Il theatro de' vari, e diuersi ceruelli mondani, nuouamente formato, & posto in luce da Thomaso Garzoni da Bagnacauallo

발행: 1585년

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AL CLARISSIMO

SIGNOR

Gentil'huomo Venetiano. OT ABILE risposta se quella,

osseruandissimo Signore, ii Thomistocle Athenies , quando, di- mandato qua voce piu gli osse a grado diidi nel Theatro quella, rispose, di uno che celebrallegii honori, ei pregi, alia sua vir- tu conformi e conuenienti. Onde io, considerando,che simi desiderio Sinnato per se stes ne gli animi heroici di iusta, e conueneuole gloria cupidi, comeson quelli de Gentillivomini, Gignori, horagioneuolmente giudicato, che in quello ancora di V. S.Clarissima regni riste disio .c'han gli altri, eche te debba esse accella nel Theatro intona voce

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die despiti tost o nota ad Alessandro, che j reca bal-

cuna sorte ii honore, mirando, quanto piti graue materia, epit grauemente traitata per dedicaria a suo

nome illustre mi si richie leua . a stipendo al-l 'altra parte chei sipientissimo Licurgo cce una legge, chelli liuomini offeris ero piccioli sacrificii ii Dei

immortali, perche consideratia, che etsi non haue uano riguardo alia splendide ZZa delic vitti me, messet mente alli animi diu oti, e pii de' sacrificanti. mi sonrisoluto d'offeri questa opera mi a cos humile, incita a V. S. Clariis. che uera mente Pallassem hi anga d 'via

Idolo, di gloria e di virili quanto diri pessa adorno; sperando,che, doue ii soggetto manca, esto stiles sit;

plisca a cognitione deli animo nato, tutio a quella per mera elettione singolai mente diuoto E, do uelo

teuot meglio implegare' ucsta mi a picciola salica quanto in effa, che per nobilia di patria, di parenti di famiglia r c pia di virtu, dirichea Ze e d 'honori Esplendidissima a par 'ogni altraici sona sic gnatata Ma lasciando da parte beni di fortuna, i quali, siebeia furori da Solone lodati, quando sono acqui utati coibuone alii come sono state te richea a della Famiglia Gargona, non limeno in seselsi non han pei fettione alc una a rendere alti ut come immortale

pre mon do. Et, ragionando solo de' beni delat,nimo, ne quali posse Crate Filolioso a ragione delvero bene essentiale, o dico . S. Clarissi. hauerne didi colesti a parte, che non solo puo chiam arsi contenta, in si ea de ma aut gliosa a sucie sa, porge a

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gli altri natiosiorata inuidia. I in sti moto glori. is di eguita te elici orini delia Cirtu sui. La genero it deli animo sublime a pruden a discreta a cori si modella a benignita Hibile, i piaccri honesti,

da genti l liuomo che reia dono, sic condo Heraclito Pontico, a natura magnifica, ira loro contendo no,

qua rice ia aggior dominio nullo spirit illustre e nas animo di quella e moni, chi discerner post aanc ,ra, doti tanta vittoria in chini, e chi portita palma di tanti honori diuinamente. in ellii accolli. a

per non parere aliora uia Timagora presibam alio, o uno Aristippo adulatore pre ab a Dionitio, et toros deiiderio, chea guida di torrente corrcndo tu ori sti per allagar delle sue odi particolari questo gran circo itidella terrae e fra tanto pregarolla arice uer corte emente questo mi placii, do o primitie acerbe si de nato fragile in gegno ma perior Zad vigore animos , maturate in modo, che, non essendo per altro degne di veniris elle sue inani, comefruttistior li stagione con nouita di Magia prodot-t , recheranno sorti diletto , e placere ali' animo suo con 'appar 2 loro osteriore curios, e bella. E perche o non oglio citer Susieno inest estis, conlocarni ni, imitar crimi e che ammirata, suo parti, quantulaque dii bi iras, come formos simi hauro

per singola fauore intendere,che que lisse ne Ita compi aciuta, achesi presente mi si stato giudicato almen degno deli 'occhio, se non de giudicit, di V. S. Clariss Olire cli4 spero come tuiti gli scrittori

