Delle istorie fiorentine

발행: 1838년

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ΡROEMIO XLVII tuo nomo impedi nessu no dat soddisfarsi ueli operare virtuosa mente. Se pertanto tu se cortes de tuo benefigit a molli se tu a apertialia magnificen et e alia liberalithri tuo tegori, se con sessi iovi agit Domini nosti e virtuosi, se da savore agit norati studii duo proponi ii solo fine di sentirii virtuoso che ori mi glior o illiu bello dolmondo non li cale che molli te ne dian odo Ma tu devi per- metiere senZa Osses delia tua modestia che hi su a te singolar- mente beneficato ti ostri it suo grato animo e questo anche perconto tuo, assin cho non sembri che tu abbia a collocato it tuo benefigio. Perci occho molli, otio colore di essero liberali magnifici splendidi, voglion conciliarsi aura popolare, che oppetia accolias dilegua vi anno molle case orido per ovigia ove si . magnifico spiato agi oratori de re, a capitani insigni per gloriad 'armi, a tuti i personaggi di gran conto, e ove si anchetla a

splendida e lauta mensa: a pol son chius a dii in basso e misero stato si chiar non dimen per virtuos opere e per onorati ludii. O sicco me essere virtuos se assa maggior regio hoci' esse grandeὴla viri dispi egiata a cho torni in disonoro do signori di quelle caseci che, studiandosi glino 'sessor magnifici, ovi ebbe loro ruttar onore. E chi nou ri prender colui, ii quale, mentre per una ca-gione vana, se a si disamini a sondo, spende lesori, lascia O penuriare de suo Occorso molle oneste persone, che colla spes d 'un Solobanchetto imbandit da uia agiato e opulento signore camperebbero comoda metite a loro sanit Eliam anno in toro Ma tu laici una est altra Osa e Sempre con tua gran ode. erci occhora alutare I eschini , he ci si ulla vera o diuturna tu che speciosa acco mandaZione

alia gloria, s si h l osse cortes a piti illustri sembri derivare da natura e da viri schielia, pio cho da insolente e vana ostenta Ziondi riccheaga ori decli io proseri se ad gni regio albergo queli' ame-nlSSima e appartala casa, ove, encho per breve temporio potestigode la conversa χion di uomini Destissimi e singolarinente di Donato Glaunolii. Io amava costia ancho prima, percho uom erudito,d'inge-gno singolare , e che merit heu di Venogia ua ora che da tuoi discors ne ho conosci ut a sondo a modestia a probi l la xii tu, i amo anche tu caldamento Se puro que pietoso che si prende cura 'Iacopo Vardi, ecchi di costum santissimi, ei lia che ella

trina singolare lo che i o motivo potentissimo ad amaruulti Laonde mi par cho golitio artolli rendesse iustigia a tuo merito, quando ovente sacendo alia mi presen Za onore vol men Zione deiciliadini ili irenge, cho negogiano in ione, tro vava ochissimi a

Porre a fronte, Nessun da ante porre a te ne progii 'uOm grande

ed illustre La testimoni angara tu i lanto a stimo quanto a Sua viri e la sua sede , ella quale Don o aggior la sua nobilia, a gloria degli an tunati l erudi fion, 'osperionga, parti che in tui nou-

limen sono ulte Somitio e quella testimonianza medesima tu urdex avere in conto inratidissimo. Porci occho in uesti hoat 'odatore,

