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il debito, b pid; et se alcuna casa auan- aera dapsi passati ii sette giorni, et signoria deue fac restituit a colui di cui su et studo vendulo, set haveri adimpito rami sa; et ζ et debito monta pii, che ii danari, et Signor li deue sar pagar pro rata
portion de cadauno. Et se accade che colui che ha eonsegnato 1 vender ii suo seudo per rassisa per debito cognosci uto, bprouato in corte , si asconde, et non Vi ea in corte per ad impir passisa, b ς' et sari in
corte, et non vorra far et sacramento pre
ditio, et ad impir rassisa, per questo non mi par che debba restar de effer vendulo et studo, da pol cli' et debito si a cognosciu-to, o prouato in corte come si deue, s' et non ha altra cosa da la quale si a pagatoditio debito, per che vi ε propria assis acti' et seudo si pub vender per debito confessato, b prouato in corte, se colui che loconsessa, b verso it quale sia prouato, nonh1 altra eosa da la quat possa pagar, ecce t-to da la vendita dei seudo. Et vi ε vn' alte assisa, che debito consessato, b pro uato in corte deue effer pagato infra set tegi orni, & et Signor deue eomandar et debitore che lo paghi infra set te glorni; &se infra et termine non to pagara, & et creditor lo far a saper at Signor domandando che li se i i Vagamento come si deae per r amisia , et Signor deue far prender elseudo Hel Gebitore, Sc farto vender, ita ch e ii debito si a pagato. Et pia che ledit te assise son tale, E cosa chiara che ilSignor pub far vender per l' assisa it seudo di colui che consessa it suo debito in
corte, b contra et quale sia prouato, Pelnon pub recuperar tanto de te sue cose non
seudale, de te quil sia pagato ii debito, an cor che colui che deue dar et debito si asconda per non ad impar l assisa, b per altra cola, b chel sia presente in corte, &non voglia far et iuramento, & ad impit irassisa; che se cosi non susse, te due assise
non saraueno miga offeruate, anci saraue
satio et diret to contrario, pol chel seudo non si vendesse per debito. consessato, bprouato in corte, . se colui che rha confessato, b contra cui sia prouato, non locon segnasse a vender, & non facesse et si praditio iuramento a la vendita dei seudo, seudo non saria mai vendiato per debito, se non volesse ii patron dei laudo, per chenestano non Io potria far consignar per vender ii suo laudo, e et volesse; & se nonio consegnasse , non patria ssor Zar altri de far et ditio iuramento; per ii che non saria mai vendulo laudo per debito consessato, nὲ prouato in corte, se non volesse et patron dei seudo, it che saraue contra lepredit te assise . Ma per che te predit te assise deueno effer tentate, Sc mante nute se
me, te quale non mi par che passano e Lser, Pel Signor non potra sar vender ilseudo secondo l' assisa, per debito conse D
sato, b prouato in corte, b ita consignato a vender per r assisa, b non, se attracosa cli' et seudo non troua da far venderdi colui elie si a il laudo per pagar il debito, parmi che se ii Signor incantar, vender, & deli urar et seudo per pagar et ditio debito secondo l' usaneta di seudi chesii vendeno per l' assisa, che la vendita hvalida, & colui dei quale sara cosi vendulo it suo seudo, nὴ li suoi heredi, non potranno piu recuperar et ditio seudo, perche per rassisa, b rusanga di questo Rea- me, se uno homo che ha seudo more, quel suo herede che havera et laudo hobligato de pagar et suo debito, Hel debito det morio si a sta consessato, b proua to in corte in vita sua, b d apol la sua morte come si deue. Et se ii suo herede non to paga, & il creditore, b si creditori rechiedeno at Signor che li flacci pa-gamento come si deue per l' assisa, & et Signor comanda at herede dei debitore chetlen ii seudo, che si, suo, di pagario in spa-cio de set te glorni, & lui non to sa, et laudo di quel debitore at parer mio ,
deae effer vendulo secondo rassisa, pecpagar il ditio debito cosi ben da pol la sua morte come in vita sua . Ρoi che l' ha confessato et debito in vita sua, b che si fiasta prouato debitamente, E cosa chiara chel laudo deue esset vendulo secondo rassisa, b i'usanga dei ditio Rea me, per debito
cognosci uto, b prouato in corte, ancor Cheil debitore non faccia et iuramento pre
ditio per ad impii l 'assisa, per che t E co- si certa cli 'el morio non pub ad impir i aD sit a per et iuramento sopraditio, nε per questo resta che ii seu do che in suo non si avendulo net modo sopraditio, per pagar ilditio suo debito. Et non pub restar per iustitia secondo rusaneta, b I'amisa delRea me, cli' et seudo non si a vendulo, comeditio di sopra, ancor che it patron dei seu do non flacci et preditio iuramento per adim-pir I 'assisa. Et se alcuno homo, b donnache ha seudo, ha cognosciuio ii debito in corte, b negato, & li sia prouato co- me si deue, ik lui consegna a vender ii suo seudo per et ditio debito, b se asconde dapoi cognosci uto ii debito in corte, & il Signor riceue ii suo seudo per cognition dicor te, b attramente, lo incantar per venderio ne i modo preditio per pagar ildebito, 3c colui de chi e ii seudo more auanti cli' et seudo sia vendulo, non lassiando herede, at quale possa, b debba peruenir et seudo, eccet to et Signor; a me pMre che quel seudo deue effer vendulo per pagar et ditio debito, se ii Signor non pa-ga et creditore, ouer come lio preditio, se non si trouasseno tante robbe di colui desquale su et seudo , che si pagasse quel debito; per che pol cli' et patron dei seudor ha consignato in corte per pagar ii dir-to debito, ouer cli' et Signor rha receu ut oper
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per cognitione, b termination di corte, ni alto incantar com' preditio, per pagar et ditio debito, parmi che non de e restarper la morte dei patron dei seudo, ne perche si a peruenuto ad alcian di sucii heredi,h 1 tornato at Signor, de venderio per pa-gar et ditio debito, se colui at quale Eperuenuto et seudo, b et Signor a cui elseudo ri tornato, non paga et ditio dehi to d'altra parte, b se colui de chi su et
do, da te quale sit pagasse; et, che ii seudo su obligato in alcuno de ii preditti modi per pagar et debito auanti cli' et suo patron morisse . Et se colui che hi seudo, Scha cognosci uto debito in corte, b lie pro-uato in corte, more senZa heredi a qualiel seudo potesse, b dou esse peruenire, &Jui non ha consegnato vivendo et suo seudo preditio se con to rassisa, per pagar et debito preditio, & et Signor non rha re- ceu ut o per termination, b per cognition, is per et parer de la corte per fario vemder, & pagar et ditio debito, et disto seudo at parer mio non deue esser vendulo
per pagar quel debito, per che egli ε ri- tornato at Signor dat quale si moue senZaeger obligato in alc uno de ii ditii modi kpagar il debito, per che et Signor non hobligato per rassisa, b rus anga det Reamedi Hierusalem de pagar il debito cli' et suo homo ha cognoscitato in corte, b chelisia prouato, ancor cli' et fetido di colui elie haeognosci ato ii debito, h a cui si a prouato in corte, ii si a rit ornato per ester moriqsen Za heredi. Μa per rassisa, o rus angadet Rea me, et suo herede che ha li suoi heni ε obligato de pagar il ditio debito. Et pero tib ditio di sopi a che ii seudoche perui en at herede deue esser vendulo per r assisa per pagar il debito, che coluidi elii fit ii seudo ha cognosci uto in cor- te, b che li sta sta prouato in corte chedoueua dare.
