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duena terrestre ea, miraco raro De Hel chael molt in Sol ili occhi due Erige ,
Fa diueni talio mentresia moueLeggia ramente con Amore ipsis. O de te murauigii altere , e noue
La magnior , besan questo iuer basso, uando si , he tua par pius ritroue S rem ii Sol , se maga nube adombra Alquanto de lusa diuina luce, Lascia di se per quesia debile ombra
A gli amantis me pors alto diletto.
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b'io sereret, ch'Amor di que suo caro Guardo gentit, che di bellam eccede Ciasiuno altro is che sol da me si hieri
Non mi arebbe .s com'hora , auaro. Elti e Bebbe albor , che'n ante penea torto mi consumis e mi contende
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Hor , he di quesi' priuaurini altra luce a mondo fune , e preet
Et sica di dolor , he sym'accora Vbi di placer , he sol mi liene hor tua. Gero non ut sibiva Almen per vostro pro di armi ita. Ch' bene pra crude priua di vita Vn amante sedete, Ma trono, tu crudele
ch'ambrosii, e netiar non inuidio a moue.
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8 RIMEγoiche , Guerriera mia non pu sal salda Incontro a tanti miet piant e siris Ma quasi irata , ch'io anchor tua, e spiri, Riserra 'hor in or piὰ fieri, e balda s
Ti prego ben 'a te mi for . siali Con cui portar a pes io male arrisio, Porgi tuto conforme a tyre tuli Scriui, dice, in quem occhi is minoissos Le sci accendo affino gli strali Ude cape te reti, est lacci ordisco
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M'eson de petios manda it tritio core Per forare in parte Drio dolore Cb'ei proua in meto a te gran fiamme ardenti schi fumi invia di tigrime cadenti Ogni bor agi occhi ' o come i loro humore, Non segne it foco 'rauero ii suo calore
Non secca fonti lor, o se piu lenti O pur L 9 non son agrime quesi s Ma teccessu ardor suor di me pinge
L'humido , he se tiencii cuno in Vita E ' cosὶ come Morte non 'inge Homui tanima a 'illima partita O Fortuna crudele , o fiere pelli
EG perches il mi ori perseit si dolo amato rise remi a talma in nouo Paradis.
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Imagina noue arme e noue impres '
E uando pria lampi, e la serta sis
Ne mi cons 'Diuo Iῖco, immortale Feritas perch'eternosia' mi male;
a se di vero honore hai pure Augus Scalda , e pungi colet , cha' cor armato Di Diaccis, 'altos e aeambo e s rubessitas. zonna , ch'Amor per mio supremo obietto, per piis caro , e pretiose pegno Di bella , di valor dentro at δει regno Fra misi ha be nouelgumente leti s Ni isse , misis , or tem ietto, Due Belge , in Sol, 'ὰ rimirarui is me ob Morgo neliosero otio, oue anchor segno Asere belli di lavor perfelto. zoi sono , catalari, cortesia, Euante attre istu mis Emente Scyro , 'io miro si bella interno Postro. Dch'io nonum, qua mauis partes , Guelgi, heu'occhio mede , o pur a mente in mes,d Me due raro , altero Mosero.
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S'alcun soccoso a mi debile ingegno Desse colet 'amore , e dimetari Cui die se ili elota quenta notira etari Per pii pregiat , e per piis caro pegno s
vi pena con lasma tanto altera
Ma che poss'i, te dote alte celeta Auuantano i terren basso concello. et edi , quanto placer , quanta oste Ride ne mi bel, che meramente vince di primauera gni Dagbea . Mira de gli occhi ii Hice lume ardente rodi la ioces Se ta bella , Et
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Se de pensie , cheis altamente si core M' grauani, e misen lento is Eliso, Potes alge uerit mi, a gloriose Volo sors edi si labi mi Amores Vle cantare , i cui sui an malore Ti fece albor di me mittoris: uando primieroci mi queto , e tot Stato pones in guerras est in dolore. Qire de' cres crini e de in Vbi occhi, Presso a cui toro , et Sol perdon fassar L tu ne'ndori , 'χ ammi te quadrede. de bel mise , onde tu tarco Focchi E de la Hice angelica fauesia,
Con cuisuggetto sin alto piri sei. MFembra tanto sella uela iera pudica,
E'mmeato loro in Sol , L mia nemica. a qua miracolo e , he mentre luce E di splendor te misce , di belle ab Ne men hiara L luce Fa loro , ne minor a lor beet Benja , ch'Amor contempre , E uerni suoi ra con quesi tempre ,
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Olmo , pri martiri is pensiermenis Colpa de mi be Sol, che 'hora in hora Mi frange piis, che labro suo taliora Lineves si mi son suo lum infest
Conformi a duot, comines, In sino ad hora, Amon, da che n'adduce i H PAurora, Nusio amantes qua me miser mederit: E tu ne si agione scio non te chiud, E que leniadro υ se , chladornato D rais tutio gia de la tua Iphera. Temo plangi, sJiro, a fanno is sudos E non seno anchoia noni e pur beato Spera passa misitorno infimia ferata, men che tu per Donni, Amor mi denis Fatice tiranni es, i dritto Dora Mitratias preris hen conuim, Alio mora se obime , se tu alta non mi prest. Abi, come in quesie sue bella celetii S'asionde crudelia qua non m ccora
Di loro e' molto occhi , ei crini Cni hora Son foco 'ali , e luci a mi mal pretii. sinis male humilia, stra' cui do Fuggo a templo o Clio, naeelia armato Have' corc ed prega lata piis altera. illa unque tu fingisso, e crudo Suo Eegno foreta o imis primieromato Mi rendi o tu Marai agion, talio per Scopri