Galliae antiquitates quaedam selectae atque in plures epistolas distributae Lettre de J. Bouhier

발행: 1733년

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quest' An steatro, anche i capitelli delle colonne. Ma egli Φ notabit ili mol-re,, coinc da in antichi secoli si si a mantenuto tal ulo in Francia sino algiorno d'oggi; ciOἡ di lavorar te pietre solamente clopo ester poste in opora, anche ne' capuelli, e nelle canalature. Me ne sono accertato qui nellania ova fabrica, che si is delia nobilissima Chiesa di S. Sulpiato. Anzi av-vien molle volte anchea giOrni nostri, che sien pol lasciate te parti arcta ite toniche a quel modo per senipre. Corne pero nelr Anfiteatro di Nimes,cosi Ie ho osservate in laesche facciata a Aix, ad Artes, e in alcii luoghi; E cosi pari metue a Parigi, doue non in lagitati ed in forani si veggono den tro e Ixiori la maggior parte de' capitelli, e deli' aloe parti nobili net gran PalaZEo dei Louvre ; e nelle colonne interne della gran porta i canali non sono in cavati se non in quella parte, clove do po effer poste a luogo, non si sarcbbero piii potitii fare. Deli' Arena di Nirnes per tale imper Elon es lavoro E nata opinione in molli , che non fossic mai terminata, nἡ naessa intaso: nia bastar non dee per cio credere ii veder disereo ne ir esteriore o nainento : ben sarebbe rasion vallisa, se fosse vero , che it muro dei Podio, e i pili bassi gradi non ci fosser mai, conae aloen dei pae se afferina : ii v der la lo innitia dei tutio terminata ta indigio dei contrario ; tureavia sortiragioni adduce chi sta per I'alua sentenZa.

Neli' Arena cli Verona va a sostener rarciri trave una colonna plana , che non ris alia pili cruta' oncia: a Nirnes in quella vece E una colonna mi,

dra, che ha poco men cli due piἡ di fronte , e cprafi alarettanto di fondo. E Osservabile , conie a diae piedi ait' architrave' questi contra pilastrisono stati lagitati, e abbassati due once , it che si1 ε accennato net disegno. In quel suo veggonfiin reἡluoghi figurea basso ri levo ; ci Oh la Lupa co' bana bini, e schereti di Priapi nel liorcito det Gaulier figurati; mapare, che maesti fouer pili tollo capricci castiali degli araefici, che intengionec cir archi cito ;non vedendosi se non in tre tuoghi, e questi non de' pili spicui. li Sopraornato segue it coi torno dei contra pilastro , e vien' inmota con esso. Gli archi, o stan te potae, lepol te ora per la mamior partenclla terra, avean di luce dieci piedi e mea o , it che apparisce da ue ori ta , che pur ii vetaono. Uove si enua at pretente aenuo u recinio ita parte di tr montana, una se ne bacul suo archivolto , e imposta , estipitiatr allegeta d'un uomo scoperti. Il inino deir arco resta lontanodest' archi travo 4 pi edi, do ve ne' di segni stam pati fi fa che quasi lo locchi: il muro che seat nega, h dii gran pivire seneta calcina, coinc nely PMi-

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superioti, che son lavorata. Alla porta verso occidente siluata In una dei lepunte deli' ovato, E pari mente larghezra di i 8 pie si tra un contrapilastro e rastro, dove nelle pro lsnae E di i 6. Per questa porta entravano gli A tori net campo, ed erano condoite nelle lor gabbie te Fiere, siccorne perta sudetta di traverso en travano i pili degni de' i pcitatori. E pero osseruabile, cOIne Paltra porta pur chametrale per traveris , non era miserentedalle coinuni, nἡ per ornamento , ne per a InpieZZa : appare ad unqtie,

che solamente te due cli Iriaggior' uso , e rivolt e vcrso it pili frequentatodella Citti, furon distinter aeli' altra, cli' era su Paltra punia deir ovato, non si puo render conto , perchε quella parte h tuita perduia. Nel secondo plano a perpencscolo delle colon ne quadre in seriora sonprima piodestalli, tra I'uno e ratero de' quali era it parapetio, cioῆ it riparo

