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ragione, che se ben ii duca sosse stato in quella colpa che se gli opponeVa, non doveva procedere l' essecutione et it giudicio, et como dis atto ora oppresso, di salto si doveva rilevario con necessita, percho es sondo spogitato di tulto, et assedialo in castello, ma sprovisio da Vivere se non si sosso salta sorga di soccorrerio presto, si saria voluto sare a tempo che non Saria pol flato possibile; et cho sia vero che si comiticio per queSta Cata Sa Sola SenZa aSpellare, percho non pativa di mora ne testimonia non haver posto mano nelle cose dei regno, dovo non essendo no ordine, nh governo, nsi modo alcuno, non o dubio chosi saria satio uti grandissimo danno ; et se bono nui capitoli dolia togavi h cho si dobba sare t 'improsa dei regno , et altro imprese contra lamaestu sua, non si se non con Somma giustificatione, ciosi in tempo chosua maesth negasse di entrare nulla lega con honeste conditioni ot chole improso riuscissuro in modo dissicili, che altrimenti non si potesse ottenere l' intento commune. Et che dubitasse che l' improsa det rogito non sosse stata per esser facile, to pilo mostrare t 'osito di Frusolone et la prosa di tante terro, considerando maSSi me che nostro signore poteva mandare nul principio te medesime genti, ma non erano giliatio ad haver nul regno in uia subito tante preparationi quanto sten
torno ad havero in molli mosi con aspeltare gli aluti di Spagna, et
mentre non manca nulla inimicitia essere amico, et volendo usare pius resto ossicio di padre minaciando, che dando et procedendo con ognisincerith, et non mancando discedere ancora a termini solio dolia dignita sua in saro accordo con Colonnesi sudditi suoi per levare ognisuspitione, et per non mandare it serro tanto avanti, che non si potessu tirandolo in diotro sanare sacit mente la plaga, gli su ordita a sua santita quella traditione , quale Sa ogntino , et pili se ne paria tacendo non si potendo esprimere, nella quale si vero che se sua maest, non ci det te ordine ith consenso, ne mostro at meno gran dispiacere o ne sece maggiori demostrationi, parendo che t 'armata et tuui ii pro- parationi , che potesse mai sare t 'imperatore, non tendessero ad altro che a volere vendicare la giustitia, che nostro signore havova salta contra Colonnesi, di rovinargii quatro castella. Νon voglio disputare 38
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dulla trogua salta qui in castello questo seuembre per il signor donUgo ; se teneva o non teneva in mano 1' assolutione dei Colonnosi. non teneva gili in modo che nostro signore, essendo suoi Sudditi, non gli potesse et douesse castigare, et se quanto ali' osse anga pol dellatregua tra nostro signore et l' imperatore sosse stato modo da potersisidare, si saria osservato d' avango, benelth nostro signore non fossemat it primo a romperta ; ma non gli essendo osservato usi qui, noin Lombardia, dove net tempo dolia trogua calando i 2 m. langichi- necchi latisquene is , venituro nelle bando della Chiosa, ut sacendosidalle bande di quά il poggio che si poteva, et sollecitandosi vicersipor lolioro dei consigito di Napoli. che surono interceite, che sua signoria accelerasse la Venuta, per trovare ii papa SproviSto, et sor-nir quello che at primo colpo non haVessero potulo sare, non poth nostro signore a se me desimo dimandare a suor genti in Lombar dia , tu quali ancorcho venissero a tempo di sar saltione net regno, non voltu si movessero da consi ni ; et la rovina dot luoghi do' Colon
nosi su pili per inobedionga di non haver voluto alloggiare, che per altro; et similitiente di dar licentia a M. Anil' Doria di andaro ad
impedir quella armata, delia quale sua santith havova tanti riscontri che VeniVano alia Sua rovina, non si pilo senga nota di sua saniit, dipoca cura della salute et dignit, sua, dire con quanto legitime occasioni constretia non abandonasse mal tanto tempo l 'amore verso l'im peratore, et dopol che comincio ad esserui qualcho separatione, quante volte non solo essenilogii oblati, ma an lava cercando i modi di tor
