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in alcune parti l a cosa non potea star cini; perclao in primo luogo grandissimo spinio si viene con ess a clare at Dieci oscena , che sarebbe stare inutile, conae pur' in oggi sarebia : in secondo luogo, o che it Pro scenioci si viene a confondere con la platea, e ne viene a Occupar gran parte, o che troppo si allonianano da i corni det Ia Scutagii intitori , e i gracii. Appresib, non ci si da al Proicenio ballante spinio per Ie pompote compars e, che si faccan ne' Teatri tatvolta : abbiam da Cicerone, conae tacita itennestra centa nata di animali da foma compari r si fecero . e come inestre conabattiniendi si videro anclae a cavallo. MOlto sito paria nente ci vo-
lea per te danete, portate sul Teatro M' Κ o inani, doue da' Greci si iaceannella platea, percio deita Orchestra. Ageiungasi, che quot luogo era ancile impedito dat Pulpito, s' ε vero, ch' ello fosse un palco atrato nes naeEo dei Pro scenio medesimo , sopra cui venissero i recitanti. E se aItro spazi non v' era, ii Coro stabile delle Trage lie, doue teneast egli ' e se ii Pr
scenio cra cosi separato dati a Mena, e scoperto, come Poteano operare in esto te machine cli tante viverse Inanieres
Ma lasciando es tuto cio, consideriarno it Teatro , Che abbiamo at presente dinan Zia illi occhi, e che noti Eie ci reca allii pili certe de gli ostiira,ed ambigui passi di Vitruvio. La porta , che sit vecte nel me ZΟ, non serviva se non per uso de' personagsi, cd operiitori Scenici, laesi senZa effer ve-cluti, veni v an per essa a vestir sit, ed a prepararii. Qualciae principio rina ne di bassis muro , ad into nella planta con clue linee di punii, quat pa rebbe avesse servito a sostinere un palco cti legito, solio dei quale sollerte strade. Pili in alto, cio che vcdete E la Scena, nol naeZo delia quale si hauna graZiosa prospeiciva et acci liὰ possiate Ineglio con preuciola , ve nelio figmata la planta, ne ita quale sit ciconosce it na olivo di quelle curvature det secondo Inuro, che non si coni prendeva nel pian terreno. E adun renet mezo una nobile cd anapia nicclaia, o sita tribuna in II eZo tondo ,entro laquale pili persone poreano stare, capitandovi da i moecii prosilini per due usti latinali. Potrebb' egit sospetiarsi , che questo sos se stato ilPulpito i non mancano congeriure, che seinbrino persuaderi O. L'arco, checuo pre in volta, si iti stacta dei pra ino muro pili di clodici plecti: itinantivi E parapetio, o sia riparo: sotto ἡ nel muro un tratio di cornice di inamnio Groco. Dalle parti di qua e di la si hanno due anguste gallcrie. Questo secondo muro non va pili alto che la cinia delia tribuna, restando nella siseperior parte nudo e seniplice ii prima descratio. Assai spaetio pero ri inaneio prate tange inferiori; e net muro da un capo ali' altro molle nicctile sono, alte e strette, cho doveano ornarsi con figure, e con altri abbel linienti. La parte finor descritia, e si vagamente net solido consoriuata, ben pubcs laggeri comprendersi, qitanto atta fosse ad esser nobilitata con gli o nam emi, e co' Scenici adc Obbi illunii nata. Puo comprende mi pari mente talla premessa planta, edat tureo insteine, quanto pili consormi es nostri. cs Piel che ci vengono rappresentati, folsero nella parte della Mena iTeatri
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Teatri anticlii. E in farei conte poetea inal non consister la Scena , che in
