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li deve restorar insta XL. giorni, & non Zando questo, li homini ponno rit ornarat Signor dat quale tengono senZa errare, et seruirge contra et capo Signor, sin chel ut ii habbi restorato i loro fe udi, et te loro perdite' et s' adule ne chel capo Signorsi dubiti di alcuno de ii suoi homini richu, che ha castello, o cita, b villa. inta quat lia gente d'arme, et Signor dei loco e obligato per passisa de far tanto, cheil populo gluti fidelia at capo Signor conquella condition de recti testa, et de restoro, et d'ogni altrq che di sopra ordinato a quelli che hanno fatio ligeZZa et quando quest assis a se fatia, quelli de Saeto, et de Bel forte, hanno giurato tuiti alRe Almerico, quando su fati a la pace dela question, ch'era tra loro, et per rassis a fu et traitato de la pace; et si comeliauete in teso li auant agi che et capo
Signor in ta ligeZZa de ii suoi homini,
apreta aldi rete, versa vice, etiam lo auan,
tagio, che li homini ligit hanno con Lii; et Re concesse net statuit de rassisa, chetuiti li suoi hQmini ligit che tengono dalui, b da li suoi homini qualunque si sa, o grandi, picoli, siano tenuit de sede runci a r altro, di quel che di sopra ε scritto, et che clascun d' essi possa rechieler lialtri, come suoi pari, et ii homini si anciten uti r uno a r altro, cost at piu picolo,
come at piu grande, pur che non sia auolto
in alciano de ii vicit, per li quali si perde
voce , et resposta in cor te. CC. De esu e renuto et cypo Signor u qum
ii homini de li subi homini che li hanno fatio ligea Ra per I assi a , come, di cle ititii li homini sono renutir uno a P ahro per P assisa. CCXVII. Et capo Signor e tenuto k lihomini de ii suoi homini, che li hanno
di loro, de ii quali ii hanno fatio lali gegeta, se non E per termination, b per
cognition de la sua corte, deue comportar per quanto phib, che altro la met-ta; & s alculi di lor Signori met te man inla persona, o in si seudi loro , se non hper termination, o per cognition de la sua corte, et capo Signor non to deue comportar, angi de ae sarto liberar il piu presto che potra, R. deue menar quel stio homo che sarii questo, quanto puol, & deue, per la sua corte; & s 'alcun di loro Signori manca ad alcun d 'essi de sarii rason perta sua corte, b non limant tene, b n man- renit quel che la sua corte M terminato, d cognosci uto, b ricordato, b lo spogliadal possesso det suo fe udo senZa termination, b senta cognition di corte, & colui at quale saxa fatia alc una de te predit te cose, lomostra at capo Signor, & li rechie de farcti' et suo Signor li sacci a rason per la sua
corte, b far ch'el suo Signor ii mant Unx, b saccia mantelair quel che la sua corte haterminato, b cognosciuio, o recordato, bfario metier at possesso det suo seudo, delquai rha spogliato senZa termination, bcognition di corte, et capo Signor deuosario venir in presentia sua nella sua cor te, & quando ve ira li deue dire; El talmostro homo, et nominario, in his Lito lital cina, et dire quel che colui li disse,. is commando cori si rei tamente cothe PV,
δε , s debbo, cbe si facciate rason per las ira corte , s come douete in Dacis di xt. gis, ni Se se sara de termination, b de
cognition , b de recordo di corte, chenon li ves far fare, si come la corte haterminato, cognosciuio, o ricordato; conantando come mio homo quanto posso, che
υos, a corte his termiuato , δ cognostiuio , dricordato , in spatio de XL. Horni , o circa ciu vi cito io in presentia de ii mei so-mini , Ο de Ia mia corte, M'e qui, lichiamo a lesimonio I Sc se colui at qualeel Signor far 1 ditio commandamento, &citara , co e preditio, non to fara infrael ditio termine, b non dice rason, perche non to deue sare, & tal che la cori' et termina, b cognosca, & colui at quale hauer, fatio at cuna de te predit te cose, ri torna auanti ai capo Signor, Sc li mostra .ch'el suo Signor non li fece quel che tui ha commandato, & dii cherlia citato, ne hii ditio cosa per la quale la corte haueste terminato, b cognosci ut o che non to deue fare, & lo prega, & rechi ede come coluich'δ capo Siguor det Reatne, che li sacci aquei che deue per passis a b rus anga delReam: de Hi eiusalem; et Signor deue mandar a chlamar il suo homo, dc dirii nella sua corte quel che t 'homo suo ii disse, &se lo confessa, o mostra per li homini dela sua corte, ester altra mente , che come ipha informato tui, dc cosi coni' et Signor rha comandato, et capo Signor lo deue daquei hora meiter at possesso de quel suo studo, cli' et suo Signor rhavesse spogliatos en 1 termination, b senga cognition di cosere, Se in antentrio per fin ch l suo Signorii voglia far rason per la sua corte; & seli hau esse mancato de far quel che la sua
corte ha terminato, b cognosci pto, o ri- cordato, et tui infra x L. gismi non sa alsuo homo, quel che la sua corte ba terminato. b cognosci uto, b ricordato, et che ii Signor rha comandato, et citato si cona' E preditio, et deue perder la sua co te, in rutta la sua vita, Pel Signor lovorici menar, come puot per la sua corte; per che parmi esser assisa, o v sanaa, ch et
Signor deue tenir , et far tenir te termina rion, cognition, et ricordi che la sua coi
fara; et per cli' et Signor δ obligato peret suo giuramento de tenir, et sar tenir in
et suo dominio te assisse, et te usan e del