narvi , ancorcho et dei primo proposito , et di questu altro reconcilia tioni gliene fosse seguito male i Ecco che mentre te cose sono pili se venti che mai, Viene ii padro generale de' minori, at quale havendo nostro signore nul principio dulla guerra, andando in Spagna, deitebia one parole assai deli' animo suo verso l' imperatore, et mostratogliquali sariano te vie per venire ad una pace universale, la maesta Cesarea lo rimando indietro con commissioni et parole tanto ample , quanto si potessero desiderare, ma in osseuo pol durissime. Pure desiderando nostro signore di uscime , et venire una volta a chiarirsi
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facie ad saciem con l' imperatore, se vi ora modo et via alcuna di saria pace , disse di si, et accello per te megliori det monito quello cosoche l' imperatore voleva da nostro signore, et quelle che la maesta sua voleva dare ; et volendo venire at stringere, et bisognando sar capo colsignor vicersi , ii quale si trovava ancor tui arrivato a Gaieta, net me- desimo tempo, con parole niente inseriori di quello che it genorato haveva dello, queste conditioni cresceVano Ogn' ora pili, et erano cose infinito et insupportabili da poter sare ; ma con tutio cio niente pre-
naeva l' imperatore nostro signore che eSsere constretto a sar Solo ac
cordo con t 'imperatore in Italia, perchb la causa che moveva a sarto et con grandissimo danno et vergogna sua, era l'unione et pace in Italia. et ii potero an lare dati' imperatore ; et se la signoria di Venetia nonii consentiva, questo non poleva occorrere, et praticando it consento loro, stando it signor vicero a Frusolone, si sece la suspensione dioilo giorni, tra quali potesse venire tu risposta di Venetia, et an dando con essa it signor Cesare Ferrainosca, non su prima arriVatola, che gili essendosi alle mani, et liberato Frusolone dati' assedio non si poth sar niente ; net quai maneggio certo si che nostro signoroando sinceramente, et cosi ancora monsignore romano legato ; mairovandosi gi, li nimici a vista, et con t 'armi in mano, non era possibilo traltare dotio cose tante diverse ad un tempO me deSimo. Di qui avanti non si essendo traitata cosa, alia quale V. S. reverendissima non sta interveniata, et non ne habbi quella plena noti ita che possi havere io, saria superfluo se mi volessi estendere a narraria, Sapendo benissime, in quanto buon termino si ora da ogniparte, et quanto progresso si era satio con tre esserciti per mare et per terra nel regno, et quanto pili facit mente si poteva Ogn' hora sperar di saro, et in Lombardia havendo, o per munitioni delle terre , Oper UScire alia campagna, molio piu gente quasi che hon bisognava. di sorte che chi non conoscesse la bonili et vita di nostro signore potria meritamente investigare donde nascesse queSto SOgno, chedoppo haver provato Ι' animo di questa parte, et restatovi sotio coninganno, danno et vergrana, hora volens et sciens, Senga necessita al-
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cuna, libero di paura di perdere, sicuro di guadagnare, non sapendoche amicitia acquistasse, essendo certo della alienatione sit inimicitiadi tuito ii monilo ot di quelli principi, ii quali ama vano di coro lasantita sua, an dare a buttarsi in una pace e tregua di questa sorte. Ma havendo la santith sua provato cho non piaceva a Dio cho si sacesse guerra perchis ancorcho havesse salto ogni prova per non veniret, et di pol essendo ci venuto con tanti avantaggi, et non haverhaVuto se non tristo successo, non si pilo attribuire ad altro , vellendola povera cliristianita amitta di sorte da noi modestini, che quasieravamo per lasciar poca salica at Turco di siniria di rovinare; gludi
cava che niuia rispello humano doVesSe, per grande che 1 8Se, valertanto, che havesse a rimovere la santita sua da cercar pace in compagnia di Ognuno, non potentiola haver con altri, farseia a Se mede-8ima, massime che a questi pensiori tornorno ad interponorat diquelli avulsi sit nuovo doli' animo et volont, di Cesare, disposto a quelloche suol movere mirabilinente la santita sua, havendo havulo in unitae desimo tempo lettere di mano propria dolia maesta sua, per via delsignor Cesare , et per Paulo δ' Aregro, di quella sorte che era necessario credere che di acordarsi ii papa con l' imperatore sosse per se-guirne la selicii, det monilo, overo imaginarsi che liuomo at monito non potesse mai nascere