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α et COMM ENTAR. HI s T. ,,sura putabam. Pensavo, che quanto ave ,, vo io decretato a favore della Religione,,dΟvesse avere un'eterna stabilita, tali mie1,,decreti erano i monumenti di pieta, quali,,avevo io avulo cura S innaletare: Hos ego,,titulos pia virtutis erexeram. A questa par-
,,lata , dico, deli' Imperatore Graetiano fa- ,,rei corrispondere, o Signori , quella de' ,,vostri illii stri Antenati, che sollevando il,,capodalle loro tombe, ed accennando col,,dito i marmi di questa augusta Cattedra iste , gridasse Ognuno di essit Hor ego titu- ,,los pia virtutis erexeram. Questi marmi, isqueste pareti , questi intagii furono da,,noi principiati , perche condotii a fine Ada' nostri Posteri, resta mero memorie per-ripetue della pubblica pieta , Omnibus, alis mansura putabam imperia mea , Cloe,,i decreti formati da' nostri Consigii gene- ,,rali , cloE i litoli eretii dalla nostra Reli-rigione , Hos ego titulis pia virtutis erexe-
isConcluderet indi con il medesimo AtancivescoVO , che quando si volesse pensare,,a far precedere la fabbrica dei Teatro a ,,quella dei Templo di Dio , sarebbe o Lbligo indispensabile dei vostro vescovo ilisfarsi sentire contro tanta abbominaZione: civilis eausa esset , sono parole di Sancis Ambrogio, Miversa partis responsis daretur,
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,,eausa Religionis est. E chi ha da comparire ΘAchi ha da essere l'Attore Il Vestovo,il Ve ,,kovo, Causa Religionis est, Episcopus eonυ ,,nio. E riflettete, o Signori, clie se S. Ambro. rigio con il suo Zelo arrivo a intimare ait'isImperatore Valentiniano, che , approvato Ache avesse ii Decreto di Simmaco, la Chimissa non si sarebbe piu curata de' suoi donii
,,Munera tua non quaris Ecclesia , l'Altareisdi Cristo avrebbe rigettate te sue offerter,,Ara Christi dona tua respuit 3 Gesu avreb-isbe rifiutato it suo ossequio: Obsequium tuam ,,Dominu3 Iesus vecusat s ridetrete dico, o Si-ognori, che cola dourebbe dirsida me, quanis
isdo i doni , te offerre, l'ossequio da pre- issentarsi alta Chiesia, fossero stati proianais mente implegati net Teatro, e net ridotarito delle danzet ,,NE mi dite, o Signori, non aver cheissere l'Ara supersti ziosa di Simmaco ces vo- ,,stri Teatri, e eo vostri spetiacoli, mentre, risenZa abbandonare S. Ambrogio vi facetoricon questo sapere, che aneti niente ha da fare Cristo, a cui vi fete impegnati di fataribricare la Casa con te vanita det secolo. ,, Passando dunque dalla sita lettera scritta,,a Valentiniano at suo commento sepra il,,versetto det Salmor Λυerte oculos meos, ne --riami vanitatem, sentite come parta de i
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ars COMMENTAR. PIIS T. ,, Pantomimum aspicis, vanitas est . Luctatori res aspicis , vanitas est. Equor eurrentes af,licis, vanitas est. Averte , seguita it Sana partare , averte oculos a spectaculis , ,, erte ab omni saecular pompa. . A Cristo, ria Cristo , conchiude S. Amorogio , at Zar,,conviene gli occlij nostri: Ante nos est Chria,sus, sia egii l oggetto de' nostri uardi, ised ii premio delia nostra carriera , ante
OAllontanate dunque conchiudo it mio isdiscorso allonianate da voi, miei cari Si- ,,gnori, ii pensiere dei Τeatro, e rendelevirilempre pili intimo, e caro quello dei Duo- ,,mO nuovo, Ora in i specie, che la cospicua,inacciata, la quale si forma, sta per apri r-,di un limitare non gia vacillante, qualeriavete sperimentato it pavimento det Τea-istro, ma stabile e sermo a guisa di bensen ridata Gerusalem me, onde at versetto Da-isvidico: Latatas sum in his , qua uidia sunt ,,mihi , in domum Domini ibimus , positatensoggiungere con rajone , stantes erant pse,,des nostra in atriis tuis Ierusalem, Ierusa- ,,lem, qua adiscatur ut Civitas 3 ed ora chetici vedia mo per meeteto delia deita facciata Brendersi imminente Ialitia magna in popu-
obro des Maccabei, aver fatio esultare it Po-npolo d Israelio, allorche ornaverunt faciens
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PAR. II. LIB. II. CAP.DECIMuM. 227,,templi, dedicaverunt portas , er imposuerunt ,,eis Januas. Tanto maggiore pol ha da esse- ,,re la nostra allegreZZa, quanto piu uni r- ,,uie at prospetio delia nostra facciata racco-
