bene .che lo offrissiat Re, ne me no a li' Eccellentissimo Sig. COlberto, dicendo che tat Libro era per displacer loro, e procurar mi una est rema i

dignaetione. Di questa sorte lui tro vava meo glio ch' io dedicasti it libro a tui, come nonera mai stato maritato. Ed in verita , mi pa-xeva la sua raggione cosa pressante , ehe non mi hasta va l 'animo di eangiar penseri, ne an eo doppo la sua morte. Supplico US. Il-Iustrissima, che mi sacci a la gragia di sple-

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321 I . CHR ST. UUAGENfEILII garmi che cosa dicano te parole ch' ho mar-cato net hi glietto; non in che farne, ed ancora a Noriberga , coloro che si vaniano dila per molio bene la lingua Italiana, e ne sanno gli maestri, capistono men o di me. E

cosa frana vera mente , Ch'in parole . tanto

communi e sacili, ii senso sia cosi nascost O. Poche setti mane sono ch il Sig. Endero maritato a Noriberga, e quando sero con tui, non manchero a dirgii la salute di US. Illustrissima Avrei motio caro se US. Illustrisisma mi mandasse gli nomi di tuiti gli Principi d ' Italia , con cluegii de' loro Mogli. Fiis gliuoli , e principali Ministri. Con the raccoamandandomi alle bone graZie di US. Illustris. sma, la riverisco, et e bacio te mani di cuore, restando per sempre &c. D' Alidors a 3 o. di Settembre 2674. Vi h ancora bona comodita d 'inviare Iesue gratissime lettere, e tutio quello che VS. Illustrissima vorra per la via di Uienna, sacendo ricapito ali ' Illustrissimo Sig Ferdinando Persio de Lobnsdors Residente det Sereni μsmo Eletiore Palatino alla Corte Imperiale.

EPISTOLA XIV.

VS. Illustrissima si eomplacer d' aggradiis

re questa nata raccomandagione, che leso per l' illustrissimo Sig i Fabiano 'ede Bais rone Sue deis, e 'l suo Go vernatore Suenone Caνωνοm Gentilhuomo garbatissimo, e ripie-

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Illuitriis. non sara portata da se stessa dat suo nobilissimo genio , d' aver cari questi

Signori , e favorar loro in tu He te occorrenis Ze . Ηo preso copia di quel Catalogo delia Biblioteca Florentina di S. LorenZo, che US. Illustrissima mi mostro, e che mi di ila efferstato satio dat Sig. Luea Holflento. Legendo. vi dunque, che nella de ita Biblioteca si riistro vi un Commentario bis. ἐν S. athanasio

supra i PDimi, supplico US. Illustrissima humili dima mente di sarmi la graetia a d armia viso, che Commentatio si a que ito, e s Ella creda che vera mente si a di S. Aιbanam ,

me anco d' invi armi gli Commenti dei primo, ς deli' ultimo Psalmo : Mi e capitato un Commentario simile si a te mani . e sono impa EZientissimo di sapere se si accor dono inii eme, e di riem pire gli disetti che sononet principio, e net fine dei mio libro . S' as. sicuri v S. Illustrissima , che non mi potramai fare maggiore favore di questot con che. augurandole dat Clelo ogni piu bramata se .licita , Ie bacio humilissimamente te mani

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EPISTOLA XV.

VS. Illustrissima rice vera questa mia dei Iemani deli' Illustrissimo Sig. Conte de Eleinbo Figli uolo di quel glorioso Capitaneo, ehe si segnato ne li' ultime guerre di Polonia, e di Dan ne marca , Nepote dei presente Gran-d' Ammira glio delia Suecia, e la di cui Sig. Sorella sta maritata con I' Eccellentiis. Sig. Conte d' Oxenstern Ambastiatore straordinario alla Corte di S. M. Cesarea. Basta d' hais verte fatio questo motio, e son sicuro ch' Elista non manchera d' usare con questo Cava-ltero gli termini della sua solita cortesia, edi favor illo in tui te te occorrenZe , principalmente d' introdurio appresso gli Sere ni G1imi Padroni. ' ha satio questo Illustriis. Sig. Conte la gragia di star meco tre anni intieri nella ea sa mia, di sorte che tui ne resto schi avo affatio . e che sono obligatissimo d' interessarini per gli suoi servi 2j. Maancora che non fossero tui te queste ragioni ,