Per clii carnini naua mel portico superiore , sorinato in Ogni spagio dagrande e bcn grossa pietra: tre, o quatro ne rimangono, e una sola deltuito intera , net niego delia quale sono effigiate a basi ri levo diae pic- cole figure di pladiatori combattenti. Sopra i piedellalli sono colon neri torule con Iordasii, e capitelli; incli d Sopraornato. Ita e colonne vengonsitori per clue tereti . Gli arciti son tuiti aperti, e si dee notare, come Rciatain cli essi seinbra essere attaccato netes dentro un condo arco ac cen- nato nel es segno , d quai nella cirna vien pili basso Sun plecte e meZO , eanche es dite, e viscende cli parte e d'altra co' suoi intiri fino at suolo,

restringendo lo spagio di meZo plecte per parte pili dol priino stipito.L'arco. ch' ἡ pra la porta di meeto, viene at hianto piti iri suori degli altri, e spinge innangi d superiore ornamento. Ha sopra di se nobis frontone,il cfae non si vecte in altri , la cui punia arriva fino alia somniit, det niuro. Essendo mii rarchitrave in tre peEEi, solio te due cor naissure son nicidia glioni, in figura di meai tori, prominenti assai filor det muro , i quali peris vcnsono a formare strano ornamento. Aurebbero voluto iii carconquesto ii pregio , che avea la Citta, i 'esset Colonia Romana, it clie nelle Medaglie con la figura de' buoi spesso clinotasi 8Sopra lacornice Eun' Attica. quasi in clue parti da un orto clivia, conpie testilli nella prima continuati nella seconaa: rna in reni spaZio deIIas conda si spingono anche in suori a distanu uguali clue gran pietre incavate, e forate in tondo, delle quali parten, net fine. Queste pietre, clie senZas

pravanZar dat muro girano ali' intorno , pia intendersi, clie venssano aiormare quasi hina corona alr Anfiteatro. Tullo insonae pero querio a Crescimento non riesce per verita molto graetioso; nia in coia fatii essifieti conveniva suppli re a tanto necessita interne, che aualche irregolariti erasorZa animetiere net di mori: assai pili strana E la soni ita dei gran te, cinio es Pola, come feci nel fin det auo Traitato avvertare.

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Cr diro lasche cosa In parilcolare delle parti arcti uereoniche. Eceov;i capitelli , e i Sopinornata dei P uno e dei P aluo plano in is segno, presi love son terminaci , e in quel modo che clovean' esset natat. Dovea ve-dersi neir istessa caria ancile rimposta dei pian cli sopra, e it principio dei P archivolio , come si fia netl' Albenas alia lettera S, pael peZZos E perelino. L'odiline andera qui in conteis, conae spesso avviene per lapro lsinalia, e senilit sine, che li anno tra se ii Tostano pili ornato, ed ilDorico. Notai gia, come reclifigio cli Pola fu decio Dorico dat Sersio , e Toscano dat Palladio. Questo di di inies si ha per I Oscano dat Daviter; altri lo vuol Dorico: PAtlante delle Citta di Francia lo dice TOs no sorio,

e Dorico pra. Io me nc raportere, volontieti al gildiligio e alia decision Vostra : quanto a me veramente , to iciret per Tostano e socio, e sopra, avendo bensit Architereo abbellito saga tamente, e nobilitato piti it superior Piano, nia non per qtiesto cambiato rotaline. Molli sono , che ove veggan Colonne, e inta glio, e ornamenti, credon subito non poter ror line eiter Tostano, quasi ad esse roZe opere solamente si convenissem, e riistiche; it che niostrai gia quanto sia lontano dat vero . La colonna apphitrio, ch' ἡ