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LXVIII PROEMIOche si uole in ganu arci, percii di schi et ta Osci unga, si liuo, per-eh savio e di penetrantissimo iudi Zio. Leggeran unque gli omini deli otis nostra questi primi libri et Pistoria Iorentina et e mando alla luce fregiati de nome tuo a qualeat 'inti toto so Dio mi ar vita

per recare a fine questo tra vagiit, noratissimo, altri gli eguiteranno, Dei quali sat anno sposte titte te Os0, cho. avvennero suo al-l oth nostra in Italia; tali che a memoria te' passati attre su en'ebboro tu hiare o iu degiae dicitoria. O mi messi a scit vere conia fiducia di as, parecchiarmi soda e certa clod di lorico sedete, peravere ado prato diligenZa e studio ali esseti di non errare e sors anchelode di serit toro ingegnos per lx matitera ello scri vere Mamuello singolai mente, di he vorret certificar tuiti si osse re statolonianissimo da bruti uso di suguttar a belli posta in , qualchecosa private assegioni scio che repulo opserare in legia di uno storico asson nato impargiale pol medianti l esei digio abbiam egit orato la toria, sol sapr. hi unque Oglia paragoriare queSli Otto libri con ci cho altri gi serisse E encho se os in quelli comprese

splendo te a plura uno degli avveni menti a me narrati Ma in torno a questo iudicii in acior talento quelli cho si arrogano ii diritto dida sentenga degli scritti de dotii. Se costor son tali giudicurret tamente, a natura deli' onoratissima datica seri me presa a siche o mi avulsi di non do ver grati satio uice reare desiderare lator benevolen Za. orci occho, sapendo glino tanto innangi, non harida invidia laclod di persona , onde non possvno proseri diSappas sionato iudigio ela sollecitudine di iovare ad alti ut non suo ,ssertanto sortunata che, mentre merita lode, riporti hiasimo e spregio locho non Sarebbe premio conveniente alle rette e commendabili a Zioni. Se pol quelli che volessero censurarini, non valessero a duriori avreb-bero egi in 'iu agione di lamentarsi dicio modestini,cherio delia loro inglustigia in comunque iano per sentenai armi i menes benevoli ei maligni imperiti, i quali so bene che arantio in assa Humero se io edro 'osse ripia talo storie sudele se questo G capo essen giale du chi ha be conosci ut e disa minate e cose se intender che la mi maniora di scri vere non dispiace agi P uomini dab- bene e letterati quali spero sarauno per esserint . benevoli, aurorica vato ruit, clargitissimo alia mi salica Addio. Lione es AgO

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LIBER PRIMUS.

I vorentia, quae urbs post eversionem Romani Imperii in promis Italiae nobilissima semper ac florentissima habita est, cum diu suis usa legibus et institutis, rerum in Etruria potita esset;

noAtra aetate , coacta unius imperio parere , libertatem, quum ingentibus studiis et gravissimis contentionibus perpetu adueraus Paucorum potentiam retinuisset, ac dignitatem simul et ius imperii amisit. Quam quidem rerum commutationem , cum inStynes ealamitates in Repubi ac bella gravissima consecuta essent e re quemadmodum sest administrataque sint, tum causas , in tiu, rvressionesque rerum s id quod scriptores eorum temporum tradere talexerunt, et plurimi faetendum est repetito ultius principio, explicare instituam. Ita autem semper esse Sta

tuendum censui, cum hoc unum maxime eos Periare aequum

Da questo e da periodo post a vani apparisce chiara mente che quest opera di Gio Miche Bruto, come ih avulsa rotio it MagZucchelli e latraboschi non is complu-la e chera Autore aveva imuginato disegno pili vasto La liberi Florentina adde, esu de tutio ovinata, quando comiticio tu signori de duca lessandro Allor a Venne elle, opo assa casi e fortune ella repubblica, it freno elle os di oscana passo dat Consigi e a Magistrati Delle mani di uti solo, e ad essi non torno se non che Perpochi momenti opo a morte di que principe solagurato Le uerre che rep3rarono 13nlo rivolgi mento furono specialmente uelle che asilisserra Italia ulla disces di Cur-I VIII. fino ali' assedi e ulla res di irenet a tempi di Carios guerre che in Olsero irenet in mali e disgragie enormi dunque chiar che, siccome o torie β PI0pone di accontare ii come xxenne quella memorabile mutagione, e es guerre.

