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di sopra delia 'Lapida tino a terra , ovvera fino es plano di sopradella Predella. Il suo colore, quando egit e di drappo , o di panno.
1uoressure ristesso desi altri paramenti, di vant gio si sucitregiam con frange , O trine : e net meZZo vi si suop eisgiare , dipigner , o intellere una Croce, o l' Immagine det Santo , a cui u dedicato ι' Altare. Sogitono alle volte farsi tali Psioni di cuoi dorati, eporsi se' loro telai; alle volte di lavole, dipinte decentemente per tutio Con Immagini Sacre : sicche non v ' apparisca cosa profana. Usano ancho, quando perO l' Λltare stello e vi marino , o pietae nobili, o quando edi e dipito decentemente di cole sacre, di non metiemi clinangitat Pallotio, la quat cosa in tes caso non e affatio disdicevole. La Lapida , o Mensa deli' Altare sopra deleritia, quando vi si celebra sopra Messa, deve effer coperta con tre Tovaglie line, e blanche, messimamente net plano di elsa , e senga lavori; te due prime dilatio basta, se non tutia la Lapida . Che almen O coprano la Pietra Sagrata, o tanto spaZio, quanto ella , O un Corporale spiegato terrebbero. La Tovasta di sopra copra seinpre tutia la Mensa, e avantida' lati decentemente almeno vn braccio 8er lato; dinangi tre dita, dietro arrivi sino at gradino appunio ; ed e decente ferarare questa Tova ia , appuniandola con ua nastro, che fasci anche i lati , non essendo molio lodata la cornice di logno intorno sy Altare. Quan.
do non si celebra, sostono quegii, Vae son puniuali, ed aggiuitatinesta cura delle cose Sagre, coprirc gli Altari con una tela, o CuOio
Sopra la Mensa, o Lapida deli'Altare per la parte di dietro sta ungradino di legno , o d 'altra materia simile, decente mente ornato, e dipinio, iungo quanto l'Altare, largo, ed alto un quarto di brac-
pra questo gradino, non stilla Mensa, si se tono porre due Candeusieri, o di legno, dorati, inargentati, o dipinti, ovvero d' argento, ae o tone, o di br ZO, o simile; la base de' quali Candellieri, sia tonda, o triangolare, non dee eccedere la Iargheraa dei gradino, e devonoessere sui gradino siluati uno per lato , in modo che riguardino per diritium i lati della Lapida , non stor di iei. Sieno ri' alteraa pro-
porgionata ali' Altare, non eccedente, e di forma Ecclesiastica. So-pra tali Candellieri seno Candele di cera , il lume deste quali, non δ' otio, o di sego serve , fuori che ne' cali d' es trema necessita , per tutis it tempo des primo principio es fine della Mella, senEa estin-Meme prima a cuna di loro .
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ine abbia o dipinta. o di rili evo pimmagine des Croci fisso. la qualCroce e decente cola, che lia pau alta de' Candellieri , grande proporZionatamente, cospicua a tuiti, e comoda alla vista des Sacerdote. Questa Croce con l' Immagine det Croci filio siluata in tes Juo-go, e a quely Altare, dove si vuoi dir Messa, dee eller sempre, lacriche quando sutristesto Adtare fusbe es sto scopertamente it Santissimo Sagramento , net quai caso, tempo, ed Altare non si dee me tere ne Croce , ne Crocifisso. Pero, dove fulle it Tabernacolo det Santissimo Sagramento, nes quale egit stesse ripolio, o velato , quam do si celebra cce esser pure in d. Altare, e tuom la Croce con I'-rmagine det Crocifisso, ne basia, che nega porticella des Tabemacolovi si a r Immagine di Cristo plagato con Croce in braccio, o simile .perche non Ostante vi vuol'essere la Croce con pΙmmagine dei Cr cifisso tra' Candellieri; angi quando l' istosso Tabernacolo det Sanintissimo aveste nella sonamita la Croce col Crocifisso, e fuste tant' aula, che riuscisse assai scomoda alla vedula dei Celebrante per fare te adoragioni, si dee quella levare . e porvene una semplice, o p Im-naagine di Cristo risurgente , e net dinanZi al Tabemacolo, comoda
alla vista det Sacerdote, si dee collocare la Croce col Croci fisso peri' adoraZione; angi di piu vo tono anche in quelli Altari si deva sul adino tra' Candellieri porre tal Croce col Crocifisso, ne' quasi per avola seste dipinto , o scolpito ii Crocisisto. Sopra is gradino sipossono scompartire divisamente di qua , e di la con tiguat numero vas ccii Flori, Reliquiarj, Asnus Dei, avvertendo a s mir di met-tervi Immaginette di ritieuo uaverisimili, e di questivoglia materia. come con abuto si s uol vodere frequentemente nelle Chiele delle Monache ; te quali cosse ii possono chlamare piuttollo vanita , chesuppellcitile Sacra.