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appianto la proporatone delle colonne Toscine , conae insegnano Viimum , e Plinio. Le Doriciae si sanno in os gi di Otto , e non ho dubbio , che I. . e i. Cosi non si iacet Iero anclae a terripi di xluesta fabrica , po ictae alibi amo in Vitruvio,conae si fccer pri tria is sei, e coine a suo tempo eran gia ventite aiserie, siccorne te Ioniclica Eliota O e iueZo. Dopo Vitruvio pallarono senZadubio te Doriche a gli otio, coluele Ioniciae a i nove, ed uri I part Gn penso dinversi lcggere in Plinio non vi. Osinam, come portano omneamente te stan, Pe cinae,inentre cgli dice neti' istet soluogo,clae si tacean cli setae te Toscane, e te loniciae es nove: non vi eraemcndaEione pili facile da tare in Plinio.po ichἡ la gradazione de gli Oolini la rendea patente. Toscana Miunque e laproporZione delia nostia colonna; e con essa acco talait capitcllo, quale hcosi jeinplice, cis altro che Toscano esset, non potrebia. It conarino e nudo , enon lia leto sedet Dorico sotto i trigli fidei iregio non sono gocce, O voglia in iure anelli, o graderet, chcsono vn principat ais tintivo det Ucificor ne i fregio non E stoltura , nella cornice non son dentelli, in inutia la sodeEZadet Toscano in Ogni parte ravulsasti. Vera cola E, che doue ii lavoro si aper se Zionato, tutio lO ssoggio vi apparisce , di cui tal otiti ne sta capace. L. norabile ancora, clie rasaco , o sia lavo letta, non lia sopra di se littello alcuno, e non ira solis un ovolo , come Vignota , ed altri in Ostiano nes capitello Tostano, perelae Io fecero d'invenZione , e senta autori a d'antico Esenapio. Avveriasi paraniente , che l'abaco 1 porge grandemente inniori, it che non si potea estio tar net vis no senia farto in pro citi via:su gli angOliesce tanto, che par cosa separata dat capitello; it che ἡ da attribilir partinente a particolari a dei modo Toscano. Esaininando lin rena di verona, parvemi d'aver fatia un' importatue scoperta , quando tro-vai nolla parte alta , un nobilSopinornato Tostano ; ei I.ndo che glia cliueui nostri finora, e Vignota in particolare . si querelarono ci'ester c stretii a farto di lor capriccio , per non effersi contervato in verun eis. zio antico. Cercal di scusare que' maestra deli' arte dei non averio osset vato in verona , pocliἡ l'angustia della stratia in quel suo ne toglie la ve-cluta. M a clie do visi est' ora de' dotat Architecii Francesti' Daviter, Eccara, Gianibiny fanno ristesso lamento dei non esserci rima si roris ne Tostano.e aggiungono , clie gli Anfiteatri di Verona, e di Pola , e es Nimes sontroppo rustici, e roZi per trarne regola , e insegnamento. Io non sapreipent ar altro, se non chelaesti valentuontini nel veder rΑnfiteatrocli Ninies, si abbatie st)ro da priina . ove te parti nobili son rimase insomni, es laniente adornbrate, e tanto se ne diguitati ero , clie non serassem attoria o , e non te vedelleso ove in coiripi uic: impercioclise io rimetto a chiunque .sa per getiar gli occhi sit questo dis no ic delis linamente ritratio , e sen-za aggiungervi un apice, it giudicare, se queste si aen' opere rusticiae, e roZe, e se inlcuna cota qui inanchi per averiae ror ne perferio , e molio bendi visam. A confernaar senZa replica . clie quinci si posis forarat veranaente regola, si agi iunge l'accordo , c lasimilitia ne ita questo secondo pi

plano minati di itintivi det Dorico ; nel P uno e netl' altro i capitelli hanno ani pio e nudo collatino ; neir uno e ne lis altro rarch trave E diviso iti

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quatim parti, e la cornice, e te imposte son ricche di Iistelli e di gole. Neli' alto delia cornice dei prinio plano a Nirncs , e dei terZo a Verona fi lia un Ovolo , it clae e stato credulo modo particolare deir oris ine

