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Io non son, di si pomisi iri, is diuanta temerita, Eccessentissimo Sigiuir mio cli' in non nosca cheis in vim si maxime αγ-guar in per osona di molia ruderaria e di inga hieri enZia tellemis, come siet ves perinis, io saprei dari quel consola, i savio e approoato osse; ne voi d ab trui consigito a et hi ono. Per pili tost per via di discors mionando con esso voi, a uita di cole. eo te ante rarioru ametraro i ferro des vostro intinlatis votioseia . come biimi iudice, considerate is inieci ioni conoscerete in se saranti vote di Prudenetia, esse Mineno Dinam' o Veneru'inearione e distae. Non crede mustrum signo inio che saiacuna perlana di giudieio, te non sappia, che opoIddis, Huno oblig manior, che questo, in hab-Nam alia patria e che, Glandio in caro ne sara Padre e la madre carici figlitiosi, i liarenti gli amici; che a carita delia patria abbracula e stringe instemetuiti quem amori di a nanter in seri ingratitudina que viaio, in pili 'ogni altro debbiam fugoire in odiare niuna ingratitudine e maniore di quella,
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chera per lavatiere inleg O. Naal auinio valoroso v late hora anancar de decoro delia voli a dignita Non
teria sollevare da tanta infamia . e clara evidente ling. E se ha iam letis ne ranti e Maelia orie, o vitio nes
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ine rim Mnesietio, da Ie pumiche o Maecilia bene finiuitiite in segno di grati dii in porsi mune e missi.
Eo uis esse viamis di luello, donde dipende a conservisti,ne de Plinitore, deae lacoliti, e de la Hia' Non in se raraggiore, o ta solle ille sirio , he fece Cicerone alia Romana Republica , allor in st mersei congiiminio pera clatilina oon timio inerito insisndida maes priuisntissinio Catone Pachre delia intria omininato. Non sapere Vol se ch la omina e perseita gloria consiste in re com rioth, che, hirudinoci anu, e fidi dines, echec' aris avisi deuon
e ne passati coli viae Per laiciar nota in memoria diis con meo bella e meri Iodata occasunae, Ira rami, Da lati x, in andari adcino tracta morte seneta speranga 'altro guadagno the di questa gloria; a. quale peraventura non ne vera ne Omana gloria, conte sar. lina voma. uesta ἡ4inpres , nevaquato similio a Dio site henefletio an patiis, a parenti, gliamici, Malla rvostra Pollerita nessa quale non soli non deterit Moestio, n oui me li date di im pre beari, ratae et gaures , iae horrore, iacendo Signo degli ni tui, ella, Mnt. d M. uomini; ine esset Signo deue.-b Ἀ-
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Pipliate solis impres ilis licite, oi teolos, Certon, invs Milo es ira. Non andate iter, ideo sua Maestis, per levarie rub Meneta si maesto reono. sollevarie li popoli, ne per fare altri stetit Iuttali araa per confirmis A animi delli sit liti sella si mi via per Meheuare i tumuli . e peraceresce la div
the P esse amato e niuna in contraria che rester inmixto Non lapera, heri'ha in odio colui, cite nimis, e his uli odii di ii ii iiiiiii potenetia 'i,ex grande iecita pota resistere hingaraiente' li line potis voverem Prudente amata cli S. Μ. a voler
is questo M la religione 'est cilia raeue histin ulte cito con bero Christo equella chedi secolo
in lecolo conlirxi anctos nella sua sede, tella tua reli-ψone, lia con tanta verationi Christiane, e pleni di sede e di caris, dato essempio ali altis, ei persuaselo ad elle tale. Quale inuella Citi . . Ora m in letilia. m. in Europa, ove fiano tante chiele heri Hirituite og- te, tanti luom pii, ove si accinit, ante Hemmae, ante opero caritativa e diu istiano ti . is negare, che in questo regno, come iri alti trioghi. non e sano de tristi, e cite inextrino esse instigati. sue o in contradix ai vem. edin inbisit oneraria. mentora esse troppo deo ni delia ς lirria cli lim. I. questi si ollan castiga per la via ordinaria constitise
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n vom, tristi. o non vomo Moum vi molle aliis rigi nil da pote persuadet S. M perci sono rante e si negli occhi 'ren' uno che Larei levi. in damis in viri, Reta mala di questa cola.