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DELLE

2 ieentora citi che, dopo disfaitori impero Romano, nobilissima osoritissima sempre su riputata rarae prime 'Italia. Per Iungo tempo principe di se tessu, conrae Sue legis i e statuti 'overnandosi, si tolse ella it freno delle cos di Oscana: ma ostretia a temptiostri ad obbedire ali imperio dii solo peed la liberth, da Ie mediante sollecitudini immense e travagii durissimi ser-bata perpetuamente contro Ia prepotenga di ochici e conra liberthperde la dignita sua ecla agion dei dominio. Si satio rivolgi mentonella repubblica su accompagnato da calamita solenni e da guerre

gravissime ed io non solo narrer come queste iano state O- vernale e condolte ma vovendo da pili lontan principio Voglio

esporre di tali vicenderae agioni i cominciamentim progressi eos delle quali si scrittori di que tempo rascurarono di tra-delle quali su una miserabilissima consegueneta e altronde con a narraZione glinoia passa olire a morte di oreneto it Magnifico manca seneta dubbio a pili bellae Ia pili importante parte di queste Storie. Non saccia dunque mera vigila , se 'introduZione, che pu dirsi comprendere ulto interoci primo libro, o per avventura iuIunga di quella che ovrebbe essere in una storia di soli otio libri, e seri libro ultimo non Tre una conchiusione quale alia maesi di tuita opera converrebbe. Quelli che Della storia cercano solamente i racconio dei sati sentira poca pena di que4t Perdita, Polendo in larga copia esserne compensati dat uiceiardini da Varchi, dat Segni dat Nerti e da altri, i quali tuiti scrissero dei lempi di che pur Michel Bruto Oleva CriVere ma ne a ranno assa rincrescimento color a quali iace netre PQ isietione deIIJumane vicende uno stile pleno di viveχeta e di nervo.

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sit , qui seribendi tantum munus useῬεrvia, ut quoad eius sieri potest, in rerum explicatione vitae hominum consulant, euius rei causa se illas tradere posteritati profitentum, ubi ea nostri homines evnitu perspectaque habeant, fore, ut propter eorum magnitudinem et varietatem , quae ex his extitisse animadve tent, magnos usus atque uberes ad vitam agendam confirmum

damque consequantur.

Namque si quod vere assi mari potest praeter Romanorum

eivitatem, quae parto orbis terrarum imperio, eges gentibus et iura deseripsit, nulla unquam in talia ivisas extitit, una

aut alisina excepta, quae simul aut magnitudine rerum, aut vieissitudine temporum , et conversione , commutationeque formiunae, quae res in omni libera civitate casus maxime me. morabiles a rerum eventa esse ere consuevit, hac una su perior videri possit. Causa autem eiusce rei, sum ex eo hominram genere qui urbem a principi incoluerunt, tum ex certa ratione administrandae constituendaeque Reipubi manasse videtura eum quidem vis temporum ac perturbati accederet qua saepe aliae fere civisates omnes Italia ad pernielem a. boraverunt. In magnam enim urbsan et Dei natura munitam et qua maxime excellit , fertilitate , uberto teque agrorum ρο- portunam cum eam unam vicini populi haberent certum adversae et iactatae fortunae perfugium, si qua illos vis externa aut domestica uryeret, nobiles homines et potentes patriis sedibus eleeti confluxisse complures dicuntur quibus in dies auctior

Parrh cosa strana ad alcuno che Ioratorico chlami Firenet cili munita per sito; in verit comunemente si dice che non la si tale, se si guardi alia anter dei ve reggiare dei tempi nostri Ma non os su in antico due assedit, per lacer egit altri igorosamente ostenuli a questa citici, uno avanti e uno opori ritro amento elle artiglierie, ostrano ero quanto qui diceri autore. Quando verso it o di es Cristoscende va Radagaiso re de Got con un fercito potentissimo a invader 'Italia, Fi-renze sues sola citi che ne traiienesse a furia, e con una agitarda dises desse tempo

Stilicone di venire ad alutaria dissare in memorabile toruata que barbari.

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