CCVI. 4uando li creditori i quali hanno it credito cognosci uto in corte, b pro-uato come si deue, voleno esser pagati diquet debito, colui che vorra effer pagato deue venit in presentia det Signor in co te , k domandarii che ii Dcci pagamento coni'e obligato per i 'assisa come de debito cognosci uto, o prouato in corte, de taldebito cli' et tale li ha cognosci uto in cor- te, b de tal debito che ha prouato verso et tale in corte, & Io nomini, & dica ildebito; Sc et Signor deue responderii desar volunt tera quel che deue per cognitione , b per ii parer de la sua cor te; de dapsi deue dire a la corte che quella cognosca, o dica ii parer suo che deue fare;& Ja cor te at parer mio ) deue auisar et Signor in questo modo; chel mandi a citar per tre de li suor homini come correcolui, b colei che ha cognoscitato et debito in corte, chel Vegna in presentia sua a
hora nominata, b a termine nominato, apagare colui at quale E debitore dei ditio debito quel che li deue dar; & se li ei ta-
toxi non to trouano, che lo dicano a te
persone di casa sua; Sc se Viene, quando lara, et Signor deue comandario de pagarditio debito infra set te gloriat a colui, δὲ colei che lo deue dare, is a li comandi suo i; Sc se non to fa infra quel termine da pol ii comandantento det Signor, Sc et creditore vien auanti ai Signor dapoi lis et- te gloriai che lo comandara et Signor, δί
mandb insta et termine de set te gi ni, Scli set te gloria i sono passati, pregando, derechi edendo che ii Dcci pagamento di quel debito come lo deue fare per l' assisa; ilSignor deue far citar nel sopraditio modo et debitore de venit in presentia sua a te mine nominato, Sc breve; 3c non venendo, se rh, ne la Signoria di quel Signor
altra cosa per vender che ii suo seudo, ilSignor lx pub hauer, Sc la deue far prender, Sc vender come pegno expedito, &di quello pagar et debito cognosci uto, ciprouato in corte; se di quello non po-tra pagar et ditio debito, & il debitore non ha alti a cosi sua de la quat si possa pagar et ditio debito se non det suo seudo, & lui non vi en in corte a consegnar i suo seudo at Signor a venderio per passisa per pagar et ditio debito, b se ii Signor lo fa citar, & lui non viene a lacitation, & il creditore rechie de at Signorche ii Dcci pagamento coni'ε obligato )del debito cli' e sta cognoscitato, Sc prouato in presentia sua in corte, 6 che li fac-cia quel che deue fare per l' assisa, b rus anga di questo Rea me, et Signor li deue dire in presentia de la corte, che per chenon vol errare verso alc una de te parte,nε far costa che non si deue, tui ε pronio far tiatio quel che la corte cognoscera chedeue far, 3c cq mandar a la sua corte cheli faeci ditia cognitione; dc la corte la de-ue fare, & deue cognoscer, at parer mio, chel Signor deue far rece uer et seudo diquet debitore, b debitrice che ha cognosci ut o ii debito in corte, & con gnario arincantador per incantar, dc venderio co- me se incantano i fetidi che si vendono perr assisa; & dapol la ditia cognitione, et Signor deue comandar che sia incant ado ilfe udo ne i mo Jo de chiarito di sopra, & s'el
patron, 5 matrona dei seudo non Vengono insta et termine de te ire quarant ane,
che ii seudo sara incantado per deli urar,& pagar, b far pagar et creditor it suo credito che ha cognosci uto in corte, bche
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li e sta prouato, quello che li ha pro uato in corte, ouer contentario, ita che ilfeudo sit suspenda da la vendita per lui, bdire cosa per la quale et seudo non debbassier Vendulo; il Signor pu6, 3c deue sarventer et seudo per te ire quarantane chesara incantado in tre citi 1, si come deueesser incant ado et seudo che si vende perr assisa quel giorno chel seudo si deue incantar per deli urar, et Signor deue esserat loco che fece cridar di douer deli uraret laudo, deue far incantar quel bior-no in quella citia, che lε, do h tre volute, & die et loco, ne i quale quel seudo si deue deli urar, & a che hora, & quella hora deue esser la, & hauer quanti potrade ii suoi homini, & r incantador de laterra, & far clidar do, b tre volte et dit to seudo in sua pie sentia, & de la corte,& quando montara et flaudo quanto pOIra, deue far dire te ire mute, & quando te tremule saranno dit te, l' incantador deue de-li urar la bachetta che tien ne i incantar delseudo at Signor, & pol et Signor deue dire a colui che havera offerto piti; Vi nauanti a re euer questo seudo incant udo secondo agi a , per el quale υος hauete of
rira piu, deue responder at Signor; SL Imr, tali δ ii vero che io tersi per que-so seudo pik de alatino altro, oeso Istpronto de pagar tanto quanto ostersi , i fare les ire cose che ii studo e obligato, se lacor e termina, cognosce che la comprita
re, o mei heredi tu perpetuo , per chenou vedo qui presente colui , b colet , di
la sosra corte la diit a termination I et Signor deue comandar P la corte di saria. Et a me pare per te rason sopradit te, chela corte deue cognoscer che la vendita Evalida, & la compi ita deue esset stabile ii colui che ha comprato et flaudo, & a lisuoi heredi in perpetuo, & cost sara per fetia la vendita come si deue, le predit te do assise te nute, & mante nute, ferme, & stabile, at parer mio. Et se coluiche comprara et laudo in alciano de ii pre-ditti modi vori k fare come savio, subito chr haverΙ receuuto ii possesso dei ditio seudo offerisca it stio homagio at Signor, &faccialo rece uer s' et vole, per che et Signor li sera obligato de sede, Sc egit alui. Et se alc uno lo voria metiter in lite per quel laudo in alcim modo, et Signor sata piu obligato ad alutare, & defende to per rason; et Signor deue rece uer l'homagio di colui che compra et seudo in
alc uno do si preditti modi, se tui si offeri r di fario com' E obligato et seudo; perche quando se vende et seudo in alc uno de