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Reame, palm L che gia ch et suo homo, che la cor te per sua donation, bdal suo aiatecellare non opera, si , Coine deue per ir assisa, ab l' iis anga dei ditio Rea- me, che tui lades e perder, et ii Signor lapiaci tuor in vita s sua per termination , bcognition de la sun corte, set vora 1 echie-der λ la sua corte de cognoscer che rason deue haver, dapor che havera seritio , bfatio scri uer ii prestitii patii per la sua cor-ee ' et non mi pare che colui cli' errarii in Ia preditia citatiosi possa dirocosa, per laquale Ia corte cog nosca che tui debba hauerptu corte net suo dominio per tutia la suavita, dapoi et comandamento, et Ia citation dei capo Sigrior, gia che ha mancato at suo homo de farti rason per la sua cor- te, b de farti quel che la sua corte h1 terminato, o cognoscitato, o ricordato . CCL dechiara come tuiti Ii homini dol; homini suo per iis dites assisa obligati
I tino is r ait o si com' e preditio , me si deueno alutar, configliar .. CCXVIII. Tulli li homini de ii homini dei ditio Rea me, sono per la diti' assi-la obligati run 3 a r altro, si coni'ε preditio, Sc in questo modo, che .se ii suo
Signor mette , b fa meiter inan a la per
sona, b al seudo d'alciano d'essi seirga termination , b senZa cognition de la sua co te, tuiti li altri homini de ueno venir inresentia .del Signor, se rh, retentato it suo omo, b fatio reten ir senZa termination,
d senga cognition di corte, & lo liene, hn te ni r in preson, s'alcuno de ii parenti, ' de ii altri amici de colui ch'ε re tenuioli rechi ede per lui che lo saccino libet ar offerendosi tui star al giudicio loro comedis uot pari; ventiti che saranno in presentia det Signor dii ge; Signor, mi hauenno
e se tui e reten uto ne lis sorde vostre, che lo fudiciato liberar subito, menaruper Ia Sofra corte I & s'el Signor lo fafin che colui ch ε sta rete nuto vora star 1 rason per li suoi pari, loro et de uenomante nir per Iustitia come suo paro; & se ilSignor non to se liberara la sua recti esta, b non dice rason per che non to deue fare, & tal che la cori' et termina, & cognosca, tuiti li homini insite me deueno an dar L1 doue sanno effer retentato, Sc liberario per serra, b altra mente, se la persona det suo Siguor non li deuedasse con t 'arme, b attramente, contra et quale loro non ponno, de ueno portar arme, far Cosa Violente, ma dii ii, che per fin chelui vorra star a giudicio de ii suoi pari,
che loro lo mantegni ranno come suo par ἀ& s'el Signor lo deflende con rarme, bal tramente per forZa, ii deueno dire; Signor , mi set e nostro Signor, o contra di
Sol non portaremo arme, ne faremo cosasiolente per liberar et nosiro paro se pro-
ret nuto per et Signor senta terminatiou, δ cognition de corte, come o pud Uren-
nir senZa termination, b senZa cognitiondi corte, colui che .il suo seudo e re tenuto cosi senZa termination, b senZa cognition di corte, deue radunar tanti suoi pa
eome ii signor suo, dc loro, ha reten moti suo seudo senga termination, Sc sen Zacognitiori di corte, di ii prega, 3I rechie-de, & sconZura come suoi pari, che lifacino restituir et suo seudo, b che si pomtino verso lui, si come deueno far verso illoro paro, offerendosi star a rason in loro, come a suoi pari quando havera et suo seu do; at hora tuiti insieme, Sc cadauno per se , deueno venir in presentia det Signor,
at una cina, domandaetbela per la υolra corte, O menarti per via de la vostra carie I se non io frete, noi non potems mancar di far quel che douemo verso lui I& eel Signor non to sta, et tui rechi ede Ili suo i compagni a tuto per rem et tersi in possessi, , et mantentrio come deueno, deuenoandar tuiti con tui, et rem et terio in possesso, et mantentrio contra tuiti li homini , . eccet to contra la persona det Signor ,
b d altro homo, at quaret Signor susse te- nuto de sede; et Pel Signor lo de Tende con rarme, b altra mente che con parole, et e presente la, li de ueno dire; Si nor, vos fete nosero Signor, contra di molnon portaremo miga arme, ne faremst violentia contra voi, mentre orat presente,
mu contra tuiti Ii altri faremo ii nostro possibile per remeter et nos o compagno in pos
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cognition di corte, not tuiti in sieme,
da uno da per se ve impegnomo dei feraii iis che vi douenio, per fn che voi hauer te restituito at lai compagno nostro et lonominino j et his sudo, δ ditio rason ,
per che nou lo seleto fare, tal che lacor te et i rmini, δ cognosca I et dapi, questo non li de ueno far seruitio , nε cosa cheli contandi , per fin che tui non havera fatio quel che ii rechieleno. CCIII. Se it Signor manca ad at uno de listibi homini de farii fare com e obligato
termination , d cognition , δ recordo de corte , ouer quel che la corte hu coxn sciuio, iermiuato, δ ricordato, δ at una
cun de ii sol homini det suo seudo, & luili domanda et suo pagamento , & pol locita come si deue per li termini che s nos ariliti a questo, tui non to paga indit titermini , se colui che havera citato it suo Signor in questo modo, come deue per ha- uer et suo pagamento, & non rha uera hau ito rechi edera, & scontui era i suoi pari,
si come deue per quel cli' et suo Signor lideue dat suo seudo , li homini de uenae fare quel cli' h specificato in questo libro , che deueno fare , quando tal caso accade & io che feci questa libro ho visto molle di queste cose farsi in ratia corte det Rea me de Hierusalem, & alchine in quella de Cypro, & r in teli dir etiam a molli altris auii homini dei nato tempo ; per che altem po che l' Imper tor Federico te niua et Baiiagio det Rea me de Hierusalem , ACca
styi seudi, de ii quali et Signor de Saeto,
meser Beleem, cli' era Balio de l' imperator Feflerico , ne hau ea spogliato dei posse sesso senZa termination , & seneta cognitiondi corte, per et mandato ch et ditio Impe. rator li fece ; di vidi, & 1nte si a li homini dei ditio Reame, impeginar et ditio Signor de saeto cli' era Balio det ditio Imperator dei seruitio che do uesano a I' Imperator , per che non obseruatia , nE Dua