Ian prospetro con tre porte , e Conae te inutagioni di essa non in altro, clienel girar di piccoli triangoli di pinti, e sit uati alle porte steste' Prinio adipinger ia Scena, ea scri vere in tal proposito, fu Agatarco in Alcne, animaelirato da L schilo , se credi amo a gli editori, e a' tradultori iti Vitruvio; Ina erronea interpunZione, ed emendaZione fanno esti, dove fi lia: Pramum Agati Mcbus Ati ratis. A Gylo docente, 6 rdiam scenam fecit. An- I, Tl , che Perrauit rende nella sua bella versione: Agiat arcus agant Bό instravit par bile de la maniere doni 1l frutfaιre ira decorations des Neatres pour Ia Troprie; c nota solio : si est certain, qu'd 1 a Dure dans le texte, o qu au Iisu de Tragoediam sitiram, is sui Tragi am. Ma veramente senZa cambiar lettera dee striversii: primum moarctus, risbylo docerere Tragoediain . fenainfecit: vitia dire; Agatarco fece it primo Ia Scena per una Dagrilia cuuiis. Cosi Suetonio di Claudio: Givrdiam Gratam docuit: cosi Cicerone nesse Tunculane; cum Orestem faludam doceret Eurimes ; cioε, in laudo Euripide ilso Draana delf Oreste. che ventua a dire, facendolo recitare. E modo Greco . avendosi in Plinarco, e in altri , Φρυ,Ἀχας υἰὸρ- κεν. Friniso insegno , per dirche mise in publico una sua Tragedia, o Coniedia che si solle; et stet vede si in pili Iscrietioni Greche , nche in questa parte non da trucii intcse. Uenne tal sorinoia tali' in segnar che faceano i Poeti it modo di rap- presentare i lor Drananai a gli Ariori. Ma insistendo net intactio nostro , do po Agatarco, noi sappiam da Plinio , clie Pittori ci iurono, i quai nei dipinger te Scene si segnalarano , c clie i teret delle case sin te ne ita Scena imgannaron talvolta gli uccelli. Abbiani da Llicitio , e da Polluce, chesopra
clie la Mena era copcria, e che si caniniava alte volte girando a tan trario luperni turta I e insegna Servio, clae s cambiava ancora at nostro in Odo, tirando i telai. Ecco pero qualinente, bencliὰ col nonae di Vcena intendessem da prima quel solo muro, o altro che si sosse, che iacea otribra, e Mnclietat nonae a quel superbo prosperio praἡcipat naen te continuasse pol sen pre; non pertanto intendeano altrosi per osso Io sparato, in cui si operava, elo guarnivano con finie apparenZe, e con pittiare, e vi venitiano i recitanti, e gli Attori pcr vie laterali ancora, conae piae ora si sa: e pare assai probabile, che net mezo dei prospello fosse bensi una porta, ma che raicienominate da vitruvio sos ro pol per si anco, e coin' or si sanno te uscite, Non E da dubitar per certo, cne net Teatro d'Cranges Io sparto laterale di parte, e d'altra non solle it Presso scena , e che sotio la ni cchia di mego non sol se pili balso ian palco, sopra cui si operasse. Ho osservato in fataltes volta , consondersi in alchini passi di Scrutora antichi Prosccnio, e Pulpito, e pari mente Proscenta , e Mena. Osservate ora nella planta, come net perteria, dove sopra sedle pomtatili flavano te persone pili desne, non si en trava in questo Teatro se non per Fulle striae, clie radono i due quadrati, o sia Ie due torri. Dalla Paet,
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te, metiendos alla collina, desti a , i due alti corridori vengonoa eonglar gemi alia torre per archi is pietra dei solito niodo , e vi poco inferiora a Nelli deIl' Arena Veronese, con tre oriani un sepra Paluo , ni a per trearcate solamente, polchε piti olire supplisce ii monte. Iintravano adumgue i pili nobili spetiatori per i 'arco pranio, o per la gran porta cl e gliain Jiria; rea pati avano it secondo, e tra un muro e Paltro proses uendo, Iro vavan la porta , che metaea nelr area. Dalla parte, di cui partia ino , levie eran due l'una presso Paltra , e cosi sarebbe anche di l. , se it macigno non Pavesse impedito: era necessario tal raddoppiamento di sira te per ma DPor comodo e detr entrare, e dei P u scire : eran coperte da volte altillime
in penden Ea , di cui nel muro delle torri si veggono i segni. Da est. si d vca I en Za dubbio salire per anista e scale anche a i corridori, cla' quali fipas Iava pol ne' gradi, benche in ess si venis l. anche clatia parte dei colle.