li preditti modi, et pation dei seudo δquito de la sua sede che deue per quel se Udo at Signor per i homagio che li fece perquello; per che Za che l' homo perde et surseudo in tutia la sua vita, . b lui, b suoi heredi per rassisa, b per l'usanaa, b per termination, b per cognition di corte, egit non e piu obligato de sede at Signor perque I seudo che te niua, & per et quale lihaiaeua fatio homagio, ii Signor a tui;
per che se alcun homo, b donna consegnati suo seudo a vender per debito cognosci uto, b prouato in corte, & il seudo se incantara cona' δ preditio, che si deue iti- cantar et seudo che si vende per rassisa, & colui che lo consegna se asconde per non Venir in corte, quando et se illo si deue vender, per non ad impri' l asi ista, b per altra causa, et seudo si vendera per pludi quel che sera it debito , & pol vienea uanti ai Signor, & domanda quel che i liam a se in sua custodia, oltra it pagamento de ii debitori da la vendita dei fetido, et
Signor li deue responder che tui fara V lunt tera quel che deue per la sua corte; Sc quando ii domandara in corte dica et Signor; Io nou intendo ouerui restitu irq ue-
ὰ la cognition de iis corte. Et a me Pa. Cche colui che domanda si danari, non pu odir cosa per la qual la copte non deue co- nolcer che tui deue ad impir l amita, laZgando it iuramento che li fa per ad: in pirrassisa quando ii seudi sono venduti si cona epreditio, auanti che recetia et resto de Edanari che domanda al Signor; & quantola corte havera cognoscitato questo, et Signor li deue dire, & rechieder de ad impiri assisa, Sc volendola adimpir, deue far ilpreditio iuramento, & faZZan dolo et S1gnor deue farti restituit senaa indugia auanao de la vendita dei suo seudo, d peel pagamento de quelli che doue vadar, che smono pagati come doueuano; re ledapoi questa cognitione non adimpisse i a1ssa, b se presente in corte at Ueniar dei seudo, & et Signor li dice de ad impar ramisa, rq lui non to D, o non dice rason per che non la deue . adimpir, &che la corte et termini, b cognosci, dat tidanari det ieno restar at Signor libera mente , & puo prender colui che ha res inlato de fornir irassisa, & punirio at suo placer, dapoi chel seudo h stii per termination, bper cognition di corte incant ado, vendulo in alciano de ii preditti modi, perbche non li e pila tenuio de sede, Ea cheli ha consignato it suo seudo a vender per in panno, & malicios mente, & ὀ andata
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quanto h1 possuto contra rassisa, laiqualet Signor E obligato per suo juramento demanteiriria ne i suo Reaine. Et pol non Emiga marauiglia, se ii Signor lo punisse potcli'. quilo de la sua sede verso de lui , &che tui ha fatio quel atto con in ganno in corte, & contra rassisa che ii Signor deaue tenir, & far renir ne la sua signoria. XXXVIL persone nou preno com
lo che ii seudo che vol comprar ε obligato de homagio, ,3c seruitio; ma chi lo pubsare, to pub beo comprar, non hauendo altra causa, per la quale non potesse, b non do uesse comprar seudo per rassisa, hi 'usan-Σa preditta. Et si gliolo de cauaglier, Scgentil donna nato in legit timo matrimonio non pub comprar seudo fin che habbia compili xv. anni, ni dongella figliola de ca-uaglier, & gentil donna nata in legit timo
matrimonio, se non hau ei a marito, non
pub comprar seudo, per che et figlioloel 'ε
manco di eta, in corte non ha ne vocen h
lida, se non ha compitati XV. anni, ne co-
a che la figlia faccia in quat et a si si a va- e, ouer h stabile in ratia corte, fin chenon sia maritata. Ma a me pare che ladonna vidua figlia de cauaglier, & de gentil donna in legitimo matrimonio pub bencomprar seudo per passisa, b i'us anga delditio Rea me. Et la rason per che, δ ch'io credo, chε lassi sala quale rhomo non pii bcomprar seudo de cati lier, se non ε caua ier figliolo de cauaglier, & de Zentildonna nato in legit timo matrimonio; dc secosὶ ε, ad onca la donna non ε deue data darassisa de comprar seudo; δc se alcun dirache te assisa che nessinio non pub complar seudo per rassisa, se non ξ caua glier figliolo de cauaglier, & de gentil donna nato in legit timo matrimonio, & Za che non vi E altro che cauaglier che lo posta com- prar, la donna non to pub comprar per rassisa, io dico contra quelli che dira n questo, che si pub, & ancor che si a cosi co- me diceno che in rassisa dice che nessu nonon pub comprar seudo se non ἡ caua glier figliolo de cauaglier nato de legit timo matrimonio, non E per b che quel nequino dica, se non homo solamente, nε si de ite intender eccet to che homo, imperb che sequelli che secero Passisa hauesseno voluto statu ire che te donne non potessero com mar seudo per i assisa, haveriano chiara mente ditio in rassisa, che la donna non pub comprar seudo, si come hanno ditio de molli altri che non ponno comptar seu- Tom. V. do per rassisa, b almeno haveriano ditio, nes uno, nε nessi ina pub comprar seudo de cauaglier, eccet to cauaglier figlio de caua glier, Sc de gentis donna nato de legit timo matrimonio. Μa in ale una rason de Passisa non mi par effer che la donna non possa comprar seudo per rassisa, per te rason predit te . Ρer ii che parmi per te dit-
te rason, che quelle ponno ben comprar
per la dite assisti, per quel che io intest,& di rason mi pare, per che al far de rassisa hanno guardato tre cose, & special- mente et seruitio det Signor; raltra, cheli debiti stano pagati da vendita dei seu
do, se la vendita portasse tanto che ii debitori susseno pagati, ouer pro rata; la te Za, che colui che fit patron dei seu do potesse hau er et i esto di quel che auangasseda la vendita dei seudo per fir il profitto suo, & de ii sucii heredi. Et se la nobildonna vedoa figlia de cauaglier, b de nobil donna nata de legit timo matrimonio, offerisse at seudo che se incanta per rasti sapiti de thitti quelli che ponno comprar seudo, io dico che tui te te predit te cosse s no guardate bene, mante nute, per cheel seruitio det Signor sara prima ben gua dato, & vi ε ratiantago at utile det Signor, che la pub maridar subito che hahie Ia comprato et seudo, ma che non li dia suo disparo, & puli mei ter at suo seruitioquel che vorra, secondo la valuta dei seudo, b hauer danari, & homini asiegnati
