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s. Potest cum licentia inperioris.1 . Ut n possit ministrue inem tu Me tuorum t i . i . . n. Credo quod sie. Nos autem ei tuterdiximus, ne administret, ea-Ii . . . S. Pauli sub poena rationu minuterii Sacror. ῖ .. I . i. e , s l
i. Visum inerum semen i i , si od in coena Domini comereatum juxta G eor. xitum asservatu' pro in mis Per totum antium , quod quidem erat in evnodia lignea, et intus carta alba. russit ergo Romanus Vicarius sicut tu Praecedenti visitatione. Illusirissimo Episcopo Mala una oesin 'im est .'t sia c-todia arSenio sum colorali, et taber culum ititus id operiat twraco, Cul supponauit scabellum.
dictum habetur, ut lapis sacratus, jussit tameu Romanus, ut fiat corporale album more Latinorum, et calix intus auratum, et fiat Paterra argentea, et sani tres t aleae. quae totum allat' molieri ut. 3. in aqua 'cra baptismo rePerta est inna viva Parva, et sons lapideus soris, et intus calce tunicatus, in eum tundo nescio quid soreis viridis eroceae , et nigri apparebatit, Unde i Mid Romanus, ut tolleretur illa aqua corrupta, et '. eurato alia nova benedicta infunderetur, cMm Graeci hanc de novo saepe,aepius bene- . . . . iuxta eor. ritum , quamvis ab ipsis semel tantum solamniter in singulis annis benedicatur, ordinavit ut . Aavibus occludat . 16 a sit Romanus Domin .statuae S. Antonii absque.ieapite , uris vinciatur vo Peuix βMusatur propter Irreverentiam. . 5. Panis benedicetur a Sacerdote Graeco in Iluirgia, cum sit ejusd.. vinulis ,s icut aqua be nedicta apud Laisuos; ideo Graeci hane pro Latinis tum iniqnt, sed 'gligentius. Quamst, ς iussit Romanus ut in eo vase, quod immundum vidimus , ' singulis domitii eis puriore TmoVeturi ui 1 l i,i 6. Quia hane Eeelesiam in parte vidImus delectam, iussimus, ut quamprimum tegM-- a T. Caemeterium saepe circumdari per hestias, et in medio erucem assigi , et nullum sub P vimeuio Ecclesiae nisi fiat sepultura sub poena exeonianunicationi ruisi jussum e t, .
. . DI GERUSALEM Me ee. . INFANTE RI SPAGNA. DUCA DI PARMA .
I, rimi sguardi fullo stato dena umtra sacrosanui religione , e isdemmo u bisomo di dirigere tuti e e nostra cure at ri ordinamento della cose ecclesiastiche., .che duranae la nostra asi 2a, eram Matenella esamii, des tempi negleiie. cΑ questa nostra foueritudine ba corri ρεμ con tutia tali urii, dei estis evangelieo reso ia San tissimo Sommo Pontesce Pio . VII. Quindi . stato colla pili viva alacrit, des nostro reat animo
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So MMO PONTE FICE, E SUA MAESTA
Sisa Santia ii Sommo Pontesee Pio VII, e sua Maesi, Ferdinando I Re det Regno desse Duε Sicilie , animali da un eguai desiderio di riparare i di sordini, che neue materie e sinitae si sono introdotii nes regno , hanno determinato di comune accordo di stabilire ira Ioro ima nuou
Quindi Sua Santii, si Sommo Pontefice Pio VII ha nominato suo pleni pote iano P I-nenti imo signore Ercole Cousalvi , Cardiniae dolia S. R. C. , Diacono di S. Inaria ad Marures, uo Secretario di Stato: E sua Maesia Ferdinando I Be des regno delle due Sicilis , I' Eccellentissimo simior D. Miside' Medici , eavaliere dei reia ordine di S. Gonnaro , Gran-croee de' reali Ordini di S. Ferdinando e det merito , e Constantiniano di S. Giorgio , e deli' i inperiat ordine di S. Heiano di Ungheria,
suo Consigliere e Segretario di Stato Ninistro delle sinanZe. - , I quali , do po avere mutuameute cambiate te risPettive plmipqtenae, hamo convenuis ne inguenti articoli: . 'ART. 1. La religione catlolica apostoliea romana h Ia sola religione deI regno deue Due Sicilie; e vi sata senipre conservata con tulti i dritti e preroSative che te competano, se i' ordinaxione di Dio , e Ie sanetioni canonicite. Αar. a In consormit, deli' articolo precedente, I in segnamento nelle regie Universit, , einegae seuote, δε puhbliche , che Private , dourri in tutio essere eonforme alia dot trina della medestina religione caltoli R. ART. 3. Bieo nosciniasi DelIa eonvenχione deI-la necessii, di venire alia unione di p rectat pieeoli inii veseovati , dove i vescovi non possono manteuersi colla decenaa domis ἔ .e questa unione the aliora non su eresulta , emendo ora divenula aneor pili necessaria per lama glor de deneta de te suddelte ed attre Mense; si sar a ne' domini di qua dat Faro vel modo debito , e rieercato prima n consenso delle parti ine vi avranno interesse , una nuova circos lia e . di diocesi. Nel determinaria si avr, riguardo ai comodo de sedeli, ed in particolar modo H Ioro spirituale vanta gio. Tra te Sedi , che o per tro a scaraeata direndite, o per roseurii, de Iambi, o per altri ragio nevoli moti Vl non polranno eo ervarai, te piu anilebe, e Ie pili insigni si co