Tulli quelli, che hanno scritto dei Teatro, o che ne hanno figurati di segni, asserinano , e naostrano, che netr orchestra, eioh nel perterra si venisse per pili vomitori lcosi potendosi chlaniare con trasportar dalr Anfiteatrosa voce j i quali foster clisposti d'intorno sotto i frais. Ma per verita gran diis imo sbaglio h stato laesto finora, nato principalmente dat credere, chein tal mantera si veni me nella plageta degli Anfiteatri, raperesentati peronelle starnpe conrnolle uscite solio ii Podio, e sotto i gram; it quat' errore si E da ni e laombrato net iratiar deoli Anfiteatri, avendo fario ocul armente conos re, conae sotto ii pili balJO grado non vi era porta, nε us cita alcu-na , e conie a' primi gradi ven ivas perdi dentro con salir quattro o cin-que interni gradini: ne punio dubitar si nuo, che cosi non fosse anche ne Teatri, e detornaita farebbe stata grandisui , sacendo altrimenta. Amius, gasii, che negli An steatri eravi pur' at ineno sorio i grassi uri alto muro , restando rarea molio pili balsa: dove ne i d eatri nἡ pur questo u 'era, maveni vano i grassi quasi fino at plano deli' area stessi, non avendo si in effila necessεά d'assi curare dat pericolo delle bestie gli speriatori. Avvcrtite, vi prego , cialia sinistra parte, corne i gradi ne arrivavano a complere un semicerchio, n6 terrani navano in linea retia , it che si cliniostrades rocco dei colle, che fa vedere, come i gradi restavano atquanto piis ad sietro, e ii qhiale doue h slato lagitato per far Iuogo alle vie d'ingresso, non ὰ tagliata, in linea parallella ait ' ultimo muro dei Teatro, ma Oblictu mente. Senibra potausi da cib raccogliere ii sto degli ultimi, ch' eran su igradi, e la lor linea visuale additata n et Ia planta con punii; quale in questo Niodo ventua a do1Dinare turea la Scena. la doue alcuni Teatri fatii in Ita lianel sccolo det iso o secondo la naan iera antica, e secondo la comune
idea, hanno questo disetto, che chi silede alte due estremita de' gradi , non vede la S cna. di che si phio prender savio dat bellissimo eretto condi segno deliPalladio nella sua. patria Vicetiza. I corridori alti, cli' crindictro i gradi, si congi ungeano con gli archi superiori prossinii alle duetorri, nulle quali velligi O di scale, e di volte, accennate net disegno , si v ede. Non o da tralasciare, che si fece in questo Teatro si curamente uso.el Velario, coprendo e disti dendo dat Sole gli uditori, Prando rima.
