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De vita. & honestate Clericorum Litera circulares de mandato Ianoe. PP. XLI. ne Sacerdotes iso cum eorum status dedecore Laicis in serviam. I Ra te piu assidue ibi lecitudini , che occupatio la mel te Zelan rissima di Nostro Signore, per il bene spirituale della Chieli, una si e di conservare , e raevivare nes suo vero decoro Ia sanciti, e dignita det SacerdoZio ; poicite, dipendendo dagli uligj di queae Ordὲne l'I. tragione . la coire sole , e la tantificacione de ' Eedeli, mime ancora, che res emplarita delia vita, e la gra ita de' coitu- mi ita in cito cosi distinia, e superiore ad ni altro, che corrii Pon da alia sul,limita dei grado, e es fine delia 1 ua istiturione. Quindi e . che Con roracolo di sua viva voce ha Sua Beatitudine ordinato . che ii siva a tuiti i Pa: tori di Dioceli la presento Lettera Circolare, a fine di eccitare una piu elatia vigilan Za in pro- Curare rade imento . e ollervanga desie Ordinanioni ce' Sagri Concili Ecumenici. e specialmente di quello di Trento, in ordine atronesta delia vita des Clem, e singolarniente in non permeti re, ed on runamente impedire . che i Sacerdoti non ς impieinino in usirat misi des Semlo , e de Laici, e specialinente di Donne, in PsPPrja' Ministri da Altare. Q at Carattere Sagrotanto . ii quale quand Venga conserito secondo te dispoligioni det Sagro Concilio di Tren , e Coa l'attuale servigio di una Chiusa . cellera l'occasione di simili scandali, e ii togliera atroaiolita, e poverta di un numero straordinario. e dis plicato , ogni scusa, o compatimento , per tollerargii contro i fagri diuieti in impleghi abietti, e indecenti.
FRA i gravissunt pensieri , ne ' quali per i ' otii o governo della Chiela Univeriale sta fissa Ia mente di Nostro bignore , si e di
porre Ogni studio, e adoperare ogna meZZO, che 1 Pastori delis Chiese Particolari, come membra dei Capo, adempino bene iI loro Pastorale Ufigio, des quale depende la sentinc ione deste Anime alla Ioro Cura Eommesse. Pertanto la Diuma Paterna prooidema della Sanrit, Sua, volendo, che te parti det ministero Veleovale siano inviolabilinente in quella estata ossetvama , che la grainta delia materia richiude , ha
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eon I ' oracolo delia sua viva voce ordinato , che si scriva a V. S. .che ocila pretente Leitcra Circolare ne mandi copia autentica a tuitii Vescovi, e Arctvelcori soliopolti a codeita Numiatura, che servira
ad recitare chi ha bisosno di sti molo ad iitradari inella via det Signore,ed a maggiormente infervorare chi vi cammina. D ' ordine dunque e resib cli Sua Beatitudine si ricorda primi eramente i ' obbligo della Relidenga de' Uescovi, e te pene, che contro i non Residenti si tro- vano , particolarmente nella Bolla desta S. M. d' Urbano Vlli. prestritte. Ed inerendo la Santita Sua a' detiami della Sacra Congrega, zione di Trento, e delle CottituZioni Apolloliche, osoria, ammoni sce, e comanda a' Vel covi, che, racordandosi essere essi la forma dei Clero, dondo si traggono gli eloni pj da imitare, procurino tanto nespinterno, quanto laeti' estemo quella modestia, e sobrieta, negli abit nellu mente , nelle suppelletiali, ed in mite te agioni, che spiri sentimonia propora tonata alia perseZione det loro alto stato. E conliderando, che chi non sa bcn go vernare i proprj domestici, dissicilmen te sata abile at governo degli altri, invigilino sopra la vita, e costumi de' loro familiari, acci occho siano tali, quali devono ei lero i Mirinistri de' Mini illi ci' ludio : e con non distirnile accurateZZa abbiano gli