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lettere Sole, non solo non havessimo posto tutio it mundo, ma l' a nima propria in mano di sua maestu, tanto Si Sconglura, Che vo-gliamo dar credito allo parole che ne dico, et tanto eSSe parole Sono
plene di quella satissatione, di quelle promosse, et di queis animo
cho no i a noi non to d sideraimo megliore, et como in traltar lapace, Sino Che non eraVamo Sicuri, che corrispondentia si ora per havere, non si rimettova niente delle provisioni dolia guerra, costsi ssorganimo chiarirci bene, essendo duo capi in Italia, Borbono. et ii signor vicero, era bisogno traitar con uti solo, et quello Saria rato per tulti, overo con tulti duo particolarmonio, acci ocho se ci sosse interventito quello, cho h la colpa, che h data d' altra sorto ad altri. non sosse data a noi di poca prudentia, et havendo trovato choquolla sacolt, di contraitare era solo net signor vicero, Cene volemmo bonossimo chiarire, et non tanto cho sosso cos , come in essetto ii gonorato, it signor Cesare Ferrainosca, esso signor Vicero, Paolod' Aroggo nostro servitore ci dicevano, et eSSO BOrbone , non una volta ma mille o stato intuso dire so l' ora per obediria, et propostodi volor sare accordo particolare con tui, et ricusario, et asserinare che a quanto apportava ii signor Vicersi non saria roplica alcuna. Hora su sacit cosa, et sar, sempro ad Ogniano a dombrar con spetiedi virili uti suo disegno, et non te polendo condurre Virtuosamente .
ne ali' aporta tirario con fallacia, come venglii donde si voglia. choci paro essere a termine, che non sappiamo indoVinare donile proceda) ci par esser stato satio a noi, ii quali si vultu cho lutio diligentie, che si posSono usare di non esser gabbati, sono state usato per noi, et tanto che qualche volta ci paruva essere superstitiosi
et da meritarne riprensione, porchsi havsendo it testimonio ot dilutiore, et di boca, doli' impora toro dot buon animo suo, et di che Borbono obediva ii signor vicero, set a cautela dando sua maest, a Paolo lettere nove sopra questa obodionga dot vicero dirotto adesso Borbone, et facundosi ii traitato con it potor si amplo di sua maesta, che doveva basiare, et havendo Borbone mostrato di rime terci in tutio at vicero, ot contentandosi pol osso di venire in
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potor nostro, sit una facilita tanto grande a tirarci ai stato dovo Siamo, che non sapiamo gili che modo si potra trovare pili al mondo di crodoro ad una sumplice sede di uia privato gentillivomo, quando osson locono qui intervonuli mille, ci si riuscito a questo modo; era per non cercar altro che sare i salti proprii molio piu locis o ot sa-cile a noi, Songa incorrere non solo in infamia di non servator dis ede, ma ne anche d' altro usar dolio occasioni, cho la sortuna ci ha-vova posto, di starsi sicurissimi in Lombardia, como si stava, chomai non veniva Borbone avanti, se l' osor ito delia lega non si sossorasse dilato per la secreta pratica angi conclusione delia pace, et valu-iosi di quolla commodita lo seguitar la guerra dei reame, et da dii o tro sorioggo impol levar lo tutio, et pol andare appresso in altriluoghi dove si fosse potiato sar danno et vergogna alla maesth Cesarea, et stando nol Saldi in compagnia dolii cons odorati rondoro
iiiiii i dissogni suoi piti dissicili. Ma paron loci cho it sorvitio di Dioot la misera christianita ricercasse pace, Ci proponemino a deporreogni grande acquislo o vittoria che s Ossimo stati per havero, et os solidoro tuiti li principi christiani et Italia senZa saper quodam modocho havor in mano. Ma assai ponsavamo havere, se l'animo doli' imperatore era tale come sua maesta con tanto evidentio si h ssorgata
darci ad intendore, et molto poco estimavanio 1' ossensiono dogli altri principi christiani, ii quali de ii a molto poco ci sariano restati molio
