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Scyri more a coniet gli alii , e funesti Miei sempi Dcb'essa a torto 'uddoloracosis cometa ragione ii mondo adora Lese ante et modi honesti. ostra con Aegno pio. 'a te molerii Sono i miei anni e b'altro in premi albora, uanae.'era in dolo libertate anchoras Che si agra seruitu mi promettest. Eo'esiaci coro di pietate gnudo, E duro aura che tu da ne n lato
Fa , ch'io nonsa, come a marte tincudo Soppost a se furore is tu preet to e Pris io dissem De tu i gloria verutas Genti , cortes , honesto , de saluto Che talma , i 'dis otiata a partiti,
SPHkemente ritenenti in Vita , E des a cor Cni jor perdui sTutto marti , cholasino ad hora hauuto Ut ho de tumorosa mi ferita Che Pseuente a lacrimar,'inuita Con la tua rimembranata in ista muto. Emen giua pien 'acerbi, alti pensieri Che'n me fiagno creavi, ira , e dolore Tal , he Morte appariva entro' mi molio sαuando Madonni, a cui lato era Amore Salutandomi in atri humili alteri
Ogni mi amaro in Hice hebbe riuolio.
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V Di te nodo more i cor mauisse , dici dulce plaga albo ferro, Auando prima a miei anni it luccio ordio I lacci Horo ela saetra 'inses Che da uel H beato quanto inseL'alto desino i bus ut mi Sol ae ni pra gentile in me'ldesio
Onde , per si che la mortale, Ulia
Ut in beata L mia sorte ria. Ringratio more , e Di , he tanto pia
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Zenob'un iugo des re gni bor mi seiuge a ragisnar de mi bel et tuo Sole, Seneta Asuo plendor almo gentile Non ne soncominciare a aer parole Dunquet sacci la nebbia, che, cinge La mente , si ch'at suo malor simile
Io posse con in dolce, alto ille Narrare in parte seo sunt costumi
Dis hedem cheson tante , e tali, Che non palon mortali Ma mundate atriel percheis flumirini ingegno da lor quantunque Iosio. Pia , come Amor 'una faue , e forte Catena cisto a Di mi dies gelio: Vcom'emplo is crudel preseia dispertoi hen , ch'io 'hebbi e come abi era sorte Tanti marti se fersi, e tanto toso Io ne gumis horde me uio , e conoso
Che' pormi in alto pria tu per se psia
Sentirmi ne cade maniore a scia . mico , ch'un vi vardando suo crin 'oro Non poti ad arte , ma negletti, e par si aut hianco cosi, e seu la chiara fronte, Umide purgoleti amori Barsi Scherondo, qua trafonde auget, tra loro Molle fiat hebbi te et oci pronteoche medea cose non pia mine , o conto a rida , Che miraco nouo e questi 'Euando 'iniquo Artier , di cui ragisno
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Ahi lasse , b'anchor par, uel cor mi tremerco nodi , onde thuom raro si si lis Misi inses non o di in che maniera L mi meno , a Velia honeri altera a ni a si sedea tra therba e Mori Colirembo ten Plor ars colori. Jo, che sentia te mani, 'pi legati, Ne apea, ouinci se ii a trino Staua a uis 'un huom , he morte Vetti Mi correa per ii membri in tremor miso Confeddo e tuiti pallid , e gelati Fersi a sin, per lis isti a cor risiretii. Osi, qua pietra, alquanto tempo Hetti, AEuando leuando it mi hebbi merito Duo lum accessi immorta belli Et in que tu dolce Ch addolci Uni amaro haurian potulo. La quat, com'io pia se in lor mira con egi gentit, quasi Una selia,che mole in ei, peril occhi in meeto core M iennes oue con si saue ardore Pose a loro magis tua, e besti sch'io sentendo in placer che'nanethmai Sentito non bauea listo gridai, Icon
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'si odendo de la gran bellade Hor de'begi occhi, hor de te bionde chionis, Che parean quegii Belis, e quese or paro sPartaua sta' mio core. Or quali semeD'a seri ceni, ch'io orsi, ' duo piu duro Farammi hauer desim di libertari posen felice sepra Cni altra et ad , Cbe fusti degna hauere Alma s.chiaraud otio P ago , , s legulario melo
Vol 'gni bello, Uni miri piu raris Ma que superbo, e di pietate enudo Benche di libertam'hauesse privo
Ice perche mi medesse in s gran nota Post da primo frui, he quasi morio
M'haueua, 'aequet templo, ae altero. Ne tope in altro onaeis con Piso morti, E debit. ce, come 'huom, che mota, Gridui, Che hiare palme, e honor vero
D'un possente nemico armato , e fero, vincer
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Altris immobil con sua pura feri.
Non sisentia rumor Havedo , o vento eri uel, che dian parue si feroce so lauapim di pore, e senRa voce:
Io senu restrare, e balter ii occhi, E dicea fra me Lye si , oriel, Dies, Ben mi par che costri Peris rare virtuti volsel tocchir Tanta bone syria se chiar moltos Tanta ingli cui, anetici duo et tui Soliche coiia miser liet ii ore assitio Les medea ne talia fronte Aristo
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DE BOBALI. ouesia seuere tien tanimo inmito.
Chi non torrebbe esse da quetia collo Dapoiche tanti don chela se ritiene, Sonsula, che conduce a sommo bene '
sentrio medea coseo care, e noue ,
Vedendo 'andu suo Uago , e celerie,
Non diria, ne con a gni altra perde 'In passando it terren ista di 'Derde, Et di be flori conae luci honenie Apria 'intorno in iis gradito aggio Gli auge col suo garri dolce, seruauio,
cui seceantenor te fronde e tora, Pareuan aer, Ecco, bi' mondo honora
Quanaelo 'accos de la sua partita, Come, hi mede dat suo fido duce Locias in meeto 'unaselua sicuras Vbilis uiria: cb' que flero 'luce Non mi pare pote fida lamita.
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Risenuto da que Hretti legami, qua gia coiciasiuno altro mi male Hauea pori in non cale Mirando ei che pur conuien, blio chlami Di, e noti plangendo sinch entinio Manili de tutio queri spirio oco,
Ch non pria dileguos it se belluardo, Chel crude mlas alis heu qualpardo
Uva tigre, mi fece si cor duli se Rimaner, bime, tutio in plagh asso. an.n s come et serebiante mago De la mi Donna e de costumi senti, Di misi parti due non ho rideti Cosi di uel che fer temple sette A mi cor lasse Ae trita pianti Homi, non 'altro, e dii iri e mago, Et e asel anchor contento, e pago M pu fare emi pu rende salute, Perchesola dat telia tal Dirtute .
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Sel non potere o ma Halcun diletto Gisi, suo dei suo bel, che 'inamora; Sel serui che con alto , e puro letto In tutio te donat per An b'Io morai Se pregari , he is porgo ad hora ad hora Con 'alma humit, che non uole ultro obiettos Se planger che' ripose, 'isenno Di hora Issi rompe , non pu bagna lavise, V petio sM lo' egno, o sit, L man , a 'Doglia Sempre intentita vardar ut teco oblis
sse a tota, od infiniti duoli; Toso conuien , ch a me sesso 'involi, M albora Forgo in o benigno more
M'impenna, a piu alto et te uter men uoli. a quando'l euiolabi esses irato, e fieris, Graue Huno a pro et nudo di pium , canis et fondo dea'scuro inferno. Osrmosero gentit, celeti lumeMis con aut bor oste, o hora altero,
Prouare ii vero bene, ' male eterno.