L'asino e Il Caronte;

발행: 1918년

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Ι ΟΑRΟΝΤ 105 culto che auevi verso di me quando vivovi ulla terra sero sappi heri Son Dio ossi uno de numero dei Celesti, quando sto in ciet o sulla terra. Μa quando Son qui presso o Inferni, i mi umcio di arald o di littore e non di Dio Sapientissimo pol non ovresti dire si me si aleu altro degli Dei... percho unito non puo errare, n ingannarsi,no ignorare eos aleuna Sono gli uomini, offuscatinella mente a tanta caligine 'ignoranga, hehanno inventato questo nome dio sapienteo per distinguere dalla moltitudine ignorante e stolia colui che qualch cosa apesse Μ tu a chera pilisaggi re essi dichiarava di aper Solo the non sapeva Graioch vero sapiente fra gli uomini non

revole da arti Che se tu dici di sar qui ussiciosollant di littore tu Aa anche che su ne mondo i littori, in nome de pili grandi Aourant eaereitano murisdigione ovrana. Percio nolo riconoseiamo Ogni diriti di comandarei no avremo Ommo interesse ad obbediri e aseoliarii. .. Eaco. - Non contendere di eloquenga conmercurio, ominosae, eo lui Che ne furi primo maestro.

Megii sara dirgii subito perchodo aspeltavam contant desiderio. Merc. - Dio sono noti tuitici pensieri ci desideri degli uomini; non avete quindi bisogno diesprimerii. 'altra parte Caronte me ' ha HApariato. diro unque che P Italia donde ora

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torrenti mutaron strada, parte seccarono in qualche parte si sono profondat alte montagne, in qualch altra, come strappate alle radici damna larga immensa furon trasportate tu lontano et dou'erano, rimasero grandi paceatur e nygior paludi.

per domandarii avidi come iam di sapore lin

qualch modo speciale di ostruire te case, percho in queAt calamit non ovinino tuti ai uolo γ- Non ovunque e non de tuti sicuro; pero tali da porgere una certa salvegga per qualetio tempo Per sempio, legan te paret eo travi assa iuncte erae incatenanon a quanto farebberomeglio a incatenare e loro passioni cicior desideri frenati l uti si occupano di allonianareu pericolo chera minaceia si in una volt Ogni Seeolo, maiorrono volonterosi e Sorridenti incontroa pericoli e a malanni di cui son causarae frenate cupidigi di claseuno Se dopo parecchi secolidi tranquillit de suolo, in una noti di terremoto cire Venti mila persone rimangono Chiaeetate soli i loro etti, tuti ne fremono di orrore e maledicon dio e la natura the pure li tollera Ison eas pol che con gni meZZo corcano di suscitare guerre Opra guerre, te quali quasi Ogni anno

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una deligia Che cosa volet di pili bello e di pili

onorevole che portare a testa diis nemico con- flocata uli' asta 3 Eaco. Non an punio mutat in meglio, liuomini, da quando abbiam cessat di esseri noll

Merc. - aliora passiam olire S o ista inquesti giorni anche una cometa la quale rate- come essi redon che si presagi di gravissime guerre e di sconvolgimenti di regni AE pereossotuit lo menti anche con a paura dei mali futuri. E in clomi Ottim emassimo pero iustamente, dando loro come pena de grande affaticarsi chofanno per conoscere it futuro, non solo it tormento dei mali presenti, a ancho P ansiet e la aura dei mali ho posson Reendere. Min. - Ρermetti una parota Mercurio. erchδDio non a voluto chera' uomo onoscesse l'RVVenire mentre tuiti sono cosi desiderosi di conoscerio lMerc. - Conoscere it futuro arebbe stato inutilo

agi uomini. Min. - Como mai, inutile' Conoscendoli prima imali polrebber evitarsiis almono diminuirsi i boni

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108 ΟΝΤΑΝΟtabili decreti di Dio si profana, e emmeno R Oisi permesso divulgarii. ultavia A pub umanamenteranonare coal: ulto et Che VViene, o RVviene per fortuita contingenZa Oppure per fato, cio per decreto e provvidenga divina Ne primo caso, da soloechi vole conoscere con a ragione OSOdi cui non 'o agione ne secondo, ossi se lecos dipendono dat fato, quantunque netr uom sininsita latramosi di conoscerie tuitaviaria naturato 1 fati poco capace di conoscere it futuro, cheoccede la comprensione delΓ uomo. Ρoicho, si pure chori' anima suco divina; ma essendo eas impeditae quasi carcerata stari legami della massa eorporea, Vie perito tesso resa men capace di comprendore i in cui si manifestaria DivinitA. Di pili, gli eventi Ossono essere o beni o mali S Sono mali, a Saperti prima Γ uomo non avrebbepi pace e iurebbe disperato. Dio, he non haereato Piomo perch lasse pili infelice di quello

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loni prenderia o lasciaria andare Non Vediamo no che ' uomo sita continuamente anche oggi, non astandogli a Voloni di sceoliere, variando quasi duo momento ali' altro ii proprio iudigios di uno tesso satio Sioch spemo, a causa di questa incertegga, si lascia suggirci'oeeasione. Μ basti ora della Fortuna e eos non ne VeS- sero discors tanto elle evole quelli che si hi man filosoffla si occupassero un o pili de modo di sopportari letos e di prostitarne, piutiost cheperdere ii tempo e sciupare te large deli' ingegno in coteat discussioni l

a re come se anche i privati guai de re non sirisolvessero in malanni per i popoli Diceva beneque poeta che o Aentito a Roma, in eatro, Rigiochi megalensi, pariando deli guerre de Oroci coloroiani:

Quidquid deliran reges, pleetuntur Aehivi.