di pugior natura doli' imperatore, se sosseandato a trouar questa via per rovinare ii papa, la quale sosse indignissima di Ogni vilissimo huomo, et non dei magior che Sia trachristantia. Ma absit cho si possa imaginare tal cosa, et Si reputa pius rosio che Dio l' abbia permesso per recognitione nostra, et per darcampo alla maesta sua di mostrare pili piet1 et sode, et dargii luogo diasseuare ii monito pili che sosso mai concesso a principe nato Essendo ventite in mano di questi soldati tulte te scrillure, trai' attre gli sara capitata una nuova capitolagione che nostro signore sececinque o sei di at pili avanti che s0guisse la perdita di Roma, perla quale tornando sua santith ad unirsi alia lega, et consentendo a molte conditioni che erano in progiudicio della maest, Cesarea, non pei So chealCuno Sia per volersene valere contra di nostro signore, di quelli della
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parte di Cesare, percho non la potriano sare seneta scoprire piti idissetii ot mancamenti loro, ii quali posto che si potesse concedere, che non Si sosse poluto ritrahere Borbone dat proposito suo di voler venire alla rovina det papa, certo si che erano in quel campo ianti altri do' santi sit liuomini d' arme, et persone principali, cheliaveriano obediti li commandamenti doli' imporatore se gli sossero stati salti di buona sorte, et privato Borbone di una simile parterim alaeva poco alto a proseguire it disegno Suo ; et dato cho questo si sosse potiato sare, benchh non vi possa essere escuSatione che va-glia , come si giustis chera che havendo nostro signore adempitetuito lo conditioni dolia capitolatione satia col signor vicero, se condoche la signoria vostra reverendissima polra et ricordarsi et vodoro rilegendo la copia di osta capitolatione, che portava seco, et dimando sua saniit, allo incontro, che se gli osservasse ii pagamento dot santi et dogli huomini d' armo, che ad Ogni richiesia sua segli erano obli
gati , ma non soSSe Stato osservato niente, si Che non essendo Stato
corrisposto in una parte a nostro signore in quella capitolatione, davn canto sacendosi contro quello cho si doveva, dati' altro non se glidando gli a tuti cho se doveva, non So con che animo at Cuno possimouersi a volor calomniare la santita sua di una cosa satia per mora necessit1 indotia da loro, et tardata tanto a fare, che su la rovina dolia beatitudine sua, pigliarsi occasione di reputarsi ossest da not. Dolla doliberatione che nostro signore sece deli' andata sua ali' impe ratore in tempo che niuno poteVa suspicare che si movesse per altro interesse che per vero Zelo della salute de' christiani, essendogli
venuia quella inspiratione subito che si hebbe nuova dolia morte dolro δ' Ungaria; et dolia perdita dei regno, non to negaranno gli nimici proph, havendola sua santith consultata et risoluta in consistorio dueo iro di avanti l' intrata de' Colonnesi in Roma, ne credo Sia alciano si grosso, che pensi si volesse sar quel gutto di gratia con l' imperatore preve dendo sorse quella tempesta, perchsi non era tale, che si fossehavuto tre hore di tempo a saperto, non che tre di, non si fossi con
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Le conditioni che ii padre generale di San Francesco porto a nostro signore surono queste : primo di Voler pace con la Santita sua; et se
per caso alla venula sua troVasse te cose di sua santith et della Chiosa rOVinate, Che era contento Si riducessero tuite at pristino stato chein Italia daria pace ad Ogniano, non essendo di animo volersi nsi per Se , usi per suo fratello, un merio, angi lasciare Ognuno in possesso diquello in che si trovava tanto tompo sh. La disserenga dot duca di Milano si ve desse de jure, da giudici deputandi per sua santita et maesta
et venendo ad assolvere si restituisse, dovendo esser condennato, Si desse a Borbone. Con Francia saria contento sar i' accordo a danari, Cosa che non haveVa voluto sare sin qui, et la somnia nominava lamedesima che ii christianissimo haveva mandata ad osterire, ciosidue millioni d'oro : tu quali conditioni nostro signore accelto subito :secondo che ii generale ne pub sar testimonio, et te sottoscrisso di Sua mano, ma non surono gia approvate per gli altri, te quali V. S.