conueneuol mente. Et se via homo che si a
cognosci uto vile, putillanimo, codardo, bche si a di forme, b guasto de alcun membro, b auolto in qualch e bruto vicio, ma che sia figliolo de cauaglier, & de nobil donna, nato de legit timo matrimonio, offeri se at seudo, alchino uon to pud contradit che non compri et seudo, di cli' et
Signor pol ecter dannigato, & sminuito del
storato da la donira che compraseudo, per te rason predit te. Et offerendo lei piu deli altri, E piti utile de quelli a quali et patron dei fetido δ debitore ; & parmi chet ut te tre te predit te cose sono ben guarda- te, mante nute. Et se alc uno dii a chela donna non pub seruir et fetido, per ilche non to pol comptar, io dico che pub,& molle volte ε accaduto, & accade, cheseudo et quale deue seruitio pei sonale peruiene a donna, & lei lo serue per et mar id ago che deue at Signor, se i 'ε da mari
cosa certa, che la donna pub ben seruir et fetido, & χa che lo pol seruir non deuerestar per questo, che la donna vecto a figliola de caua glier, & de nobil donna nata de legit timo matrimonio non possa com-
prar seudo per rassisa, che cosylo puo se
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uir let, come quell* che li peruiene per succession. Et pol che donna non e in alc uno loco de rassisa prohibito di podercomprar se ad0, & che la donna piab se
uir et seudo, & che te preditte ire cose sono ben guardate, & saluate, comprando ditia donna et seudo, io dico che la don-na vedoa figlia de cauaglier, & de nobildonna nata de legit timo matrimonio pubben comprar laudo de cauaglier per i 'assi-la, b vsanga det Rea me di Hierusalem, et tui te te sorte de persone panno ben coma prar flaudo de sergente per rassis , d l'usaneta dei ditio Reame, pur che si an0 tali che habbino voce, et resposta in corte, et che positano fare quel che sono obligati de homagio, et seruitio, eccetio quelli chenon ponno comprar seudo i et nobil don,
s endita dei seudo. CCVIII. Se cauaglier, b nobil donnache ha seudu ba debito, et lo cognosce in corte, b negandolo li h prouato in corte come si deue, ex et suo studo sara vendi to per pagar et debito in alciano de ii modi ditti ai capit olo che traita de la vendita di studi, & la vendita dei seudo non
pub suppli re at ditio debito, & quelli cheson creditori si pagano per rata portion, per questo non ἡ quilo colui, δ colei perquel che resta pagar di quel debito. Et pe'r, che vi h una propri' assisa che c Ra-glier, nὶ dama non de ueno esser retenuti
per alcun debito che si sia, et Signor nollpub miga far retenir caua glier, n nobildonna per il lor debito che resta pagar data vendita dei suo seudo, nὸ per altro debito che do uessino dar. M a se homo, bdonna altro che caua glier, b nobil donnalia seudo, Sc δ debitore, b debitrice , Sccognosce ii debito in corte, ouer li e pro-uato in corte, negandolo, & et suo seudosia vendulo in alcuno de ii prediit 1 modi,& la vendita dei suo studo non montat anto quanto ἡ il debito, & li creditoridet patron dei seudo Vendulo non sono pagati da la vendita dei seudo li suoi crediti, se non pro rata, & il debitore, b debitrice non contenta 1l creditore, b li creditori per ditio debito , & quelli domandano at Signor che li sacci paganaen io, o che li contenti, b che lacci quelche li ἡ obligato per rassisa, o l'usan-ga det Reame di Hierusalem, et Signorii deue responder che li sara quel che la
sua corte cognoscera che li deue sare; Rpol deue comandar a la sua corte de cognoscer quel che li ha a fare; dc quando et Signor comanda 1 la corte de far la ditia cognition, quella la deue sare; Sc a me
pare che la corte deue cognoscer in questo modo; che ii Signor deue comandar colui,
b eolei di cui et seudo E sta vendulo, de pagar quel debito, b de contentar quelli ali quali let deue dare, b che li seguri n- ueneuol mente di pagarge quel debito infravn termine ragione uole; & se tui non litte cose a iuro, ch'el Signor et deuio farguardar in preson, fin che lui, b altri perlui lo saccino, ouer che lo consegni a lic reditori per presoner, como si deue pier rassisa de chi deue dar, & non pub p igar,
contentar li cr ditori. Et a me pareche in tal caso saria Ia segurta dei id illo debito conueneuole , & ii termine ragione-
uole, se ii desse pieeti di quel debit 3 adus ange, & costumi di quella terra per i quel debito, b pegno, che alcula suo amico liprestasse de hauerit pagamento infra un an no , 3c uno glorno dc la rason per chemi pare che Ja corte deue far la cognitionnet modo sopi aditio tale, che vi uia propri' assisa , ςhe ii Signor pub reten ir homo, d donna che non si a cauaglier, o da ma a cui sta obligato de sede, Sc vi e tan' altr' assisa, che quando homo h reten cito per debito che non pub pagar, & li Creditori a' quali deue dar et debito che non puo pagar, richi edeno at Signor cheli consesegni per passisa colui che li deue dar et debito, che ii Signor gliel deue conse gnar, dc lo ponno ten ir in ii serri, se non ii pa-ga, b ne u presion tutia la sua vita, dan- doli da mangiar, dc be uer sum telaxe mente, sostenir la vitas apan, &aqu i, &drai'-pi da vestirs, si che non mora di freddo,nὶ per dictito de di appi, Zc se los ranno
rar lui , Sc balter dat suo de hiici quel cheseruira sol suo lauoro. Et pol che te dit te assise sono tale, con 'e preditio, et debitore, o la debitrice non e casa glier, n)nobit donna, dc et Signor non li e rei todi sede, per te rason contemne Dei capi toto che si tralia come, δέ per qu al rasonet Signor e quiro di sua sede vorsa quelli, et quelle, di quali i seudi sono venduti in
alcuno de ii sopraditii modi che si contie' ne di pra, come, et per che si de uenovender i seudi, parmi che deue ς sier cesii come tib preditio.