obseruar , nἡ e sequir la Principessa Alis che fa madre dei principe Rubin, quel cher alta corte dei ditio Reaine hauea termi-
nato nella differentia ch' era tra let, & lis rati det hos pedal de Alemani ci rea la Si agnoria de Thoron , la qual hau eua .disti i-gato da loro per i alta corte dei ditio Reame, ne per cli' et ditio Signor de Saeto dice uanon si poter ingeri r in questa cosa per ha
uerti commesso i 'Imperator, che non s'in1-patasse in questa cosa mostrando et man
dato che hebbe per lettere de rImperator, si sono restati li homini dei ditio Reame, che ad instantia de la Principessa non rha
uestino impegnato dei seruitio che doue uano a r Imperator per fita che facesse a ladiit a Principesta quel clie la corte haueua terminato, dc pol de Volunta, Sc consentimento de la ditia Principessa, Sc de ii ditati homini se tot seno Zosci de quella impe-
gnation , & tornorno at seruitio che doue vano at ditio Imperator; in Cypro at tem
po det re Henrico, io vidi ad instantia demeser Philippo de Giblet at quaret Re do ueua dar per et suo seudo , ii termine
de la sua paga era passato, 3c hau eua d. mandato it suo pagamento piti volte at Rein corte , I sor di corte, & pol citato licvolle a XV. gloria i ta Volta, Sc alti e tie ix L. torni r una, cona' e statuito che si deb-ba citar et suo Signor per pagario et suo
studo , & quelli erano passati , & tuiti liter mini che sono stat halti, che si deue aspeltar et suo Signor per il suo pagamento se-eondo rassia, che tuiti li homini eli' era no la vennero in presentia det Signor , Alo pregorono , & rechie seno chel pagaile, b facesse pagar et ditio Philippo quel cheli doti eua dar per et suo seudo, d lo coa- tentasse , & il Re lo sece , & non volse
mediate de quel che ii doue ua dare , & potet ditio Philippo i ingratit, ii homini perquel che li seceno , & li disse che ii Res lia fatio pagar si chiama satisfatro,& perb resib che li homini non hanno impegnato et Re dei lor seruitio . CCIV. Come tuiti li timini impegi m ρι Re A in rico, quando licent ita dat reanae in ser Roni de Thabaria . CCXXI. Et is intesti dire at Signor mio barba el vechio Signor de Barutho , chequando et re Alinei ico licent id meser R alde Thabaria dat Rea me de Hierusalem , me-
ri , che lo mantenisseno a rason come suo compagno, &isi osse is flar a rason in to ro , come in si suoi compagni, S alcun volesse domandarii alcuna cola in CCrte, ClIca quel che ii Re si hauea imputato , &li ha rechi esto , citato, & scongi urato cliandassino con tui at Re, de voleua osse 11rge questo in presen ria loro , et and orno , et irato barba si uno de quelli , che me ser
Roal hau ea citato , et scongi urato cona' upi editto; et tui, et ii altri homini det Re
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andor nnb in eorte con tu i , et quando fu- rono in presentia det Re , ineser Roal lidisse; Signor , moi m bauete Iicentiato dat vostro Reame senea seminatio', se a cognition di corte , ii che non douete , ne
questi Reaine men re es' is vo lis sae algiudicio di vostris cor e , . io mi erro Signor de par ai giudicio di mostra corte, .come des o per Ii mei pari, se vi e a cunoe mi mo lia domandar aliuna cina in lam ira corre., mi Gerro Moserar Ia Iearura pila in is vostra corte circa quel cle volm fauete imputato G' is feci contra dimoi, se vi e homo .che si vo lia far auan
.ol pili alto I mentre ch' io mi terro ofar quoio in ta vostra corte , voi non midouete licentiar dat vosero Rea ne seneta terminasion d seneta cognition di corte I p νδ υi domando, is hon iuro come nilo SAMOre , che vis apud dista osserto in vostra Morte , no' mi licentiate dat vostro Rea- me , mis che me tenete al giudicio G --sra corte come Nostr fomo , o me menates condo la termination de Ii mei pari I & per cosa che tui disse , et Re non si volseaquietare ; & lui rechi esse , seongi urb lis uot pari, che lo mantenisseno h rason , co- me doueuano , come suo compagno , potche tui P offerse , & sit offeriua in cortequel che have vano intesio , et pol tuiti lihomini det Re li xispos ero che lo sariano volunt tera , et tui li ringrati, , et se partite da la corte ; et tuiti li homini delRe rechiesieno at Re , che se aquietasse diquet che haraeua cogi licentiato it suo compagno , et non si csententando, et nos me-
nando me ser Roal per et giudicio de la sua
Corte , .che loro r impegnariano iutti , et xi astuno separatamente dei seruitio che lideueno , per fin che facesse la sua rechie-sta , admon endolo che lor erano per mante ni r meser Roal contra lui , come do ue-
uane far per et suo comoagno , et molio magior parole disseno at Re; et pol si parti teno da la presentia det Re , & andornoda meser Roal, et ii dissero come haue uano impegnato et Re dei loro seruitio et si offersno Iutti, et cadauno da per sed' aiu-tar, et mante nitio in qnet casio, come do-ueuano sar per et suo compagno; et tui liringratib molio , et Ii disse esset contento de la recli esta , e dei scongiuiamento chehanno serio per lui , ma pol che ii Re seli, portato tal mente verso di tui, tui non livolea pila seruir, ne romagni r at suo Rea- me , per cosa che li facesse , b che ii donasse; et se parti dat Rea me infra et termine che li hauea dato, et l' impegnationche seceno at Re restb per che me ser Roalsi cyntentb con la rechiella che li fece , et disse, et dei scongiuramento che li ha-ueua scongi urati. et intest dire at Signormio barba a l ' anima dei quale Idio metra requie , che s alcun caso simile a que sto adule ne come quello de meser Roal de Thabaria, et des Re Almerico, che di ho
min1 de la corte Communaniente deueno far
cosi com'h ditio, che tui, et ii altri seceno, quando et Re Almerico licentib me serR6al dat Reame de Hierusalem sena a termination, et senZa cognition di corte.