obligati, se fosse Seguito quello che tanto amplamento sua maestaci ha con mille argumenti replicato , che saria accordandoci not seco, per rimetiere in mano nostra la conclusione dolia pace con li principi christiani; et se alcuno volosse pensaro che sossimo an dati conaltro obietto, costui conoscendoci non pilo in cosa alcuna pili mos traro la malignita sua, non ci conoscendo, et sacondo diligonga di sapore te altioni dolia vita nostra, trovoris cho h molio consentiente cho noi non habbiamo mai desiderato, se non bene, no operato Senon virtuosa mente, et a quello sine posposto ogni altro interesse. Et se hora ce ii' o successo malo, ricevendo di mani di nostro signoro
Dio quanto giustissimamente gli place con humilia, non si cho dalli
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huomini non ricoviamo grandissimo torto, et da quelli massimo, cheso bono sino ad uti certo termine possono coprirsi con la sorga, et dis ubi dionga d' altri boncho quando si havesse a discutere si trovaria da dire assat hora et uia peggo sa , et per honor loro, et per quello chesono obligati secondo Dio, et secondo it mondo, si potriano portare altrimonti di quolio che sanno. Non fiamo entrati nol traitato satio pol a Firongo con quelli di Borbone per mano dei signor vicero, et pol non ossemato, perch si non Volemmo parere di havor tollo as sonto di sare invettivo contro a chi si stato causa di traliarci, ii quali
Dio giudichi col suo giusto giudicio, d oppo la misericordia dei quale
verso noi et delia sua Chiosa non speramo in altro che nella religione, sede, et virili doli' imperatore, che essendoci noi condotti dovesiamo per la opinione che havevamo di esso, con it frutio cho spella a tui parte, ci ritragga, ci ponga tanto alto, quanto Siamo in basso ; lalla cui maesth aspoliando dolia ignominia st danni patiti insini tamente quella satissaltione che sua maesta ne puo dare equale alia grandeχga sua et at debito, Se alcuna Se ne potesse mai tro-vare at monito, che bastasse ad una minima parte, non intraremo osprimundo i particolari a torre la gratia delli cho dovomo sporare cho haverh, et che ci mandaro. a proporre, dicemo bene mettondosial pili basso grado di quello che si possi dimandare, et cho h poresser pili preSto VergOgna a Sua maesta a non Concedere pili et a nota non dimandare, che parer duro a sare, che da sua maest, dove riano venire queste provisioni. Cho la persona nostra, dei sacro collegio, delia corte, dei stato tutio temporale e spirituale Sia restituito a quel grado che era luando surono saltu lo indutio col signor vicero, et non ci gravare apagare uti danno dolii obligati. Se alciano sentendo si burtava di noi, rispondemo che se te cosedi sopra sono vere, et Si miravi glia che ci acquietassimo di questo ha gran ragione, ma se te paresse da dovero strano, consideri conche boni, lo giudica, o verso Cesare, o Verso nol; VerSO CeSare, Cheogni voltu che non si promette di sua maesta, et questo, et mollo piu
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che iniquamonte ci vuoi detrarre quello che niuno mai ardiri a sarbonamente, usi si deve guardare, che Siamo qui, ma come ei Siamo, et che si pur meglio sar con virili et giuditio quello che il lumpo ad agni modo ha da portare, se non in vita nostra, in quella d altri LVIII.
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de droit, et coulx qui te tiennent captisti se advolitient a votis, et celluyqui te garde a eslsi et est l'ung des principauix cappilaines diiquet
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chosus, a te Sinoing. Et polirce que, Soliba umbre de la publicationdia protondii traici si de Madril saicte lily encoires estant prisonnieren Espa igne, plusi eurs Vog subjecta et plusiours de covix dudit si our