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NELLA SOLENNE AGGREGAZIONE Deir Em. ', e Rev. Sig. Cardinale
Per Pietro Francesco Nava Stampatore dei det to Insigne Collegi CON LICLNZA DU SUPERIORI.
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Οrrevano i mesti giorni, in cui la Chi eat, iletnese, vestendo a nero di melanconica pieta isuoi Altari, tutia s' involge nelsosco velo di un umile peniteneta, ed intimato illungo duolo di uia .aresimale silenZo anchealla innocente allegreZga de' musici Stro- menti, non lascia risuonare i suoi Templi,suorche di prosetici gerniti, e sacri trent, per incitare la compa mone de ' Fedeli alia pinraccolla, e tenera rimembran Ea della Passione det Redentore; quando allo spargertii dei felicissimo annuncio, che sosse una volta Promosso at tanto aspellato onore della porpora Cardinaliata ildegnissimo Patri arca, Vescotio , e Conciliadino Monsignor Giberto Borromeo, parve, che, come ali' improvisa comparsa diuia lampo di Sole siquarciasi, e si indora ii tetro seno alle nubi, cOM restasse per qualche tempo sospes o su i ci glio piti sereno de ' Citta-dini quel divoto orrore dei loro lutio pietoso, e si s vestiass e net citor di tuiti certa quat dolce con1olagione, che anticipava agi' animi il giubilo delle vicine Feste Pascali. Ne die iero pubblica di-m Ostragione di contentegeta i Nobili, che misti in bella confusione co' i Maestrati piti autorevoli accorsero in sol te schi ere alle replucate solenni aZZioni di grarie ait 'Altissimo: Ne sesteggiarono con pompa di pleno godimento i pili congiunti e di amore, e di sangue, che in Ogni lato delia Clita secero volar fiam me artificiose, ed arder faci di gioja : Ne sparsero con is repitoso rimbombodi Viva la lieta nuova at pili rimoti confini di questo Stato, e de'
iurastieri Dominii sudditi delle domestiche Signorie, ch ebbero
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a spendere pili mesi, per contentare it genio non mai stanco delia loro spicitosa alles reZZa facendo rispondere Ogni Valle, ogni
Monte con ecco in sestevole suono, e gareggiando con amen aemulagione, a chi potesth cogi apparati pili splendidi rendere pili distinia la sincerit, det lor glubilo. In questo allegro bollore di pubbliche Feste non lasciarono anche gPIllustristi mi Signori Conti, Cavalieri, e Giudici di questo insigne Collegio di attestare con i pili caldi ufficj di congratula-gione alia Borromea famiglia, e at Parentado la privata sommator gioja, accordando a i viva dei popolo te sue sestose acclama-gio ni, con tutio quello spirito di nobile brio, che poteano eccitarioro in seno te amabili doti di un tal soggetto, la veneraZione, e lastima di si gran Casia. Tanto piis, che a dare unas ave spinta at allegreZZa posta, per cosi dire, gia in corso dat genio proprio, eparetiale di questi Signori v' enirci la Gentilerga det medesii monuovo Ρorporato Borromeo, ii quale non obbligato da altro litoto, fluorche dalla sua innata Benignita, spedi subito da Roma l'avviso di questa sua promogione a tutio ii Collegio contermini di tanta fineZZa, che non ponno lasciarsi sotio silenZo, e sono iseguenti.
simamente promossis alia Porpora mi viene deitata dalla singolare stima, con cui riverisco codesto Nobilissimo Collegio. Dal Panimo gentilissimo delle SS νς V V. Iss. ης mi Prometto, CheVerra ammessa abuon grado questa notigia, e cli' elleno saranno Per complacersi di darmene i contrasegni con molli loro coman
A tergo AlPIll. ni Sig. li SS.o Dottori dei Collegio di Μilano.