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Ad un tratio cogi obbligante di cortessissima aitcnetione corrisposse inamantinenti ii Collegio con tutia quella esprei sione δi riverente gratitudine, che nelle anime nobili a questa lodevol premura di non restare mal ad dietro di fineZeta allealtrui graetie; Che perb olire t piu vivi attestati di congratulaZione , e divota riconoscenZa per cosi preZiosa noti Zia, sissese attresi ad ispiegare i motivi della sua speciale consolaetione, a quali erano di ve re non solo fatia piu illustre una Famiglia da lui tenuia in tanto pregi , , ma nobilitata insieme ancoratuita la Patria, e rimesse in fiore quelle sperange di pubblico Vantaggio, che pub giustamente somentarsi in seno la nostra Citta, qualor si traita di porpore Borromee. I 'accennata
ascrive ii nostro Collegio l)onore delia notigia compartitaci daIl Em V.λ della giusta sua promogione at sacro por-Porato Collegio, accertando V. E. che siccome plenamentegodet Universo, cosi specialmente it nostro Ordine interessatone' vantaggi delia Patria sonam amente giojsce in contemplare Della insigne, e nobilissima Casa di V. E. ravvivate con la Duova
Porpora te felici, e sacre memorie di quelle, che procedentidallo flessis sonte risplenderiero a sommo beneficio della Santita, e delia Patria. Qiindi e per pubblico bene, e per privato nostro ossequio doppiamente tributarie si rendono at meritodi V. E. te nostre hispetiose congratulaZioni, quali accompa- gnate da incessanti voti perta conservagione di V. E. riusciranno sortunate, qualor ci ottengano la sorte de stimatissimi suoi comandi, ait' esecuZione de 'quali prolatissimi ci rassegniamo Di V. Em.ηλ Milano g. Aprile 1 717.
Gl 'Abati, e Dott.m dei Collegio de Giudici, Conti, e Coal. di Milano. A tergo
It Sig. Cardinale Conte Dori Giberto Borromeo Patriarca, e Vesicovo di Novara.
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n eli' alta solla delia commune allegreZZa, senZa aver altro di singolare, suorche la privata lor contenteZZa; an Zi che ne pursembrava loro glubilo intero; poiche quello stes sapore costsoave di genial gioja,che ad est bloro fioriva su te Iabbra,tramandava pol al sondo dei cuore certo quat nobil ramarico, chetoglieva alia consolaZione la sua migliore dolceZZa; e questiera it considerare, che non potessero tir tutia sua una si degna allegreZZa, per non essere a loro aggregato ii nuovo Em. v e che mancasse ibi questa gemma a que P ampla Corona de' Porporati Milanesii e antepassati, e viventi , che adorna con si
splendido, e maestoso lunae la Nobilia di questo Collegio. Non ebbero perli iungamente a stare in pena i lor desiderit; Poiche hen presso videro comparirsit sotto gli occhi, quasi raggio fortero di uia glutivo sereno, uia soglio gentilissimo di S. Ecc.η il Sig. Co: Gio: Borro meo Nipote delPEm.'ης Giberto,il quat partava in tal guisa. ΙLL.VISIG.R: SIG.RI P i COLMIAVendo io riscontri, che siccome ii Sig. Cardinale mio Zio in occasione delia di tui Promogione fatia dalla Santithdi N. Signore alia sacra Porpora non tralascib in attestato dellariverente, ed obbligata stima, che sempre a professato, e professa a codesto Ill. 33 Collegio, ed alle Signorie LL. Illustrissime di porgergliene ii riscontri, quali con dimos ragioni di finacontenteZZa furono per singolar essetio di bonta dalle SS. I L. Illustrissime accolii; corsi ascri verebbe ad Ogni maggior suo
vantaggio I'onore d)essere annoverato in cotes 'Ill. R 'ordine, non devo tralasciare di porgeriae con ogni maggior ossequiola notigia alle SS. Loro Illustrissime uni tamente colle mi e riverenti si1ppliche, assi curandole, che tale Onore, non solo sara registrato dati' Em. ' Zio, quanto da questa loro Casa a queli infinito, che protesta alle SS. LL. Ill. MN alle quali con distimo, e rassegnato ossequio mi professo