occhi s Ministri delle loro Curie, come Y Vicar j Generali, e F ranei, a' Cancellieri, ed altri Ufigiali , che con integrita , sedella. olenZa sospetici d' avari Zia,esercilino i loro carichi null'amministra-Zione della Giustigia ; ed anco nelle cole di graria posponghino aifatioogni umano risipetto , acciocche tiano seduli amministratori di quello, che e stato loro sidato da Dio. Nessu corregioni de' Sudditi ab hiano it toto riguardo ali' emendaZione de ' costumi , e est' estirpa, gione de gliabuli: e ricordandosi d'esser Pastori, e non percussori,
non tralalcino di premetiere opportunamente te paterne ammoni-Zioni, alle quali, quando it caso richiede , che si aggiunga it rigore,avvertino, che questo ita miselliato sempre con la paterna soavita; acciocche cessi ne ' Vescovi non solamente quel vigio, che u radicudi tuiti i mali, cloe l' avarigia, ma anco it sospetio, tenghino nette. te mani da ogni qualunque cola, che Polla dar'ombra di ella: e quando occone punire i delinquenti con pene pecuniarie, per queste si tenga un sedet Demittario , ad elletio d' implegarsi, consor me prestrive la Sagra CongregaZione. Avvertino, che te spedigioni di cose spirituali , come d' amministraZione de' Sacramenti, di predicar lata
parota d' Iddio, di Scomuniche, e d'stre cose simiglianti. si deumno lare gratis onninamente, etiam da' loro Ministri: ed in quelle .che a' medesimi Ministri e lectio di ricevere la mercede prelcriti
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dat Sacro Concilio Tridentino, per la sola manuale salica della serie tura, come cli Bolle de'Benestraj, di Collisioni d'Ordini, elli Ues cori
non pastu pino ti' iacuna cola, ne diretia, ne indiretia mente; si ri Ordino , che delle tendite celle Chiele non sono Padroni, ma 1 emplici amminit iratori, e che con elle, cetraria la sostentaZione de 'Vel vi, non hanno che fare I loro Parenti, ne convertirii in uti profani, maimplagaili in tollievo de' Po,eti, ede'Luoghi Pii, a 'quali lono do- vute . Non tralalcino ne' tempi preiciitti le Visite dulle Dioceli, elecelebraZioni de' Sinodi, e saccino quesie fungioni, che sono della primarie , con Oggetto , ed attenta re Isione di rimentare a gli abuti,d' instaurare la disciplina Ecclelialtica, ove e rilasciata , e Introduria ov' e astatio scacluta . lavigilino, e con occalione delle Viide, ed in Ogni altro te O ancora, atres ecugione delle pia volonta de Testatori, ali' adempi mento de peti di Melle, annesii i Benellari, e Cappellante, ed i Legati mi, procurando in tal mani era via' elatia ollarvanZa de
Decreti generali emanaci dalia Sacra Congrc gagione det Concilio. Avvertino nelle Visite di non aggravare i vilitati di spele piu diquesto, che eiecito per i soli alimenti propri, e Glta loro Comitiva,
che dovera elier modesta. Abhiano species italutatudine in far cr scere gli Alunni ne ' Seminarj. con 1 ivili virurre nulla Heia, e nelle Lettere, osservando quanto in tal materia e stato provida mente prestritto dat Sagro Concilio di Trento. Nou a.crisino alia milIZia Clericale se non quelli, che sipuo cometturare, che eleggbino quella stato, non per altro fine, che per servire es Simoelddio. Ne agit
