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. prolanda, Misi nesciviro per stri pili perspicies. δε
me o di me stranter in questa vastissima e dilaltroia-W-Bracia. Ma non meda, in amn ea perela la e Uzion riscellis aboler ω - Maio pari gone fra Pantica era moderna Inusica L musica h g. reo 'un senis; in i sensi, o per e proprie sichealteraetium, o per quella, che in esse gli abit diversi gionano Van ambiando I gusto di stagione in si, rione, non che di se Io in se Io. Un anchetis. t restato a tenore desse ricetis δ' Apicio, nae ei L,inaco a me delicati. I tanto decantato Baetiumra Fatirnus agra a giudietio de moderni palati prinduce ora uti vino da galeotti Damaro, reo Cassi pes iore secondo it Redi, delis stello veleno, dibvcnitio a pii deli Eiosa evanda di quasi tuiti ibuvenci e chicia, se alia line non a diventi anche aliti Le ariette cite incantavano id gli avi nostri, sono go sciacchevoli. ed in topporta hidi nente per mi. C qua saris unque Ia perfezion delia musica essendo est lamita alle decisioni de gusto con a se med simo sis momento diverso' Honde ina prenderoi una norma sicura per Visciermi quando reti
alia nostra euilire perante temeraria fantasia hastano frivolilsimi fondamenti, per abbricarui irru Dediata-
mente svra Mimagini a sim capriccto sol in io sentam Ominare ii Cairo, o echino, ella mi presenta subito lavianai quella vaste citia, in is non no visi Vedine.
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or se . S. Illustiistimara tontenta, in io Ie omnibini Mee di similitis, recomi pronis ad appagaria. me pare riveritissimo amico, chera musica 3e li antichi lasse molio pili seinplice, a multo pia efficace delia moderna e chera moderna ali incontrosa di quella pii artificiosa, o pio mirabile. Quando io sento che Platone vittae, che neu sit Republiciis la musicaal primo universale madiola orniano, comenecessario sondamento 'ogni scieneta, χ'ogni virtu: quantis io leno, che in Grecia non solo tutori poeti, maci filosofi tuiti, i condouieri dera Merciti, in iruolatori siem elle Republiche erat anusici eccellenti; concludo chel musica aliora ovesse Migere molio minore studio della nostra, ella quale per divenirmediocre artista, 9nviens che altri impies hi a methdella vita e che osse per consegueneta pili lemPlice. provo, checla nostra si pio artificiosa da questa, parmi, che olire infinite attre agioni basia i solo contrappianis moderno, in viri de quale sino a benventiquatuo cantilene, tutis Da Ioro diverse, possineantarii contemporaneamente i hine e producono una concorde, incognita agi antichi, soavissuria arm
via Clio auli antichi sine incognita, e sar ad vili deneta dimositiato a dottissimo specialinente nella scienZa armonica Padremaesti o Martini. Eicie dir, te scientisine existoriche rasoni, perrae quali non ravea em, e non pote no averta est splegheia, hoquella Concor lia di voci diverse, Tammenlata in pochi
passi 'autori antichi cho servono di debole apponio a solienitori delia contraria opinione, dosea ridursi alcantariel tempo stellis altri alia quarta, altri alia quinta, altri ad Ottava, in I stella stellissima cantilena, dissavi, se una in portentosa invenetione osse statimsuri a Greci, hi potri persuadersi, in e ne ines
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imperistis inaniere antiche di scirive la nausica solleqiudi iunicano la notaria rendevano latipossibileia commissilia operarione de nostro Cori repunio.Quel potere esprimere, come nolit amo. in una solatine coaraposta di inque righe lutterae altei aEioni cmoniis de te i quel poter oti oporreri'una an alto diverse catullenes e scoprirnes si in un oechiata tutis Ie vicendevoli TelaEioni, era a parer mi indispensabit, mente necessario, ercti Potelle nascere ii ContraUpunto in questa Naanima di striverna rivisti, ella suci, non .ani, anuinita aggiore tali undecimo secolo
Demis stata pol id emace Pantica delicino.