,,gliamo dat libro deli' Esedo essere stato il prospetio delia fronte, o atrio dei Taberonacolo, leggendosi in eta libro, che in unisfianco dei detio atrio si trovavano columnarit res, ct bases totidem , e che quattro colonistine aveva la porta columnas quatuor eum lais, ibus totidem. Cosi bellarassomiglianza del- ,,le colonne, che ora si alZano delia nostra ,,facciata con quelle deli' atrio dei Taberna-iscolo, sia quella, che ci faccia vieppili in- ,,vaghire di renderia ben presto compluta uerie cosi anche di sollecita mente avvanzare rigli altri lavori, che restano a perfeZiona re Pinterno di questa Basilica: onde ridotta iriallo stato, che si sono prefissi i nostri Magogiori, possiate uoi iantamente insuperbir- vi, che tat sorte in vano aspetrata dat retarisii periori sia toccata alia vostra ; e possa ioisfarmi sentire ben presto nuovamente dariquesta Sede con prendere per te ma det miciis discorso te parole dei cap.f. del 3. libro de i Re: Cum perfecisset Saomon adi am domus,,Domini, dixitque Dominus ad eum et exaudia rivi orationem tuam , ct deprecationem tuam, ,,quam deprecatus es eoram me: SANCTIFICAVI, DOMUM HANC, AM AEDIFICAsTI.Ecosi sia.
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218 COMMENTAR. HI ST Quodnam retulerit ex meo isto Sermone Τempli aedificatio emolumentum, an valde ille Auditores meos excitaverit ad aemulanis
dum Vitaliani, & Majani exemplum, unde de illis quoque dici valeat, totam subsunt am n hujus facturam operis expenderunt, ii dicent, quos colligendis ad id operis eleems ynis praefeci. Ego autem hoc dumtaxat assirmabo, reperiri quamplurimos inter Brixianos Cives,
quibus Vitaliani & Majani illud aptetur, o ipsis nihil deest. Nec mihi defuisse gratum
eorundem erga me animum, quo magis, magisque inflammaretur iste ad benemerendum de ea mole, etsi hujus proprietas ad 'ipsos, non vero ad Episcopos pertineat, palam faciet Decretum, quod statim recito gratus &ipse ob dona a Brixiano Magistratu 'donis meis repensa. Adi I 6. Marao I 739. Fin ne'
primori dei passato secolo, preso da questa C, M a il gloriose impegno di fauνicare iam nuovo, infigne, maestosissimo Templo, che potesse eorris
pondere at deeoro , eon eui deis VADi imo ad Varsi sora gli Altari, ed Verirgli un ealto eptu religioso, e pia degno, fu anche eon splendide Na eorr spondente alia di ui eonnaturale pieta principiata con P acquisio de' fondi , e prosetuita notabilmente la cospicua impresa fisam anno I 63 o. allor quando insorte fatalieontingende ae un' eta travetitosa , vim e lamede fima abbandonata , e gracente , anzi gna
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s proscritta la speranea di mai piu verivneu suo eompimento s quando essendo placetato at Signore di sustitare is spirito deti' Eminentissimo Signον Cardinale Angelo Maria Derini nostro sommo Sacerdote , e venerato Pasto-ve , accio con Zelo veramente maniore d' sini
petraasione si prendesse per primo sao pensereis promovere , e far , che si proseguisse HaAmente an onva a Dio di tanta gIoria, di tanto merito a Sua Emineneta, e di tanto applauso
at nome Bresciano , ed esse , ehe ben Dpma , come in tale proposito si era Iddio espresso conia suo Profeta vigeo , ehe meum est aurum, meum est argentum , subito concepi uel suo splendido euore H grande sentimento di eo correre con gross sus amaυυantamento deiala prodigiosa principale BasIica , e ne sciosseu voto , quando ton Ii preeissi abnuimenti
deI Coro , ehe si vestro atto aI Divia culto , eeol visibile prosequimento au' interno augusto , eospicuo Santuario , feee spiceare con publIicamaramglia non meno Ia di tui pleia , che u Pagorale suo aelo . Fu auora , ehe da nostri Precesseri, configliati da una vispetiosa , e δε- vuta visonoscenda , fa desuerato , ehe net sacro is o fosse scolpito in marmo un onorevo te Elogio , ehe faeesse spiscare una manifesta , e perpetua testimonianata d' averto S. Em. Doriae Uni spreanta rendato alto agit rac divinι proprio aere large collato . Di eis pero non P a con-