sa quanto insupportabili et gravi petitioni gli aggionsero.
Hora non essendo da presumere se non che la maesta Cesarea di- cesse da dovero, et con quella sincerita che conviene a tanto principe , et Vedendosi per queste propositioni et ambasciate sue costmoderato animo, et molio benigno verso nostro signore in tempoche la maesth sua non sapeva quat sosse quello di sua saniit, verso di se, et chli ostimava l' armi sue esser cosi potenti in Italia per lilanglchinocchi discosi, et per l' armata mandata, che ogni cosa havesse ceduto ; non si da estimare Se non quando Sara informata, che se lamaesta sua mando a mostrare biton animo, non sii trovato inseriorequello di nostro signore, et che alle sorge sue vi era tal resistengache nostro signore sece piti presto beneficio a sua maesta in deporret' armi, che lo ricevesse, come ho detto di sopra ; et si chiarissimo clietuita la rovina seguita sta sopra la sede et nonae di sua maesta, nulla quale nostro signore si h confidato, vorra non solamente esser simile a Se quando an lava sua sponte a desiderar bene, et efibirsi parato a sariae a nostro signore et alta Chiosa, ina ancora agi ongere tanto pisi a quella naturale dispositione sua, quanto ricerca ii voler evitare
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questo carico, et di ignominioso che Saria per eSSere, passandosenedi loggi oro voltario in gloria perpetua, sacendola tanto pili chiara. et
stabile per Se me desima, quanto altri ha cercato come suoi ministri deprimeria, et oscuraria. Et gli essetti, che bisognaria sare per questo tanto privata mente verso la Chiosa, et restauratione di ossa, et nota dibunus ich che se ancellassero sic te roVine, quanto in Italia et la christianita, estimando pili essere authore di pacificaria, che qualsivoglia ultro emolumento, Sara molto facile a troVargit, pur cho la dispositione et giudicio di volere et conoscere ii vero bene dove consisto vi si a. Per non entrare nolle cause per te quali sossimo constretti a pigliari' armi, per esser cosa che Ticerearia pili tempo, Si verrh solamento a dire, che non pigliamo mai per odio, o mala Volonia, cho havessimo alla maesta Cesarea, o per ambitione di sax piu grando it stato nostro o di alcuni de' nostri, ma solo per la necessita nolla qualoci paruva esser posta la liberi, et stato nostro, et delli communi stati d'Italia, et per sar constare a tutio ii mondo, et ali' imperatore
che se cercava di opprimerci, nOi non pote amo no dOVevamo comportario songa sare ogni ssorgo di defenderci sin tanto cho sua maesta Cesarea haveva queli' animo, det quale noi dubitavamo, in tendesse , che te Cose non erano per riUScirte cosi factimente, come altri sorsu te havevano dato ad intendere, overo se noi ci sossimogabbati in questa opinione, che Sua maesta intendesse a sarci male
et questi tali suspelli ci sossero nati pili per modi di ministri, eho
