Rime amorose, e pastorali, et satire, del Mag. Sauino De Bobali Sordo, gentil'huomo Raguseo.

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Santa Veneri, de mi placer ourano Iocii sacro col cor diuot, e plano Damone , simito a tuo beato regno.

L cor conuie , che con mi man le' ori Et con vel .essa albor Aberet dimori, Ch'a me esse con Di per sorte tos. Di Da e tortorede in nido anchora Hieri apponiais e segna bene I locos di bei pomi si , he palon 'oro e a senet misi , he tanto amo , Schonoro Toccarii non mi piacque essio forascb'en ne corali haura trastudo , e gioco. Intento

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Mide sueti Amor ne cor mi 'inge, Per se fors de missilis enitia .

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Lo rende , he par Gioue ui presente . A quanaeelga a me Pien sci repente

Non partisse is seret felice a pleno Cio sol qualch sospi mi trahe di seni

Se ben torna a medet mi ancho suente.

caro Damon, dicea, non men orrei

Ioiar mi teco gni horci mittenmi feno De la matren mia, tira, e la rabbia. E credo , quem amaro Amor post'habbia Tra L notira dolcem accisiae in Di Sola non ci ruenisse ligus is meno.

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8 RIM pD qn tanto fretramente tolmo ulli acciaco pampani L mite a torno a torno sinunt me Clori ad Nnis ritorno Cinge concie soaui eburne braccia

y non sprei narra con qua contento

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Et adempta suo Hic almi des ri. Sudin te quercle it mel Z r L iri, Α' ori te campagno e per si dumi Pendan tuu matur fonti, flumi Corrano Lites e chiar i Sol ne misi. In quest , dico H liet, e felices Che m ch'alirhuom a prima a quena erade , La hesia Clor mi mis beato. Tal, ch'io gia non inuidio si 'DOEro Auto Santi Celesti Dei, di mi licer pur ne lori et sera alta pietari . Lieto la terra riguarduo si Sole Ne nube Luna sὶ 'Dedeua in Gelo, α uanaei mi ritroua in in bellum Ggliendo for a te secretes inerAssori'apparue Mna legularia fera,che di rara bella 'inuaghio' core.

Tonrio congiunto passi, e gli occhi, et cores Uanda se uendo man que punt i Sole mors per alutar la lesia fera Si nasses e turbo si taria, e Gelo; E ior et id conuersi in dures ineci , he nes tutio ripieno illosio. Fur

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Tanto mago 'haueri nobi fera Ch'altamente iurat riuolto a Sole Di non si gia mai de duro b co Sen. Di, ne moliare it pie , ne core Ad altra fera ma , che cur il Clelo, a che terri acqua aere , foco illislochi e s non pu er amor in , Ne credo pungera unqu altro ore Per si gentile e per si cara fera: CVesse ben lal che ma in prato , ob bos , Obn monte δ n pia simi non id it Sole .mentre Sol per te fere alberga in Clelo

Lesere in Uni sco per te pines

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Aposita a torno a torno Ornarne i hianc seno , e taure chiome. La qua si is , come Di me 'aecors , con in duce risese ostendo id caro vises In do mi Hede 'Dn bel mer migii fore: Α'n tanto miserio con gli occhi ii coro 'de lactis, ch'Amore M'auisse intorno a coros La mia, Olce nemica si gouerna , Ch'io prouo abi lassos e peni, e tota eterna. I cor tantos e ta martire

Con que mili sentire Ch'io non credo , he si piu duro , forte,

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L' foco Amor ne mi petrabaccendi 'Homai prouar tua freta in ultru attend bE'n me piu non conuim, che mal la proui. on si, quando in in cor loco non trouid an a tuo frui ch'ὰ moto Parco tendi 'Non si che te secede in areos endi man ad arde in seno ars, i moui ' Deb , se pur mostrari uoi la tua pessanata E sed alta e cognon filo in terri,Man Clelo,' ne tabisso, com'huom dic volgi contra cosei tuita latuerras Α' suo hiarei , e la sua dure a uanet 2EM t gloriose s e me felice .

Se ter chela mano his ita e morte mia,Ch'Amor te dieri , ' Ciel in poteriate , Hauesse Ohime ne cor tanta pietate , uanta bella ne molio, e legoadria, Com'hor non iue alcuis, che di me δε frtunato in utra ques etate s

L plena 'ogni don celeste , e raro: Ma trono coni Amore , e me crudele

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Possa turbare it mi tranquisi Rato. Furi, ch'en non 'asiondaci suo be rai, Ne la pia et facior mi cangi in feliab Di cui pensendo me o esse beato. V eb tempra Febo a uanto Pragra ardenti. Ne giunge flamma a mi foco tuace O , non hasta, b Amor con lasa sice Fa , ch'io 'incenerire Uni ho pauenti Tutilardo, e mi disruggo e te pia algenti Brum , he ria fiagione a mondo fice Non semerian tardor , he s mi sece Saluo che duo hegli occhi almi lucenti. Duo begit occhi , he ia commisso guardo Acces dentro a me ci cuna parte , Anchor orian sana tanto mi male.

E se mi iten taluto abi iussu tardo Da lora compita e la mia ita state cie in uol, bi da que non marsi parte .

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Sen a conobbi a latuesia, a panni, Et a quel ardo , onde conuien ch'io pera. Perche , Agmine .s mattino , inera

Te Besso cisco sis te sesso vanni d

6 a mortale a milias a Di

Non puὸ che certo di gran unga uana aciὸ che' Sol ida e lui messem anchora. Fors, che, terra L mandar meis Perchuom s gran bella suardando en horata, comempli ad Nn hori torsem n et ara