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16 in somma di durati ci queesato, o ne sis, disposio in lavore de' cap est, e deue pareo lue. Quem dispositione non riguarda Ie eommende deoli ordini militari. AaT. 4 Ciaseuna Mensa vescovile deI regno non Potin avere una rendiis minore di amini durati tremita in beni stabili, libera da pusiliet pest. La Satitit, Sua di coneerio eon Sua Maest, assos ner, it pili prosin possibile tali dotagioni iu avore di quei vescovati. a' qitali sar, applicabile la pies le disposietione.
ART. D Ciascuna chioa , Fia arci vescovile , sia vcscovile , avr, ii suci eapitolo , e seminario, a quali sar, cotis ervata , se suffici rate, o accrescivia , se mancalite in Parte , e se lasse necessario, anche Per intero assegnata una susiciente dote in belli stabili.
Ciastutia dignit, det Capitolo metropolitatio di Napoli non avis meno di ducati cinqueemnodi annua rendita; e gli altri canoni eati non meno di dueati quatirocento. Iae dignit, de' Capitoli deue attre eluese are ivescovili e vescovili , che nella nuova cirCO- seritione verratino sta Dilite Della parte des regno di qua dat Faro, non douranno avere meno diducati centottanta di annua rendi la , i eanonicati non meno di ducali emto. Questa disposiZione noti comprende i canonicati di Padronato regio , reclesiastico, e Iaicale , i quali si conserveranno nello stato , in cui sono , a metio che des rispelli vi padroni non se ueuntiano neue debile forme a uinetitare te rendite. I seminari saranno ragotati , e te loro rendito ammitiistrato a lonore dei Coneilio di Trento. AaY. 6 Le rendite delle clitese da unirsi si applicueratino a quelle chirae , che riella riuo Uaeire viaione si come eranno , meno elie altri casi urg nti uelle suddeite chiese da riunirsi richie-dessero altra applicatione e lesiastica, da stria col P ilitervento deIPautorii, delia Santa Sede. I Capitoli di quelle chime, che Della nuova circoscriaione non saranno cons 'rvate , iacercato prima it consenso degi' ititeressati, saranno convertiti in Capitoli collegi ait; e ta loro rendita rimare, tal quale si trova nello stato pres'nte. ART. 7 Ibe parrocchis te quali non hanno una sussciente congrua , avranno uia suppli memodi dote in tale proportione , che te cure at di sotio di duem ita anime non alibi .ano metio di ducaticen to annui ; quelle ai di sotto di einquem ita anime, dueati cene inquanta; Ie alto sinalinente dictuquemita anime in sopra , non meno di ducati ducento annui. Sar 'a eari eo dei rispettivi eoinunt ii maiilenimento delia clii a paroechiale , e det sotioparoco, qualora non vi siano reuissile addette a questo fine; e per la sicure a se ue assegne uo i sotidi, o tam privilegiata nes Pagamento. durato articolo non comprende te chiese parrocchiali di giu p. idronato regio ecclesiastico elaicale canonicamente aequislato , te quali inranno a carico de' rispelli vi patroni. Nh pure vi restano eomprese Ie ebisse ricellitie , sieno numerate, stelio innumerate , i Capitolie Ie eollegiate eon cura di anime, avendo la loro congrua nella massa comune. ΑRT. 8 La collarione deIle abi, die eotieistoriali , che non sono di re io Patronato , spei ter, se re alta Santa Sede , ehe te conserita ad Melosiastici sudditi di sua Maesib. I benesti sempli ei di libera eollaxione con son laxione mi eretione in litoto reclesiastico Faranno conseriti datia Sania Sedo , o da' vese ovi , secondo Ia disi in ione des mesi nes quali la vacan a sue-ceda ; UM da genuato at gingno dati a Santa M.to , e da lustio at dicembre dc vesco vi. La prov- vista sata sempis in persone di si id liti di sua Mao ib. ART. 9 Si rassegneta solleeliamente at Saulo Padro Ia nota delle abbadie, come si riirovanella Curia det Cappellano in aegiore . elle sono di nomina di Sua Maesi, , e la nota di quellache non sono di