장음표시 사용
15쪽
AlIEccellentissima Signora FELICE Orsina Viceretna di
16쪽
Leonardo oriandino Epig. Jum chelym auratam mutes benedicte, puellas Et cane diuinas nam sacra Musa tua est. Virgine Christi Aebrare encomta forma Non nisii digua tuis gloria carminibus. Io Bapi Arcucius ad lectorem Paruulus hic liber est, dices lat maxima paruis Nonnunquam rebusgratia in se solet. Sic etiam quamuis damasu corpore paruus Plus tamen agemmis omnibus in pretio. Franciscus Chrysarius. Est paruis melior quam magnis ni conchis Diues Et traeis quas legit Indus aquis. Grandibus excellit sic verax pusillume liber .m undani, hoc pia labra melos. D. Benedictus Agrigdtinus Ionachus Cassinas. Vana alijsgmenta canunt, mentosa Uerbo Vtile nil vera nil pietatis habent. Σed veros, sancto Ab meus canis uua triumphos
Nectareum sacros dii ab ore maeloi
17쪽
Vsi cam di cortes donatore scemare dei pregio det suo do-n per non grauareda persona, acui donico magnificare la bonti Meccellcnga dellicosa donata.Liquat cosa veggo di iasi po- ter fasio at presente, presentando a Vostra EccellenZii Marti- ri,delle cinque Vergini deis uerendo padre Don Bene ictio deli'Vua. percioche qualdignitivi granderga iasi conticiae in se ii oggetto di Vergini tanto amiche di Dio, telle quali si vidde tanto della sua graria, de suo fauore, de quali se quello che secero per a gloria delii elo, hauesse fati per quella delmondo, sarebbono in Ogni modo state chiare celebrate ne gli critii de pili famosi Historici&Poeti Greci Latini Empia humilia farct,be limia, se io volesti detra re iiii an conicito per diminuire con usingilieriri ue- a renZa
18쪽
renrita grander ridet dono .che te si se Ma per auuentura pol rebbe alcun dire , che la cose grandio eccelle si rendo no molae voltu piccolea humili per te velit, che elle vanno prendendo Onde da questo lato polrebbe an- coci medesiimo esse rauu enuto a quesbe nobilissune&fintilis iue Vergini contraendo macchia di basiegra dati'imperizia dello scrittore. Illustrissima&Eccellealtissima Signora io non posso negare, che ilia tremon Bene letto non ita via de maggio rivi pili antichi amici , chesio 'habbia in questa vita & checla rgari dolcerga de tramici-Zia non occupi altiora it iudi io alti ut in torno te cos Edeli amico; male io,il quale consesso poterini ingannare, non seno stato in gannato da molli liuomini intendentis simi deli arte dello scri uere non dico in Capua in Napoli oue a padre per esset gliri na patriad 'altra stata
continua abitagiones, e portata a Tegion particolare; ma in
FirenZe,oue seuera mente si rende dies falle cose gitidirio, io n6 vcggo , che altri non dico egit, liqui maci par dilui hauelle potu toto aggior purita di lingua,c6piu lum di meta revidi tras lati , conis aggior dolcerra di numero, & conitu maesta di sentenge di similiosa traitare. Ma 1 se direbbethi che sia, questesin odi di seplice versificatore: ii quale versato nello spagio di molli anni intorno 'arte dei compor versi habbia atrii conseguit via tali regi, Et lascia molare cheri acquista questa gloria quaret larissia dos o molle fatiche, infiniti sudori a pochi simia uicnga;&,elle odi maggiori di questo sacros critiore satrando considerisi da prudenti et tori conquanta non sol grauit ad dottrina, ma con quanta mara-rauigii osse accorterra deli'arte amplificando a materia
egi fuielli della caduta degli angeli dei ciet, Conae calando git, ne centro deli inserta dimo strici consi gligi studi di que maluagi spiriti a darini de serui di Dio Come
19쪽
m Volando, et paradiso metia in angi ait occhi a se