CLXXXIX. Sopra qua feodi de li homini et Signor la tesimoniana, det suo pri uilegio non deue valer , sep a quatseudi de ii homini et priuilegi' dei DqSignor pud testificare. CCI X. Et priuilogio dei capo Signor
non puci, ne deue valer a testificar so prali seudi de ii suoi homini, cloe de que iliche hanno corte, et i quali poni o lare priuilegii de donation , se la donation det Signor , in cui la Signoria Equel, dici 'et pii -
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uilegio dei capo Signor iratia, non lasse in uso, b se colui che lo rechi ede potesse pro uarche hebbe et possesso, Sc la te nitura in pace altem po che net priuilegio si contien; c non potendo prouar quel possesso per esser morte tui te te persone di quel tempo, & po-.tra prouar et longo possesso, & te nitura in pace , & senga calumnia 1n tempo det Signor di qtiel loco, a qhi esto modo ii porri a valer et priuilegio dei capo Signor, senga la donation det Signor da cui si te-gnisse quel seudo , ma attramente non per che se ii priuilegio dei capo Signor potesse in t titio, & per thitto testificar, Schmer forZa sopi a li seudi de ii Signori, suoi homini che hanno in dono te Signo; ieche hanno corte, cecca, iudicio, a que- isto modo, nἡ k loro donarianoniente quelli, nε alcuna Signoria valerebbe, se ii Signoti per li suoi priuilegii poteste no soprale Signorie de li suoi homini senga priuilegio loro donar seudi, o testificar che li ha- ueste no donati; & se cost fuge, niente lidonariano, nε corte, i h cecca, selli homini che hanno corte, et cecca, donanto ad alcuna peison ' alc una cosa , b laudo,doues seno domandar, et haver priuilegio per colui at quar δ donato et seudo, da colui che li ha fatia la donation, et senZa et suo priuilegio, b it ricordo de la sua cor-re, non douesse valer, nε fuge stabile verso li susi heredi quel che ii donasseno. Mali priuilegii delli Signori ponno, et det te
no hau er soreta de testificar te donation, et te attre conuention che li homini fanno deli suoi laudi, ei οὶ de 'uelli che non hanno nε corte, nε cecca. Per che ben paredi ragione che tui te te sorte de donationde seudi, et de alti e cosse che li vorra farferme, che si dehbano fare in corte per ha- uer et ricordo de corte . Et per che la memoria de ii homini ὀ smenticabile , et chdaimo non E memore de te cose lontane , et te persone sono mortale, et durano pOco in questo tempo, si1 fa de ii doni, et de te attre conuention di studi , priuilegio per ecter in loco de recordo de comre , et quelli che non hanno vorte , Πε cecca , et donano at cuna cosa de ii lorseudi, o si a in laudo, b in alc uno altro modo, te deueno fare a la corte det Signor dat quale lui lien quel seudo. Et elpriuilegio che stati fatio deue esser sigillatocol sigillo det Signor, dat quale lui tienet seudo, chi dona parte per parte dei seruirio come si deue per passisa; & se colui dat quale tien et seudo non ha Corre,nε sigillo, mi lo tien da altro, et priui-Jegio deue esset sigillato col sigillo dei capo Signor dei seudo che ha corte, L sigillo, b che te ili fichi la donation che Irhomo suo fece in ta sua corte, Sc concedet, & confirmaria. Et per che colui chesa la donation, b te conuention non ha
sermo quel che si sar.ι per la corte, 6 per priuilegio delicas o Signor circa quel seudo, che per altra cosa, pero che tui lien quelseudo dat Signor, & et Signor e tenuio alui de sede come suo homo, & li homini di quella corte ii sono tentati come a suo palma CXC. Per quale , O quante cause puo effer distero italo i 'homo, lifisbi heredi. CCX. Q ueste sono te cause che mi ari- cordo hora, per te .quale rhomo piab, &deue esser per i assisa, b vsanga det Reaia me di Hierusalem des hereditato lui, & lis usi heredi; chi h heretico, chi se renega, chi merte mari sopra la pei sona delsuo Signor, chi vi en con te arme contrati suo Signor at campo, chi ire inde senga licentia dei suo Signor la sua cita, b castello, o la sua sciri ergarat suo inimico, mentre ha da mangiare & betaere atquanto, chi tradisse, & d1 1l suo Signor a lisuo' inimici, chi procura la morte, & exhereditamento dei suo Signor, Si vi en conuinto, & prouato di questo , chi vende et suo laudo per passisa, chi ἡ querelato de
tradimento, et Vinio at campo, b mancato de venir a defendersi in ta corte det suo Sisinor dei tradimento imputatoli, se sar ei pato ordinariamente.
CCXI. Qi teste sono te cause per te quale mi par che rhomo pub, leue ei serexheredato in vita sua. Se vn homo tienvia seudo da vir Signor at quale deue lao-magio, & non to sa, b non se osterisse alario, come si deue, infit a uno anno, & ungi orno ma quelli che deueno homagio abalio, Sc non fanno, b non se oster iste no a fario insta ranno, & gior no come deueno, perdet anno li suo i seu di per tutio et tempoche quel balio tegia ira et ballagio, se luivorri di mandar rason per rasiis a. Et se vithona I fa fassinamento, ouer homicidio, &vien citato per la corte de venir a star arason, & non vlene et di de la sua citation, non hauendo impedimento tal che perquello non possa Venir, Sc non mandando a dinotar il ditio impedimento come si de-ue, tui cadde at arbitrio det Signor, Scperit' et suo seu do in vita sua, s'el Signor Vorra. Et chi E prouato de mentita sede verso et suo Signor, perde et suo seu do invita sua, Pel Signon vorra, come colui checadde at arbitrio det Signor, la persona, e 'lseudo , & tu ita la sua faculta . Mi ii suci heredi non de ueno gia esser exheredati pere iser ibit conuinto per mentitor de sede, se
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non fuste conuinto mentitor de sede pertra limento. Et se ii Signor cita, b fa citaralc uno de ii suoi homini per et seruitio chedeve per an dar con tui a conabat ter in sim compagnia contra li inimici che sono intrati in ta sua terra, b per de senter che non intrano, o per intrar in una sorteZZa chesia assediata , b che sia per effer asse-diata da li inimici, b per leuar l assed io de la contra quelli, & lui non va, senon hὶ impedimento euidente , quat mandi 1 dinotare a hora, & a tempo, in modo che la corte cognosca che per quello pubre stare, b sel si moue col suo Signor, &lo lassa an dare restando in alc uno de ii saltis praditii, se non ε per impedimento cheliauenga per la Via tal che possa, & debba resta per termination, b per cognition dela corte det suo Signor, tui perde et fetido
in vita sita , s' et Signor vorra din andar rason per la sua corte, se non si a restato, o partito da la citation con licentia det Signor. Et per tut tele attre sorte de cosse de lequali homo ε conuinto de sede mentita, &el Signor vorra di mandar rason per sua corte, colui che havera mentito la sua sede perde et suo seu do in vita sua. Et per tuiti lialtri mancamenti dei seruitio, perde l'h mo it suo seudo vn anno, & via gi Orno,& non piu, per termination, o per cognition di corte, da pol che ii Signor sera re-xhi amato de lui, & sara conuinto come si