regio patronato. Quoste nole potrantio in seguito di concerto retti si ini. ART. io I canonieati di libera collatione , tanto de' Capitoli cathedrali , ebe de collegiati , si conseriranno rispertiva mente dati a Sania Sede, e da voeovi ; ci 'primi sei mesi deli annodalia Santra Sede, e ne secotidi sei mosi da vi gnovi. La prima dignit, sar, sempre di libera collatione della Santa Sede. ART. ti. La Santit, Sua aeeorda a' voseovi dei r no ii dritto di conserire Ie parro hie , che verranno a vacare in Ogni tempo. Proto it concorso nelle parro hie di tibi a collaetione , I ves vi te conseri rantio a inopetit ira pli approuau cli' glino si icheratino i pili μεtii. inelle Parro hie mi di si us- patrondito ecclesiastico , premesso Pure in concorso , da no I ruitutione a quelli tae it patrono eeelosi,si leo presentera come i Pili degui Da gli approvati dauli esaminatori. Final mente nelle pare clite di siu patronato regio, e laicale, it vewovo instituita ii presentato, purelia neae esame si a rivvenulo idoneo. Si ecerit no Ie parroc te che vaehoranno in Culta , o per promotone a qualelie gruis ecclesiastio, o eanonicato conserito dati a Santa Sede, te quali sar, nuo di eouaraone pontificia. A T. ia. Turii i beni ecclesiastici non alienati dat govervo militare , e tae at ri torvo di
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ΤS--εἰ Mnio trovati noli' amministrahione det eoia deuo demanio, sono renituiti alla Chiosa. Semita la ratifiea des prestine eone dato , la masis desti anaideui beni sar, interina ineri e mministrata da quattvo weliis,imi fregelli , due de' quali verranno nomitiati da Sua Santit, , edne dati a Maesi, Sua ; e quesit doutantio sedetinente amministrarii , sinelth non simo nei modo debito destinati ad applieati. ART. 13. Essendo stata alienata solis it governo militare ne' domini di D, dat Faro non Poca parte de' beni apparienenti alia Clitesa, e la Maesia Sua per opporsi eon tuiti gli asor i Possibili allia ineursione 1nemim , essendo stata ancta' essa , lanio in Napoli , prima e seguitasosse la invasione de' deiti domini , quanto in quelli di la dat Faro , onde impedire che s sero invasi. ad alienam lina pieeola quantii, di soniti ecclesiastici, cora avere Maegnato a' possessori ecclesiasties vessat deui domini di I, dat Faro per la douuta indennixaagione Hirritante rendite eivili; quindi ad ista a della Maest, Sua , M avulo rigii ardo alla pubblica tranquillii, , ehealla religione sommaineuis importa di conservare , Sua Santita die hiara, ehe i posse oti di diutioi antidelii Levi non avranno aleuna molestia nδ da' Romani Pontesici auoi su emori ἔ e che in 'mue a la proprieta degli stessi beni , te ren liis e i diritti a quelli aruiessi , saranno imma- inbili presso i medesimi, e quelli ehe hanno causa da loro. AaY. 34. Le attuali ristinue circostaute economicue deI Patrimonio regolare non alienato , e troisio da Saa Maesi. Q suo ritomo ueli' ammini.tratione dei coia detis Demallio , non per- mettendo di ripristinare tuite Ia ease religiose deli' uno e dest' altro amo , te in desime verrannori pristinate in quel mamior numero Ge sis, comPat bile oes meati di dotarioni , e meoialmentele cisae di quest' Instituti, che sono addetii alia is rutione desti gioventu uella religione e nelle lettere , alla evra d P inserint, ed aIla predicatione. I heni de' Riniati possidenti, non alienati, saranno eon debita proporgione ripartiti Da ic uventi da riaprimi, senis avere alcun riguaeso Q titoli deue antilabe proprieta , elie in vigore dei presente arseolo inui resinno estinti. I laeali resis nota alienati, meetinati quelli interamenis addetii ad usi piibblita , se per mancanis di meari non potranno ri pristinaesi , sormer anno parte dei patrimonio regolare a M'Mendovi P uidit, dei deuo patrimonio , polranno anche alienarei colla condixione cha it PreEEoche ae ne ritraris, debha surrogaria in vani aggio dei Patrimonio medesimo. Si anmenter, ii numero de' eonventi tu uavia esisten i de' religiosi osservanti. risormati, alean tarina e cappuccini . qualora te eireostante M i bis ni delle popolationi Io riehie ono. Fimie te rendite e Ie loealit, si, enunciate , sata libera la vestixione de' noviri degli ordini regolari possidenti, e deste inmatae, in proporato e de' mori di