C ra dat prosperio esterno palsero air interiore , po ichE descruto perchianto ὰ possibile cluetio ancora , con pid facilita potro pol paria redi quanto ora tra I'uno e Paltro. 1 gradidi pietra s'inaltavino langa dubiao in giro I'un sopra raltro dat Podio alla sonuit ita. UalteZZa de' gradi Edi un piede,

gono in alcun luogo a N inie s lagitati i gradi, e focinati gli scalini , clieservi vano per salire, e des chiali si formavano i ininei: ornia nἡ pur ci sive se di Precingtoni. Il erado pisi alto si appoggia at muro dei recinio, Ia cima dei quale resta piu alta di ciso pleat ire once due : ne vcngono

porta , do vo son conservate quasi tu ite a Verona , e non poclie cO'l Oro interni gradini. L'istelso numero pare do vos se correre negli altri tre in

glii, ii pio basso de' quali inetaea lui Podio , e su i gradi pio nobili al P

dio prossimi. E osset vallule, conis i voi tori eran lii vi uno sopraral-tro , c non disposit a socco , conae a Verona; inlclah quando si Incitean et nacEo dei canipo gli ve a tuiti in lineo perpen scolari. Per ii sessanta arctii gia detii si cntrava nel primo portico Iargo diccipi edi, e inolio alto , Mnciae non tanto , quanto alcune ita inpe diniolir no. Ne ho scoperta in piccolo spinio la volta , a Maaltro piedi talia quale correa una piccola cornice. L da notarc , che alle seconde porte, forinato

dat secondo giro de' pilastri, gli archi loro son raddoppiati, onde doppio vi en' ademete ancile it nutro. Ailatio disserente e sopra questo ii corridor det secondo plano , ii quale resta diviso in attrettanti anditi, quanti songli arctii , frui negando inuri grollis sinii di gran piet re. Il pavi inento h st to aleatodi molio post torn iente : le voltcsopra son per lo pio composte con tre inani di pietre grandi billungite. 1 palsaggi da un ' an duo est' alaro , per si quali h gira in torno, sono in figura di porte arciri travate , congrandi, e d oppi momglioni da i lati per alutar rarchitrave , ii quale hpur doppio ; e con tutio cio quasi da per tutio questi arctai travi si ve g no, o in un luogo , o in altro crepati, o fessi. Non so, se sarete deir optunione d'un certo Roclie fore, ii ci tale lia solito ne i suo Viataio , clie si prirono ne Ita passion dei lusnore. Gli arctii travi superiori vanno in pili