ordini Maniori promuovino se non sonetti , la bonia, e dottrina de' quali sia 1tata precedentemente provata, oiservandosi gl' interstiaride' templa nella quale gravissum materia delle impoligioni delle mani tanto piu devom invigilare , quanto troppo tam inevole , e digrandissimo scandolo nella Chiusa d' Iddio sarchbe promu vere i S in ordini persone se a spirito Ecclesiastico , e indegne, per ignoranZa, e per cattiva vita, e vedergli pol ministrare net Sacro Altare Abbiano a cuore it culto Divino nelle Chiese , procurando la puli-zia negli Altari. Nella celebragione des Divini Utagj nes Coro i vigilino, che ii stia con quella reverenZa, rispello, e div Zione , Ches deve ita Iodare la Maesta Divina. Ponghino ogni piu elatio studio in far si, cile it Sasrifigio della Mella si celebre con quella reverenZa, e decor , che ii pub maggiore, procurando, che i Sacerdotines Sagro Altare si vegghino in Abito, e Toniura decenti . cori riamuovere gli abali , che circν lae ctrimonie , e stro Bstero insorti in laeta Divino Ministero. A udire te sacramentali Consessioni non
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ammellino se non quelli, che, precedente una diligentissima perquisi. Zione, saranno trOvati, per dotirma, e per colli mi, e per altae qualies. essere non indegni di si grata Minitiero. Non irascurino di preeletaere huoni Parochi, che sono i loro Gadiutori nes regimento deli ' Acilis me, e nelle Collagionis altri Benei laZj, otiano dirui iden a, templici. o di quallivogliastra sorte,non timvovino Mastelli, oris ui amamnia abbiano parimente Manti glio hi la viri, i inerati, Evirrequvlita di quelli, a quali devonb conserirtio Invigilino, chegi' istessi pab chi non ς allonianino diae loro reside rue, che liano diligenti 1κlpiae, citare la Cura deli'Anime, e che particolumente non trasculino di ebhargii frequentemente eoi pane delia Parola ducid spiegando a'Fa citilli, e ad altri, che noaveranno di bilogno, i rud menti della nostra Fecle, at quar effetio doveranno espressa metue, solio grari, e rigorose pene, ordinare a Parochi delle loro Dioceli che mite te Domeniche,
e stre te di Precetto, insegnino con particolare attencione Ia Do trina Crnliana, tanto necellaria alla salute desse Anime. Simo etsi V scovi diligenti, e acerrimi discnsori dea' Immunita tacteliastica, proia Curandone coi, rimedj gitaridicI la reintegraZione, nae cati . ne' quali corrella, che res alle violata, e crescendo la contumacia de' poco u bidienti, ne diano parte a Roma, perri vere te talOIuZion Piurigo, soro . Si facciano des Uicvj boranea tenere avulsacidi tutiocio, cheoccorra ne i mi bisognoti di provvedimentcr. Promuovinci cociogni dio a disciplina, e osterva a regolare rae' Monasteri di Monache.rimovendo tuiti que ' impedimenti, che possem ritas a. massim
Inente per si accessi CPaxlat j, o allu lase inedesime, dalle quali si devon tener Iomani i concorii, parti umente per occas oni di eskhragioni di Feste, is quali si devori iure coa Uearato graeve, e div U. Ricorda Nostro S ignore P obbligo di tendere illa S.Sede ii domici M. sequio, con lavit ita de' Sacri limini, ne' tempi prestrittidalia Bollas Iu S. m di sis o V. con helthiricini dello stato delae toto Chteis; redden in tamantera es V icario di Cristo unetatio conto delia loro Pas tale amministracione. E ricorda in fine la Santita Sua ii piu stretiorendimento chea Cristo Mella doura elascun dare desse Amme alia loe cum Commesse . a iocine per mares Pio, Per inal g emo,per negligenis Σλo quali ilia altra cagione non ne penica a una. Ε mentre is stiloarte
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especta mente circa I bito, e Tonsura CIericale. t. Λ Santita di Nostro Signore, ben conoscendo quanto quella Ita stretia obbgaeione , cne hanno gli Ecclesiastici in Ogni luo go, di dar buon' ele io, ellenZies mente annella es loro grado, sin flamente cresca in quegli Ecclesiastici, che dimorano in quest' Alma ita di Roma , e che per tal ragione dourebbero es Iere ii model-da .e l' esemplare des restante Clero di tutis it Mondo Cristiano , siacche, come scrive S. Bemamo: Gerum ilium orinatissimum esie .ecet . ex quo praecipue in omnem Maesiam Clari sorma processit; ci ha percio comandato di douer pubblicare it pretente Mitto, edi