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ri di tal speran et si nutriscons che sors la materia, esto stile si amputato pressi, a ei di merito maggiore,

che non utene appreχχato dat giudicio nato Ilche se autene, po tr allegrarini in parte di non hauer dormito it sonti,d 'Epimenide, ne dilauer imitato tiroci di Penelope, che statiano otiola: mentre gli altri solio Troia combalteuano, edendo questa mi a d

bole tela purcon qualche fatica testiua presis alisio gentilissimo ignore accella, e fauorita in i pili grata sicurea et a prender da questo di fuggire i dentidi Zoilo, eda lingua mordace di Archiloco, e conseruarmi, all'opposito d'Atheone, da' morsi de cani, iquali hanno agit Zetato sempi est denti rabbiosi contra questo, e queli 'altro compossitore. E cosi,coniiuardire,ini porr ait 'impressi di scri uere vigiorno co- se dileipiti degne, ben cheiosi a come sicuro consa Ie honore agglonger 'ali a Dedalo, dumenta lepenne a cauallo Pegaseo. Con questolacio la mano di V. S. Clarisis. elepregoogni felicita da N. S. Di V. S. Clarisi. Humilissimo Servitore Tomaso Gargoni.

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ALL AUT TORE.

e glosi e , Ne marmorei Theatri, η, no

Sirene ν

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DI FABIO STRO ZI.

Toro

Trema Coctilo, Ido socii Letheo: Chel Gar ii, cinio soldi mos, i campo Cedendo a grametakrda tu la accori . Vena contra di Ar te Alva ou Tanto terror folcon a lingua Nortata, Chelpi bravo cemel cercando et scampo,

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IL THE ATRO

DE VARI, ET DIVERSI

CERVELLI MONDANI

I ritrouano a uui at noudo dici alta persuasilua di lor med si mi, d in istimativa o si grande che, ostr l, occa riputatione , ch stendono di fori, per la quale cami nano pii superbi che Pavoni, e pluch Aquile alteri pigano iliolo, anno drntro nest an moimpresse et u colat pensiero, he nonpossa cosi euolnienteriti ouarsitan bel eruesio, imite a loro es cercassi da olo ast altro, primi fumo est rem termini de a terra, pare a soro che non et laeti par loro d)ntesietto , sapere, euel modo di rege si e go mar sit, tanto suo ast itati, dasta propria istimatione, chelli rende. presso a tuo nimia 1i, et eramente Hosti ridicolosi. O grau miseria, m infelicita di foro, che, menire 'er- uo da si flessi a stari si eminente e sub me verissono

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u Theatro

si mi mamente te auso per i liuolo di

e de per chlamaua se de Re compagno desie tolli, fato o

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DA Gargoni.

Iontione tali animi loro . t m ho res questo carico ali sta di co sudore i feri, inaue luti erues, a fimameta: e dem et nostra, e porre nos ecchio inau alli occlia ques particolai mente, che presumon tanto, in cui mirando Iob no edere la disso mitis, e bruti channo in se Bessi, e presso agit altri mentrossi reputano is a d j. mira ossi erues delmondo, co- me uente sanno . Et perche te se noste , menti eis ongon appresso i una ast astra, ostrano si chiara L loro opposii. on comeda luce par si chiara appresso a teneo. lases e Aa inan iam ruite a tio con questa agis pensato di d orrere genera en

cognitione de a. propria perbia, arrogan a Dio mortale, quanti erue i no a mondo ito non o ac se tanta d uersita d humori, o CaprICCi s nature, o Ce ties, come nominar si Chamo, potro consus icien a determ nare se non cerco Un erue o maggior de m o,

O che si misto est impresso te, idea di quela tuitigii altri masa compsi et ita, io tenter , coissi desole infermo come ono. At sim impres, via petu tentata de a vera, se ma loro determinatione ico parole orgraui, or mediocri, hor di pia euole ami

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care, is for di questa ombrose flua, a uiaris,

t i erutas generalmente desie lodi, e de lassimi che sit conuengon foro. Per dare principio unque, dico, te fasciando nardi ratiare de certiol in uolga ui se che, faueltinoi filo, , eis i Medici, i quali, confiiderano A Uberue L come membroprimo Oprincipale dolia vita fumana , case de Lauima rationale, instrumento, e principio Conside di tuti te viria animali, come . con siderato da Galeno

G leno i ve primo De regimine sanitatis uel f bro che d. ii l .'' mixtu mento pulsus. Et fas ciando Ha, di traita,

ne tu que a significatione, nesia quale per 'ing gno humano solamente econdo I qua significato disses.

in qu erue ossia siccisia os . intendendo re i ce, . 9jό l ni gno, volendo agisnarne tu ques partis A significat si , ne qua communemente si prende iis,

dos hi turti' lusio a Italia, per u certo naturale humore, o

disiderando chei popolo Romao hau spe vis bis filo

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