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Ilioghi da un maro alr altro coir istessa pietra , e Nilun is ossi tira sn' ouo pleat. Quςste pone restavano in alte ZEa d 'oreo pietat e nacZO: hanno capitelli sopra gli stipiti neir una e netr altra facciata , e tra meZo ad essnella grolleZZa det niuro , O lia net mego dei pilastrone, vi . un' ini posta separata, ed assai pili larga , che resta pili balla de' capitelli stellii, continc iatu O civ'essi finii cono. Qi teste impol te sol longono vn amo, che giras pra net mego; ma fanno per verva briarea visti, non meno per muscirsi basse, che per c flere in quel modo iiis iunte. 11 i capitelli, e te impos te. ed i ni Kligit Oni ancora in qualche tuo go si veggon lavorati , e villinii in Inoici inenabra , n a per lo pili iuron lasciati rogi, eis in forini, conre net dimori: quai clie arci iurave altrini e partito in fasce : doue u lavorO ἡ ωγminato, non si vecte in Ogni Iuogo uniforme , it che 4ee si attribuire a' diversi artesici. Ne' fianchi ile' pilastri esteriori lepietre foranavano vi parte ed'altra panche , e con Ocio per sedere. Passando air interna diltribu Zione diro, conae ho riuovate qua e lanelle cantane es verse volae in pendenaa belle e intere , co' niura laterali in IungheZZa cli 3 o plecti in circa. Ve n' lia, doue te volte son di grossi mationi, e clitui radiso nel fondo : coleste sono atquanto pili stretae , epia corte ; erano stanete , e repositorii per gli attrezzi delI' Anfiteatro. Ve n' ha di lavoriae con piccole pietae bul ungite: ve n'ha , clove la voltae in figura sarco di ponec, tiaria es Dieire lunglie plecti in once 8 , lambeonce i s , e grosse attrectanto : lo spaZio E cli 3 o plecti, ed ha nel fine ina gran porta : queste erano strade, che n etteano nel portico interiore. Alcune volte vi sono, che net lor principio in alto hanno vn piccolo spa-etio orizontale: intivi ora at di pra un ripiano cli scala. Due volte ho m-trovate ancora , che vanno at contrario . cioὰ dat vi dentro verso it climori: eran ricciti, che servivano a' vari usi per li Giuoclii , e vi si en-trava dat portico interiore. Questo portico rho riconosciuio in certo pic- colo spaetio ora uerraneo , clove ho vectura ancile una delle porte, cliemetaeano in eiso: e pia olara verso I 'interno ho citrovate ire corte volte , clue delle quali in olio inclinate, siccoine ciuelle, che non avean so practi secho i gradi. In questa parte viverso em laest'Λnfiteatro dat nostro , di ve ilniitro interiore che cimonilava ii campo,era tauto solido,oaline nochius o. Qui maggiore esturi do Io spazio,che cori e dat portico alla piaraa, la cinia interna era con partita in andui, e stan Ze. Hos acto scavare net fin detr unocti cluciti, spaZu, ina Photrovato senZaesito e clatia parte dei campo citius od'antico . i.o spazio proslina o , in cui non si ε poluto entrare , se non per piccol soro , o allianto pila largo, ea ha la uoua diri ita e non pendente appare Aduncliae , cli' cra una uinita colli spondente ad uno clu' Vomitosspiti bassi per condurru al Podio. M soste stato possibile discavar quivi, ii sarebbero trovati ii pochi graditii, che ni Ootar faceano pra di eisO. aven. Ogli io scoperti a Verona . e da olli principat niςnte aventio imparatala vera forma legit Anstratri nulla parte baisa. Mancando questa a Nilne Ia veci remo a Frejus; ina molio meglio ravere gia os servata nolle itam- re da nio publicate doli' Arena Verone se. Mi h stato inostrato in una

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casa piccol pegro di bellissima cornice ita di marino: da quella staccato sol se , che anticamente clovea correre neir orto deli' interior muro , Ualrigirava la pia ZZa, o nella cima dei Possio me lesimo.

tonat superior vadi. Queste comparistono nel Taglio, rappresentantequella parte solamente, clae lassiste, e che peti, si pub figurar con certcZZa; eccet indo it primo ranio cli scala sepoIto per rin terranaento, it quai p Q si h contradistinio con punci, ma indubitatamente vi era, Ed avean Iutta principio a i seconcs arctii dei pian terreno. Clii dovea portarsi a' secones volniuid , salito un de' primi ranii isi scala , trovava ruscita in faccia. Macoloro , a' quali erano destinaci i piu alti gradi , montato it primo ramo .cla scala , giravanoa dritta, e ne trovavano vn secondo , che conducea n et corridor superiore. Di una m queste seconde scale si rauvisa it luogo .e ne rimane la volta con coriticeat piἡ di essa, e i muri latera si cona posti si piccole pietre quadre; vi si veggono gradini ancora, ma posterior enterimessi. Gli anitici annessi at corridor superiore, benchε clitus orarinti conmoderne minaglie dalla parte,che risipamia Pinterito, erano anticiumentin