CV Se ii Signor Iicentia it suo homo dola sua Signoria sene a termination , cognition di corie de lis ritiὰ lisi e suo homo , che deue dire ι' sonio cosὶ dicentiato at suo Signor, che ὰ li obi
suoi pari .. CCXXII. Se auten che vn Signor di suo arbitrio licentia uno de ii suoi homini dila sua Signoria senZa conuincerto d' at cunacosa, per Ja quale et facci licentiar per te muration, b cognition di corte, parmi cli' et deue dire in presentia de parte de Ii suoi liuomini; Signor , is seu vos, fomo , oeson promo de star at sudicio de la υostra cor-ie , se voi, d altri me saper an dimandaro
a Icuna cosa I menti e G io mi serro pural giudicio de la vostra corte , vi prego , rechiedo, sconeturo come mio Signor, che voi non me licent ate da la υVira te xa , ne to et gliare far Goi , se la υostra corte non termina che voi Io douete fare , o di cu io si reclieri la te iniuation divostra corte , metto te mis rason I &Pel Signor per tanto non sit alui et a de licentiario , nἡ li fa far quella terna ination, b cognition , deue venir 1 si suoi compagni, et dirge; Signori, ii mis Signor in his licentiato da Ia tua Signoria per quello cb'io mi tersi sar al giudicio de la sua corio, er ii rechisi termination & dire comeli h1 rechi esto la termination , & lui non gliela volse fare , nε volse cessar de licentiario, per il che io vi prego, recbieri, sconduro come mei pari , che voi an diateat mio Signor. is pre ar, rechie erit chenou me licentia da ia sua Signoria , men re 'io vo lis stare ol giudicio de la sua corte , come colui che mi Q risco sar al iudicio di sol, che fete mei pari con tui, 3 con altro, che mi saporis dimandar at u
tre ch io mi sero sar at hiudicis di mei pari , non intendo chel mi pu) , nὸ deue de rason licentiar da Ia sua Signoria, perii che Ci prego, rechiedo, sonoro
come mei compagni che non comportare, ch'is sa cosi menato mentre mi ossero par ala iudicio vostro, anni che mi auantenete Οὐ- me douete far per it Costro compagno I & a me pare che da pol questo tuiti li homini de ueno venir in presentia det Signor , et
dirge; Signor, et tale et nominilo j ὸ υρ-
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ebo tibi ve i' osseriamo da parte sua, era nsa hone turato che is faciamo tonit a rason per termination de iis vostra 'corte , δ che,iat lo mante nissenio fetando i 'obligo nostro,
come vors compagno I per ii che vi pregemo, o re bi de no come nostro Signor de te- uir et lai nostro compagno is rason, menario pee termiuation di vos, a corte, lifacta e fare la termination obe vi his ν
chissa , δ cse cessate de licentiario da Ia ostra Si ia, sin che li faciate fare latermination cbes Di his rechiesa, δ dire rason per che non lo deuete fare, tal chela corte et termina , cognosca I sevoi non farete queso , noi tuiti inseme , . cadauno da per si , ve impe nemo dei seruitio che vi doti mo I Cy Dpi bene cho nentre lui vorra sar ai giudicio de Ia C siris corte, o de ii suoi compagni, noi noupati remo , che voi lo discaciate , ano lomant eniremo δε rason si come douemo I & se ii Signor vocia da pub questo farti male,
loro et deueno alti tar , et diffender contrat titti li homini, eccet to la persona det Signor , menti e clae lui vol star al giudicio de ii sucii compagni. CCVL Come , di che l' homo manca
di se e ni suo Signor , come, di
che manca di sede at suo homo , co-
me puJ conuincer ι' uu ι' aliro , oe cheresoro deue haver ι' uno da lyaltro. CCXXIII. L'homo manca di sede alsuo signor, & et Signor at suo homo, se troccide, b fa occider, b procura la sua morte, b la consente, b comporta, & sapen-
dola se la piab guardar, lo deue diffendercon te sue posse, & se non to pub sare,ch'at manco glielo aut si at pili presio chepotia per guardarse de quella, o se lo prende , o fa prender, b procura, b consente, b taee che si a pressi da li suo' inimici, selo pust diffender, o guardar, & non losa per quanto pilol, & se non to puot fare , che lo auisii per se, b per altri et piu presto che pntra, b se lo tien , b tenir an preson, b comporta cisaltri lo tegnia, selo puot cauar, & non to caua per quanto p ib con bona sede , o se lo serisse per ira, , Da ferire , b consente, b comporta cli' et
1ia ferito, b ligato, tui lo puot dissen-der, & non to sa per quanto pilol, b selicone adosso, b Da coner, b mette man inla sua persona, o ne e cose de la sua Sis noria de quella per la quat'ε suo homo, i s et Signor mette man a la persona delsuo homo, o alseudo, operdishereditario, ancor che non to flaccia, b se lo fa, dilare, b se trim puta effer stato, b che si h, d voluto esser, b vol' effer mancador di fe-
de verso di tui, b cis et habbi satio tradi-
mento vetsi di tui, o proeurato, b solserto, o consentito, d lo sapetia , & non rha notificato, d vietato, b aletan'altra te di tradimento verso lui, b I' imputa eL ser mentitor di sede, & non to conuincessi come ne i altro Capitulo, chelii Signorpuo conuincer il suo homo dela sua sede, 6 rhomo it suo Signor, o fel iacesse camna mente con la sua figlia, o li rechi edematerie, o procura de farto per altri, o se rechi ede, o fa, o procura alcuna de te predit te cose a la figlia dei suo Signor, o a lasorella mentre sara dongelia in casa dei suo fiatello, b comporta, b consente cli' altrito facino, b se lo puot vi et ar & non lo, b almen non fa quanto puot; Sc perogni una de te predit te cose, che runo e rara verso l' altro, manca di sede verso dilui, A se ii Signor convince ii suo homo cade a l' arbitrio suo la persona, et seudo,& tu ita la sua faculta che ha; & se voradi mandar a la sua corte de cognoscer derason deue haver, io credo che la corte congnoscera che lui possa condanar la sua
peisbna secondo che sara it de litto, b de tradimento, o di sede mentita, poterprender ii suo seudo, di tutia i altra sua faculta, & far de quella 'come di cosa di traditor, b de mentitor de sede; & se iphomo conuince ii suo Signor in corte che luili ha mancato di sede, & rechi edera rason per termination, h cognition di corte, iocredo che la corte terminara, b cognoscera
che rhomo sa quietato. verso lui de la sua sede, & habia it suo studo seneta seruitio in tutia la sua vita; & se i 'homo imputaal suo Signor in corae che li habia manca
to di. sede, & non to conuince come si dees, egit havera mentita la sua sede verso
di tui, & cadera a rarbitrio deliSignor, come mentitor di sede; Sc guai dassi bene
et Signor d'imputar at suo homo in corteche ha mentito la sua sede verso di tui, per che eel fa, & non to conuince com'ε preditio , egit mentira lassia sede verso lui,& l' homo havera d' esso et restoto ditio di pra, eel voiri; & r uno non pud conuincer r altro in questa cosa , se non E per cognition satia in corte, b che runo mane ii a r altro in corte d' alc una de te predit te cose, per cli' et Signor non pub pro-uar verso rhomo suo alc una cosa che Vala
sede sua, n 'homo verso it suo Signor, al- tramente che per et recordo de ii homini de la corte det Signor; ma un homo pubben imputar vae altro homo che sia tradiditor verso et Signos; b che li habi mam
cato di sede in alc una de te predit te cose, & se ii tradimento ἡ euidente in tal modo lo ponno querelar, & havera contrasto,& s' et sara conuinto, o prouato per bati glia, b attramente, sara fatio de lui, c me de traditor, d de mentitor di sede,
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me si sar δ de chiarito la dove dice co- me si deue impegnar la battaglia de sedementita, b de tradi me fato euidente .