Sotio alta Croce, e Croci fisso , sicche post sella Mensa deli' Altarenet mergo a diritto deTocchio det Celebrante, si suia porre la T,
vola dei Canone, Ia quale conrenga tulte te cose necessarie, e solite. Sia competentemente ornata, di grandeZZa proporZionata spAltare, e di caratteri grandi, e Clitari.
Per comodita det Celebrante des lato det Uangelo s' usa porre una Cartessella, tirata per ordinario in carione, dove sia descriti it Vangelo di S. Gio vanni, che comincia: In principio, M. ed e lodevole diligenZa. E per ultimo decentissimo omamento delpAltare, si Quadro, cladqualche Pittura rappresentante misterj, cose sacre , e devoto, rL
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j 3 's . . . . ADDIT AD SINOD. in vece di Pittura usatio porre Statue, Bassi rilievi, e simili, si ch
ruito si loda, purche sia Cosa sacra, e divola. ''
li Quadro, ta vola deita suot lituarti per laparte di direm dem Altare, con ornamenti agglustati di buona architecima, e tali, clienon impedischino, o occupino la Mensa dely Altare . Nel quarto tuom descriveremo quelle cola, che si sostono po lar fuit 'Altare neti 'alto stello des celebrare , ci dat Mimstro, o des lebrante Des Ministro si porti, O provvegga. in Guanciale di cuolo, o, se l' ha, di drappo, o di panno, des colore dedi stri Paramenti, semplice , e con piccole nappe sulle Cantonate; la lungheraa dei Guanciale sia di tre quarti di braccio, ed unmerao braccio la largheZZa , ripieno di lana, O di pelo di Cervio, o simile, ne tanto che non ceda punici es pesci des Messala, sicche. egii laruccioli ora di qua, ora di lad quai Messale, necessario istrumento per dir Iae Messa , dee esset
di forma competentemente grande, de' corretti, e approvati d Pio V. e Clemente VIII., e da stri Somnii Pontefici dopo, di buon Carattere intero , non lacero, particolarmente net Canone , legato in lavolet coperte di caolorosso, o S altro colore, con reffigie delu Croce, o si migliante, e con dieci, o dodici se aletti, che eschino suora, cloe sien piu lunglii dei Messale uia quarto di braccio in circa. e servi no , distribuiti in. diversi luoghi, per tener trovatala. Messa da celebra rsi .. Un Baetinetio pulito, con sondo plano, e li scio, d' argento, d'otione, di terra , o di vetro, sui quale si postano porre. Due Ampolle compagne, di vetro, o cris fallo , di forma giusta
ecta Io beccucci. Non sono. molio da approWarli , massimamente per te Messe plane , P ampolle , o Dite, o coperte di materie , Ch Non. tras ariscono, ancorche S oro , d' argento, d otione, di rame, di stagno , o di terra . e pietre pregiate. Dourebbero ester turatem' loro Copachi, accio dentro. noa τ' eatrassa coia, che, versandoliriel Calice, desse fastidio .. si Uno da mettersi in una delle due Λmpolle si lodabiani , e non
dee effer sorte, non gusto, non annacquato, non mes Olato con altri liquori, o materie, e perd e piu sicuro. ii vino nostrale , che dsores iero, des quale morsinente e e mano certi di mescolama . V aequa. deTaltra ampolia ita Chiara, pura, e naturatu . . Una dirauola lina comodameate grande, pullia, . e sotui per ra
seiugu Ie mani det Sacerdote . Una