sussisisnaa ; come alio stesso modo sata libera Ia vestixiolin de' novi xi γ' religiosi mendicanti. ti desis sanesine με si monaeherantio, saranno impies is in t more det monisteroseeotido le disposaioni ea victim Tu rei i religiosi, δε mendicanti, che possidenti, che saranno ri pristinati , eguai mente clieqvalli che esistono, dipenderantio da 1oro rispellivi superiori generali. Α'religiosi di questi ordini rogoIari possidenti cho si riamnieiteranno ne domini di qu, dat Faro, ottenemio rindutio apostolico di ae Iarittarione , e non essendo prooediati di linuosaio ecclesiarico , ii Govem' per eonis . l' erario conti uirer, a litoto di patrimonio 1a pensione, di eui ora godono, sinine sieno proseed uti di uia corrispondente benefixis , o eappellania. Α, Iigiosi pol di qumr Instituti, ehe non Potranno ri pristiuami , u Govemo continuer, in Indistin a, ruenta in pagainetito delis loro aituali pensioni. Axx. ib. M Chima avis in deliis di aequi stare movi possedi menti ; e qualunque amussio Laecia di nuovo, par, suo proprio , e godis uello Messo dritto , ehe u intietie fondario ri '
Questa sacola a' intende da orat innanai, e senta eho si a di pregiudigio a i es rei legali
A'. ita Le Iu Me eis arante de tempi non permetiendo The gli peelesiastici go lancit esentione da pubblim peti regi e eomunali, Sua Maest, promet te di sar ressare t abuso ne pa Mati Lempa une otio, per eui sti ecclesiastiei e i loro heni ventuano pili gravati de' laici siessi.
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che anat a momenti felici di maggiori risorse dello Staio dat religioso Soriano si supplit, e elargitioni in vanta io dei clero. ART. 1 . II stor, soph in il cosa deito Monte frumentario oretio in Napoli, o sia Ia regia ammini trarione degli spogliedelle reti lite deue Mense vescovili, abbadie ed utri benes xj vaeanti.
Appem eseguit a Ia nu ova circoscritione delle dioeest, si stabiliranno in vece, in claseuna di os, , delle amministragioni diocesane composte da due canonici , chelii Capitolo, sta meir polii alio, sia cattedrale, es gera e rinnovera di tre in tre anni per pluralita di voti , e da imregio proeuratore Che,Veo, nominato da Sua Maest,. Λ ei asona amministratione presedera u.ves vo , o ii di tui vicario generale, e net tempodi sede vacante , ii vicario capitolare. L militiario . e sua Maesia per merro dei suo regio Ministro , eroglieranno di eoneerto illiuili pereepiti da' inpraddotii vacauit a beneficio delle ellisse, decli pedali , de' seminari , in xiissiiij cartiativi ed tu altri usi pii. Sar, perd riservata la mei, delia rendite delle Mense vesco vili
vaeanti in favore det suturo vescovo. La risolutione tutiora vigente di depositare net sopraddeito Monte Dumentario Ia tem parte
delle rendite do' vescovam e bini essiti , sotio ii nome di teras pensioniabiti , in forta dei presentenrticolo resta abrogata , cbe per questo gli attuali Pensionati rimangam privi, deue pensioni , delle cluali sono tu possesso. Λu' oceatione deue provviste dae vesco rati e benefigi di nomina regia . continue si ad ammet-toria Ia riserva dello pensioni, secondo Ie sermo canoniche. I nominati da Sua Maestata tali ponsioui otierranno dat Ia S. Sede Ie corrispo identi holle apostoliche , collo quali saramio abiIitati aliorceptrie, vita loro naturale durante; ri inanendo dopo la loro morte libero ita tal peso id veseo vado e benefixio, a carico des quale Prano statu riservate. ART. 38. S. Salatii, sopra Meuni ves vadi ed ab die des regno che, verranno stabilite, si
riserva in Perpetuum dodi nila ducati annui di pensioni, deue quali u Romano Pontei iee pro tempore disporta a suo piaci merito in benestrio de suoi sudditi dello Stato, clesiasti . ART. im I beneficii ed ab die siluato nes regno delue Due Sicilis, i di cui sotii, o in parte, o in tuito, si trovano applicati a persone ecclesiastiche , ed a varis cliisse , collegi, Inonastori, e pie eliso di Roma, e di altri paesi dedo Stato ecclesi istico . douranno continuare ado sere applicati per Io flesso uso. Questa dispostrione non comprende i benesiti ed ubi die di regio pridron aio. tia quella , i di cui beni sono alionali. ART. et O. Gli arctv-ovi ed i v eovi saranno liberi neli' etcitio det loro pastorale ministero,