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- a derio partando de a faeciata inemore dei primo muro, Corne Iedue inani cli pietre montinenti cla ello in alto , sono ad altate in modo, clapoinre in filar travi nelle prirne, e farie postare nelle seconde. b eli' interior prospetio venon si alle ciue estremita nella cima li due sentieri, per lichiali montava alta in inith dei muro cha della tenda avra cu ra. In una celle rate, che son Milo spaZio tra i due quadrati compreso, ho ritrovasidue peZZi csi colonna canalata Dominente, che avea quasi tre piἡ di di et tro. In quai sito cosi tarie colonne si stes sero, non saprei dire, men tres unam delia Scena non ha legno alcuno , onde si possa credere clie λλ Em ad elso attaccate: stetiero forse una per parte Ur inibo athua, e alle lue estienilia dei Pro Icenio. IO per venia nita saprei rencter conto ancora, in quat modo nella Scena di Scauro collocate sollero 36o colonne is marmo alte 3 8 plecti , di che ci ia Plinio testinionian Za: anzi non auro vii KOlia a consessiare, che con tutia i lumi dat grand' a vanZo deI Teatro draranges prestati , pila cose mi restano tutinvia oscum, e pili disticoli1, quali consulerarido mi si presennino, mal saprei rissoluere: per lo clae grande-niente invidio la felicit, dei niolti, i quali avanti me di questa naateria tra Qto hanno , mentre tutio franCamenis spiegano, e senZa esitan Za mettonorinto minan Zi a gli occhi; talcliὰ ognuno si crederebbe, che qualche intero, e perserio Tratro sosse lor venulo fauo di scoptare, e id niodo es oll)rvare ancora, con cui anticamente si operava in es . Non mi resta che dire intomo aI Teatro , ma molio debbo ancor dir-vi cli questo superbo Glifietio , pereliε io tengo, che Circo fosse quivi zιn- Cora , e Che non a torto popol armente tes nonae sta senapis cor , n a de' due muri u primo avanti descritio servi illa instente at Tratro, eis at Circo. Congi ianzion veramente assai stravagante parquesta. nia in tal naodo torna--va benissimo : non sarcbbe nuova, se u replicato passo es Virgilio metataqxein et Ile Theatri circus erat . clovesse intendersi, corne at ni rhanno in teso; ma veramente non vuol me altro, se non che nello spaZio, citrio intorno aguisa di Teatro da colline, e cla boschi, cra un Circo. Α Oranges clun-oue torni penso, che appotaiate alia facciata esterna dei gran muro,nno atra iteZZa degli archi chius, Iogge fossero, e gracticii legno, e cliequinci si ri rassero te corse delle quadraghe, la iunga piarra delle qtiali sussiste , est e pur vacua anconi. Con questo verra a comprendersi la ra-gione deir orisine pili basis di pietre, ch'escondat muro, e degli are hichiusi, rnentre servivan quelle di modistioni , e fac an questi accordo , eornamento alia ranglitera , che vi era clinaneti. Con questo la rapione sit comprende ancora dei troncarsi quel principio i 'arco net mezo; po ich Eil rimanente restava coperio culle invole, che formavan fossitio alla log-gia , o at pili nobil suggesto. Dali' altra parte della piaZZa, ove ora scaninis , saranno altrinst stati gradi, e log . L alteZeta dei gran muro aura servito mirabit mente per ripara lal sole. Li clue capi della piaZeta es qua aedi la erano probabit mente serrati con portici, ed archi di pleua , pot- Chelmne rimangono ancorii da una parte, che si congiungono con resti e--. des prospetio, e se V 4 segnato nella pian in il principio. Ma che
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cogliere ancora, cli e sotto gli archi chiusi, quai sono a meeto dei muro , e un incavo continuato , il liale arei va fino air arco ultimo di qua e Gla : sottocli essio son quelle pleue, che sostenevano, e socio Uascheduna odi nuovo una piccola incavatura, che potea servir cli Ierio a una invola , o ad iri a trave. Nelle due estientua dei muro si vecte manifesto vestigio cliscale, alle quali si veni vada gli amhi sopranominati, cli' erran ne' due capidella piaetra, e perte quali li saliva allapita a Ita lotata, o rangia era , che sis osse: in uso di questa eiano que' rotondi fori in mezo degli archi. Alpian terreno clovea essere un portico , ii quale avra supplito ne' ghorni eatrali per que' luoshico perii, che volea Uurtivio isetro i Teatri , e in sieme per sostentare i gracti deI circo, e per dae esito in etsi, prendendo quivi principio gli arusci vad , e te uscite. Da tutio questo ragionament
ben si pud comprendere, quanto s convenga andar senaper cauri nel COIHclannargit Arctauerit anticlii, tantoclaἡ strane colaci pareste di vecter taluo Itaneli' opere loro , perelie non senipree in pronio a'in tetulerire laragione, e ii motivo ,e inolle volte la necessia. Parra assai strano di viaercosi povera e nuda crornamenti la Uin po in m mezo neli' esterior Drospereo. Ma rassessione si h gia da me fatis altae Olte, che cotii osteruanu crocilinario quelle de ' pili granes edi fio ancierit.