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Con quanto acco imento di singolare sodisfagione passassedi mano in mano a Signori otiori una si nobil propos a non fadiopoisplegario, potendosii abbastanga misiurare da queli alto
Concello, e tenero amore Verso un Personaggio si chiaro phrmerito, e per Prosapia, che facea loro sospirar Uoccassione tanto
gloriosa δ' aggregario at suo ordine. Ma crebbe ancor pili viva in seno a medesiimi la contenteZZa, allor che l'Ιll. 'Sig. Senatore Don Gio: Galeageto Visconti Collega presen id a SS. Abati, e Proteitori una lettera deli. Em. 'Borromeo, in cui spiegaVail suo cortese desiderio d' essere annoverato fra i membri diquesta insigne Assemblea, e s avanrava insieme alla confidenZa
IL Sig. Conte Gio: mio Nipote portara a Signori Ahati,
e Dotiori dei Collegio de) Giudici della nostra Citta te mie
Piu vive premure d)eflere aggregato in codesto Insigne Con- id , come sogitono esserui annoverati gl altri Em. Porporati dolia nostra Patria. Quando io ne ottenga l' intento, come Voglio' promettermi dalla sperimentata GentileZEa dei Nobili, che lo compongono, non saprei figurarmi, chi piu emcace- mente cli V. S. Illustrissima volesse disporsi a sostener te nate Veci. E lla duraque mi permetta, che io usando della confidenZa,che mi concedono e i litoli della parentela, e la di lci singolarebonia, te appoggi questa parte gravosa, la quale confido cli 'ellastra per a flumer11 col puro sine di favorirmi, ed impormi nuOVisradi di Obbluaetione; e net mentre che gliele ramegno colle innumera, Mi antiche, vorret, che V. S. Ill.'i3 mi conssiderasse
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premuroso di disiinpegnarie col frequentem ente servitia, baciandole in tanto te mani Roma 7. Luglio I 717. Di V. S. Ill m cui supplico condonarmi l inolirata confidenZa,che mi prendo δ' incommodare la di iei generosa, ed esperimentata fineZZa in questa occasione, ove io desidero me medemo qualificato dalle grante di V. S. Ill. V e condecorato insieme dalle Resse quel carattere, con cui mi pregio d'essero distiniamente suo
G. Cardinale Borromeo. A tergo Al Ιη. no Sigse ii Sig. Senatore Doti Gio: Galeagro Visconti MilanoωAperto in tal mantem a Signori Dottori it campo diconsolarela divota imparieneta delle lor bra me, non indugiarono punio a scioglierle in voci di universale acclamagione, aggregandol at dilor ordine co una plena pili di applausi,chedi voti,nel clievoltero cotrassegnareta parZialissima stima che nodrivano verso di uia tanto Personaggio; poiche lasciate da parte queIle severe Ieggi di scritture, esami, e consulte, che sono proprie di similfurarione, basib loro per autentico attestato d)ogni pili luminosa
appurato espressero nella lettera di avulso, che a luistivisono, delia sodetia aggregaZione, conceputa in is tenore .
legio col lustro non meno deli' antichissima di lei grati Casa che deII' Em Porpora, 1 riempita di tale impaZien Zala nostra aspellativa, che at primo Ddire dei di Lei veneratissimo nome 1iamo passati in acclamaria per Collega con sommo desiderio di dare quanto prima te pili vive rimostranZe di pubblicagioja nella soIeniae esset tuaZione. Ben 1 compresse clascuriodi not ait intendere V.Em deiiderosa di compartirci tal onore,
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che cid era un voler annoverare ii nostro Ordine at consorgio delle di let eccelse prerogative, socio specie d)esserui an noverata, e crederem mo troppa superbia it pretendere di poterdarie maggiori grarie, che quelle di consessare ii nostro conQ-scimento, ed implorat ela proteZione di V. Em.η assicurandocicon questa fidaneta d' accreditare hastantemente te proteste delia nostra obbligatissima immutabile Ubbidienaa Di V. Em La Dal nostro Collegio 17. Luglio I 717.
