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Sacrae Congregationis Concilii a Sanctiss. Domino Nostro Clemente IX.
. Approbata super accessis Regularium ad Monaseria Monia
S. R. E. Cardinalium Concilii Tridentini Interpretum , habita notitia , quod nonnulli Regulares absq; licentia crates Monasteriorum, Monialium adire, xv frequentare non dubitent, praetendentes non esse interdictum per breve tempus, etiam usque ad quadrantem Horae Cum dimidio, quod horologio arenario aliquando metiuntur , Moniales , aliasque personas intra clausuram existentes alloqui, de hanc opinionem tanquam tutam assirmant, dis seminant, & forsan etiam scriptis euulgant, proprias graviter illa
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queantes conscientias, is: scandala confoventes, ad hujusmodi perniciosos errores eliminandos, opini nem praediciam improbans , reliciens, damnans declaravit Regulares Cujuscumque ordinis, Militiae, Societatis, Congregationis,
ct Instituti, etiam de quibus specialis mentio soret habenda , qui ad Monasteria Monialium, quamvis ab Ordinarii Jurisdictione quomo dolibet exempla , ct etiam ipsis Regularibus subjecta, vel alias speciali mentione digna, absque legitima facultate accedunt, Colloquendo etiam per quodcumque modicum temporis spatium cum Monialibus, aut aliis intra clausuram degentibus , peccare mortaliter , eosque sub Excommunicationis privationis vocis activae , ct pas si vae, aliisque contra Regulares a dedentes sine licentia ad Monaste-
ia Monialium , statutis poenis posse ab Ordinario tanquam Sed is Apostolicae Delegato coerCeri. Erite V. Junii ej9sdem anni facta relaione Sanctisii mo Domino Nostro,
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tionem approbarit , ac lapis dari , servarique jussit. Angelus Card. Celsus
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Di Lettera deli' Immunita Ecclesiastica
ctrista at Nuncio Apostolico in Napoli .
che te Chiese,ed altri luoghi Sacri servano per Asilo, e per ricet tacolo a Tristi. Onde m 'ha fatio commandare di strivere a V. S. chefaccia prohibiaione, ed intimare per parte di Sua Beatitudine a Superiori de Monasterii de'Restolari di tut-ti gi Ordini col mezgo degi' ordinarii , b come meglio parera a let , che per l'avvenire non diano ricet-to a sorte alcuna di Condannati, Banditi . b attre genti di mat' affare, ne a falliti, e Debitori, solio penadi privagione di ossitio, se s'haverano tigia det Ricetto, ancorche non siano trovati questi tali ne Monasteri, e sotto attre pene 3 anco mag giori ali' arbitrio di Sua Santita, e
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blicando per i luoghi, dove ne far maggiore bisogno , e di mano inmano per tutio , accioche non se nepossa pretender ignoranga.Ιl Signore rassista con la sua Santa Gragia. Roma M.Aprile I 6oa. Di V. s. come Fratello astellionatisi.
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Di Lettera seritia dati' Eminentisndi Carpegna per ordine delia
Eminentiss. e Reverendi . Si g. mio Osservandi .PR 'mendo grandemente alia Santit di Nostro Signore, cheli Regolari, quali devono essere unEsemplare di sentita nella Chiesa di Dio , vadino per te Citi con quella modestia, e decoro douuto at loro stato di perseggione, m'ha ordinatodi scriverela V. E. che con pene dicarcere, ed attre a di let arbitrio re- si seruita di procurare, che tuiti liRegolari di qualsivoglia Religione di cotesta Citta vadino, usicendo daloro Conventi , sem pre accompa- gnati . Si complacer per tanto V. E. di formare un publico Editio
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ro4 nventina sopra tal espresso volere di sua Beatitudine, esettolo assigere ne publici soliti luo hi, sera castigare severamente quelli Regolari, che ne sa-ranno tras ressori . Significo tutiocib a V. E. per commandamento impostomi da Nostro signore collyoracolo delia sua viva Voce, e me ire starb attendendo da let, che staeseguita la sania mente di Sua Be titudine per sarne relagione ulla me-dema; Bacio per fine all'E. VAE L mente te mani. Roma a 7. Aprμle I 678. Umiliis. de afiettionatiss. Servitore
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sis at publico, ed at priVato , quanto l'esser gi'Huomini b ignoranti , b poco Versati nelle regole, e principii di quella Professione, cheessercitano, di qui e , che si ved no destinati in Ogni Prosessione, chiistruiscano, e diano te opportune, e necessarie direχroni per evitare idi sordini, e pregiudietii cheldacibnascerebbero . Hor se questo procede per il buon governa delle se temporali, molio piu deve haverluogo net governo, e nella direttione Spirituale, e deli Anime Christiane , che professano la Fede di Ciesu Christo. Deve necessariista mamente esserui chi te istruis , odia loro grinsegnamenti per pote ne osservare laregoia,ed i precetti
E percid sono stati da Giesu Christo, e successivamente da suoi Uic rii in terra destinati per questo effet-to i Parochi, come Sal della Terra .ris esis sal Terra, e sotio questa B a ras
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ris etiano, e si mantengono i ΡarO- .chi. Clie se questi trascurassero questa primaria operatione de loro essere,e dei loro ministerio, giusta mente dourebbς rimanere oggetto de i castighi di Dio tanto in questo Mondo, quanto neli'altro: Quid fisal infatuatum fuerit in quo salietur Z ad nihilum valet ultra , nisi ut eliciatur fο-ras , O conculcetur ab hominibus . . Per rimediare dunque , b prevenire, che non succeda un tanto di-
sordine nelle Parochie della Nostra Diocese, esertiamo per te viscere di Giesii Christo, e col presente nostro publico Editto , ordiniat o a tuiti li Curati, Cappellani, ed attrepersone destinate alia Cura deli'- anime delia nostra Diocese,che dentro it termine di tutio it Mese d)Οttobre debbano havere presa nota di
loro Cura, che sono capaci d'am- maestramento nelle cose spetiantialia loro salute, e net prendere de ta nota e rtino li Capi di Casia amandarii ogni Domenica alia Do trina Christiana, considerando in
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olire chi tra loro posia esser capacedi prestarii ajuto in questo Santo
esercizio con invitario at medesimo. Questa frequenga delia Dottrina Christiana douranno i Parochi zelaria pila precisamente con i Chierici, si perche l'apprendino, e la pos sed ino bene quelli, che ne hanno
bisogno , e quelli che la possedonoajutino li Parochi medemi in i struire i Popoli, ed a quest efietto proi-hiamo espressamente at nostro Uicario Generale ed ad Ogni altroufficiale delia nostra Cancellaria Vescovale, che non diino in alcunmodo Letiere remissoriali per promoverit ad alcun ordine Clericale, quando non vi si a la Fede de propitParochi sopra questa frequenZa. Siano ii Parochi tenuit, in tu itele Domeniche insegnare publicamente de ita Dottrina Christiananelle loro Chiese, almeno per lospatio di un'hora inllera 3 e questa doura essere dopo it praneto prima de Vesperi particolarmente dentrole Cittit . Nel Territorio pol, quan- do che per piu ais curarsi della moltitudine degli Uditori fosse meglio E 6 u inse-