C mu suando allauno p condan nato per
ta, te come traditor per tradimento com-
CCXII. Se un homo, o piu hanno fatio tradimento verso et Signor, loro
no condan nati per termination, o cognition sti corte come traditori, a me pareche loro, tuiti li heredi de colui, o decoloro che sono in questo modo condannati sono dishereditati dei seudo, & de la he-1edita che suta dei condan nato auanti cheliauen satio it tradimento, & cosi ii heredi cli' erano nati auanti che tui hau esse commesso et tradimento , come quelliche suffeno nati dapoi, & cosi ii heredidescendenti da tui, come li suoi heredi de latere . Et la rason per che mi par que ito Etale, che per rassisa, o pulanga det Rea- me di Hierusalem, rhomo pes, perder et laudo in tre modi; rimo, anno, & glor-no, raltro in tutia la sua vita, la terZa, tui, & suoi heredi; per mancamento delseruitio lo perde anno, & giorno, per mancamento dei homagio, & per te cause chedi pra sono specificate in t 'altro capitolo, io perde in tutia la sua vita, per essertraditor verso it suo Signor, et per alucuna de te cause dit te in l'altro capit olo,
io perde tui, & li suoi heredi in perpetuo
& non dice miga in passisa, i irrusan-Za, quando dice che t i traditor, & li sutii heredi deuerio effer deshereditati, che quelli che saranno generati, dc nascet anno da- pol et tradimento, solam n te sono exheredati , 5 quelli che saranno desce si da tui, o che sono desce si da lui solamente, &cheli heredi cli' erano nati auanti .ch'el tradimento susse commesso non sano exhereditati, ii heredi de latere, ne E per rati
sa, b r usanaa dei ditio Reame alciano deli heredi dei traditor condannato exentodaldishereditamento , angi ἡ tale rassisa, o rus anga, che it traditor, & suoi heredi de- ueno effer in perpetuo exheredati dat seudo, et da la heredita che lvi tenilia da Signor, auanti che hau esse commeta et tradimento contra de tui. Per i I che parmiesser cosa chiara che tuiti li heredi dei traditor deueno effer di hereditati de tuitoque lche teni ua dat Signor, verso it quale hacommesso et tradimento, et per et quale si
sta condan nato come traditor per termination, o per cognition de la corte dei Ggnor; et tanto pila mi pare che li heredi dei traditor condan nato de veno esser dishereditati, come tib ditio di pra, per che l'ὲ assisa, o usan Za al Reame di Hierusalem, et de Cypro, che alc uno non pud hauer νnἡ domandar successione che dica esserit pervenu te, ecce ito da colui, o colei che ultimamente haueua et possesso, et te nitura co-
me di sua dritia heredita, se ii Signor, o
colui che la lien, la vori 1 contradii . Et e besi di rason che cos1 debba esser, perche se cosὶ non fusse, m1 che si potessehauer la successione che alcuno domandasseda per altri che per I ultimo postessore, ectenitore come di sua rason, te vendite deli seu di non valeriano niente, per che li heredi det aquisitor domandatiano et seudo perta succession det aequisitor dei seudo, o pera leuit de ii altri che hauessimo havulo , et te nuto auanti di colui che rhaues se xenduto per ramisa, da pol che si potesse domandar, et haver successione per altri che perr ultimo possessore, et te nitore. Et li figlioli dei primogenito figliolo det aquisit
re non intrariano miga al seudo det aquisibi ore pili tosto che li altri figlioli det aquisitor dapol la sua morte , ancor che si
stato it primogenito figliolo det aquisitor
in possiesso, et tentifra come di sua succeiasion peruenia tali come di illo herede det aquisitor, et che rhabbi tenuio mentre visse, et che sia morio in possesso, et renitur
come di suo dcitto, per cheil suo fratello, o sua sorella saria piu dritia herede , et pii, propinquo det aquisitor cli'estato in possesses , et tenitura come di suo dritto, et cosi
perderiano li fglioli dei primogenito figli 'lo det aquisitor la rason che have mino aqui- stata dat aquisitor per suo padre, a culpe ueniae et seudo come dii tro herede det aquisitore che morite in possesso, et tenitura V
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eima mente εome di sua rason, it che saria torto expresso, et contra ramisa di questo Rea me; imperochi vi l assisa, o v anga inquesto Reame che quando vii homo, o una donna che hi seudo more, et lia piu heredi che reelii edeno lassiiccessione di quel seudo , che it piu propinquo de ii suoi heredit echi edente da quella parte che si motie et seudo, rha auanti de tuiti li altri heredi. Et se lasse cogi che la domanda che sit facesse de Ia succession valesse 1 domandula per il primo possessor, et te nitor come di suo dritto, it fratello, B la sorella dei primogenito figliolo det aquisitor hauerebbe elseudo, ancor cli' et studo fuste descesse alpadre suo, come at primogenito figliolo det aquisiitor , et suo dritto herede , et tui lasse stato in possesso , et te nituratuita la sua vita, sino a la sua morte,
per ch'el figliolo, o la figliola det aquisitore dei seu do sat ebbe pili propinquo a coluiche prima k stato in possesso, et te nitura dei fetido, che it figliolo det suo primogenito figliolo , & a questo modo perderauer herede dei primogenito figliolo det aquisitor dei seudo la sua rason, & la sua snccession ; it che saria torto in .anifesto, et contra rassisa, b l' iis anga di questo Reanae ,
ch'h tale, che quando homo, b donna more in posse D, & te nitura de vir seudo, bde una heredita come di sua rason, che ilsuo figliolo , b sua figliola resta in quel posises , dc in tal te nitura, come suo padre, o sua madre haueua quando morite. Et per Ie sopradit te rason, & per che non si pia Oper l' assisa, b vsanga di questo Reaine domandar , & haver successione, chi non ladi manda per colui, b colei che vltima mente morite in posse sib, dc tenitura come di sua rason , P ha visio , 3c vede si aeni dipduenir, che quando l' aquisitor del. seudom ire in posse ita, & renitura dei seu do cheha aquislato, che ii suo primogenito figliolo ha it suo laudo auanti de tuiti li altri heredi , come colui che resta ne i posses , dc renitura dei suo padre ; & se vi entra . dc rufi come di sua successione, & non facosa per la quale lui , dc suoi heredi pos- sano effer dishereditati per l' assisa, b perr usanga, b per rason, ii suoi figlioli hereditano quel seudo auanti de tui te te attre sorte de gente , come quelli che restano