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a Candela , o Torcetio di cera, per accendem est' elevatione deli' Oilia , e det Calice , da tenersi per piu decema accela sopra uuvitimo astilio nel muro, O vite, o candelliere alio , Collocato a piedella Predella deli' Altare per di Dora. Un Campanullo, ii quale , se e assislo alia parete, deve avere un cordicella tanto iunga, che possa esseritirata com amente dat Ministro, dat luogo, donde, inginocchiam, sZa es Celebrante la Planeta. Dat quai celebrante sit porti , e provVema. Il Calice , che sia S straga almeno vn term di braccio , e qua Cola piu, la circo laserenga delia Coppa, e dei piede sia dest' istina mi, sura. La Coppa vvopellere net sondo un po piu stretta, licche vadis sino alia hocca , e' labbri, dot emente allargando, sens arroveiciam. poco. li nodo, che e net collo det Calice tra la Coppa, e it piede, dee uiter tal silente ornato , Che do vendosi pigilare , massimamente quando te due dita, pollice, e indice, non si di iungono, sad' aiu-to, non di nota, e ico modo. La materia det Calice, circa alta Coppa almeno, sia δ' argento, per di dentro benissimo indorata, ii rurianente, se non e a' argento,Pub ellet di brongo , o ranae, ma pero indorato per tutio, siccome La Patena, estendo anch' ella di rame, che se fosse d' argento, vor- . rubi,' eller dorata, almeno nulla parte di incrao vn poco infessa, do-ve ii pon l' Ostia ; la quat parte vuol quasi corri spondere alla bo adella Coppa dci Calice. La forma delia Patena deve esser nes resto li-scia sci Za intagii, e perfuttamente Circolare,d' un braccio in circa per circonferenga; l' etfremita delia Patena ncly orto deve effer t/mente sottile , t liente, senZa tacche, o rivolte, che sia d' aluto aricor l' Ostia , o 1 fiammenti di ella sui Corporale. Tanto ii Calice, che la Patena devono ester puli te, non mite, e consagrate col Crisina' dat Uescovo, e sarebbe grave fallo celebrarvi dentro senZa tes coo-sagragione. Dino avere la loro custodia di irino, euolo. o S et N
Nes mergo alia Patena, dovendos celebrare, s ponga rostia, cliesa di sernia circolare , di diametro due soldi, e mergo di braccio. falladi 1ior di sarina blanchissima, aZima, sottile , non avva ala, intera, e con lummagine, o det Crocingo, o delia Croce Tanto ii Calice, che la Patena sarebbe bene ogni mese almeno una volta lavargit, per mano pero sempro di Persona Ecclesiastica, ch gli potesse maneggiare , e la lavatura si dee gettare nes Sacrario . Tra 'l Calice, e la Patena, quando si ha da celebrare, si deo porreii Purificatoto, cloe sulla bocca delia Coppa . La serina dei Purifi-
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catoto non ista male, che lia quadra, la initura da ogni lato unmeZeto braccio in circa, la materia suol' csser di panno lino sottile, sem-plice ., ma non lotto, e net meggo si pud far con t 'ago di punti una ocella. Di questi Purificatot ogni Uratorio, o Cappella ne dou rebbe aver parecchi per potergit mutare, e i lii dici, licco me ii Corporale, e la Palla, Ogni volt a che si hanno a lavare, per la prima lavanda devono esser lavati da Persona Eccle: ia: tica, elie gli posta manentare, e Ia lavatura si getti net Sacrario. pra Ia Patena, sicche copra i ' ostia, c quando si celabra, si' oc- correma , copra la bocea det Calice, li deve provveder della Palla. Questa e uia piccol Corporale, di forma quadra, e di latitudine tale, che copra tutia la bocca det Calice, man Zandone tanta per ogni lato, che si pollia comodanὶcine pigitare. Ella puli essere adornata intorno con trine, ina in se dee ei ser semplice di pannotino sotti Iillimo , e bianclitisi .no, lirimi data, sicche stia distes , e i tera: e per quanto ella copre la bocca det Calice, non abbia trafori.