Gl Abati, e Giu reperiti dei Collegio di Milano
at fosse i 'aggradimento di Sua Em.η non tanto per lapronta accellinione fatia della di tui persona nel Collegio, quanto per la gloriosa distingione, da cui su accompagnara, non Pub meglio esprimersi, che con i sentimenti istessi deISig. Cardinale scritti in ringraZiamento a i Sig Dottori. ILL i SIGII P Recorsa alia gentilissima inclinaetione deIIe SS. V vV. la fiducia det sommo aggradimento, che io fossi per sentirenet essere annoverato a codesto loro nobilissimo Collegio, insinuata alle SS.Dς V V. 1ll. 33ς dat Sig. Conte Gio: mio Nipote, si sono elleno compiaclute di accoseiermivi, senga che ne fosse appena loro presentata la manifestagione dei mio contento. Se io sono in debito di sommamente stimare, e gioire di favore Si grande, me ne cresce senZa misura it motivo da uia modo disi paratale distingione, col quale te SS. V V. Ill. 3ς postposte te impreteribili sormalita anno voluto neco abbondare contrarii di troppo generosa attenetione. Perche con Un mero verbale rendi meitici di graZie, qutile E quello, che loro avanwdi presente, So di non potere adeguatamente compensare Fisegnalata sineZZa, do vero cicorrei e alle sortuuate occasioni, che
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Ospiro di ottenere dalle signorie VV. Illustrissime permani se- stare loro di quanto petio sitano te obligagioni da loro addossa-temi. Protestando dunque alia commune loro bonta, ed alia particolare di classeuno de' Signori miei stimatissimi Colleghi un1incerissimo riconoscimento per essere io pure stato assunto nelnumero di codesto Illustrissimo ordine da ogn 'un di lorocotanto illustrato, ne palesio alle Signorie V V. Illustrissime nellesor me che possis it pili vero godimento deli' animo mio, edanelando di manifestario di persona, fra pochi mesi, loro in tanto notifico I incessante desiderio, che sempre conservarbili servisie, e con questo bacio loro di cuOre te mani. Delle SS. VV. Ill. QRoma gi. Luglio I 7I7. Servitore di VP Cuore. G. Cardinat Borromeo.
Conti, e Cavalieri Milano. Era ormai divenula si grande in questo nobil Consesse laconceputa gloja per l'orte nuto stimatissimo onore, che per suanto vasti fossero i di lor cuori, non sapeano pili contenerseia in petio; Che perli a sprigionaria, e metteria in plena pompadi pubblica comparsa si risolvettero di celebrare t aggregazione deli' Em. 0 Borromeo con tale magnificeneta di straordinario apparato, che appagasse insieme, e rimostrasse a tutia la Cittat' amplegra dei lor contento . Delegarono per tanto ad essterne Sopraintendenti, e Diret tori gl)Ιllustrissimi Signori MarcheseCarl' Antonio de' Medici, noto parente di questa Casa per Margarita de' Medici, sorella dei suo Abavo, e di Pio IV. Madre di S. Cario, e Don Alessandro Castigiione ambi Dottoridello stesso Collegio. Diedero attresi l 'incomben Za di prepararne la sontuosa idea, e i letterarj componimenti ai Sig. Doti. Gius eppe Antonio Sassi,Sacerdote oblato,Presetto dei Collegio Ambrogiano, e Bibliotecario delia celebre Libreria pari mente Ambrogiana, ii quale dando addietro uia occhiata ait 'ampia
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Iungo corso di questachiara antichissima Famiglia, determino
due cose: l 'una, di non immischiare in un tale argomento veru 'intreccio di foras iera erudigione, avendo questa insigne prosapia, senZ' altro lume di rettorico inbelli mento, tutio in se
medesiima quel maggior lustro, che possa faria comparirgrande; agguisa di que' fiumi reali , che senZa accogiter acque di rivi stranteri, caminano maestosi nel proprio letto collanatia ricchezga delia lor plena : l 'altra di non is starsi da questa eccelsa Metropoli nella scella delia materia, che sormasse losplendido elogio alla Nobilth Borromea, si perche i angustia dei tempo limitato ad unsol mese, e Ia stretterga dei luogo in cui dovearaccogliersi la pompa di un tal disegno, non permet- levano di andar troppo iungi a chlamare qui tuite in solla Iegloriose antiche memorie di questa Casa ; si perche la copia de'Scritiori di iei Cronisti f 1 J avea gia occupata la gloria difar palesii ai Μondo i pregi di uia cosi nobil sangue, essendone andati a rintracciare nella pili rimota antichita te prime gocciesin dentro a vene reali.