VIL Chi fu iustitis ne la sua terra non Deandua per comandamento det Signordi cui e la Siguoria, δ se ii capo Signor , ὸ suoi antecessori non hanno dato is tui, δ subi amori ii giudicio, erra orbo et Signor suo, b cbe restino deuehauer et Signor, come io pu) menarpor la corte sua , fata dechiarito in questo capitolo. CCXXIV. Et chi h homo d' ait 14, Ω iudica homo, b donna in la Signoria delsuo Signor, se non loci det suo ordine, b se ii Signor, b ii suo antecessore non ha- messe dato a tui, b suo aut ore it giudicio di quel loco doue t ' havera fatio, tui manca di sede at suo Signor, et ii Signor pubhauer restoro da lui come da mentitor dis ede, ς' et sera conuinto, o pro uato' et s' altro che homo dei signor iudicara homo,
o donna, b pulto, et Signor de quella Signoria in la quat sera la Iustitia, pub per rason far di tui tal Iustitia, come hau er 1 Latio tui a quel, b a quella che ha giudicato sena a licentia, et magior s' et vora ,
per che per rerrore comesib ε caduto 1 rsrbitrio det Signor, in la Signoria dei quale havera fatio la Iustitia Ia persona, et tu ita la sua faculta che ha in ta sua Signoria, et la sua persona condannaria ad arbitrio suo.
mo, incarcerario tenda termination ,, 3 cognition di corte, che deueno dire,
fare ii suoi pari per liberaris.
CCXXV. Se alcun Signor prende, 6 saprender alcun de s suoi homini, se non e per termination, b cognition de la corte diquella Signoria per la quat tui ε suo homo, manca di sede verso de tui, et lial trisu si homini non to deueno comportar, angi de- ueno tuiti quelli ch'el saperanno, subito in- teso come rha preso, b farto prender uno, d piu de ii suoi homini, venir in presentia det Signor, et dirii ; Signor, ne ἡ IM
minario , b li pari tali, se sono piu, pr so , ὸ fatio prender, relevir fenea termination, δ fenea cognition di corte I smi pre emo, rechis emo, che se 'hau /e preso, ὸ fatis prender, d retenis , d se ι'ὰ nellis potesta Coseris, ch' immediate et faciate liberar, o furto venis in la corte, ct saperemo s et si osterisse sar a rasura
studo li fano la pistra a I et Pel Signorrha presse, b fatio prender, deue immediate farto lassar an dare, et guardassi de non dire in presentia de ii suoi homini,che lui rha preso, b fatio prender, nὴ chelo liene in preson, rete nuto, se non pubmostrar per recordo di corte cher habi fatio per termination, o Cognition di corte, per cli' et ditio suo homo, che havera rete nuto in questo modo, porra hauer Pel V
le questo restoro da tui, d 'eser qtuetato verso it suo signor in tu tra Ja sua vita deIa sede, & seruitio che li deue, & haue ira it suo seudo senZa seruitio, nό per que sto sera quietato et Signor de la sua sede verso di tui, ik que sto, per che et Signorha mentito la sua sede verso it suo homo,& rhomo non gia verso it Signore, perche quando mente la sua se e r uno versor altro, coliti verso it quale vien mentitala sede δ quietato de la sede, che deue a colui elie li ha mentita la sua sede, & colui che la mente non E miga quietato per questo, an i E cosi ben obligato cona' eralia anti; & se adulene che ii Signor dicesse de liberario, Sc non to liberasse, ma et tenisse piu in preson, ii deueno dire; Π-
s G Signor, che se Coi non to foret , nsi non podemo lyssar de n)u far merso dilui quel che lenia obli isti I Sc ς' il Signor denega digando non r haver preso, d fatio
prender, nἡ lo liene, b fa te ni r in preson, li de ueno dire; Muncha, Si nor, distiue licentia di poterio cercar in tuiti lilochi cle credemo ser incarcerato, senoi is trouarenis che possamo liberario volendo sar a rason in ta vosra corte conchi ii sora dimandar alcuna cosa I se gliel concede, lor deueno cerca: lo in lut ii ii suoi lochi che credeno esset incarcerato, & li defaeno dire; O' et oi tale, sol f te sero paro, se uoi volete sar a rasonne is corte deI Siguor vosro, nostro di quel che vi faris dimandato, δ imputato,noi me liberaremo, manteniremo comenostro paro I 3c se tui e offerisse lo deueno liberar, & mante nir come suo Paro, mentre s' offerisse star a rason per li suoi pari; se non e offerisse farto, lo deueno lassar in preson, non s' ingeri r pila per lui;& se ii Sistior non li vora conceder de po-
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terio cercar, non de ueno miga lassar per questo di cercario, anZi lo deueno cercarin tuiti li lochi che crederanno effer incarcerato, & se lo trouaranno volendosi offerit de star at iudicio di suoi pari, lo de-
ueno liberar per forZa, b altra mente, eccet to contra la persona dei lor Signore,
per che non ponno portar arme contra lapersona dei suo Signor, farti violentia;& se ii Signor lo diffende contra loro alarga, b attramente, ii de ueno dire; Π-gnor, gia obe voi it qualiete nostro Signor, ne obsate a freta de liberar, o mam euiris nasou il nosro paro per la vosra corte menire che tui vora star at iudicis di fipari, uoi che semo vostri homini, non
potemo portar arme contra di voi, ne farviolentia, ve impegnemo tutii inseme, o cadauno da per se det seruitio che Gi d uenio, fu che Coi hauerete liberato et tal
gi orno in angi non li de ueno obedir, nὰ faret seruitio che ii de ueno, nε far alcuno CC- mandamento che li facia, fin che non habia liberato it suo paro come ii hanno rechie-sto; & se ii Signor non to libera a la sua instantia, b non li contrasta si coni'ὶ preditio, & loro lo liberano, Io deueno mamtenir contra cla tin fin che vora starat iudieio de ii sol pari, eccet to contra la persona de lor Signor, contra ii quale alcunde ii sol homini non deue mante nir altro, se non fuste per alcun altro suo Signor alquale hauesse fatio homagio prima. CCIX. Conae puὸ ζ homo protesar il suo S