l velo, che vorre e cflere di colore conforme a quello dedi altri Paramenti. La forma di tui e quadra; la misiura per Ogni lato unhraecio e due soldi in circa, la materia di drappo, di feta, o sim,
te, adornam decentemente eon Oro, O argento, ostra sorte di tria ne di diverse materie , in modo pero , Che non eccedano , e noxa
seno d impedimento a maneggiarii. Sopra iI Uelo stia la ria corri spondente a lui di colore, e di materia per di Hora. In una della parti di quella , se non in tutae due , ita bene eis atain quadro la Croce. Pet di dentro Me esset soderata o di insteit,. O di tela bianca, e sottile. La mi sura delia Borsa lia quadra. e perogni lato un po piu d' un terZo di braccio. Dee stare intera, soda,e aperta da un lato , ita modo che vi si posta dentro metiere ri-Plegato i Corporala, it quale vuot' usser quadro, di misera, spiegato permni lato, intorno a un braccio; ripiegato sta hene in modo, Che restino ricoperte tuite laestremita di tui. Sua materia sta it panno dihno sottile, candido, semplice. Dee esser inamidato gentumente , e intorno adornato con qualche hella trina di rese sottile, e bianca; s usa per alcuni dalla parte dinangi essigiarvi a punii ae ago con rese
Quinto, devono nely Oratorio non solamente esser queste soprad-dette cose per dir la Messa , ma quesse ancora, che servono Per taeersona det Sacerdote, chlamati Pammenti, ii primo de' quali e
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UAmmitto, la forma dei quale ita tale, che abhia quattro lati angolari. La milura per lo iungo sia S un braccio , e meZZo in circa, per lo Iargo Susa braccio. Dalle due testate det lato dinangi per lolungo dee a ogni canto aver' un naitio, o cordellina blanda, ferma, e si iunga , chu incrocicchiata con l' altra per dinangi possa cignere it Celebrante, e ritornata in sui petio, avaarar tanto detruna, edelystra, che posta, tornata neli' istesso lato, in cappio sermarsi. Si suo- Ie a punio d'ogo cis glare net meZZo dcli' istesto lato una Crocella.