secondo i sacri canoui,uti Biconoscerantio nes loro Foro te cause ecclesia ticho, e Principutinente Ie cause matrimoniali, clie giusta it eatione i a Sess. Σέ dei sacro Concilio Tridentino speliano a giudiei siastici, e Porteratino su di esse initenta. Non sono eomprese in Oilesia disposiaione te causo civili de eli
rici , come per esempio , quelle di contratri , debili , re ita, te gnati Faranno coii osciatis,'e d sititio da' pii diei Iaiei. Castigheranno colle pene flabilite dat sacro Coneilio.di Tmito , o altis ebe giudici rantis
opportune, i cherici destii di ri prensione , o elie non pori in t 'abilo chericale conveniente alia laro dignita, o al Ioro ordino, salvo it ricorso canonieo. si riochiuderantio De seminari, e nelle cased ' regesari. Procederanno Gian lio colle censure contro quatiatique ua' letali, che si a reas essore
deue lepgi ocelesiastiche , e de' sacri carioni. Noli saraimst impediti dat sue te sacre visite della rispellive loro diocesi ,.e ad limina αρο- stolorum , e dat convoeare i sinodi diocesani. Λ' me lesimi arctvmecivi e vescovi Lar, libero di municare col clero, e cia popolo diocesano per do vere deit' omeso pastorale; publilieare liberarumle te loro istruatoni sulla cose ecclesiastiche; .vrilinare. ed intimare lo preghiere pii tibi iese , ed ali re Pie prauehe , quando lo richieder, ii bene .
della Chima , o dello Stato , o des potolo
Le cause massiori sperieranno at Sommo Pontes . . .
ART. vi. Gli arcives vi e vescori minuoveramio α' sacri ordini , Hevio id preseritio, mamme quando ceno pro v v uti dei debito patrimonio ., o di altro tuolo canori tuo , quei cherici se e studietieranno necessati , o utili alle loro iti est , colle cautule pera. Procrisioni contenuis nesiloereto dei i Luglio 1623 della Sa. Me. di Gregorio XV, e net Concordato Bene trino, capitolo
4. che lis per litoto Requisiti de' promooendi: quali cauitae, e Procruiuia non sorio demetate
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TMinido Meessario di prooedere H sussciente sostentamento di crusmn ecclesiastico, ehene' presenii tempi erige margiori meati , gis arcivescovi e vomui da ora in pol aumenteranno latassa des sacro patrimonio per sili ordinandi , da costituirsi in beni sondi , la quale non poti
essere, in minor somma di ducati cinquanta , ne magetiore di ouanta L operimm avendo dimostrato clie net regno ac de frequentem te, eho Dei costitui re i patrimoni sacri , si sanno dogli assegni fraudolenti, o simulati . o non liberi da i potecta edestri vincoli, per cui se ordinati a iliolo di tali patrimoni si trovano pia sprooeduti , e mancanii di sussistenta ; ad evitare quindi questo abuso, dour, per la verita dei satio constare in somma legale delia pertinenta e deIIa esentione da omi vineolci δ' imi a dei sondo , o sondi , ehedali' ordinando si costituis no in patrimonio sacro: at quia esse to te euris ecclesiastiche richi deranno ii doeumento delia pertiumra e liberi, dei sondo at tribit nate civile delia Provineia , d
I promovendi a saeri ordini a litoto di benescio, o eappellania , per essere ordinati, douranno costitutissi un supplimento certo sino Hrum montare delia lassa dio sana, come sopra quando it Dultodi mo beneficio , o cappellania sosse minore di della lassa. Questa dispositione non comprende te diocesi, nolle quali gia lasse stata canonieamente stabilita una lassa patrimoniale maggiore , a riguardo delire quali non avr, lureo alaun cambiamento. ΛRT. aa. Sar, libero di appeti re alia Santa Sede. ARτ. 23. La comunicatimur ςolla Santa. Sede de' voeovi,aeclaro, e Popolo su tutis Ie m ferie spirituals, e pli regesti ecclesiastici , sata pie mente Iibera I e Per Omeguenta Ie circolari, lego e decreti dei licet scribere.sono rivocati. Anx. αι Ogni quatvolia sit aretvescori ed i vescovi ne' libri introdotii. o elie s' introdumno iamiati, o che si stam pam, i r gno , voveranno Malabe rosa contraria alia destrina della Gilasa, ed a' oni eostumi, ii Govertio non ne permetier, i a divulsariotie. ART. 26. Sua Maest, sopprime Ia carica di resi' Delegato della giurisditione Melesiastica.ART. 25. I a Curia det Cappellano ma*giore e la sua giurisdiatone si eoniere, nes limiti dessa Costitutione di Deli fello I V , che comincia Con enit, e Mi sus eguente Motuproyrio demo stes o Pontestis sul med imo 'gytio.