Stabilito in tal mani era it suo pensero, s accinsta disegnari apparato con queli' ordine di pili regolata dispossietione, chepotea ritrouar l 'arte net solio stuolo d insigni Eroi, e singolari prerogative, di cui vh adorna la Borromea stirpe, considerata ancora sol tanto nel breve giro di questi ultimi secoli, in cui trapiantom a fiorire cosi gloriosa in questa nostra Citta: e percheil merito deli Eminentissimo Giberto dovea farvi dentro ii suo maggior spicco, quat fiore di si gran luce, congegnom di taIsorte ii disiegno, che netl esteriore sacciata dei Collegio si facessevedere agi' occhi dei pubblico, iitratia ne'volii gravi de' suoi
illustri Maggiorita nobilia det suos angue, e neti interno Vuotode' portici stem, vi comparisse a riemplerio tuito di maestoso decoro la Nobilia delle virtuose sue doli. Dava principio alPapparato un)iscriZZione pos a su lyarco della gran porta verso Poriente, la quale fregiata tuita ait 'in-
s i J Morig. Mi . 1 . B VSeren. in Ethico S Iobate, Nisamontius de Orig., , Ponti . D. Caroti. Bartho omaeus
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torno colle gentilietie Divise dei Borrorneo Casato formava un elogio di somma gloria alta di tui nobili, con faria compari rcreditrice di un doppio onore; l'uno compartito a questa Citthnella persona de' suoi grand' Avi, che qui fili arono la lor sede ;Ι'altro es Collegio nella persona dei nuovo Eminentissimo, chea lui si aggregava; venendosi in tal guisa a far risplendere in essa un certo quat lampo di queli' amabile proprieta, che a ii Sole, di non poter mover passo, seneta che ovunque ii volga vi lasci impressa la bell)orma delia sua luce. Voleassi per tanto con quest' atto di pubblica riconosceneta sodissere es debito della commune oobligagione; orad'Eche indirigetaronisi des Collegio te solenni congratulaetioni eguaimente alia Patria, ed a sestesso
in id guisa. BOR ROMAEAM NOBILITATEM ΟΜ NI MEMORIA MAIOREM, QUATUOR PROPE IAM SECULIS MEDIOLANO AC UISITAM,
SOLEMNI COOPTATIONE HUIC COLLEGIO ADSCRIPTA ME UIT S, ET COMITES I. C. C. URBI, ET SIBI
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IῖVedeansi quindi schierati in mimerosa serie lungo at corso esteriore de 'Portici, la dove posian si te coloniae, i Persolaaggi Borro mei di pili riguardeuot carattere disiegnati at nator e , e coloriti dati 'industria dei pennello in guisa di marmo si es vix o, che sembrava ave a clascheduno ii Collegio algata una statuadi onore, vedendosi amunto nel piedestallo, sinio anch' e di marmo, scolpita via' iscriggione, in cui ali uso delle antiche, null'altro contenevasi, suorche la pura espressione defle cariche sostenuis, e delle aggioni grandiose; monumenti iliuitrida Persesteme, senz altra lode, alia virtu deo'Eroi. Ma prima dinoverarii ita di mestieri avvertire, essErsi qui douuta comettere una innocente inglustigia, col lasciare addietro nella commune comparsa tant' Avi gloriosi di questa instigiae Famiglia, nongia perche non avessero tutio it merito di farii vedere ; nia Perche in una si Onoreuole necessith di douerne scavalcar molli per la copia de' medessimi. ela scarsezgadelsito, studiossidi dar tuoso a i plurimoti di eta, come quelli, che seben cari' chi per Ogni parte di gloria abbiano meritato l' immortalith