ali garbatissimi. costumi di questo Cavali ero

sono ea paci d' ait irare l' amore di tutio it Mondo, e cosi non occorre di partare pluat suo favore , essendo io certo , che US. Illustri se . sarii da se stessa portata a rive ririo, e servirlo. Havera ancora caro US. Illustrist. di far eo noscenZa col suo Mag-gior domo, ii Sig. Roberto Κuninmond Genistilli uomo Suede se, ripieno di virtu , e d' eru-digione. Dei resto mi parto gli gior ni pa G

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, E P I s T O L AE. fassati it Sig. Ender , cli' ave va dissegno di deis dicare a US. Illustriis. quale he opra delia suassampa , cosa s' Ella desiderasse , che vi si metia qualche cosa particolare, mi commanis di, e faro che resti servita. E con questoraccomandando mi alia sua buona grazia, lebacio riverentemente te mani Sc. D. Alidori a xo. di Dicembre c674.

die xxv r. Martii ad me seripsisti

literas, nudius tertius allatae fuerunt, summaque. me perfuderunt voluptate . Cognovi. enim. vel tandem, librum meum , quem ex merito Tuo dicavi nomini , ad Te pervenisse postquam morasse fecerat immenissas. Nisi in telonio eum latuisse monuisses , suspicari licebat , traxi sis illum sortata secum : quid vitii e gente nostra , atque Italici vini captum cupidine in diversoriam tabernam aliquam se abdidisse , ut ibi genio indulgeret At, si id ab eo laetum esset , nihil minus prosecto quam meum genium reo ferret. Nam si bene potara Germanum araguit , nusquam, gentium minus quam ista Germania me quis natum opinaretur. Amos enim sobrietatem, sive instimctu naturae meae,s ue quia, eius imbecillitas id efflagitat quam maxime, nec vel serre possum eos qui te metum olent , nedum ut. ego erapula gaudeam. Bonum facium t venit ad Te libera reditant igitur pariter tandem aliquando. in

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326 IO. CHRIsT. vvAGENS EI LII viam nescio ubi errantes epistolae meae . quas varias scripsi , vario tempore. Sed imis primis miror, non redditam Τ ibi illam suis, se, quam serenissimi Ducis vestri in Aulae Viennensi Legatus Residens, ante hos men ses amplius quatuor , curandum accepit, quam. que nulla nunquam occasione' perire posseis plane mihi persuaseram. Equidem opinabar, hanc occasionem & commodam & tutam utrique nostrum suturam, ut Iiteras imposterum Viennam mitteremus, quando eas quae

me spectabunt, Nobilissimus Vir perdinandus Persius a Lobnido Palatini Electori, ibidemi Residens, pro sua erga me. insigni benevolentia , libenter fidei suae committi passurus esset. verum an vester, quem dixi, is est, qui operam nobis locare quaeat id a

Te edoceri velim. Caeterum illud meae e ga Te, tuamque eruditionem observantiae pignus , non meretur tantum . tamque studi in fas gratias. Abunde me selicem praedico, si benigne es interpretatu, quod, facere ausus sum, Tibique persuades me Te ex animo vereri & colere , daturumque deinde quoque huius affectus testimonia alia . publica . Quamobrem , o Noster, fac me etiam ames, nec dele mei memoriam ex animo tuo . Det Avieonna non ausim scribere, ne videar a

sectare librum, qui Principum potius, quam mea exigua Bibliotheca dignus est ,& quemne ' videre quidem Z unquam mihi contigit . Satius fuerit ea hic iterare, quorum' grat Te in aliis literis, quae redduae non sunt . rogavi ,' & quae minori tuo dispendio . Praesare poteris. Quis sensus sit trium, quae ri

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