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aperti tuiti suorcii E sopra te due porte is naeZo alle flante dei rovato pol chὰ ciuivi Parco interioreἡ tutio clituso ital basso alr alto con antico muro di grandi e grosse pictre: e la ragione si e , percla E quello ὰ Π luogo delle due strade maggiori, clae portavan gli operatori net campo, ond' erano a ita alteZZa , e per cons eguenta senZa la prinia volta, come pur si velet-gono a Verona. Tulli sit altri seconcit arctii clavan pati aggio gagii aiuluidet superior portico air interno deir Anfiteatro. Coloro inunque, cui erano asseῆnati i terri sbocclii, trovavano scalecti sedici continuati grassini, laali principiando ali' interno piὰ dei pilastro, metieano at Vonii torio, cis ivi h per cqntro in alto : veggonsi in un tu

premo ruscita. Queste scale si fanno vecter neI essegno adombrate oscuramente , per dinotare, che sono tu anclito diverso da cluello, ove hanno principio Palire , delle quali paricinino appreiso. Ad altri volnit 6 i et Pistesia mano si palsava anclae in altra forma, Hia dclla laese non si ὰ conaservato alcun saggio.Quelli finali nente , che clovean passares siti piu alii , tr avano iiel corridore istella cinque graedini, pol un piccol ripiano , conre nello spa cato si inostra, e Plinci a dcitia, e a sinit ira diae scale tendenti verso u recinio a Ina di queste non era possibile farne vecter nella carta pili Suna. Il ripiano viene ad essere sopra cluet secondo muro , che abbia in det to effer cloppio neI secondo recti tO. Le scale hanno i 8 pracsini, e son tam glie piecit quattro : posano sopra i traversi dei corridor ael seconcio plano, e sopra quel P arco , che abbiam det to ester net mezo m ess . Ognun a tr va in taceia due hinglii sori, o ingli nel nauro deir usterior recinio , per liquali ha lunae. Quatuo di quelli spiragii si venon segnati nei prernelio cli segno det Prospereo, polchis riseriscono di parte ed'altrii presso te dite c Ionne cli mero . ciueste cloppie scale condiacono inpra uia piccol rapiano, id quale si falgono alui cinqhie gradini, che niet tono in uia nae o corridore espresso nel di gno , it cluale rigi ra turio attorno , largo plecti 4 once 8 . alto piedi once 6. E coperto con una meZa volta , ciOἡ da una nutra Ilia in meZ'arco, la chial s'appoggia at Inuro dei recinio ; e bencliἡ abhia s yra di se u grandi Isino peso ac i gradi, non perblia patito danno: ben Iasonimita della vieeta voltad inclinata in pili siti fi n nacEo palimo , e ne soncaduti pili peetzi. Da questo corridorerio foderato di piccole pietre quadri-Iuirghe , si passava a V δ init Od deir ultinio ran o , ainan Et a i quali sono

interioranente cinque graditia. Ogni scala cloppia lietae un vo initorio innae Zo : altri ve nnia sit uati altranaei te . e da quasi vien lunae at piccol comrulore, cli' anche ne ricev c da i sopradetti spiragli; ina te porte interne de Vomitori, egran parte deli' annelso inuro ruit arono da gran teinpo. cci convione ansar pili in alto ancora. Una delle scale pur Ora rnento- vate trovava a dri ita , conae abbia in detio, per cinque gradini it piccolli planod una salita at Vonai torto , e ne trovava a sinistra altri cinque conaltro piccol ripiano . do po ii quale voltando pitro a sinistra , si presetita una scaletia vi quin lici tu. sint, tanto larga, cli' uonio vi transua coria mdaniente. Mi stupisco veraviente, come non fossu au vertita, ne additata

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dat Gaucier, cli' era sui luogo. Questa h incavata nella grossereta des muro , e portas u la tinnalia is esse , dou' era foreta , che salillero turti quelli, Che avean cura della gran tenda , con cui si copi vano in tempo ile' Giuo-Clii gli spetratori. La ErosseZeta dei inuro in quella pili alta parte Edi pie tiq a. luoghi formata cia una pietra sola , ait re volae da cluer per lo pili napietra stessa forina clue gractini, e insterne l'esteriore , o l 'interior parte: la pili alta forma it grado , e I 'un muro e I'altro. Per questa scala adunque salivan coloro , che rugolavano is Velatio. Si canunt nava su la cima delmviro contodamente per la larghezga da niuna cosa occupata. Moriean si Navi in piedi attorno, iacendole entrare in quesse piet re forate , clie hoderio sporgere in suori : le tiavi ineliando rorto , che framera tra te fasce dei P Attica, andavano a potare su la cornice, plantandosi in essa per bu-clai, che pur si veggono ancora intro, Ognuna della pictae forate. Diqua dat muro dei recitato interiorenente si plantava un Mir' orctine di travi, per te quali si vessono paramente i buclii neli' ultimo grado , e sit

erano i secondi sostegni di tanto reso.