perto. Quincti ῆ, clie in questa nostra porta mancano te parti pili nobili e
Prominenti dat muro , come capitelli , e cornici. Α questo ancora amio uisco io ii non soletsi vecter te Inscrtzioni, che seneta dubbio furono in fronte delle pili superbe fabric Iie. Negli Anfitcairabiam te porte det Iiiii nobile ingresso, e con tulta inscriZioni, percite stando queste su te Antiporte, degli ecli fira, perarono. Ampia, e intera InscriEione cl'un Anfiteatro publico veramente PHolstenio nel je sue note es Q erio , uia falsa E PI
s raetione, e immasinario PAnfiteatro. Non passe Q alfacio in silengio un avanzo di Teatro, che ho vectulo in Artes. Nel muro clie ricinge la Citia sui colle , ossemansi tre archi, e parte d'unaltro , congi unci instente, quali pies do accennano la curV tura dei giro, Omle apparteneano alia pane eueriore deir uduorio. Sopinxino di etsi ne in due alcii , onde appare , cis era in ere orisini. It pili Hillo rcssa sollerrato in gran parte : net filo arcti ivolis alii clue tereti della largiteZetaἡ una specie vi corniccita : it pili alta, si tronca prima d'arrivarealr imposta , ino terna essendo lacinaa , conie anco i muri , ne' quali or into e compreso. in pota esstanea si vecte ua lungo praeto di fregio Dondi N imes, e ira ries a 3 cih non ca veniana lenon connesse col forte
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eo. Assii Iontano si ci ova un' altra arcata, quale clie apparienesse alredia fietio inedestino , ristessa panicolar mani era dimostra: e rivoltis at contrario delle sinterie , onile pare apparienesse at portico dieriola Scena. Nello paetio , cli' e tra laese amo , e i preno nati, dem ro un Convento di Monaclie Veggonsi due alte colon ne in plecti, non molia mi dat lor suo , se pol te nella terra te basi , e alci tanto ael vivo : l'una i di bellissimo Asticano ; non cosi Palua. Il lor diametro h d'once 3 2. ii capitello E Compo- suo , e operosamente lavorato et non sono in Inaggior maneta fra se, clae di tre piladi e mem , ed hanno sopia un granae architrave di niatanorossis , con alam suill pegeto sopraposto. Conliderando it suo delia Scena patretare, non te muscissem disposte in fronte, ma rvina clopo restra laterali. I n diae librerii uno starnpato, uno manuscrario, ho vectulo Nportarsi ter-set naente i 'intera planta di laesto Teatro secondo la consueta felicita ia
trave ε tutio in lagi lato in fisiira di si egio Dorico; sopra di esto e ii negio
rintio pien es forami , indi la cornice Corantia pari inente, e Noea dilavoro. Stupore , e cliterio mi reco tanta novita a prirna villa , ma per alaro pol tale a Oppiamento porta seco una certa disconsanra , che fa assai male, e claquei ai usto ali' occhio, che te est nanete ait' ore lato. In ni in arte sorse men forninate Nescono te novita, e te strinvasanze, che in questi
inaestra di tuite i 'altie. Dalla parte di la, ove sono i ire arctai un se prai'altro , net pili basso l 'architrave ruppresenta pari mente un siegio Dorico,e ii vero fregio Enudo; ina net secondo si hanno i due siegi lavorati, conienet se practerio, e la cornice paramente. Un' altra singolari a ἡ quivit ilDorico Iaa i suoi tristi fi , e patere , naa nei luogo della metopa, o sa delcranio di bue, vi E figurato un mego bue che salta, e che rivolge verso chida un lato lo riguanta la testii.