Aa v. ari. La propriet S 'tilia citiosa sata saera ea inviolabae ne suoi possessi ed aequisti. ART. 2d. In consideratione delia uillit, che dat presente Coneordato ridonda hella religione Chima, e Per dare uti allestato di particesare , afferione ulla persona di Sua Maesi, li Beherdinando, Sua Santit, Meorda in Peri et ii4 a Iut, ed a suoi diseendenti cattolici successori altrono l' indulto di nominare dosni m id ei reelesiastici , soriati desse qualii, richiesie dc sacrcanoni, a turii que vescovadi ed arctvmi vadi dei regno Llle Duo siente , re' quali Sua Maest,ina ora non sodeva det diailo delia nomina : ε a tale essesto, tostoelio sieno sequite te ra che. .d Coucordato, S. S uti ui rara spe lire la volla d 'indutio. Sua Maesta minis dira in tempo debito a S. Satii; tu i nomisas si γ' u a te re de'. 'mna si sacciano i Decessari pro essi, ed offensano Ia 'istitutioue muniea odi e sorti eriti Mi cate Mora. Prima Pero. che i abhiano avula, non polranno tW eruit m in auir H. extersime , o ca tiel Pamministratione delle ri petiive Chi est, alle quali sono umiἡati. ' i
mente Prometto, che io non asto alcuna comunicariose, n/ intemeris. au audia a Lmἀnia n/ conse ero demto , o fori dei regno , αἰ no fove sal uqio e , che noecia tala Pubblieatran uillitis. A se , tanto nella ma istocesi, che altrore samo che aretiata cosa si traiti in danno Ollo Strato, Io manifestera a Siaa Maestis. Aa T. 3o. Quatito agit altri Ggetti ecclesiastici , de' quali non h stata salta mentione ne presenti articoli, te cose saranno regulate a tenore desta Vegliante di Niplina d a s 3 sa: e soprav-
venendo qualebe disse otia , id Santo Padre, e sua Maesi. i riservatio di concertarsi sin Ioro. ΛRT. 3 i. It presente Concordato ἡ wstituito a tui te te Ieggi , ordinariistit e diae eia emanatisnora nes regno delue Due Sicilie.sopra materie di religione. T 32. Es; dosi rarpresentato a Sua Santica per parte gella Iraesi, Sua, che, at lese
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D, ε di I, dat Faro nuo ora un regno solo, conviene si are una regula uniforme, da osservam uianwnto nello Gime di ametidue i s deui domini I resta e venuis , che it pinente Coneo dato h Mistituito at Precedente. AaY. 33. Ognutia delle alte Parti contra ii prometis in suo nome, M in misito de' xuoi successori, di osservare esattamente tui totali che si h convenuis in questi artieoli. Ακτ. 34. Le ratische dei presente Concordato saranno cambiate in Roma, non olire Io pario di quindici si ni dat la data dei presente. AaY. 35. Se ita la ratisca dei presente Coueordato , ri commetier, I' essenLione det me desimo a due sceltissimi sopselti, uno da nominarsi da Sua Samiici, e restro dalla Marii, Sua, i qυxlijsaranno muniit dalle rispellivo Parti contra ii delle opportune saevit,. In Ddo di che a suddeiti Pleni potentiari hamo sottoseritio it Presente Coneordato , e vilianiis apposto i loro sigilli.
Nella pimetra dei nostro fourano potere dichiariamo, ebe it presente Coneordato h sostituito a tutis te leg i , ordinationi e deereti emanati finora ties vostro restio desse Due Sicilie sopran aterie di religione. Vogliartio e cottiandi amo che questa noΑtra Iegge da noi solio eritia , rieon ciuis dat nostro Consi gliero e Segretario di Stato Ministro di gratia e diustitia, munita dei nostro gran sigillo , e vovirassi gnata dat uomo Consi gliere e segretario di Stato Ministro Cancelliere , e registrata edepositata Delia Caticeneria generale des regno dolle Due Stellie, si pubblichi colle ordinarie Olennii, per tutio ii derio restio, por merio delis eorrispondenti autorii, , te quali douranno Prendeme parii lar tegistro , ed assicurame I' adempimento. u nostro Nitiistro Cancelliere des Regno delue Due Sicilie h speei linente inearicato di ve-sliare alia sua Pubblicarione.