lici ca de beati , con quanta leggia triari impeto di pocii id scriua te pene iaci tormenti Vccisioni de martiri,perlocui malage uot calle ess alcie si conducono. Maes acos a laicia gli intentata, nil aguiladella militantechies di hi illo quasi coitioni de gli organi de de cantici tiri ad dire Di icri milieri. Qui ui sono des rigioni di cieta&di paeli, taggi di mare tranquilli, a steti id amoremarauiglio sit, bellerae dii inte singolari, brtilegi: ma' lie terribili, compararioni vive naturali, di segna ala grandeZZa dellantico Romano impero pompe trionil inituit con colori chiari de luminosi dipirata lasellia deli antica religione de stolle ceri monte de Orma trimoni Ne de uisi quanto polia ne gli animi semplici 'asktto deli humana pieta. ut te que ite cole come epi diadornano Mabbellis cono, lautio di questa opera cla quale in soma non e pol altro chein continuo incitamento ali opere buo ne uena filia considerario ne de nostii falli,vno inlegnanaeto a pic carci da queste cos e terre ne 4nsieme con Giustina ibi leuarc con immobil pensicro allic site inplarione detri ne splicabili&eterne opere di Dio. Qui ui appariamo a Caterina inllita de bugi ardi Dei, & comevia solo conficit indone sommo ,eterno, immortale, inuisibile , ottimo, omnipotente, incomprensibile creatore dilut te te cos in quel solo ritro uiamo a fantissima Trinita. appariamo da es sana crearione dei mondo,ia diuisione deli acque delia terrae, a formaZione delphuomo Hegliani mali , ii fallo de nostri antichi parenti, ne quale fui humata genere tutio in fetto, come conueniae a Christoscender dat telo prender humana carne per saluarci. Questi son cibi soauissimi vitiande dili cate&pre Ziose per qua lunque e segnato dei nonae chi iiii an , a qualconuito ampissimo non si prepara gli alle Vergin lle conl
20쪽
sacrate alpeterno loro sposo Christo figli uolo ditio 3lacui bellegeta dipitata dalle vive& calde voci d'Agnese, sericeuuta pili orecchilara con gli interni occhi della mente benda loro considerata,difficiliosa e che ad altro amore diano luogo iamat ana impossibi cosai, che tuiti idoni de gli altri amatori, Mogni lor lusing magnanima- mente rihutata habbiano pure per breuissimo spagio di te-pod'altricosa occupata limente , che delia dignita, tella granderZa,della bonia, della dolceZZa incomparabile infiniti, che traggono dat diuino amante loro . per lacui bellegra fruire desidera Agata, brama Lucia in uillano Mardono tulte ratire abbandonate te miserie dei mondo d'aprii si col megro sasprissime morti listi adia quelle inestabili dolcerre. D empter molli sogli mi farebbe dimestieri, se io volesti ad una ad unianda anno uerando tulte lesiodi di questo eccellente scrittore S molle piuini conuerrebbe ingombra rne , se trapassando io a' meritidi Vostra Eccellen Za volesi dimostrare ut te queste lodi alci in gran parte conuenit si pol che come prudentissima discretis una Donnisii col suo cortese comandamento cagione , che typadre Don Benedetto a si nobil fatica si riuolgesse contanimo dei compimento delia quale opera essendo uisi egit fati debitore proruppe cantando te lodi de vostro gran marito in esplicare que graia placere diletto di edere in viantiolio suo Duce Celeste Roma innova te tralasciate seste. Ne a meae stata nota anchorche occupatissimo in molli studi di tirarini addosii, illes di far manda queste cose allistanapa,4 di dedicarie a Vostra Ecce liciari, poscite iudico .che beato sarebbe ilmondo , sibi Principi apessero , coin'ella ha satio cauarcon prudente avulso quegli utili,4 que gloriamenti che si convcngono alPindustria delle persone. Et seio non resto dallimia credcneta ingannato stimo, che tuiti colo-