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110 ΡΟΝΤΑΝΟ eo. - eolpe de re sono aptate quasi sempre a popoli, o Vero Θ ο da temporao abbiam imparato Angi, Volendone cerea la ra-gione ei parve di doVer ammettere hera re V sero sui loro popoli o tesso moto emo tesso diritio cheis P anima sopra i corpo come leperturbagioni deli anima fanno male a corpo QOsi anche i dilatii de re ricadono sui popoli. Min. - proposit di re, Vorresti ora dirci, Μercurio, qualeos aulla Vita era costumi ci go- verni do principi odierni Da quel cheme abbiamo sentit stando a nostro tribunale, o sarebbe meo

da sperare.

Merc. - Non est eas di pariarne, Ora. oecarei re si eos poco leura, si ne mondos qui ali infern non necessario Basti sapere che di essi alcuni ratiano male icior popoli, ed altri ne sonomaltraitati. Vi diro invece dio tergo portentoch ha turbat lo menti dei mortali per molligiornicit soleri privo di aggi, mentre l'aria intorno appariva cerulea. Car. - Μ permetiete di fare anch io una piceola domandR3... Orre Sapere seria superstigione degliuomini iesce gradita an dei.

dicoli gli dei.

Merc. - Non solamentera ridicola, ma spregevole calamitosa. Ρercho quando i animo di qualounon o preso, lovende infelicissimo is tutio ha paura, sempro sotio 'incubo diis qualch cosa di

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m CARONTE Hierribile e 'ignoto, e consumaci Horni e te notii stando in inocchio a supplicare gli dei e a bor- bottar oragioni eataeulatorie, o magari a plangere

gli dei, a te uone agioni, gli onesti penateri, ela voloni di fare ii bene. i pare, Caronte, Chesia degno 'un dio odere ello pavento e deliolanime dogli mani Dio amara uoni, i iusti, gli nesti, non lagnucoloni. che onore novieno a Dio se uno sale a templo a piedi nudi 8... A medio fors ne verra qualch utile' Quanto grata agi deici Vera religione attrettant o loro

molestaria superstigione La quale alvoltu iunge ad eccessi eos detestabili, eho, omo a no Numiingrassassimo Volentieri ne sangue, P uomo non solo ei sacrifica vittime mane, maii Versa anchΘil proprio sanguet Car. - sacerdoti pontenci non cereanod' impedire queste oellerateZZe Quantunque. . . Sopur troppo che, fra quanta gente rasporto uellamia arca, quelli mostrano in fronte i marchiopi brutio... Merc. - onteflci sacerdoti γ... a se a loro cura pili grave si quella di arriochire, di accrescere it patrimonio e d' ingrassare ii ventre t Avari si maper ave di che pendere ne vestire e ne man-giare... SO . eS d'un Cardinale, he per Oeo non scaccio it suo dispensiere, perch gli era parsotroppo caro u pesce lupuggo ne chiedevano se santa florini 'orol e non to Veva Omprato. Hai eos poea cura delia mi vita gridavai prete inseroelio... Religione santitk2... Fur labella vita , eo it loro primo PenSiorO... Car. - NO Vorrei aver recchi per non sentir

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r. - he orrore Dio ovrebbe ergognariadi aver tali ministri I tu diei che tuti dipendedalia Huperstigione 3Merc. - SL; si quella che legari mani a buoni. da ridere a pensare p. s. alle lamminu Cedet volgo, che si struggono per questasi che perquella immagine sacra dipinta e la supplicano plangendo per οSe da nulla, P. S. Se una oro gallina odis paper hanci pituita... Wriempionodi queat soloechezge P animo de loro imbi, maschi e lammine. a che dico i di donnucolo di imbi γ' o gni giornora di principi che ri corron agi Dei percho i falcone si volat troppo

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superstigioni ...

Merc. - Napoli la capitale de Campani, elmes di maggio, i preti anno in processione peria citi coronati di flori, come ossero giovinetii innamorati. a queat si nulla Vi diro una Osacho omini seri come o Stentereto a Credere...

C' una chlea a Napoli ove, in ian eri giorno deli anno, si a calare id a tetio per una funeu porcellino, ben uni di ego e di apone. Iconiadini ci Engon in olla alia campagna per disputarsolos e la gentem si diverte uti mondo a Vederii fare alle spinte, con salti e laZZ e risa, per cereare di appropriarselo. Mamuelli che alPalto

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114 ΡΟΝΤΑΝΟ tengono a fune, ora a tirano su ora in anno dondolare, per umentare te is erit divertimento. Ed ecco cho sui pili bello, quando tutu sono attenti ai gi uoco. . da molle parti de tetio si roVescia loro addosso una pioggia di acqua sporon, di broda di urina con tuti gli escrementi. . Cheri ne pure, Caronte Τ

stigione. Merc. - Confesso che queste tu buone agionimi persundono.

non poSSO Demmeno sentiri nominare. Sa tu chei loro fragore non mi d tregua nemmon qui solio terra e si sente specialmente di Α, otio uel-l albero funebre a circa Aeti miglia di qui... ho

P albor degli impiccati per disperagione ilico di

Timone. Verio ricordato, iniudici V Pha hiestolui, i misantropo, che gli osse onoesso que fico una corda in quo luogo solitario ha promesso Che, in ambio, aVrebbe pagato a lutone uti beltributora' impiocati, tacendo it carnesto exiliota. Disatti non si permesso impiocarsi in altro tuom, e chi vi spingeri disperatim it suon delle Campune... Merc. - Non di male delle campane e di chi

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