II Segretario di Stato Ministro Caneeuiere Firmato rixearat Toria sI.
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RE DEL REGNO DELLE DUE SICILI E
Ρ e ioidi si quatit Wostlia dubbio sul melodo delle provvis te delle partecipitioni stabilite aestaeos 1 dei te et lese riceuiate, numerate , ed innumerate , de nostri Beati Domini at di qu, dia Varo ; ha it sanio Padre, di concerto eon e Fouoi , emanato un Breve Apostoli eo , ii tenora dei quale E il sesuente:
Ad perpetuam Rei memoriam p. ad num. a 38 et seqq. Impensa . qua premimur sollicitudo de Dominiei Gregis Nobis ooncrediit saIute, ad ea pr
curanda Nos impellit . quae in minorum etiam Ecclesiarum utilitatem . si liuiusqtie regimen nom crimus redundare : Lubenti proiqdo animo preees excepimus, quas Carissimus in Christo Fili nos or Ferdinandus Primus Rogni utriusque Siciliae B ex perserendas ad dios curavit , ut Pr utiliori Ecelesiarum, quas dicunt Reeemisias , sua in Dii ione ei ira Pharum extantium , Proc ratione opportune consulerem. . Exponi siquidem Nobis Deit, eas reeeptilias Ecclesias, quarum aliae mmeratae Muncupantur, aliae innumeratae, prout nimirum vel designatus 3lini storum numerus. vel universi generatim loeorum Presb1leri ad saera pringetida ibidem recipiantur, a pietate Fidelium congruis redditibus esse auctas, qui pro rata portione viritim inter eos distatibuuntur, aut ad illarum servitium , ae praesertim ad curam animarum , iisdem ut Plurimum a Inezam aadicuntur: normam tamen aliquam necessario praeseri udam esse, qua omni Persona rum acceptione sublata, receptiliis id genus teclesiis tales Presbyteri aggregentur; praefinitas Portioue si e menstruas, sive annales recepturi, qui pietate, doetrina, ae prudentia commendati, delatis in neribus in fidelium utilitatem praeclare perfungamur: Nostram ideirco Apostolieam Auctoritatem desto ei, ut ejusmodi normam praestaremus, eamque orditiariis Loeorum accurate 1erVavdam committeremus. Cum itaque e pienti simi Begis desiderium in summam auimarum utilil iem, et in sanctiorem earumdem Ecclesiarum etallum cessurum esse disti overimus , annuendum eidei et
sine haesitatione censuimus. qumqua nulla de recepti iiis Leclesiis Meuliaris dispositio su rit e stiluta in Conventiona superiori anno eum Maiestate sua inita, Apostoli ea Auctoritate praedictarum Ecclesiarum utiliori pro puratiopi providere duximus eo modo quo magis in D mino conspeximus expedire. Quare ea certa scieritia , et matura deliberai lone Nostris , deque Apost plic e potestatis plenitudina, tenore praesentium decernimus , et mandamus, ut inrum ad portiones suscipiendas in Ecelestia receptitiis illi tantum admittantur Sacerdotes, et clerici
tui a Venerabilibu a Fratribu Archiepiseopis . et Episeopis , aut ordinariis loeorum , Pietate , stu 'octrina commeridatiores sierint inventi. Iubemus proinde , ut quoties aliquis in posse ionem iuris praestitutae portionis assequendae in resemitiis Ecclesiis fuerit immittendus. specimen a se ingenii, ac morum de iis habeatur, qui in illam admitti desiderant. et examen de ipsis institua Ordinariis ipsis , mei. eorum Vioriis Generalibus . et tribua saliem ex Syno latibus
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verit , eos eligat, atque in pomessionem Mm iuuii liuis prhestitutae Portionis assequendae. Eos
vero sic electos, literisque ordinariorum uam da os , veluti Ceriae cuidam Ecclesiae ree Ptitiae aggregatos, et adseri plos , ac iii Possessionem juris prae illulae portionis assequendae immissos agnosci volumus, ad pia cuili et , ae pr. lim mPetitoribus non electis, saeuitate interponendi tu, pellationem ad Metropolitanum, seu ait Episcopum Provi uciae antiquiorem, pro quibus dumtaxat eausis usum appellationum liuiusmodi iiiierit ictum declaramus. Confidimus vero summopere, Venerabiles Fratres Archiepiscopos , et Episcopos, ric ordinarios Locorum nodum Nostris hisce praeeeptis , quae pro incliori Ecclesiorum huiusmodi ministerio protulimus , magna semper