per altro, sacendosi sua maesta intendere esser cosi, da dovero si venisse ad una buona pace et amicitia non Solamente tra noi particolarmente et Sua maesta, ma in compagnia delli altri principi oi signori, con ii quali era vanio colligati non per altro essetto chepor dissendor dalla violonga che si sosse salta, o per Venire COD COI ditioni honeste et ragio evoli a metiere una volta pace nella misera christianita; et se, quando it signor don Ugo venne, la maesta Cesarea ci havesse mandato quelle resolutioni, te quali honestissima- mente ci pareVano necessarie Per Venire a queStO, ct haveria nostro
signor Dio salto la pili selice gratia che si potesse pensare, che in
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un di modesimo che si profero Ι' armi, si sariano deposto. Et chesia vero che diciamo secondo che haVeVano havuto Sempro in animo ne pia 6 sar testimonio la dispositione in che ci trovo il padro generatodi San Francosco, con it quale communicando not hora uti anno chesi trovava qui, et doveva andare in Spagna, te cause che noi, et Italia , e gli altri principi christiani havevano di star mal contenti dolia maesta Cesarea, et dandogli carico che da nostra parte l' esponessoluite a quella, con sarie intendere che si voleva attendere ai consigitet preghiere nostre, te quali tuite tendevano a laude et sorvitio di
pro di quella amorevolegeta che Si haveVa proVato per avanti ; et essendo do ii atquanti mosi rimandato detio generale dalla maestis sua con rispondervi humanissimamente, et Che era contenta, per USare delle Sue parole , et accellare per commandato quello cho noi l 'havo-Vamo mandato a consigitare et pregare ; et per dariae di cio certegga portava tra l' altro due resolutioni, una di esser contento di renderei sigliuoli dei christianissimo con quella ragione che rura stata osserta da sua maesta, cosa che sin qui non haveva voluto mai sare; i' altra che se tuita Italia, per uti modo di dire, a queli' hora che sua paternitharrivaSse a Roma fosso in Suo potere , era contenta, per sar bugi ardochi r havesse voluto calunniare che egit havesse voluto occupare, dirostituirsu il tutio uel suo pristino, et mostrare che in essa, nsi per
se, no per il sero' suo fratello , non ci voleva uti palmo pili di quello era solito anticamente possedervi la corona di Spagna, et percho leparole si accompagnassero con gli essetti, portava di cio amplissimo mandato in Sua persona da poter ri solvere tutio, o con it signor donUgo, overo con il Signor vicersi, se at tempo che tui capitava in Italia fosso arriValo. Quanto pol sosse qui it nostro contentamento non to potria esprimere , et parevaci un hora mill ' anni venire ad ossulto di qualcho sorte di accordo generale di poner l' armi, et sopragiongendo quasi in unmedesimo tempo it signor vicero, et mandandoci da Santo Stesano dove prese porto prima in questo mare, per ii commendatore Pigna-
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505DU CARDINAL DE GRAN VELLE .
