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Jessa con incredibile for , ardimento, Dialore. Ναι soco I valor de magnanimo Re France . imo iratone a laniata infelice di Taura, si celebrato dat diiuno rio lotan que versi. O ii Re lcte quante ancie, e quante Jade H in toguintorno Ae animose into,
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ne albile esse istὰ parti lari, chefouentea compagna nolluator militare, mela conchisem mente ut omΑhhibi mendatore Annisulcaro in uesia O ne se bicas , ik in uolgata ei a se a Re cnrico, oue dicet; .eo di ritu igi, at alet incrior TO' Augist inuitio, a loriose Henrico, Come di Christo amico, Conda picti con honesta con Larmi, Col Leua tali oppressi, funirgii nisi,
Non o bron , oco marmi, Si asacrando simulacri, ei lcmpi
O R discor, iam a uanto de ceruugi Go- mali , siegri, che tengonos boleata non medio re comi quaeli, e riposati essendo I siegre qa una quiete, sin, oso dest animo da cure, dape, eri trauagiis, e grauipropriamente, comed, ono i sui. Vostrano quest lieti, e iocondi eruelli, quas et i reno de Ciel, , fronte seriore, come ne Core inter nou schiando in siem resi modesti, canti algegri,gio chi piaceuoli giocondi partiri, stasseeuoli novelli, e gesti, altis grati es globui, he gli animi niuersali dello contento , e placere immense, mirabilmente restano impressi, m ammirati. Vonpuo annarsi conatu staragione , quest allegre a tale jurche non a dissoluta, . immoderata e che non fas termini dest hone 1'
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pose in spe u omni bene eda omnia licita di questa
me, et oluttario , per dat si tutio in reda a fit nati placeri di quesio corpo A signa sola/mnte, che issi Piris, si gri , e loco id fermino I modo, e fa mi sura, m a compagnino os decoro e con a viri e Voria legri , he fouente mosi, an Per qu so fera I Heracli
gre V, e vii ac ita cluea monte di que o. Ha uonis me conditioni in se nuci ci , algetro,sercle et ue 'i tibiam si longam nte, quanto pius manti ne in Legr.
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ab hago limento infinito nesi animo ; non a timore dipensileri nolosi, e Hraui; astegra gli althi con lasea ais grii, disia si 'triti accidi i consolaci mal inconici scin somnia doueu siegre a , ou una grandionia
parte di felicita mondana. uindita chellus pru-Vineap dentissimo, appresso a Homero ripui. felici mavisa p. 4 nato d animo allegro recitando I pare suo inan isse, Re Alcinoo , in que eis, ne quali paria detna vita
nimo alle honesta conueniente algo fiat ignorit . Certe ego non dicam quicquam iucundis uam cum laetitia capimur, pulpoq; dolore
Conuimae accipiunt iucunda per atria Cantum a.
sint m uini medes Mamente fasti fritto Simon de Poeta, rallegre che non sprebbe a meiter per siderabile que ata cheio se priua assatio delial egre a e dei placer . Di Filemone sile rae che pregauai Dei di quatre co-x' ''p' si A busephua, sit sub j di non hauer debit id poter far' dei bene di tuer lieto. Per questo Pindaro Theia Thob ho an tuendo a Hierone Tiranno di Siracus, di e . legre/za. Non ti priuare o Hierone de dileti in tutio .perche illiuere sigro, conflato conueniente at hvomo. Antisthe Antisthene si distorrendo intorno alia uoluitays h. dest animo , la sene numero de beni, aggiungondo i pur che a aD se non induca pentimento. La onde i quest'a igne asta, e quella iocondita sara commendata , he non sit me, chiata collitii; a compagna de ia virtu. Per questa agione i Poeti antichi , dipi ei do
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do venere Dea de iacere, laesi infro ou due candidi Veneres imi igni appresso,nescant de qua ignificarono i au dii ita adi ne colore auido, ediano la purita iri ori , honesti, e gentile , he gli deue esse, compagna. Perquesta sessa agione Pit ora assermana, he Gioue i h quese, come dice Giul: Firmico P prologo eccellinteo :
