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EQUIT. RAEF. FORTISS RECEΡT E. URBIS. ATAVII SACRA. D. MARINAE.LUCE AUT HORL RUDENTIS S.CARNI E. R E. ROPUGNAT. ACERR EXERCITUS VENETI A D. BONONIAM SERVATORI PRAECI Ρ. ANDR EAS GRITTUS DUX SENATUS. GRATISS. ΟΡ TIME' SEMΡER. E. REP. VENETA MERITO MONUMEN.AETERNUM HAC POTISS SEDE IURE. POS VIXIT ANN.LX OBIIT MD.XXXIIII. IANUAR. . DIE XIX.
Altre Impresse si miran ancora in aliri piuti coli Quadri, siccome altri vari Ritrati a naturaled Uomini illustri delia Casa DELLA VOLPE,
s in Arme che in Lettere: nella quale olire ilsopra leti Sig. Gio Frances o, floris cono in oggi Monsg. prevostola linoia , mi Colonnello Do-menico suo Zii , lire Γ Abate Frances co Maria
Tuti queste cos hanno prestato I Argomento at presente Baccanale, a cui ha aggiunte a poesia molle attre cosse oratie alia Fonte de verisimile.
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De Nomi astorali di diversi ersonagginominati ne seguente
ASTACO ELIZIO FLAMISTO TER MEO CLEOGENE ASSIO FAUNIO STOMIATE AI ZINDO EPIZIANO FEDRI EPICURIANO BRITONE DIONISIOPOLITA TIRSI LEUCASIO AGLAURO CIDONIA 1 AC DELPUSIANO
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Nono se per ergogna, o per aspetro, E Valli, e Colli abbanamnando Seme, A fallace cammin volse is statis, per noveri calle, Γ orme jeguendo, ove it Lamon decyma , Ana Cittὼ vicina, Cheria prima torrenia In soli Emilia via, Giis de Romano Consolo laetio, Et or mdo beato D ASTACO Orporato, i Pastore, a Ciel , a Mondo, iambi dilatio, Γ aureo Carro salendo, i pie rivolse,r errando Piroes, ta voci sciobe.
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D Mni etia richia mando, Ite atritio nimico, finganuatore Guerra facendi, e a Signo vo Iro, nore 'i de mi amor ben igne Me richiamate uore Del iovenile errore
Et o da obstri fervidi destri, E da ιο iri sospiri
Tratio en egno, e iuro Per que i eterno Alloro,
Giuro per queri Rai, Di non partis iammai. Alsoon de formidabit giuramento, Cis imbombis perci' aere tranquissi,
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Visa Apollo nostro Re . Gisi liete te Mufe, e in uu momento cir in bel drappello Dei venerando mello
Incontro a Nume amato, Che porta il lum aurato.
FLAMISTO IGargon prode Non ancor stit lustre Fu illa sibier illustre Conrittier, e Custode: FLAMISTO, et cui petio Bolle rinchiuso, e retto Desis di gloria, ct impeto, onores
Fa luminosi, cibiari; HL AMISTO che si ben d Amor agiona, Cui , per compier latote peregrina , Di mille regi nusta, e gloriosa. Manca solo nobi Sposa FOU Fors anco vicina. Or Ei se Messe, ambo i lati sobiera
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E imbres, Citarsa, Latonis Sminteo, Cintio, et co , Grineo, Dalle chlam oro late Conrittier ille glornate Aprile, aprile , state;
Che non per rare Pietre, o lavori
Di gran fatica; Ma per antica Gran scaturigine , E per origine De i Genitori Tim Auceltro, e Ignorenta .
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O senerabit Tetto; GEUr mura, Che amori antica maesta vestite, Ben θe non giunt alia regat jura Per cui gia fonte a principio ordite: Pur quali nn di vi eo provida cura, Un non Dche, Alma rea coprire; Che non curosi dem esterna corra L inclita Donna CATERINA FORZAL Donna in Ovidi provida di mano, Che dolaemente gia reuevari freno
De Vistrent, E de Foro Corneliano
suella fu , che alet mi bei lati Ipolati E ne solle sol bello it missilio, Meditando, qua plena Sibilla, Di fatidica scintilla
Che a di sento Sta inesse i pi vago ornamento,
suando pol fosse uiri Reggia, Apollo;
Anti Templi, Teatro Campidvilio A tre Pastori venerandi, e grab ,
L antica scalalantamente Nella gran Sala Portando Gente Euterpe , Urania, Talia, Mespomene , Clio, con esicore, Potania, o Erato,
Euo Calliope A coppia, a co pia, Per man tenendost,
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Fin che d Apostine, Che tutio illumina, Irant appiono Come quando astasti In sui Zodiaco. qna riverbera
Furo iterate vicenisu mente, O non Oedendo, o non veis sngendo
Polche vinia vela Lisso orante chioma , Hi aut belva una luce novella, Ne di Sol, ne di Stella.
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Anob io agione bo in questa Corte, e uiguardo Ptio ben donare a braccio mi gagitari. aestion novello, insolito, e feroce Tulli rivolse aliora Gli Occhi alia parte 4nde cuscia la voce: E in meso a i lampi bellici, Grave δ' steti videsii Iom cheia' accito coprivast. Megis occhi asea due fulmini,
rnelia mano Hringere Parea col brando tin foliore Soora de irier indomito,
Che nitre, spuma, e scalpita, Preme di spvili mirati
Un infinito numeros E cento gemer sentonsi , In merro a varie Bandiere lacere,
Campioni armigeri Eque iri, e Pediti, Vinti, e mancipii De Duce strenuo Che pugna, e milita Pel Lion, Adria. Ma tutio non pu) di que Sas eletto , Cui a corona a Vittoria alatae Dirant i Tetti, e cini Paret ornati, Meravis recando, e instem diletto.
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Tra L 'uenta, e Formsione, Dave pone In ruina, ct in conquaso,
Non Messina e non Metaso Mu a plania Carnia tutia, Ebibutta Conua forte sua militia, B Fritille, e lamori ia. Lau Vercito di Marco Da timore opprelo, e carco, Sostie forte Di Bologna sulle Porte. Di quis, ' Antenore La orta Filia Colli Euganei, Conforta, e libera; E alia Repubblica
Rein Adriaca Dona, e ricupera V antica Padova.
Di lis , Uinto di color sanguineo De Campion mirasi G artar, a foreta ira, si Dror, i impeto,
Conube i Teutonico. Sruol, preme, incasta, atterra, orta, e barraglia Nella fata battaglia; E U Gristo Doge Veneto, risaut Senatori auro loliferi,
Delia Romana maestate immagine a sui tergeris Tulli ' intorno per letitia venonsi, E Simulacro erigergis Cola intro in bel Delubro.