Il bellissimo Templo cli Ninies ὸ risitato in alto Si nobiIissima eornice Corintia, nella quale i momelioni tuiti iningliati paresten posti a rovescio; e che la parte, quat dou rubta essere verso it inuro sta in suori , e quella chedourebb' essere in fuciri, sia vecto is muro: questa clivosa cla tu rei gli altri
non vispiacque at Pallam O. Cotii a rovescio si veggon pari mente lavoraci nelsontuoso Arco ci oriinges. E molio notabile runt somniis , che in arctii te riira si osserva nelle varie anticli ita is quelle provincie : li tre Anfiteatri,de' quali insigni reliquis minangono , in pili cose semesano ii un' idea , equci cli Roma , edi Verona crun attra. II fuderio grandissimo, e sonitioso Arco altre cose insolite time ancora; perchῆ ha it Dontone , quale negla Archi , che ci rimangono, non si suot vectere, falsainente essendo statonippresentato con eiso P Arco di Verona daI Sertio , e in altae ita inpe, pervoler supplire vi fantasia : ma quel doranges lo ha, perchε soprii Padi chivolto di inego, una grancessana porta architravata si fontia. Non ha
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hely Attica grun tabella per ris iEione , ma in octua vera ha sopinu frontispigio atquanti suoli es pietre a scala. I reste singolarath sannoficiscire u tinta, in silenae deir accrescimento poco grugioso ri Ina la sontuin ideae essifigio se in copriae ogni diserio. SOpta uno stipue, cla' ἡ γto rarco , si veggon figurate due masci aere. Ie quali non sono net dirim- pereo, e tantis Vi hanno clae sare , conae a Priapi su PAnfiteatro di Niniret Hiron rediare due teste dat Pise secondo it consileis errore. Nolla facciata opposta alta Citia i capitelli palono incerto uolo unire at Corintio, quiselle eosa che si accosti ai Conaposto , vectendosi tra rabaco concavo, e Iedue volintne cli nacim non piccola fascia lavorata, e convessa. Ma in somnia metiendo rimo insienae, antichiin permni conto mara viguose possis vice ci'aver trovate in Francia. Gnitate ii raggaaglio, clae dialeune lao voluto farvi, sperando non vi sarii cilcaro lintenoniper con esibalquanto te vostre pili gravi e pili importanti applicazioni.
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niimes, d y a une grande viantite de cercuciis, que notas nommons Archeen Itali e. i a plupari ont servi aux Gentiis, mais phaseum auis a des Chrs,tiens de distin Non , coiritne on peut te connoitre par Ies bas restest doni ibsoni cli arges. Au dedans de liglise , iI y en a qui soni enchasias dans les
ver dans queiques-uns des potarii ita des matrones ensevelles, les inodes des
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On volt dans la naenae Ville de grands restes de l'enceinte des mura illes, qui renui ron nolent au renas des Romains: elles Eloient d'une grande hien- due , & renfernaesent une portion des colines. Los preinieres assises sonisaites de deux lita de grosses & longues pierres ; te milieu du naur est de remplissage de moilon a cassa . coname ron dit en Italie: il est revetu de deux paremens de petues plenes bien rangEes. Ienecroi pas clu'on puuia nite ux conno ure ailleurs la Inaniere de Ia dεsense ancienne, pulsinsonvola dans un endroit Ie somniet du Intu conserve, avec te parapet antique, at dans te ii aut n'est ciued'une scule pierre, avec un cordon qui a plusscursinoulures dans sa naissame. Par dedans son clieni in y est fati de pierre avec