uor e con uaturale proprieti ceruesii siegri e grocondi et aetna viri armonia Un temperamento deI'ani
mo communemente ceruus faceti hi non uede chiara c. iiii ,
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non commondat urbanita di Cras ' Ahinou, ioni V libitation ut tuiti uolgi, hanno na certalia eua inserta in loro facilis ima ad acquisi, agratia altro Godon questi tali ratiosamonte a virlia Eut rapelia, cosi da Aristotile uel quarto diu Etlica ad limandata, conia quale tisano te se tot se e da scher o, a nata
certa quiete , Navi et certosia o e contento , massiima mente de gli animi serui. Qui sono veri Eutras i , econdo Idoti, uerro nes commento decimoquintos qua loci VI Ethica see non questi cerussi, fac evoli, e fa eo post in me osia Bomolchi, io i mordaci , est ago graci, is , insipidi ego .con tali nomia mandati a tui limostra iunce, uel faceto commune nente in inque o si nesie ten , detri, ne prouerbi, ne moti nos se, ne concerti ; Nesie ente. come tal hor id mosir Diogene, chlamando tricchi ignoranti pes come alla lana torosi agiouentu besia, a vitiosi; tu Prouerbi sontus albergo fabriato da n bruti forestiere. Vesrouerbi, come que faceto ceruulo che disse prouerbio, mente Is o litore i uale mormoraua de vitii de modo, nisu diti, helpsce comincia a putis dat capo diptu, he tale . Ac nota, quale la gnora Ne morti, come ueldi Filo peno,i quale, essendo in una cena, δευε era di fruitori portato in auolapane egro, dispe,facetam . mente molle glando lsignore; Di gratiasignore non nefa; teportar molio,acci. e tenebre non auo in ilum . Nel
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fece intendere , suo immici, hesi perseuerat auo far a salteria si prata a Caste mi, gh ancora thaurebi fati alla d se erata ponendo istosco phale balle deli a milliari, et arandole a que a mansera. Concetiosa fio Concello si que ou Lui1 Groto aurora , quando hi locialia sua uicio odonna di doueri clare na fauciuilina sua gent Mente ''
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DE' Cervelli Arguti Discors V.
On mancano dolia debita fode , que ceruelgi, sequali communemente chiamiam ceruolgi a
ma gli arguti per I contrario anno pio stillic ata estaceuole a. consile Largutia o donariamentesilia ne e sese Me nostro. om nereFn pisci Cato Leho Romano,i uale, spondo nato di noluistis angue, dicendosi nonato iba a Tirpe, cu indigno de uolantichi iris se, in certamentes digno de tuor, morte glando per opposito argutamcnte 4 dis, cympio
sta I sere argutie, si orie, he nitorno incontrato alas Araiare in uncerto comiter dr morti, da a uni citradini ignoranti, chesia uano deleta sua obtudine esia si per se dimandato che cos aceu alliora,risto e. I. Mnesi co morti, intendendo di loro quali,per in pn
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ca, rispo e con que versi volgati. O tu , he noti a nona figura , F si da meu , he a sua antecedent cia, radippiata luas sequente , Pad ultro nona a fatio a naturata intendendo per a nona figura, a lettera est fabello chlamata I che la pii picciola d tuite, notata in tui daquei tale. per la ι antecedetrita nota iratione, hiamatas moti grando colui che non et a situ H. e serta se sequente intende La coli ad oppiare desta quale Atratio aluo=no,ch nonfosse buou da altro che a seruit ciet corpo Gilib. I cano questi eruesti arguti agi a col
De' Cervelli accorti si uti trincati Disc. VI.
iurati, i quis ritengono in loro ues na imagine, nas militudine de a pruden
sumana persuas anco da e secre lettere in uelle paro-
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viis..Αh MM roue u icitato te cola era a de remis In usa parae astuti Visn comedato da Homero, Annibata, serio te a Plutarco Guguria da Salustio e Sertorio Romanoda Veseris, da serui ad emet magnificato, Ea qualcos, Petrarca celebrogeti et ancoralaionna flua dia pinge dola astuta et accorta cotri dardia Amore, in qui Iter tuo. a i , emi pieta nona solo, α,,