a. Inerendo dunque alia dispoisione de ' Sagri Canoni, e Costitutioni Apostoliche, ed alle OrdinaZioni stre volte pubblicate, tanto. circa la decenZa deli' Abito , quanto circa la Tonsura Eccletiasti-
. colla quale i Sacerdoti, i promolli agit ordini Sagri, e i Cherici di prima Tonsura, che godono Benencj Ecclesiastici , benchesemptici, o che servono nelle Chiese, devotio incedere, e molio mag-giormente presentarii agit Altari per celebrarvi , o servi attre s agro fungioni, colla douuta modestia, e editicationea e ben considerando, quanto la deceneta, e modestia deli' Abito elterno si a valevole a di- notare tinterna onesta de' costumi , primi eramente col present Mitto si rinnuovano gli altri sopra tal materia pubblicati, ed in specie lia 9. Giugno i 667.,li Io. Ottobre I 68I., ii 2 o. Novembre I 69r-Etra. Novembre i 696., e li 3 I. MarZo i 699. per ordine de'Sommi. Pontiaici Clemente G. . InnocenZio XI. . e Innocengio XII. di fel. .rne. . ed a quelli riserendoli , e re eitivamente ampliandogli, si om
i , 3. Che niun Sacerdote, O ordinato in Sacris, o Cherico Benem ciato, come sopra , polia andare per Roma, desta levata det Sole sino a mera' ora di nolle, con Abito, e Ueste corta , ma lia tenuioincedere con Abito iungo lino at collo des piede , detto volgarmente Abito talare e in olire debba sempre portare la Cherica, o fia pona , o Tonsura Clericale, della granderaa conveniente ali ' Ordine , e grado di elascheduno , Ia quale pero non ita minore d'unTestone, e sta totalmente apparente, e cosi spesso rinnovata, chelimila hen vedere. . Si ordina parimente, e comanda, Che verun Sacerdote, o O
dinato in bactis, o ancora Cherico di prima Tonsura, come sopra. Porci
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porti ZaZZera , Ο eapisiatura , cne copra la fronte, e te or echis. 21 otio pena, in clascheduno di duiti cati, e per qua vivosia volta, cha si trasgredira, di diem lcudi, da applicarii lubito ad Opere. eLuogni. Pii , e di attrettanti glomi di calcore, potendo. in olire esser certi quelli, che contravverrano, che la loro cii subbidienga lara loro di to- γtale impedimento per conleguire quallivoglia BenefiZio , o Ullato
Eccleliallicia . s. bi permette nondimeno, che in oecorrema di far viaggio, te .suddelte Uesti liano piu corte , ma non mono di coprire 11 gmocchio, e che convenghino alla modeitia Ecclesialtica, e percio no Isiano d' altro colore , che nere, e non abbiano Bottoni grossi, nud altae, ne Camicitiola, ed ecce uata Ia lungheZZa siano simili, tan- χto nelle maniche, che in tutio it resto, alle Vesti talari, avvertendo, che in calo di contravvenZione, S' incorrera nelle soPraddelte pene,
e nulla perdita ancora di tali Abili ι α- 6. Si comanda pari mente a tuitii Rettori, Sagrestani, Cappellani, Cuilodi, o stri, socio quali Oglia nonae deputati ali' amministragione, cura, e .printendenZadi quali ivosia Sagrestia, tantoneste Patriarcali, Basiliche, Collegiate, CongregaZionI, Uratori, Cappelle, Spedali, e aItre Chiese Sucolari, quanto di qualiivosia Cesela
Regolare, o in quallista modo privilegiata , tanto dentro di Roma.ed me ne ' Subborghi , che non permetrano ad escun Sacerdote dicelebrare nelle toto Chicla, o Cappelle, senZa Ia Cherica, o Totis a. Clericale, o senZarAbito decente, e talare; quat' Abito iI Sacerdotui