delior nome, sono pero i pisi facili a smarrirsi dalla memoria de' Posteri per la troppa vecchlegeta degi' anni, restando noti sol tanto a que pochi, che ne rileggono i chiari fatii dentro Iestorie; inquel modo apputato, dine te navi ancor vaste, quanto pia si scosiano dat lido, tanto pili scemano ait' occhio della di Oro grandeZZa, fino a restar perdute tulte di vista, seneta γ' tersi scoprire suorche da que soli, che te hi mirati dati 'alto colguardo pisi raccollo eratro β' artificiosi cristalli. Π primo adunque a mettersi in gloriosa uedula era quel me- desimo, cheavea ii primo col suo ritiro da S. Miniato, Borgo della Tostana, fatio dimestico at nostro suolo, i 'albero finoali' oras raniero delia sua insigne famiglia, cloh GiOVANNI BON-ROΜεαΟbbligato eui des serro de Florentini,che gi involarOnole terre de suoi dominii, ari fugiarsicon tutioit casiato in Milano vi si ferm5 con tal genio, che se bene all'ombra dei patrocinio sporto benignamente a ,suoi congiunti contro degi 'invasori da Signori Visconti Galeago ΙL, e Bari abli Dominatoridi questo Stato, vedesse risiorita nelia Toscana la pace, e ristituite in gran parte alia sua Casa quelle ricche Signorie gia possE
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dine, che al dir de'Scritiori sa) stultavante la rendita, conliderabile in que 'tenapi, di cinquanta mille annui si opinic oro, non Volle mal mover piede suori di questa Citth, fi cndola per nuova sua Patria, ed aggregandoli con letteret: eciali dei Prencipe Gio: Galeaggo Visconti, cheponno leg- persi presso gi' autori sopradetti, at catalogo de i di let Figli. Ebbe seco una Sorella, che rendendo vero l'augurio a noi selicedet suo pregioso nome di Margherita, fu cagione alia nostra Citie)ssi via' altro bel vanio; poiche impalmandosi con GiacΟ-hino de 'Vitaliani di Padova tortali a rinnestare que' due granti onchi, che uniti gia una volta nel ceppo at riserire de' Borro- mei Genealogisti, erano ormai disgiunti det tutio con i suoi rami; e questa fli fortuna per Milano, che venne in tal guisa a fare ii nobile acquisio ancor di questo si illustre Sangue, comevedrassi in appressis. Fli accompagnato attresi da trh suoi Fratelli tuiti conspicui per virili, ma che altrove portaronsi adira mare la lor Prosepia. Tra questi it pisi tardo a licenetiarsidalia nostra Metropoli fu Borromeo cosi chlamato ancora dino me, ii quale net tempo delia sua dimora in Mil no, did provecosi chiare dei suo grand' animo, che dopo aver prestato a regnanti Visconti, e Delle guerre contro de' Carareti, e nella pace col Marchese Teodoro di Monserato servigj di granxilievo, giusta Ia sede dei Corio ὶ fli si altamente onorato da medesiimi, che olire lyampia rimuneraZione descritia dat Ripamonti in questi termini ): Ob ea in Principatum, ct Rempubricam merita, Arguatum , O Va rem Tari, ct onerum omnium immunitatem , ct Stipatores corporis armatos Ioannes Maria GaDatii si ius, ct Catherina mater concessere quarum rerum , Conc ionumque omnium dissimata, ct monumenta in amiriae talutario cinervantur , s quom res
ipsae seriere; olire, dissi, ques 'ampia rimuneraZione, giUnsea graZia si intima col Duca Gio: Galeagro Visconti, che scellogia per suo Consigliere in vita, sin altresi eleito in morte alla