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s tanto chlasso lamiure Ombra . . it primo dei te amici non ti
, a. - Se o proprio deII amico iovare al-1 amico, questi ' stat utile tu i essuno altro amico DeVi sapere che gli era de mio quartiere e siccome gni torno leticava consua Oglie, fumuello he pili mi convinae a nonriprenderi io. Ροi, siccomo per u nonnulla se laprendeVa con me e coi vicini, 'insegno ad emere pagiente e tollerante eo tulit E percio, come Ercole, alendo ali Olimpo, ando a salutar prima fra tuti Giunone la sua acerbissima nemica, ChΘgli aveva impost te pili faticos impreae, eos ioam costu e lo in agio 'avermi insegnat la
di non avere it pungiglione delle Vespelom, a. - contentavo di quello delle misparole con cui VinceV le Vesp erae angare. Car. - La tua pena sar dunque fra te angare ora calabroni Vatisne e tu, spite caro truseo, dimmi se conosci qualou altro in mezzo a questa an moltitudine.
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nardo uomo he sistesse a mondo ma in sua bugia pili grossa - oracla confessa -m quella chodisse a me di non ave ma leticato concla moglio. Quel iovane homo egue era nato ioco ed morio poverissimo, per ver post Ogni suo studio
a far de metallo fumo e de fumo metallo finicol etiare ella fornace tutio ii suo Oro Quel tergo fu tanto libidinoso is bestiale, he non siastenno nommeno a bruti Di que duo, inos i pili vilo degli adulatori P altro u emeritorumano e tuiti due riusotrono a conquisiarai primi post presso Cesari e ontestoi L adulatore, salit in alto con te suo Vili arti, si eo pol io
cupassi di tui, a percii me ha deit uno delia mi tribu che o conosceva bene. 'altro
invec rho conosci uto avevam aspello co8 serio triste, che a guardario si arebbe detio non solo integerrimo, a nato per essere maestro di mo
Se invece uoi sentire u Vero loSoso, che non solo a discorrere bene, a metiendo in praticale sue dotirinΘ ha dato it uon sempio, si quellolli. Vuo sentiri partare 2 Car. - olentierissimo. Qua si la sua patria2 Ombra. - D origine era Umbro. r. - Ospite Umbro, mi congratulo delia tua Venuta et Regno de Mani, si percho tu i ei liberato dati cur che ravaglian la misera Vita dely uomo, si peroh i auro, spero, ii iaceredi ascollarii. Vuoi dirmi che cos tu pensi ella
Ombra . - Con molio placere. uoi chorii dicain he eos specialmente consiste a via rirtutis,
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II. ARONTE 137 In sua larga, e quali stulti se no ricavano Tu sat quanto Di o distante ali Vomo, non solo dispagio ma anche per natura: bbene la Virili la sola cho in Vita concilia Dio ali uomo, e dopo morte uniscera' uomo a Dio. Olchsi, siccome lavirili rata ne meZZ fugge gli stremi, cosi anche statio era' Uomo sta unicamente la virili no senga di eas si possibile conoscere Di o salire a Dio. uti gli altri boni sono fragili e passeggeri: la viri sola istabile ed terna E mentre sannon a bisognora alouno, tuti te attre eos Senga dirae sono maneheVoli. Felice unque colui che bene prando e benragionando abbia aggiunt laserfelta virtut Εssalo a vivere libero e leuro, a disopra de turbamento elle passioni o dei pericoli terni. glinon temeram lego, perch deiter legge a sistesso e procedendo sicuro innangi, si metieis
soli i plodi te alunni de volgo eri capricci dei
tiranni; ald come torre contro la Fortuna, tanto se questa gli sorrida, come e gli in RuVersa.
trate unque felici ne regno beato della ImmortalitA. Sapientissimo ercurio, i ii consegno tutia questa schiera he ho barcato: guidali tu da vanti ai lor guidici.
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138 PONTANO Coro delia anime ann te: Ρε no si a nollamitin dolento, per no si a noli' eterno dolore, per no si a fracia perdui gente. Nascemmo in tanto vivemmo noli errore, plangendo navigammo it triste flume, plangendo Monteremo is qua terrore t Minosse, ii rege datI oneste tume, Eaco truce, o it tremendo aspellodi adamanto, cho ne gran Volumeeterno segneranno 1 maledottolCerbero allo con reuole gli latra, P Idrara morde a oo1lo ora tio suetis, rumo i Leon e to acuoia ora munire.
Como delia anime innocenti: Noli' eterna primaVerano aurem in pace Vera no avrem serena nee
disvituppati dat mondo fallace. Dogli Elis dici sorriso, latis e te di aradiso, lx sui prati costellati,
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Pr intono pag. 'LyAsino dialogo ulla ingratitudine Is caronis, dialogo di ioviano Pontano 83 Prineipali ori exioni a testo latino do Caronis est naigione eurata a Tallarim 13s