stato, o vestir ne dentvo la Sagrestia, o che ii Sacerdote celebri comCapigliarura finia, detra comunemente Parrucca, Ooero eon I' Anebeis, sotro pena, tanto a' medes imi Deputati. e Sagrestani, come λpta, quanto a' Sacerdoti, che celebrano, in quallivoglia de' detii casidella solpensione a Divinis, da incorrersi ipso facio lunZ'altra dicitia raZione, per quindici glomi, riservata a Noi, olire ali' altro di cam
. Che net irationerti i Sacerdoti nelle Sagrestis, non consumin il tempo in vari discorti, ma stiano v Ieti, e modest , come comportati tuom dedicato aI culto di Dio, ed at raccosi mento per la preparagione es Samo Sacritigio , e reo dimento et Dia tu dopo di estotne vi facciano atro alauno pregiudiciaIe assa mondeZZa . e decoro Ecclesiastico, sotto te sopradder te pene di carcere, e pecuniarie, da. applicarii, come sopra , e da eseguissi, tanto contro di quelli, ch u' mcOrreranno, quanto coutro , MKrcitam, cia is permotecanno,
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o non vi porgeranno it douuto cinaedio. Douranno in olire 'istessi Sagrestani, O Deputati. O per te liessi, o cui meZZO d' atriis acient mente invigilare, che da' Sacerdoti celebranti li pratichino con ogni
che si dispongono nelle Rubritae dei Mellate Romano; e te tot uno
ardisse di celebrare senZa la douuta attenZione, e religiolita, e trascuis ralle, o per in iperiZia, o per trOppa fretia, o per Poca applicaZione, alauna desse Ceremonte, e riti, come iupra , Picicrmi, ii O, dina, e C manda. che questi non fialio pluammelli alia celebragione cella Santa Messa, e che i Sagrestani, e Deputati sopraddet I liano tenuit denuci etiar i immediatanIente a Noi .c a Montignor Vicegerente Nostro, per iospendergli dalrelerci Zio, e proporZionatamente punirgh, sotto pena, in calo d'iuolservatua, della privaZione degit UliZZj. e si sic. as. moneta, e stre anche miggiori a Noltro arbitrio. A quesretatio.
e sotio ris esse pene, ordiniamo, Che in clascheduna Sagressia literiga un Oti volo a mota, o a pol vere, per meraci des quale polia it S grestano conoscere, se ii Celebrante imp: a nel Sagi itigio II rempo
Alle medelime pene logglaceranno irremis tibii mente i Sagrestani. e Deputati sopraddetti, se permetieranno, che si celebri da qualtilia Sacerdote senga licenZa Noltra in aermo, o dei Nosti O MOnlig. Vic gerente, che si ea nella NOstia Segreteria in icti O giatis ; e te itella pene incorreranno i Sacerdoti celebranti senZa la aetta licenZa; quesi. quando sara spirata, non Muranno pisi ammettersia celebrare , sottor istelle pene i douranno percio i Sagrestani, e Deputati suddetti notare in uia foglio it glomo desta data di tali Licenge . Di pid ordiniamo, che non ii ammertino a celebrare i Resigiosi, chenon hanno Convento in Roma, senZa la sbddelta Nostra licenZa; au vertendo in fine, che per celebrare nelle Chiuse di Monache e necellaria licen-Ea particolare, che esprinia tal Dcolla.
8. In olire si ordina, e comanda a tuiti i Superiori Regolari diquallivoglia ordine, ed Instituto, che preliedono at governo de' M Hasterj, Conventi, CongregaZioni, Collegi , Case Rcgolari, ed Ospirat di quest' Alma Citta , che con ogni maggior diligGiga dabano in curare, che i Sacerdoti Regolari Locali de ' Monasterj, Conventi. Congregagioni, Collegi, Case, ed OspiZZj, ae quali essi, come sopra, Prestedono, restino plenameute instruici da qualche Religioso d 'elp rimentata abilita, da deputarii a questo preciso effetio da' medeli mi Superiori, nelle Ceremonte, e Rita della Santa Messa, consorme te dis Dosigioni dulle Rubriche , e che queste fimo con oges elatteZZ