Et per te rason sopi adit te , Si per molle attre che si potria dire , . chi aro a cognoscer che si deue domandar la successione det suo laudo che dice esserit perventato dat ultimo possessore, tenitore, & viante, come di sua rason, dc non da per al
gnor, nε altro che liene et seudo , non Eobligato a responderit. Et per te sopiadit- te rason E chiam a cognoscer che l' herede Ael traditor non pub per rason domandarseudo dei traditor condannato se non To n. κper colui che vltima mente su in posses ,& te nitura, Vsan dolo come suo, Sc pol chel ut da per altri non to pub domandar , εchiaro che tui non to pub hauer, pol chelui, & li suoi heredi sono dis hereditati per
termination, b per cognition di corte. Et
se tin comun ha in Ja Signoria det Signors alta stanchisia, b corte, b rendita, b ca-
sal , b stabile , b qualche alti a possessionelie si sa , & l hebbe in dono , b attramente, de quel comun h tna litore verso et
Signor di quella Signoria , b li fa guerra
manifestamente , b prende , b assilia la persona det Signor, b alcuna sua forte Zeta, bli vi en contra con te arme, quelli dei comun loro perdet anno per se inpre, & in perpetuo per rassisse, b v anga det Rea me di Hierusalem , Sc per rason seritia , tu te quante te sopradit te cosse che hanno in laSignoria di quel Signor in uno de ii so-praditii modi. Et ga che it comun et quale non ὀ obligato de sede at Signor, io pe de in perpetuo per te dit te cose, in modoche alcuti di quel comun non to pub ni ixecuperar per Iason , nε per iustitia , me-glio deueno tutii li heredi dei homo dei Signor, che li ε obligato de se de , dc chel ui , I ii suci antecessori hebbeno et seudo che tenero in don dat Signor , ester dis hereditati, quando lui sera traditor verso et Signor , & condannato per termination di corte , che non e it comun , et quai non E miga obligato de sede at Si gnor. Et ne i Codice det Imperator Iustini an , cli' δ uno de li mi glior libri de te
lege Impe at che seceno amicamente , Scstatuite no che sus se os seruati per et mondo,
i quat libro su eletio da li altri, Sc cor-retto, fatio con gr. in in gegno, & per granstudio , specifica che li heredi dei traditor
ser dishereditati dei seudo dei traditor comdan nato. Et quel che l' Imperatori hannoditio si troua at nono libro dei Codice , ne la lege ditia Iuliana , & io credo chedice in quella lere , che it traditor debba mori r de morte versosnosa, & tuiti li suoibent de ueno venir a i 'Imperatore; Sc moti te alti e rason vi sono, per te quale si de-ue intender che li heredi dei traditor sono , Sc deueno esser de tuiti li suoi benidishereditati; 3c per te rason dit te dis pra,
Jc molle attre che si potriano anchordire,
Jc mostrare , parmi che tuiti li heredi de colui cti' δ condannato per traditor , deueno esser de hereditati in perpetuo di tutioquel che it traditor hau ea in la Signori ad et Signor, verso it quale commesse et tradimento, ii di che lo commesse, cosὶ quelli cli' erano generati , Sc nati auanti che hau esse commest , it tradimento, come quelli che son nati dapoi commesib et tradimento, 3c eosὶ li suoi heredi de latere, comeli descendenti; per che colui ch'ε condan- nato per termination , h cognition di co
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e per traditor non ha , ne pol haver l,
rede che herediti dapb lui quel, di che tui
E dishereditato, stando c d annato per te,
mination , b pex cognition di corte , perche perde per lui , & per li suoi heredi,
per ii tradimento che ha satio, per et quatre sta condannato come traditor , et seudoche teni ua dat Signor , verso et quale suxraditor , & quel seudo ritorna at Signordal qua res te niva, et a ii sol heredi , et pub et Signor , et ii sucii heredi sare diquello cib che vole, come Cosa sua propria .
CCXIII. Et signor non deue metter Dan , nὶ far meiter a la persona , alseudo det suo homo , se non sara per tei mination , 5 per cognition de la sua corte , et E tenuio at suo homo at parermio j per la sede ch'e tra loro de tute leeose dite dis pra che l' homo E tentato alsuo Signor, per che tra et Signor, & rhomo non vi E altro che la sede, & la sede
deue effer cognoscitata, & guai data tra i ro a te predit te cose, eccerto che l' homo deue haver reuerentia albis nor in tui te lecose, et inni uno deue guardar la sua sede,r uno verso tr altro fermamente , et integrat mente , ognitan a la sua rason per gua
dar la sede, et honor suo , la te alta , et la sua bona fama. Et tr homo deue tanto piu al Signor per la sede che li ἡ tenuio, che id Signor at homo , che l' homo deue iatrar in ostagio per cauar il suo Signor data preson , se lo rechi ede , b sa rechi ederper messagi certi; & cadauia che fa homa-gio ad altro h obligato per la sua sede tro-uando it suo Signor a bisogno de arme, apiedi tra li suo' inimici, b in loco che si a a peri colo de morte , b de preson, de fare quanto puo leat mente per Iemontario, et cauario da quel peri colo, et se attramente non to potra sare, ii deue dar et
suo cauallo, o la sua bestia, sopra la qualcaualca lui, se gliela rechi ede, et alutario a caualcare, et alutario quanto pud per saluar la sua persona; et chi manca at suo Signor in alcuna de te predit te cose, mentisse la sua fede verso di tui, et se ii Signor lo piab prouar per recordo de corte, potra sar de tui, et de te sue cosse comede homo conuinto per mentitor di sede . Et chi fa alcuna de te predit te cose per et suo Signor, et Signor e obligato per la sua sede de far quanto puo per liberar quello, b quelli suoi homini che lo rem et teno a cauallo, o quelli che havera messo in os lagio per liberasse. Et se quello, b quelli sol homini che lo remetieno a cauallo, si com'e preditio, sar anno per questo presi, et possi in carcere, tui e obligato far quanto p uol per liberarii. Et ogni uno cherien seudo d' altro per et quat' e suo homo,
ὶ obligato at suo Signor de intrar per lui in tal ponto per debito, d per pieZaria,
et per tanta Valuta, quanta vale rasone-uot mente in vendita per ramisa, et seudoche tien d' altri, per et quare suo homo. Et chi mancha at suo Signor, io credo cheperde in vita sua et seudo che tien da tui. Et se ii signor lassi ancor il suo homo in tal modo ostagio, d pie Zo, et lia danno, tui ε te nuto de ristolarii riitro et dannoche havera per questo. Et quel homo chelassa ancora per os agio, b per debito, bper pietaria di qualche quantita, b picc la, o grande, non ε obligato de intrar perlui in ost agio, ne in debito, in pieZaria, per fin che non li h ristorato tutio et danno che per tui ha ueta rectu uto; et et Signor deue creder at suo homo dei danno che ii dii 4, per la sede che li deue ,d'hauer receuuto, et ristorarii, b refarii tanto quanto dira ne i sopraditio modo d'hauer patito danno.