La materia dely Ammitto sta di panno lino, sottile, candido, e sem-plice, ed e bene averne piu d' uno per mutargii spello. Dopo Viene ilCamice , che anch' esso dee essere di materia simile est ' Ammitto , cloe di panno lino sottile, o blanco , non lacero , ne rati toppato, con qualche lavoro di trina blatam intorno ait' estrem,ta dei collo , delle maniche , e d pie , ma Pero non eccedent Ia follina di veste talare. La inisura delPalteZZa di tui e incerta .sccome incerta e P straga de' Sacerdoti; vorre e pero ordinaria. mente arrivare a toc are i piedi , e regesarmente ii is tra Ie duia accia e meZEo, e te ire. Da piede suol' esser di giro intomo a d
dici braccia . Le maniche di tui stille spalle sogitono essere alte trequarti di braccio, e ristrignendoli sino at polso della mano, ivi to nare appunto . Lae lor Iungherga vorreine esset piu S un braccio qualisa. Chi usi i Canuta senga sparato dinami , non ha bisomo ei pensare at modo di riconglugnerio con cordellina, ma tornan plummodi sparati, per potergli conglugnere, secondo Ia larghegra deseollo di chi sene serve .li Cingolo, o Cordone Iega sulla ciniola det Sacerdote celebrantes Camice; secondo I'antico comune utae di lino, o canapa bianca fine, secondo it moderno di feta , e de' colori de' quali e ii res a te de ' Paramenti. In ciascuna deli ' estremita dee avere una napPacon fiocco. La sua lun=αZae e di braccia cinque , o qualcosa PN. Pare che abbia det Pontificio Mello, ii quale usa in molii luoges,. in due lati di cui attaccandoli due nastri , che fanno la legatura,r avani dei cingolo, do ve sono te nappe , clondolae verso i. Fecidi se' fianchi det Celebrante. 'II Mani polo ha la forma , la materia , e 'pin re appunto della Stola. Solo la sua misura per Ia lungheraa e piu corta , perche disteso non vorre e pallare due braccia ; per sermario bene a suolaogo sul hraccio sotro at gomito , torna comodo, che per di de tro abbia nastri, o cordoni appiccati, co' quasi si leghi. . . Ita Si
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La Stola col Manipolo hanno sernia di striscia , che nolle due es remia allarghi uti poco . e termini con Ia frangia . In cias cunadelle deite due estremita sta Ia Croce , e nol me Zo limit mente, di forma quadra, di mistura S uia' ottavo di braccio, sicche tanto nata Stola , che iis Mani polo sten tre Croci. La lunglieaga della Stolae di quatero braccia, e meZZo in circa , sacho arrivi, pendendo dil. collo , quando non e incroci cchiata , foeto at ginocchio . I 'alte gae S un quinto di Braccio in circa , la quale alteZZa e net Mani- polo r istella . I a Planeta puo esser di qaallivoglia drappo , di lata , d' arsento,d' oro, O di lana, con la Stola, e Manipolo, di colore con esio loro arguale. La sua forma ita alia Romina, scavata sulle spalle, e rotonda nelle due citremis dappi ede. Suorei ser distrata in let, se no di colore, almeno con naltro , o trina, dalla parte delle spalle una striscia, a galla di colonna, o fregio, che va pel meZEo deli' alteraa, cloe per lo iungo . e cominciando dati' estremita di dieiro , altivae..uguesinente lino at collo , ove divisa tu due parti , lo cigne senet icrescer di mi sura , e scesse sui petio, serma nes ri unirii una Croce con te braccia flese, e scendente lino ali' altra inremita della parte
La largiterga di questa striscia e d' un tergo di braccio almenci, quella della Planeta suol' ester d' uia braccio, e meZZo, e la lunghema due braccia, e qualcoia piu per parte. Per fer mare Ia Planeta, accinon istorra di fulle spalle, e cosa decente sermare due nastri per i identro , di dove ella riguarda it petis , e lien tanto Iunglia, chepossan cignere , e tornati a fare ii cappio, legarii nelPistolis tuom, donde si partirono. Possono essere adornate te Planete con trine, nastri, ricami d' oro, d' argento, di sera, o simili materio, secondo Oeolori de' Iopra dicti arati Paramenti, cloe della Planeta, Stola, Manipolo, Velo, Borsa, Guanciale, e Pallorio) sono, Blanco, sto,
Il Paoniam in Ogni calo pud servir per Nero, ma non gia It die-Leordisi Ognuno, che quando nei luogo, dove si dee dir Messa, non v' e Sagrestia, O Menia a parte, i Paramenti, se non e un Uescovo, non si debbon porre net merao ait 'Altare , ma net corno dei Vangelo, e di si pararii. . . Avvertas ancora, finita che e la Messa, di non lasciare tanto i Ρaramenti, quanto te cose notate di sopra , che si devon portare per
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celebrare dat Sacerdote, o dat Ministro suli' Altare, ma si riponga
no ripi egate decentemente in Armario, o Cassa posta nessoratorio. O in altro onesto luogo, che, serrata, custodisca, e Conservi il tutio. Se l' Oratorio, o Cappella sera grande, e che ii Sacerdote debis partirli parato da luogo distante dati' Altare, abbia it capo coperto, 1e e Prete Secolare, con la Berretia. Per la custodix deli' Ostie, si rammenta esset bene provvedere una Scalola decente, e capace , e avveriali a non adoprare ostie inruis
Uanno benedetti, o dati 'Arcivescovo , o di Deputati da lui ne Sinodo, con te Benedigioni , che sono net Messale, la Toraglia. ii Corporale r Am tto , iI Camice , d. Cingolo , it Mani polo, laStola, la Planeta ..Ε olire a queste , per seminio delle Chiela, che non si son nume rate per cose neuellarie agit oratori, vanno di limit Benedigione ..henedette te Tonaceste ,. ela Pillide det Santissimo Sagramento. GA P UT VI - - . De Sacramento Poenitentiae.