losa, a dirci te mugitori parolo det monito, et niente discrepanti daquanto ci haveva detio ii padro generale, ringratiamino Dio cho ilpiacere quale liaVexamo preso per l' ambasciata dei generale non sosse per haver dubio alcuno, esse doci confirmato it modesimo per il signor vicersi, ii quale in sare intendere la commisiono deli' imperatore, Si consormava in tutio, et pol ci mandava a cortificare che niuno potria trovarsi con meglior volonth di mollersi ad osseguiria. Qualmente mo ne succedesse ii contrario, non si necessario durarmolla fatica in dirio, non ess0ndo alciano che non sappia te duri S-sime, et insuportabili, et ignominiose conditioni che ci furono diman date da parto dei signor vicero, non havendo noi posto dimora al- cuna in mandario a trovare et pregare, che non si tardasse a Venire alia conclusione di tanto bene; et dove noi pensavamo troVar anCOrmeglio di quello che ci ora stato dollo, essendo usanga di sarsi ri- Serva sempre delle megliori cose per sarte gustare pili gratamente non solo si riusci di non trouar niente dei proposto, ma tullo it contrario : prima non haver sede niuna in nOi, come se niuno con verithpOSSa pro turne testimonio in contrario, et per si gurth dimandarei lameglior et piis importante parte dei stato nostro et dolia signoriadi Firenge , pol somnia di danari insupportabili, a chi havesse havuli
carlino ; Voler che con tanta ignominia nostra, angi pili deli' imperatore restituissimo coloro, che contra Ogni debito humano et divino, contanta traditione vennero ad assalire nostra persona, Saccheggiare lachiosa di San Piotro et ii sacro pataggo, stringerne SenZa uia minimorispetio a Volere che ci obligassimo stretto mente di gire alia maesta Cesarea, sapendo tutio ii monito quanto desiderio ne mostrammo intompo cli' era vanio nul pili florido stato cho sossimo mai, et per non diro tulit gli altri particolari j volere che soli sacessimo acordo, non lopotendo noi sare, se volevamo piti sacit mente condur la pace universale, per la quale Volevamo dare questo principio, et cosi non si potendo ilSignor vicero rimovere da queste sue dimando tanto incomportabili et Venendo Senga niuna causa ad invadere ii stato nostro, haVendo 39
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nos in ogni tempo, et quelli pochi inest avanti, lasciato star quello doli' imperatoro nol regno di Νapoli, accadu la venula dei signor Cesare Ferramos a. ii quale trovando it signor vicero gi, nollo statodella Chiosa, sappianio che portasse tal commissione da parte deli'impuratore a Sua signoria. che se si sossero esseguite , non si sariano te coso condolue in questi termini ; et munire sua signoria volse sare duo cose assai contrarie instomo, una mostrare di non havor salto male di essor ventito tanto avanti, overo non perdere l' occasionu
mandati doli' impuratore, quali orano, che in Ogni modo sacesse aCCOrdo ; non successo ali' hora ne i 'uno ne l'altro, porcho sua signoria siti ovo gabbata che non poto sare quello che si pensava ; et tornando it signor Cesare con palli di sar trogua per otio di, sino a tanto chevenisse risposta, se la signoria di Venetia tu voleva entrare, quando arrivo in campo. trovo gli essurciti alle mani, et non si ando per ait' hora pili avanti, salvo cho non obstante questo successo, et ii CO-DOSCer Certo nostro , che stando sicurissimi in Lombardia et in Tos cana per te buone provisioni et insinita gento da guerra che ci eradi tulta la iuga, et che lo coso dei roamo non havevano rimedio ale uno, come la osperionga l'havova incomiticiato a dimostrare, maidoponomino dati' animo nostro ii dosiderio et procuratione dolia
pace; et in esser successe te coso cosi ben per noi, non haVeVamo altro Contentamento, se non poter mostrare, che se desideraVamo pace, era per vero giudicio et buona volont, nostra, et non per necesSila, et per mostrare alia maest, Cesarea, che si commando conbUOn animo, Conae credornmo, at padro generale, Che anCora chetlitto sosse preso a sua devotione, si rostituisse, quoi cho di isti s' i magginava di fare quando it caso havussu portato da noi, essendocosi in salto, io volevamo ess0gui re ci aggionse un' ardore eStremo a questo nostro desiderio pili lottoro scritio di mano di sua maesta CeSarea, et tra i 'altro duo, che in ultimo havossimo dat signor Ce- Sare Ferramosca et da Paolo d' Aro1go nostro ser ', te quali sono ditenor tale, che mai ci paruva di havere errato, se in sede di quelle