Una curiosa particolarua non E da tralasciare. I a porta di mero petiargo , che vi ho mostrata in disegno , e quanto segue dentro es cisa, procede miniamente: te prossine arcate conunciano a obludiarii, e a pie-

are , e quelle clae succeaono , plegano ancor piit; di minio che gli an-iti dei corridor superiore conte torvolte si veggon rivolti molis sensibi semente vi qua e is l. verso it inego, facendo si centro det punis , che restavanci inero dei campo. Nel pian te Teno questa tendenZa compariste Poco , Perclλῆ poco sene vecte, ima nci pian eli sopra cla assai nelr occlito, percliΘ si LOrcono te parti tuite, es no i capitelli delle colonne, inlclio alcuni de' tot' abacta itanno una stiana vectuta, essendo lagitati det tutio in prosperiiva, corne se per cli mora non si avesse clovuto riui irar r Anfiteatro , che daquari ro punii, liniati tra nae Eo alle porte marnetrali. Qiiesta obliuia Nione non E peio det tutio tiguale , nἡ seinpre cresce, o secima seconao giusta proporato ne per inglon de' diversi arte fici. ed operan : isalla parte vi me-Zo di a sin illi a te prime non piegano , e plegano peio quelle a siritia. RVerona si ristringono benui insensibilniente te it inde laterali neli'avanzarsi,ma non per questo in rivolte at mego della piaZZa . che non cra it lortermine, e naolto men o ἡ perci 5 statu rem misit ut, ii pro spetio, o quelle parti esteriae, che non hanno col punio di inego relagione alcuna. Eccovi ictio quanto basta deli' An lateatro vi Ninies: or passero a qhiello si Artes , simosa Citta , non pili iactante dat P alua iti quatrio te lIe.

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AN FITEATRO DARI E S. NE L di segno di vecter quanto resta in Francia in nrateria cyAnfiteaciet,

clopo Ninaes nitana Cittam'cra pilia cruore si Aries: dache pilaionii certo libretto det Padro Guis, in quolla sua Caria replicani pol da Giotianni Seguino, nella quale si rappresenta l'interroreo gim d 'arciri sinerata, clic in oggi si vetae, Parmenai di comprendere , clie gran resto drinfiteatro scuramente vi fosso. Enimi per altroavventato in clat lo gihi cava Teat , isopo aver letto cio cli' io dei recinio cli Pola ho scri reo; e tanto pili, che asseciva non esserui grais di pietra , ne apparar vestimio clae mal vi misero: gitanto in Artes, e portatonii con avissit, a contemplatio, ho Govato uiser vcranaenae Anfiteatro, Ima che resto imperiareo , e non m mai temni nato, nἡ ridoreo a segno di poterne far' usO. Questa b la ragione , per cui Animian Marcellino partando de' sontaioli Giuoclii celebraui in Artes per Ia solennii, Tricennale dati' I imperiaor Costango , fece mela Zione de' Teatrali. O de' Ci censi, ma non degIi Anfiteatrali, clie auebbe nominati l priarii. Vera cosa E, che i due sinterii moderni Scrit ri Ananaiano applanto citano in priaovad'avor CostanZo sarte griin cose nolr Anlateatro ii'Artes , ni simili travedimenti in cini sat te materie son i ecpientis sunt. O foste adunque cosi grannaole clatia Republica Arelate se intra presa, cui sopravenuti accidenti ne impediisero ii proseguiniento, O 1 osse da alcun Proconsole proIuOssa, che

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