Videatur Ne Constitutio Gementis PP. x anni I 67on quae es in pressa sigra Tit, L Cap. G. Declaratio praedictae Constituti,nis ad instantiam Eminentissimi
ordinalis Neriis Archiepiscopi Florentini. . :Jovis r 6. Julii. I 67 . . SAnctissimus D, Noster in Audientia, . vivae vociv oraculo, declar .vit ex praedictae sua. Constitutione nullam facultatem fuisse u hutam Regularibus audiendi Confessiones Sacramentales in privatis Domibus , ac proinde minime licere eisdem Regularibus, cuiusvis ordinis .. Congregarioniς. .& Instituti, Sacramentum Poenitentiae ad ministrare in Domihus privatis, extra casus 1 Jure permissost & D cretum prohibitionix, ut iupra, editum in Dioecesiana Synodo, esidi, omnino observandum in Civitate. & Diceeeli Florentina , prout Sanctitas Sua. illud observari piaecepit, . contrariis non: Obstanu Squibuscumque . . .
Datum Romae die . M anno Praedicto . P. Fagnanus . .
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Cusus, o Censurae S. Sedi Apostolicae reservatae, J quibus, extra mortist articulum, nemo sive Secularis, Ilae Regularis valet abfosυere. a. Asus dubie, vel clare contenti in Bulla Coenae . a. Violatio Immunitatis Ecclesiae in terminis Constitutionis Gregorii XIV. s. Violatio Clausurae Monialium ad malum finem . g. Provocatio, & pugna in duello, iuxta Decretum Tridentini Concilii Seis a s. de Resormat. cap. 19. , & Const. Gregor. XIII. s. Iniectio manuum violentarum in Clericos, juxta Canonis : si quis
. . suadente i 7. quaest. ψ. dispositionem. 6. Simonia realis, ac scienter contracta , ac etiam confidentialis in Beneficiis.