oli re persone det Rea ne deueno iuras I
CCXIV. Quando li homini de si homini dei capo Signor det Ream e fanno at capo Signor la ligegeta per l' assisa , colui chela fit deue ingenochi arsi in presentia sua, et me iter te sue man infra quelle det Signor, et dirii; Si nor, io vi facio la I gram fe r assisa dei tal seu .che io ten-go dat tale et nominar colui dat qualet en et seudo, et dire che cosa E il seudo is vi promerio de guardar, c ' salua, ut
rire, si come debbo fare per la lige rata fatia per rassi a. Et ei Signor li deue responder; Et io cos; si ric uo in iis se de Dio , T in ta mia, come far debbo per iste a fati a per ι' us a I et basiario ne la boccaper fede; et quando la lige ZZa sara fatia in questo modo, li homini che la fanno sono obligati ai Signor de guardar, et sal
uario contra tui te te cosse che pon novita er,eI morir, eccerto contra it lor Signor dat
quale tengono et seudo, per et quale hanno fatio la ligeaga per Passisa; et talnaen te che se aduenisse chel capo Signor haues se differentia, b guerra con alcundelis uoi homini, che ha homini, che li secenodit-ta ligeχZa, quelli homini de ueno veni rauanti ai Signor, et dirii; Signor Coi sapei cle nol semo homini litii dei copo Signo
det Reame prima cώ voi, per il che notnon de temo esser contra de tui, se a lui non mandarete, per δ ve pregbemo, rechisdemo cle ve drisciate merso di tui, che Ii mandate is dir , chst lui si mandi. dis iis termination, δ cognition dijua cor-
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vi abandonaremo , oe andaremo albora con
C s m. Como Ii homini de ii homini GIcapo Signor, se deueuo gouernar verso et capo Signor, quando si hauerano fatio la
CCXV. S'el capo Signor fa citar il suo homo come si deue, de venir al giudieio de la sua coiete, & lui non Vien, ne manda 1 dinotat et suo impedimento, come si deue, d non manda a dir per li suoi h mini a la corte dei capo Signor, per chenon deue andar digando tal rason, che lacorte et termini, & cognosci, & et capo Signor rechi ede, b fa rechie der ii homini
de colui che ha mancato Vegnir a far r son per la sua corte, che faccino verso luiquet che deueno; de ueno venir tuiti in pre
gnor , s farii rasen si come douete, o fe
no con tui, i de ueno andar, & alutar, Scconsi gliario, Sc mantentrio contra et capo Signor, menire vorra star rason per la sua
cor te & se diri, quando et capo Signorio se citat Tandar a giu icar si in ta sua corte, b quando li suoi homini li rechie- deno chel vadi si com'ε preditio, che non E seguro de Ia sua persona, per ii che nonosa andare , m et Signor lo vora assigurar Hil tale, et lo nomina, dat quale su Dpelta de la persona sua, andara, et Signorat hora et leue assigurar, et se non to fa,li suoi homini non to deueno abando nar mi ga, et andar lal capo Signor. Μa set non dira questo, et si qua ranta gior ni passiiranno, et ii lor Signor non fata quel che lihanno rechi esto, b non dicerason, per chenon to deue fare, et tal che la corte termina, b cognosca che cosi deue esser, sede ueno partir tuiti da tui, et an dardaica-po Signor a cauallo, et con te arme cos
manteniremo ii nostro Signor contra voi,
que' non seris inua per nostro defrato, anet sera per vostro, se uoi nou farne ver-s di noi quel che douete fare, de resar,s rim, arue i nossi studi, o Ii nos idanni. Et s et capo signor li a quel cheli rechi edeno, non to deueno abandonar, mentre duret a Ia differentia; et se tui losa la sua rechiesia, quelli a quali non Ias ara deueno ri torn Ar a li lor Signori, erat urar, et mantentrii, et configliarii contra et capo Signor mentre durera quella differentia; et et capo Signor li deue crederde la Valuta de ii loro flaudi, che ii diramio sopi a la loro sede, et dei danno chelianno hauuto de te sue cosse per suo glu- ramento sopi a P Euangelio.
CXCLX. Cle deu uo sis, o li homini deli bomini deI capo Signor a ta rechissa, sienda recbies a dei copo Signor per D Luar Ia feri ch Ii sono tenuit. CC VI. Ancor che sia scritto di sopraquei che sit deue fare 1 la rechiesta, et citation dei capo Signor, vi ε ancora pid, che fel adule ne che ii Signor, dat quale ten-gono i loro seudi quelli che hanno intola lige ZZa, procura, b fa cosa per la quat erraverso et capo Signor, Sinuelli che hanno fatiola ligeaga lo prescentono, an cor chel capo Signor lo sappia, b non, et ancor chenon li hau esse citati, nε rechi esti ni ente, per quel che si contie ne a la sedeche i de veno guardar, & saluar et Signor
contra tui re te cosse che ponno uiuer, Scinorir, de ueno dire, & fare, quel che di- pra i scritio cosi bene, come se ii capo Signor li hauesse citati, & rechi esti, lodeueno fornir il piti presto che potranno;& s'el Signor da cui tengono, non fa lare clitella de ii suoi homini scri ita di sopra, i deueno andar at capo Signor, & servirgeintieramente contra colui dat quat tengono, Sc lui li deue ris lorare bene, & lar gamente tutio quello che i havessino perso per Venir a tui, ik lui li deue far haver is uot fetidi integrat mente, se sono in loco
che lui podesta; & Pel Signor dat quale tengono ha sorteZga , b podesta talche li pollia reten ir i seudi, et capo Signor