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23o COMMENTAR. HIs T. eontento u se re sollectio, e vigilante Aetiis fastico Principe, da cui inteso, ehe eomine ava-fli a darmano alia factaata deIgran Tempto eonia Δυοro delis sei ben alte, prodigiose colonse , si comptaeque a gisrniscors di reptieare un nuo -υo aetomento di sua eroica pieta, eon una generosa limosina di studi mille, ed in ostre eonsue paterne , e tenere Upr fioni ei ha farto D vare iI molio piu, ehe promet te , net prosetuir idiar opera s la di cui magnanima intentione ei ha talmente animati ad indefessamente traυa
fetisne . Condotti adunque da tali e tanti δε- veri, e dali ' aceennate sene cenae non meno,
eho da' μή rises, degi' Illu Lissimi Signori De. putati alla Fabbrica flessa, albiamo terminato, ebe fccome, compluta destia facetata , Δυνὰ in Iugo proprio delia mede a collocarυ tarma di questa Citta, come pariona det gran Templo,
eon queu' Iseritione, che sara credula convene vose, cosi contemporaneamente Δυνa pure neLla faretata stessa esserui incisa in pistra attra
ii , e sublimi dei nostro benescentissimo , ossequiato Pastore verihino a conservarsi manifeste, ed eterne in vista di tuita quessa nostra Pro- ivincia. E perche possa M Posteri , e Successori venerarsi e I' Uemplare , e P Autore di si gran
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PAR. II. LIB.II.CAP.DE CIMUM. 23 IBasto con la sua sile di sino marmo. Cosi illaminata da sἱ illustre', e nobile Uemis pio ,e da forti eccitamenti , e da frequenti Pastorali di questo nostro Eminentissimo , e gloriosissimo Hescovo , tuita questa Citta, e Diseest ud - να pia fata ente la voce deI Dio degli Uereisi, ehe pure grida at suo popolo neI detto Profeta r Ascendite in montem, portate ligna, &aedirificate domum,& erit acceptabilis, & glo-
orificabor in ea , e tuiti not ingrediemur adrifaciendiim opus in domo Domini exerci- Diuum Dei nostri. Francesto Mani Abbate , Antonis Gandini Λυvocato, Gio: Martinengo Deputato, Beniamino Catini Deputato, Hespamno Lut Zago Deputato , Simeone Paratico Sindico, Carr Antonio Fi-segno Sindico. L. S. Andreas Ganassonus alter Magnis Ciυitat. Brixia CaneeIL Subdam modo Brixianum aliud Decretum,
unde dignoscetur, nihil odiose a me dictum fuisse , dum Templi causam adversus Τheatri patronos peroravi 3 mea enim dicta illa adeo non fastidivit Civium horum pietas, ut ea typis commendari debere statuerit. Adi 4. Aprile 1739. u pastorale telante Sermone dettonet Coro di questa nus Cattedrale data Em nentissimo Sig. Cardinale Angelo Maria Derini amorosissimo nostro Vescovo nel giorno solenne di P qua alii a V. di mreto deII739. net telebrar-vi, che fece ponti calmente la Messa , ta ba per
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dias' COMMENTAR. PIIS T. Ia see da volta talmente animati , che non alis
sentimento, ehe visne da S. Em. eon tanto deo inspirato di eoneorrere eon inerte anche magis
glori det passato at glorioso proseguimento diquetis insigne maesto mo Templo. S. D. M. areola i nostri voti , e faceta, ebe' venga da questo seliseito vigilante Pastore vinno vata I intimaetione , ehe fece Mose at suo popolo,nὸI fabbricaυ iI Tabernaeolo custode deuArea, di cessave da ulteν σνi obstaeioni s e eosi psadioi anche a nostri tempi , ed a gloria de' nostri Cistadini: ASicque cessatum a mune oriribus offerendis, eo quod oblata sufficerent,riac superabundarent. ,,
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C A P U T XI. 'De Francisei Barbari , Patristi Veneti prastam santissimi,Brixianaque Urbis, a Mediolane iam Duee oppugnata, defensoris invidit, Epistola. νum Couectione ex US. codisibus adornari
coepta an. MDCCXXXIX. eademque postea a
dia Epistolis ipsis non antea editis, Ludoici Fustarent, quo nultas amisitia virtutis Amilitudine Franeisco Barbaro
T Erinde ac si tot vincla,de quibus superius, ad me Brixiano domicilio colligandum satis non serent, arctius iisdem adstringendis accessit sartuitus occursus nominis Francisci Barbari, dum Τomum vigesimum octavum Ephemeridum literariarum, quarum auctor Cl. Apostolus Zenus non memini quam ob causam evolverem. Ibidem itaque haec