CCXXVI. Quando alcuri' homo δ minac-ciato, b in peri colo de qualche scandaloche sia incorso con qualche homo rico, bpouero, deue venir in presentia det Signor,& dirii: Signor, et tal homo mi menaccia,
che fele mio Signor, δ de chi comandarat, δ per mea anitis de persone da lene, iuquel modo che voi comandarete, it che faetando vi prego, rechie o, proleso come mio Signor per la sede che mi dou te, che mi assigurate di questo, mant enite a raso quanto poterat I & et Signorsi deue responder cli' inquirit a quella cosa,& la drigara in pace fel potra, ouer in al-cuno de ii modi che ini Plia offerto; &se rhomo vor a sar questo che se ii ha OLserto, & r altro h homo dei signor, deuecercar traltro de segurario, & rece uer dalui rason in alcuno de ii preditti modi,& li deue far gran protesti che oltra questo non li facia niente; & alcula a cosa acinc aderὶ sopia questo, deue curiosamente far
quanto si pub per la sua corte; & se tui
non suo homo, deue mante ni r colui chEsuo homo, & dissenderio con bona sede se non mancara di quel che s' offerse in principio, non essendo perb pili obligato a colui at quale ha a fare, che a esta.
rermination, δ cognition che la corte sis fatio, δ che vien contrastato- di cosa cheli domanda in corre.
CCXXVII. Quando rhomo recluede alSignor successione che li si a perue nuta, balcula' altra instantia, & lafin det suo par-lare domanda termination, & et Signor loprolonga in alciano modo, & non si acosta a la termination de rhomo che li ha prima di mandata, & rhomo gliela di mandaptu fiate , 3c et Signor in aleun modo limanca; rhomo pub ben rechieder, &protestar li sol pari che delibano rechieder, Ocpregar et Signor tanto destramente quanto potranno, & come deueno, di farto hau eria termination che li ha rechi esto in angi ,& mantentrio rasone uot mente per la Lia
corte come suo homo, & loro paro, & lihomini ligit deueno rechieder at Signor UIP-to cosi come ii ha rechi esto ii suo paro;& se a lx corte vi sono pochi homini li-gii, colui che rechi ede pb andar sor de lacor te, Sc radunar li homini ligii don depo-tra , & se non ii potra radianar, et pb an-dar a cadauno la doue ii porea trotiar, &rechieder, et protestar come sol pari, devenir in corte u pregar, et rechie der at Signor di a scollar, et intender la sua instan
tia, et mantentrio a rason per termination
de la sua corte, et se havera rechi esto te mination che li facino hauer Ia sua termi
nation rechiesta inanti, b farti rason per termination de la sua corte; et ii sol paride ueno sar in questo modo senZa fallo; et se adulen che ii Signor non ii volese ascol
tar, ci non voles e far rason per termination, b cognition di corte at loro paro, bli mancasse de termination, i ponno, et de ueno cos1 ben impegnar et Signor dei seruitio loro per questo, come ponno per al- una termination che lor Dranno, et ii Signor non Ia manti ene, et es equisse, se lirechi ede ii suo paro di far in questo modo; et di tutio quel che vedranno, et f. pranno, si gouernino verso lui come verso it paro loro.
piu Signori pu) portar arme contra iljus Signor sene a mancar di sede sepse dilui . CCXXVIII. Se vn homo ha pila Sign ii, po seneta manca ς di sede alutar il suo primo Signor, at quale hk fatio homagio
prima che altat in tui te te cosse , et in tu te te sorte contra tuiti li altri sol Signori, per che ehI fatio homo de altri, saluando la sua fidelia; et simit mente pol ai
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1ar elascun de li altri, saluando it primo, et quelli a ii quali sece ho magio prima dicolui che vorrae alutar; per che a me parche se un Signor hau esse Un homo, optu, che lasse homo, b fuseno homini d'alaro Signor prima, et Ii citasse a venir per de- sender la sua terra contra li sol inimici mortali, che susteno venuti per disheredibiar tui, et Ii sol homini, et se tui non Vien, egit E in peri colo S effer dis hereditato, per che li sontaien combat ter con lo-xo subito, et quando venisse a la sua cjtalion, et ii suo primo Signor fuge armato da raltra parte in compagnia de quelliche lasseno venuli a dishereditario a tor xo, quel homo per guardarsit, et per man- car di sede deue venit in presentia dei suo Signor quando vegnira at campo, et diritin presentia de ii sol homini; Signor, ioson vosro homo, saluando tu fdelia delial , et lo nomini, lui e venulo con Iearme contra di Noti, o mi dispiace inoboche non vi posso alutar is queso bisegno vostro, O mio, per che colui ch' ρ mio S gnor prima che mi e G quella parte, io non debbo, ne poJo portar amne contradi tui in loco doue fa la personassa, per
τὸ in questa necessitis, ne mi , ne tui, mis
so Ne citat de venir μ defendemi, O lamia terra contra li mei inimici mortali chea torto mi voleno dishereditar, ovi mandat a dij che se Coi non mi veniti ad
alutar ch'io non combalteria con sero,
che mi douete , s cito sopra tuito quel chemoi tenete dei mis se non me abandonar at campo, mis che venite con me a combattercon ii inimici mei, O volpo rete bengua darui de metter man is la persona dei υμ
iuito ei seruitio cb' io si debbo dare per olfeudo che tengo da sol, eccetio la personamia, ne Vol mi podete domandar pth alia iro de rason, per che is non fu obligato de altitarui contra Di, nes intendo poteris
accello, ne Soglio accestar la citation , ne