Constitutio Gregorii PP. XV in qua confirmatur', ct ampliatur Constitutio Pii P P. IV. contra ad turpia solicitantes in Confessisnibus Sacramentalibus. UNiversi Dominici gregis curam , quamquam immeriti, coelesti
dispolitione gerentes, sed uid invigilare tenemur, ut ab Omnibus Pravas contagiis conservetur immunis , multoque maiori studio providere, ut omnis pestis ab iis avertatur, quibus alios sanandi officium est commissum, ne, quod Evangelica scripta nos admonent,
tae infatuato , non sit in quo 1aliatur , & ad nihilum prosit ultra, nisi ut mittatur foras , & conculcetur ab hominibus. Quoniam autem a Romanis Pontificibus Praedecessoribus Nostris quibusdam in locis provisum fuit, ut impium, ac nefandum sceluS, quod non sollim inter Christifideles non esse , sed nec etiam nominari debet , procul ab iis arceatur, videlicet, ut aliquis SacerdoS, ad sacras audiendas Confessiones deputatus, Sacrosanelo Poenitentiae Sacramento , solicitando Poenitentes ad turpia , abutatur . ac pro medicina Venenum, pro pane aspidem porrigat, & ex Calesti Medico infernalis veneficus , ex Patre spirituali proditor execrabilis Animarum reddatur: Idcirco Nos ea, quae his perniuiosissimis Di holi insidiis arcendis in certis locis lalubriter constituta sunt, ut nes libi desiderentur, quantum ex alto conceditur, providendum duXimus. Alias siquidem a sel. rec. Pio Papa IV. Praedecet re Nostro ema-marunt literae tenoris subsequentis , videlicet. Pius Papa IV. Ven. Fratri Archiepiscopo Hispalensi, in Regnis Hispaniarum haereticae pravitatis Inquisitori Generali,&c. Cum , sicut nuper, non sine animi nostri molestia accepimus, diversi Sacerdotes in Regnis Hispaniarum,
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niarum , atque etiam in corum Civitatibus , & Discemus Curam Animarum habentes, sive eam pro aliis exercentes, aut alias audiendis Confestionibus Poenitentium deputati, in tantam proruperint inlinquitatem, ut Sacramento Poenitentiae in actu audiendi Confessiones abutantur, nec illi, &, qui id instituit, Domino Deo , &. Salvatori Nostro Jesu Christo injuriam sacere vereantur , mulieres videlicet Funitentes ad actus inhonestos , dum carum audiunt Consessiones, alliciendo, Sc provocando , seu allicere, Sc prOVOCare tentando , & . .. Procurando , ac loco carum per sacramentum hujusmodi Creatori
nostro reconciliationis, graviori peccatorum mole eas Onerando , 8c
in manibus Diaholi tradendo, in Divinae Majestatis ostensam,& An,
marum perniciem , & Chrili itides tum scandalum non modicum ;NOs, in animum inducere nequeuntes, quod, qui de Fide Catholica recte sentiunt, Sacramentis in Ecclesia Dei institutis abutantur, aut illis injuriam faciant, Fraternitati tuae, de cujus eximia pietate, Viris tute , atque doctrina plurimum in Domino confidimus , per pra sentes committimus, dc mandamus, quatenus per te, vel per alium. seu alios a te deputandum , seu dcpurandos, contra omnes, & sit gulos Sacerdotes dictorum Regnorum , ac illarum Civitatum, re Dioecesum de prium illis qtroni odolibet distamatos , tam Seculares, quam quorumvis , etiam Ex emptorum, ac Scdi Apostolicae inam citate subiectorum ordinum Rugulares , cujuscumque Dignitatis,' status, gradus, Ordinis, conditionis, & praeeminentiae existant, tan 'super praemissis, quam super Fide Catholica , & quid de ea sentianti, diligenter inquiras, si juxta facultatum tibi contra Haereti eos, aut de '.hereii quovis modo suspecios a Sede Apostolica concessarum continentiam . Sc tenorem procedas , ac culpabiles repertOS , juxta' μ .celsuum suorum qualitates , prout juris fuerit, punias, eos etiam, si, Sc prout de jure fuerit faciendum, debita praecedente degradatione, cularis Judicii arbitrio puniendos tradas . Non obstantibus Comsi tutionibus, Sc Ordinationibus Apostolicis, ac Ecxlesiarum, & Monasterioruin, necnon ordinum quorumlibet, quorum ipsi Sacerdotes fuerint, etiam jurantento, confirmatione Apostolic1, vel quavis firmitate alia roboratis statutis, Sc consuetudinibus, privilegiis quoque, indultis, de literis Apostolicis, sub quibuscumque tenoribus , Sc formis, ac cum quibusvis clausulis, dc Decretis, etiam motu proprio, aut alias quomodolibet concessis, etiam iteratis vicibus approbatis, de innovatis. Quibus omnibus, eorum tenores pnesentibus pro expressis habentes , hac vice dumtaxat specialiter, dc expresse derogamus , ceterisque contrariis quibuscumque . Datum Romae apud. a 3 XX S. Pe-