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psservate; espressamente ordinando, che in avvenire non 3mmetta a celebrare la Santa Messa i Sacerdoti forestieri det loro ordinia, b Instituto , se questi non averanno prima provain Ie Cerimonie,
ς i Riti, che in essa ii devono Oilervare, e dat sopraciqetib Religio . io deputato siano stati ritrovati di quulli perseitainepte instruiti. e prauchi, solio pena della privaZione degli UiiZZj , e dulla voce
at tua, e passiva per dieci anni. v. Per rimediare ancora ali' abuis di celebrarii te Messe in pre in. tempestive, Comandiamo, che non possino queste incommciarsi prima deis Aurora, e che a merao giorno delibano esser det tutio ter. minati i Sacrifigat, solio te sopraddelte pene di carcere ,' e pecuniarie, da applicat si, come sopia, e da incorrersi irremissibilment , tanto des Sacerdoti celebranti, quanto disagrestani, che lo permetieranno, non Osi ante quallivoglia pretes a Consuetudine in contrario. o privilegio, che non ita stato clibito nulla Nostra Segreteria, e ri- nOlciuto, e approvato da Nol. io. Ed acciocche i Laici abbiano occasione di prendere in tutio huon' esempio dagli Ecclesiastici, e si tolgaogni attacco di mormo-ragione , comandiamo, sotto te sopraddelte pene, e stre a Nostro arbitrio, che nulle Casu fabbricate per istanZa , e uso de ' Canonci. Parochi, e stri Ministri delle Chiele, non abitino Donne, ancorche Parenti in quallivoglia grado de ' medesimi, se non per occasione . di qualche legittima, ed urgente causa , da approvarii 1olamente da Not, o dat Nostro Monsig. Uicegerente. ii. I Sacerdoti non possino patrocinare, aVvocare, disendere, nesare alcian' atto nes le Cause, siano Civili , o Criminali , avanti i Triabunali Laicali, anco sotio pretesto di mera carita, eccetio che netis Caule di Sacri Canoni permesse, c aliora debbasi impetrare da Notia LicenZa in i scritto, da concederit gratis, conliderata laqualita delia Persona, solio pena es tral gressori di carcere, e attre pene ad arbitrio. ia. Comqndiamo in olire d' ordine cfpresta della Santita Sua, a tuiti i Sacerdoti , ed altri Ecclesiastici promosi agit ordini Sagridi non portare Mnai di sorte alcuna, ne da suoco, ne da punia, ne da lagito, ne in Roma, ne suo ti, ancorche sotio pretesto d'andare a Caccia, senaa Nostra LicenZa in iscritio, o dei Nostro Monsi Vicegerente, che, quando ii studichera rarion evole di concederia .i dara gratis , come sopbra , sotto te .praddelte pene di carcere.' pecuniarie , e delia perdita dely Armi. 33. Ammoniamo di piu tulti j Superiori delle Chiese Patriarcali, Basiliche, Collegiate, Regolari, ed attre tuite, Veruna eccetiuata , ,
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s8. L . ADDIT AD SYN D. . . incorche si pretendet to esenti, ad invigilare per la puniuale osse
vanga di tuite, e singole colla contenute net presente Edilto, come specismente imposte d' ordine della Santita di N. Sig., mentre, ol-tre ait' esecurione delle pene comminate contro i tras gressori, si procedera ancora ali' Interdetto di quelle Chiese, ove si vedra trascurare quanto da Not espressamente si comanda, d'ordine della Santita Sua.. I . Ordiniamo final mente, che Delto Edilto, accio abbia Ia sua plena esecuZione, e non se ne pollia allegare in alcun tempo ignoranga, debba tenersi continuamente assillo nelle Sagresti e di tuti e leChiese, tanto Secolari, quanto Regolata, in luogo, ove polya da tuitivederit, e legserti, solio pena delia carcere a' Sagrestini di dieci glor-ni ; e che pubblicato, ed assilio, secondo it solito, obblighi tuiti inesso compreli , come se personat mente solle stato loro intimato. Dato in Roma dat Nostro PalaZZo questo di 7. Dicembre i7o6.