iι Iconiuramento che υoi in bauete fatio Ioe se dico come το sero homo sopra i a sedeche mi obligat como mis Si uor, che que-μ cs' io nou υe altito con la mia per uaa usu bifigno, cb' io mi parao da questo campo, non e te non per gua ar Iasede mia υerso et tal, et lo nomini, it qualὸ mio Signor primo di tibi, accia Menon mi possa a cun imputar per traditors is porto arme contra Iut at campo; et con questo si parta, et tragali ad una parte dei campo; et se fara cosi, io credo .che sara quel che deue verso cadauno de lis, Signori, et non facendo coel, mentirλla sua sede verso it suo primo Signor, et porra esser imputato per traditor, et ii suo Signor havera di tui rason per la sua co te; et facendo cosi, et secondo Signor non Io potra at parer mio conuincer di sua sede , per mentitor di sede, per mancator di seruitio . CCXIL. Come deue et Signor far citar homo , ὸ donna per is ario in ta sua cor- re quando a cun s chlamis di lui, quando I homo cori cisaro bis impedimen-xo, come deue mandar Θ dinotar il Do impedimento, con Gi u oe se non compare aI termine ch' ὸ citato, δ non
manda is fusas come s deue, che δε-ue dimandar ei suo aduersario at Si gnor , o Ge si deue far ei Signor. CCXXIX. Se vn si dolera at Signor deal cun de E sol. homini de qualunque costasi sia, et Signor non pb, deue per l' assisa, b rus anga det Reame di Hierusalem, farto citar se non personat mente luide venir iudicarsi, et se ii Signor manda a citar vo de ii sol homini per tre homini sol come corte de venir la iustitia immediate per alcuna cosa de quat at cunsi lamenta di tui, et tui responde at me DB; Io son impedito, non posso venirhora; et se ii statuisse termine, ouer ho-xa, et tui manda at termine, h a rhoraehe ii Signor rimponera de venir in comte a dinotar d' effer impedito tal mente chenon pol andar in corte, deue effer citatola prima fiata per la sua simplice parola, et se ii Signor lo fa citar per lettero, bper bastanter, et tui ε impedito, deue di- notar et suo impedimento at Signor per suo messo; et quando ii tre homini preditti locitano, se ii metieno termine de venir in corte, et tui manda et di che li citatorito citorno de venir a responder in iudicio a colui che si lamenta d esso, et notifica esser impedito, et colui che dice questo si Z α Οει-
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o fe iste sar quel che la corte terminara, bcognosce ita che deue per declitari r ch'ε commesso de colui cti' δ sta citato per dirquesto che ha dipto per lui, se vi sera al-
cun che nIn crede, ὸ eue effer creditio perta sua simplice parota cosi come saria selasse sta presente col*i che lo mando la, da pol che si offerisse cib che la corte cognoscera che deue far per mostrar d' es ser suo commesso, & che tui li imposequel che disse per lui, mi se non to offerisse , non mi par ch'el suo ditio sita accellato conar di commesso; perb se cosi suffecti'el commesso in questo caso non fusse obligato de offeri r si come di pra, a pena sipotria mai conuincer homo, 6 d Inna per mancat de venir in iudicio a termine nominato, b Zorno statuito, & lui non ve-gniria , ne mandaria at Signor, ni a lia corte a dinotar il suo impedimento, per chequat unque volesse porri a dii ; Signor , et talmi dinoia esser impedito, s Me non p3 v n. r in corte a render rasu a colui cho sichiam a d' o I & cosi et reo che lasse citato de venir a star a rason senga hauerimpedimento, ditio, mandato a dirche si a impedito, saria assolio di tal citation; & qtiesto saria at parer mio contrat 'assisa, b rus an a det Rea me di Hierusalem , per che 1 l' assisa, b a l' iis anga vi eche esii e citato de venit a responder a ladi manda che si fa di tui, deue effer cretiola plinia Liata dei suo impedimento per las a simplice parota, se cosi fusi e che colui et e dicesse ii uio impedimento non doti esse celli sicar et Signor, & la corte, o iuno che volesse si porri a far suo com- inesso, di saria sculato de la citation delSi in Cr de venir in corte a far rason senga effer impedito, & non saria miga J' assisa, b r usanEa prediit a te nuta, osse ruata & per manteitar l' assisa, b rus anga parmi, che colui che dice per et citato de venira la rason che si a impedito, debba certificat et Signor, & la corte cona'ε preditio, che tui e suo commesso, & che si a cretio
per li sol impedimenti per la parota di colui che dita lui esset suo commesso; et
reo che ii Signor ha fatio citar per Uenira render rason at altore, dice la prima fiata effer impedito si che non pol 'andar, hmandar a dinotario at Signor, & a la co
te come si deue, P cretto se i 'attor qualche giorno dapoi dice at Signor chenon crede che tui si a altiora impedito, dc lo prega, & rechi ede che ii Dcci rason, et Signor deue mandar a citario de venirin iudicio per responder a colui che si lamenta d'esso; & se dira effer impedito,& r attor dice che non to crede, et Signor deue mandar ire de ii sol homini, runo in suo loco, li db come corte, &quelli de ueno citario de andar in corte a 'reia ponder at tale per la tal cosa, dc nominar la persona, & la causa; & se dira esset impedito, & non pol andar, ii deue-no dir che l' attor non to crede miga, &loro son venuti dat Signor come corte pere tario de andar in corte, b che si chiarisse in sua presentia come si deue per raia sita, b r using a det Rea me di Hierusalem;& lui deue sare de due cost rufa a, b ait dar at comandamento det Signor, b far et sacramento statuito che si sa per questo;& se diri altiora eli' e cos . impedito clienon pol andar in corte, ii deueno dir; Fiatine certi di quoio come do ueste I & luid eue iurar sopi a li stanti effer impedito siche non pol andar in corte, faggando questo, sara cretio a quella fiata; &se noni x fa, b non va subito in corte, incorrecome mancato a citation, & de far rason, 3c perde la sua causa, com 'E si ecificato inquesto libro, che Ja perde rhomo, ii qualmanca de venir a responder in iudicio; &da pol qualch e gloria osse ratior intende chelui se se impedito, & non b ch 'el si aguarito di quel impedimento che hau eua
quanto sece et iuramento, deue venir in