deria musica pare a me, cli debba elle ita in danadiret tamente oppolia isti turione de IDoderm e deglianticii cantori Hieatro ocilamno delia musca. IviIplega in tuticia pompa delle incantatriis sue taeolia; exivi ingus gnante si Propaga Deliopolo. Dieatriduli antistii man vastissinae piame, i nosti lunatissime sile: onde per sar udire in questi agi innumerabili Dettaloit, che gli occupava Iut hi gnava quella vox Vagoedorum che Tullio desulerava uel in oratore epe con Ha, eonvenio, chele persone destinate a fax uso sella Io voce in os ampi teatri incomincias sex dest pisi tenera et a Tenderia grande, feraria, Hilara, e vigoresa, a Mercietio eo da presente diu .erso. -- -itor ali incontro, a quali Pesseraetidit costa ora forEa tanto minore, anno abba mi quella labo os specie di sevola; in iniscera'antiricos aciende serme robuste e sonore te voci toro. diano a farie divelli leggiere, e leghevoli. Conquesto invo 1Modo ora pervenuti a Mella Portem
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strepitos applausi degli spinatori , una voce haesi,
che naste alle maxavidia, e Me esse precedum da in sill ismo ma non Imai quello, che viene imin Ginaiiente prodotio alia illic vigorosa inpressionerum hiara, semia, e rvinissa voce, che scitote consorin male a dilatio gli organi de nostro Milo, one pilige gli esseti sino a lienetrali deli aniana Hobe in muto, e Potra -- ciae ossa, Nomen ire da uri sicciolo sanio, quanto enomi si minita. disserenaea I cantori delia Capella Pontificia, enchoda sanctitili istituit anch elli nella mola moderna, quando sono amines in que Coro, eonviene, sullo morosissime pene, in abbandonino amitto tutu
plauditi ornamenti de canto comune, e chera a
in vino per quanto cosi untdi Upossibile a serinare, a sinenere sicaniente la voce ora, G sisnos
e celebre Miserere che mi ha rapito in e stati ii iii acere, mi ha internamente commosso, cantato da pielli
in Ronis, immo ad annotarini da,infici, secondon corrente stile eccellentissimi, esuuito in lanna. Ho sperato alue volte, heri nostro canto ecclesi sic potesse dare qualine idea deli antico consido rando che quando dat fine de Asio, o nes principio de settimo secolo regol S. Gregorio alariusica delia nostia Laxurgia erano aperti ancora iiiiiublici teatri; parendomi naturale, cito qualuitque inusica in questempo composta ovesse risentir dello stile, he inelli aliora regnava via vitrecin locitiis di quei inauidove gia, come inuo u rimanente, egere in Dei temp. barbalno, quali vicinori mire et Tende celo ora presente, se tantora impossibile a di nitrii sine re una ma , quanto era in Melli asst, urn adue sinime in viis attula
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columba de suo Anacreontae: D una pica a fir tu in Mi
In reui olesta vita ire u edienta esin dassa sua amicietia, chera presente lettera non passi alienae in attre mani Sare inconsola hile se alauno laxe esse publica per overchio desiderio ae ononi mii Ella iaci misi dis atti l compatiis mi nam a lordi*etto e constantemente mi reda . . . .
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ceti nature. Quant . votre Epigramine n te, Ddmis vis mus ne Postea polo faue. Oatre qu'ello est asstat diocre, ei satirois tro Vous recommam cler de ne votis Oint a ille alter . I tentatio de falae des veris Fra is, qui ne servirOient qu'. VOus dissipei res pria sartout si Venetrii fine Diure Pea mne. M. Desprtatis ain talent qui liti est particulier, et qui doli mini uous servi ci exemple ni h Οus, ni a qui que in Diti iri a pas seulamen resadu Ctesu gente meminisseu cim laitire mais illa enire outre cela un jugement excellent, qui lai fait discernere γ'il salit Iouer, et ceriu'd saut reprendre ala boni de voviola Hamuis aveo ous, 'est uno. des grandes felicitia qui votis puissent arriser et in
-up, et en Midant peti. I vous dira ausi quovous me seris Halii de uous attacher a voire .crL
Mon fiere, qui Mois Mors ora lictorique erue te regalere tui en orant ne Epigramme qu'il avolt ait surrii dispute enue Boileia et emuli. m. de μα Rari Q.
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de missage de Prin silien mi Moit si, innae ingrati persennageis Alle se profecisse sciat cui Cicero