ecolo Antonio Cuggiὸ Segret. Mitto , cte non si possit vestire I' Abito Clericale
seueta licenca deli' ordinario. 'Stato seinpre uniforme sentimento de ' Santi Padri , che ii paLI , saggio datio stato Secolare ali' Eccletiastico non deva farsi', senZaussersi prima con matura conlideragione bene esaminato, non solo leobbligaZioni, che gli vanno annelle, come ancora la possibilita delle proprie sorZe , e toprattulto se la vocarione ita da Dio , o pure daalcun motivo mondano, o altro fine non retto ; che pero viene daciascuno hiali malo l' abuso introdotio in queihi nolira Dioceli, di vestite l' Abito Clericale di propria privata aurorata, e senZa di mandarne licenZa a Nol, che pure flamo stati, bunche indegna mente, destinatida Dio a presseegliere per ii Sacro Altare qucgli 1bla mente, che data lui vi sono chlamati, e da' quali si polia probabit mente sperare quel tenor di vita , che al sublime itato det SacerdoZio, a Cui s' incam minano, Θ piu convenevole . Onde deiiderando Noi di rimvovere, per quanto ς essendono te nostre sorZe, un tale abuso, inerendo alle dispoligioni sopra di cio prese da' Nostri Antecessori, e da altri savissimi Prelati, perquello nostro Edilto ordiniamo, e Comandiamo, Primo. Che nessuno, di qualitvoglia eta, stato, e condiZione , ardisca per I' avvenire S assumere, e vestire P Abito Clericale senga Nostra licema, o dei Nostro Uicario Generale inistritto, solio pena discudi quindici, da applicarii, secondo it solito, es Luoglii Pij, e sotto altae pene, te quali riserviamo at Nostro arbitrio.
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TITULUS III. . 43'Secondo. Che tuiti quelli, che di pretente vestono ii prederio Abito,
singa uisere inligniti della prima Tonsura, e senZ'averne laticenga inisseritio, o Nostra, o de ' Nostri Anteces lori , devino net termine di Meli due, dat giorno della pubblicagione di questo Nostro Edilto, presentarii davanti di mi, o des Nostro Vicario Generale per Otteneria, e pallino detio tempo senZ' averta procurata, e conscguita, Pintendino iplo facto incorsi nelle pene, di che s opta. Turgo. Che chiunque sera instanZa d'avere la predettalicenga, statenulo es porti, prima di conseguiria, ali Elame, clavanti a quegii Esa- minatori, che iaranno da Noa deputati, per riconoscere la loro vocarione , e di ligione per lo stato Ecclesiastico . . Quarto. Che tuiti quelli, che otterranno da Not la predetia licenZa , da concederit gratis , devino clibiria nella nostra Cancelleria, con palite Fudi solite et ibi rii, neli' atto, che dimanderanno d 'essere animuili alia pruna Tonsura, alia quale doveranno prepararii con frequentaru i Santillimi Sagranienti, e la Dottrina Cristiana. Quinto. Ad cistulto, che tuiti quelli, che da Not saranno ammessi alta Tonsura , potiano , siccome devono , con lyallislanga a ' Divini UfiZZj, con la frequenZa alle ConserenZe di spirito, e con la pratici delle FunZioni Ecclesiastiche, abilitarii at Ministero Sacerdotaleis;
vogliamo, che liano obbligati di servire a quelle Chiose, te quali glisaranno state da Not aikgnate laeti' atto di conferirii la deita Tonsura , e ogni volta, che nranno is anga d'ellar promossi a gli Ordini, fino at Sacerdo'io , devino portar Ia Fede det Superiore, o Rettore delle deite Chiuse, d' aver prestato asse medeii me , c frequentato ildovuto serviZio ; e pistello obbligo corra a quelli cZiandio, i quali, avendo di presinate la Tonsura, o altri ordini, non sollero stati asciitti ad alcuna Chiosa: dullinando loro in vigore dei presente Edilto la loro Chien Parrocchiale, con riserva a Noi di permutat gliela a loro rachi esti. Sesto final mente. Che l' Abito sta ducente, c scias alatino abbigitamento secolaresco, e come si proscrive nulle Costiturioni Sinodali, alle quali in quelto ci rapportiamo . Dato dat nostro Pala go Arctve ovale questo di ro. Ottobre I7o6.
Mitto fira D Visa, e Onessi degni Ecclesiastici. SIccome egit e certo, giusta i' insegna mento di S. Gregorio it Magno,
sondato su laragione, e comprovato dati 'esperienZa,che non vilia chi rechi tanto pregi ii digio alla Chiesa di Dio, quanto te Persu ne