derae mandar dare cauo que ili tre sol homini come corte, Zc via phisico, ouer UNO Ciroico, secondo la malatia che ha, chesia
suo homo ligio, et protestario per la sedeche li deue de dir la verita dei impedimento di colui, et se non vi ὀ alcula chesia homo ligio, manda vn che si a tenui per suo sacramento de dir quanto sa la verita per quella differentia; et ii ire di sol
homini lo deueno citar da parte det Signorde andar in corte a sar rason at tale de latat Cosa, et nominar la persona, et dir lacausa; et se dira effer impedito, colui deli tre homini di corte et 'e l1 in loco dei
pedimento a queso medico I et tui lo deuesar, et ii medico et deue u eder, et to carit suo polso, et Veder las ita urina; et si ando cosa ch'el deue cognosceret ciroico, de-ue mostrar la plaga in presentia de ii tre homini ch'el Signor hauera mandato, et selme dies dir1 per la sede, et per . et sacra mento ch'δ tenuio, che tui ε impedito, non si deue molestar menti e stara in casa sua, et dir, effer impedito; mi Pel phisico, b et ciroico non cognosce in tui alcu-na malatia per la quat deue restar de an darin corte, et deue andar, et star a rason con ratior che si chia mera de tui, ouersara conuinto come homo che ha mancato de venir in iudicio, et perde la sua causa
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sa, coin'ε preditio in questo libro, che laperde chi non vi en in iudicio a responder. XLIL Se ii Signor si citar aDun somo per ei suo seruitis, Di e iminuito det Do furi do alauna cina che it Slguse his , lien fenda termination, δcognition di cone , δ che ii Signost Ii de-- far alcuna cosa dei suo studo the Iiνechisse in corte de fati arto, O nonio sece, come si puὸ defender de accetiar quella citation perifin et Signor non
CCXXX. Se alcra E sminuito de alcuna
senZa termination, b senga cognition di corte , & questa si a cosa ch 'el Signor li deue satisfar per et suo seudo, & rechiede quella cosa in corte al Signor, & il Signor lo1a citar per alcun de li seruitii che ii de . De dar, & lui non vol accetiar quella citation , far quel seruitio det suo Signor, deue dir a colui che lo cita; Lo non intendo douer accetiar quota citation per fu cheii mis Signor non me restitusse la tal cofache tien dei mis sudo fenda termination,
sa ἡ, j n9 O vo lis accellar, se la cor re non Io termina I & se ii manca alc una cosa che ii Signor li deue dar per satisfation det suo seudo, dicali che non intendes Occetiar quella citation per An che non ι'
ne la voglio accellar , se la corte non lorermina I Sc dapoi deue venir in presentia
det Signor, & dire; Signor, voi m hauete fallo citar de tal seruitis, s et dica che oi tenete senea termination, cognition di corte Ia tal cina dei mio fu-
cor restituita , ne ditio rason per D quat a corte habbi terminato, δ cognosciuio chenon me Ia douete resiluir I perd non intendo douer accertar la vostra citation sinebe voi non m harete restituito quel in edet mio fudo che voi tenete fenea termia nation , o senea cognition di corie, δ dit-
mio seudo, non vi debbo seruitio, se la cor-
re nou si termina , di questo mi meito M la termination di corte, saluando te misroon I et cosi si coprira con la termina- Tom. Hlion di corte ; et pol che sata couerto in 'uesto modo, non mi par che sita obligatod accertar la ditia citation , far et seruitio dei quale si a sta citato sin che la cor te habbi fatia ditia termination; et non m Ipar ch et Signor posti dir cosa per la quale
tar quella citation fin cli' et Signor li hab-bia restituito quel che ha, et liene det suo seudo, si cona'ε preditio, Za che attre fiate glie rha rechi esto in corte, et ii Signor non ha ditio cosa per la qual la corte ha-uesse terminato, b cognosciuio che non gliel
diε restituir. CCXIV. Quando el Signor cita et suo homo
per ei suo seruitio che ii deue, lui Ity debitor dei suo furi , come r homo si
puδ d fender de accellar la sua citation ,
Cy como lo deue far se ii Signor non his impedimento euidente, come d' esser affe- diois dis ii subi- inimici , δ δ' altro pe
CCXXXI. Se it Signor deue dar ad al-cuno de ii suoi homini alc una costa dei suo seudo, b iis minuisse dat suo seudo qualchecosa, et lo fa citar per et suo seruitio, et tui non vol accellar la citation fin ch'el stapagato, deue dic la rason per che, et Venir il piu presio che potra in presentia dei Signor in corte , et dirii; Signor , voi tu favete fatio citar de tisi seruitio et dirche ὶ Ο voi, Signor, me douete tanto delmis fetido per ιl quale vi debbo ei seruilio , em it termine de la mia paga δ pafato,
tion , se non mi pagate , δ faciate pagar vel che mi douete dar per ei mis se uti,dil obes Φ passuto ii termine de Ia mia pa-ga , ne la voletio ac et Iar se in corte non
Io termina, per quesia cina mi metto ista termination di corte, saluando te mie rason. Dapo questo non mi par ch'el Signor possa dir costa per la qual la corte terminache r homo debba accellar la citation finche non ε pagato quel che li deue dar peret suo seudo , dii che ii termine det suo
pagamento ε passato , se non sus se per defender cita , 6 borgo , o casal , castello det Signor, net quat si trouasse quando fus. se citato, per che a tal seruitio non mi parmiga che ii defetio det pagamento lo scusis econdo l' assisa , b i' us anga det Rea me di Hierusalem , et per quel che in te si dir,
questo seruitio deue ogni uno at suo Signor, et pagato, et non pagato; et se l'E impedito auanti la ditia citation , et non pubandax in corte per far noto at Signor et suo impedimento, et deue mandar a dinotario come si deue ; et chi uot di notar alSignor il suo impedimento quando ἡ citato per et suo seruitio, et lut E impedito, de-ue mandar a dinotario per christian, et quel