tarione, e que credito, che non Vete perciliata fortuna
vostra potui acqui x Pressa di tui, conamina, olim in auete prese, non tanti pericvii in aveto corn.
concla te spe se cli avel e fatis in serviaelo suo, 'acqui-
con questo mereto E quando non ne madagna aluo ames este, se a aester si pilo. Patrio chovi porta questo regno e P obligo, che v lia serviret o Dio lassi rete . la conscieno Vostra, in a vespe laetione, cive iis di mi tutio istano ita e nisi uet. tanto maggior vina, quanta sar mitior ia peran des pretitio di sorte che vi potveste, come poemi Proqvistis degli animi e volant. Hi quaesto runo mina si mina cosa inciendo ceno, Morosissimo Simonanio, che se edeste una hella vergine dabo amata ardentissis mente, scapuliata, e lagonolis, in per
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laceorso, che mi, ineuiete, animo nobilion e gemine, sino sano vi pericolora di danno, tmesis pronio ad alutaria. Quina erinella bella verine Iaquale agioneVobnerile sopra tutis Ι'alue cole deveesse amata a M. Oicli ad alta voce in alnio victima. Non mancate M suo bisomo ne sate injuria. at vostro nobil animo datovi alia natura . simili os, ninioni di viri e di grandem, Vostra E Geneta per doni altria is mio e pio di questo mi parere pia iusto ii buon aniano, cherae belle ragioni.
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Siete o contento ignor artolammeo occhi Vigioisce it uore Cavete voluta a inocti vostro lacola, i non mi sono potui oppone, ignor tib nora vi furiiauedio La ignori vostra lia Volui tui inistre quatuo buone ore in due di, auro coni uti Llastro con gli occhi sempro volt ad uti luom solo. orae iglia, piis alie, ii piis asse, ellipre ad unsegno euotanto uti valente giovane, Coo una sua Penna in viano, e eo guarda ora me attento, e ora una carta ch egli ave lolio lant sece, e tanto segnis, Chedalia auia faccia ne trasse uti alto, e pes a quella seconda incavaia ο stio semieta sui rame, ne trasse tame . h egli a te uilii lata quas Hellegii di visi lambgliantiis a Mio. Oh glira talo uia genti capriccio im verit. a multiplicare, viso malis. Non basiavaso e checla natura avella satia una sacci cosi ma a. Uiο-ι benedica, seneta che arte volasse anci
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r anima in em ine appi mei curiosita, o r amore Megii amici iniet in uniea o di caris. So in besis
inesci sono inolii, i quali hanno caro che vem satiolam unciitrario, perelisi stiisiano in bina cola illederi
in insulse, o in una ima dipinti e si miram eo uo
in rario haecchio molio volentieri s es hanti duaguanc plenotte mlarite due occhi vivaci, in torrima
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quante volt Ia si ii ira alto Spe hi lier ii velitare uri'
Milo sese udistine. Questo, O hi mi se viminio, solio questo persone, alle quali a deo I riuatis cho
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e che lalcia uolle saccilla auli recli lucti una et in
solati sario diruetere, perine chi lia tu lateri' eredita. --el κκ di mures ista silvaio P vitaine iis benefatiore, coprecia vosia che ave di vedere rori ginale ulcito dat mondo. Vi sono ancora attre Persone in stanno bene dipilite. st ni ii stare ero dii pinio che vive via perchynon si dica cho ho min, Eione a cli Diale tralarceris 'axula piis avanins a come si vi me hisciat in schini, dicovi che vi