voluntate , studioseque obsequuturos , imo vero pro rei pravitate studium omne adhibituros , ut Ministri cuiusque Ecclesiae rationiblis accommodati ndsciscantur, qui et sui muneris partes diligenter gerant, ei instituendis populis, iisque iii Coeli sevitia dirigendis, opera, consilio, sollieitudine praesto sint. Decernentes has praesentes I iteras semper firmas , vali flas ' et emcates existere , et fore, suosque plenarios , et in legros esseclus sortiri, et oblinere, ac ab omnibus ad quos spectat, et speetabit ouomodolibet in futurum , inviolabiliter observari , sic lite in praemissis per quoscumque Iudices ordinarios, et delegatos, etiam Causarum Palatii Apostolici Auditores, Sedix Apo iolicaol tintiba I ad Sahetae poni aliae Ecclesiae . Cardinales, eli mi de latcre Legatos, sublata eis, et ebrem effli lint quavis aliter judicandi, et interpretandi facultate, et auctoritate , iudicari, et do- finiri debere , ac irritum et inane , si secus super bis a quoquam quavis auctoritate scientre. vel ignoranter eontigerit attentari. Non obstantibus , quatruus opus sit , sel. rec. Benedicii Pa pae x IV. Praedecessoris dostri super divisione materiarum , aliis tu Apostolicis , ne in Utiiver- alibus , Provinciali biisque, ei Sunodali hiis Conciliis ei litis generali rus , vel specialibus Consiliuiationibus, et ordinatioiuibus , noe non dicta rutu Ecelesiarum etiam durunculo, confirmatione Apo- tolica , vel quavis ita mi ate alia res,oralis Alalutis, et consuetudinibus, Privilegiis quoque indultis, et literis Apostolicis in contrarium praemissorum quomodolibet concessis, cons uatis, et imio vatis, quibus omnibus, et cogulis, illorum te ores prae 'ntibus pro plene, et susscienter expressis, et ne verbo, ad verbum inseriis haholites , illis alias in suo robore Permansuris, ad praemissorum effectum hae viee dum laxat spoeialiter , et expresse derogamus. Volumus tandem, Di pra sertim literarum transuri. Piis, seu exemplis etiam impνessis, manu inruius Nolarii publiei subscriptis, ei sigillo Personae in Ecclesiastica Dignitate coiistitutae mu- , iis, eadem prorsus fides adhibeatur, quae adhiberetur ipsis Priamenti , , si forent exhihi lae
Ed essendo nostra soHana volonta , ehe A sopraseritio Breve abbia it suo rimo elis tos' Susa proposietione dei nostro Consis iere e Segretario di Sin o ministre degli assam S
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Napoli et Seuembre ibis. Firmio: FERDINANDO.
Ad Perpetuam rei memoriam. ν. ad n - λέ. Ecelesiam a Iesu Christo Servatore nMiro mi a firmam petram sandalam, et adversus qua ipsemet Christus promisit nunciuam portas iussi praevalituras, tot saepe, ao iam formidolosi bosi Ngressi sunt, ut nisi divina illa, et quale transire non potest promissio, interoemisset, imetuendus avideretur, ne ipsa illorem aut vii aut artum' aut ealliditate eiteumvenia , penitus interiret. Quod Vero super torthus temporibus evenit, id etiam et praeeipue quidem laetuosa hac nostra aetate lacuna est, quae novissimum illud tempus esse videtur tanto ante ab Aponolia praeminitatum, quo . venient illusores secundum desideria sua ambulantes in impietatibus. Nee enim quemquam latet quanta scelestorum hominum multitudo dissessumis hisee temporibus eonvenerit in unum Morinaus Dominum, et adversus Christum riua, qui id praecipue euont, ut dee lis per philos', d et inanem sallaciam ca) fidelibus , et Δ Eees..iae Metrina avulsis, ipsam Eoclesiam , inino uore eo tu, labesaotent, et evertant. Quod ut 4 ilitis assequerentur eorrim Herique occulto. coetu . Elandestinasque sectas coegerunt, ex quibas suturam sperabant, ut plutisma in Mure coniuraum ut sceleris societatem liberius perire Fen Iampridem saneta haeo Sedes . M see is de eotia , inama n eaque -- aeonio eas iussema rit, H eonsilia , quae clam in iis issent inua' eoum raIigistiam ἡ titio et om actii ilani a Metatem, patefecit. Iampridem omnium ex fuit diligentiam in eaverent ne his sectis H uari In e M. B. Adae v. ν. 13. -