Antonii Genuensis ... Elementorum artis logico criticae libri 5

발행: 1753년

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no r; irat tuto gran satio . Per cib at cuni infra diloro piu penetranti sono stati in s ias hil mente fora ali ad un sistema , che sente molio dei Platoni eo. Hancredulo, che rintellet to nostro non inrenda te cose

in indit iduo , ma s otio idee generiche di ente , e di --ro . non vedendo ch'alrre ad ed intelligibili potessero ei sere ne illa mente . Ma patrebbe dir si coia me nointelligibile di questa P non vede vano efii , che lascia vano la mei. neli' ignoraneta degi' individui, lacui scieneta 8 assai piu necessaria delia scien Ea de gliuniversalii non senti vano ess la costi enaa, che s'Orpon eva a' loro sentimenti Questo non e illuminariae, egit E but tarne in tenebre assai piti dense anc ra, che quelle non sono , sulle quali disputi amo. Tut- te queste oppinioni sono per verita conseque nete δ' una cattiva Loica : perci ochd tuiti questi Filosofihanno com inciato te loro ricerche su quest'argo mento da quesici ch'essi non intende vano; un nou so chelia gui dato tulit i loro ragiona menti t indi tuiti per necessita sono u sciti in un' altro non D cher pure non e la sola mala Loica che t 'ha prodotio: l'oscurita delia materia n E stata ella a parte, o Per mio avulso . principat cagione.

18. Passi, alia oppinione det Uolfio . della qualeella sa men gione nella sua lertera . Ella ben ta , come questo Filosofo nella Nicolotia rationale, d: mnque te id e miteriali o immaginoris, dat te inteli sibili. Chiam a quelle te imyressioni sitie net cerebro daglioggetti e iterni , o ris vegliate da essa forEa motrice dei corpo e que ste te pereeUoui corrismndenti alle id e immaginor e . Secondo it Uolfio la mente non Vede a patio alcuno queste impressioni dei cerebro. o sieno idee e forme corporee , pnich8 sono esse e sterne alia sua esseneta , e percio da let infinitamente distanti ἰ che tanta e , e non punio me no , ladi ilan a tra l' essen ra dei corpo , e dello spiri eo : ma E ella si bene pro Wveduta di una tal sor- Ra , che con quella me desima serie , ed ordine ,

conDiuiti rod by Cooste

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. Don cui nascono Pilee immaginarie net cerebro alla preserua di qualch ' parte di questo mondo sensibile, ella si produce t 'idee intelligibili, che alle immaginarie corris pondono , e te quali sono particolari determina aioni di es a for a intellet liva . Ora in serie tuita di queste idee intelligibili e cosi fatia , che sem pre lyantecedente contie ne in se una ragionsu sciente di quella, che segmra pol chὸ cia scunaidea intelligibile, o si a perceaton pIrticolare, constituisce un particolare stato deis anima; tulta la possibile serie deli' idee , che la mente umana pubavere in tutia l'eternita, pone capo nel primo stato deli' animo , o sia Delia prima sua percea Diae , equindi derivas tutra quanta . Non attramente , che tuite te possi hili modifica Ei oui dei corpo pro-vengono dalia di tui larga motrice , che gli ε eLsen Ziale, e pungono capo net pruno stato dei corpo , ii quale nasce dalia di tui fora a motrice mO- aifieata individua linenta ne i primo momento della sua esistenga. Questo e quello, che chiam si armonit prolabilita e perci och ε ella nasce tra la mente e 'l corpo dat l' effer costi pre stabili te quelle forae da

Dio , ch' elle nelle loro di termina et ioni armonica. mente .s corri spondano . Esse non sono altra mente armoniate , che pur com l' una fosse la cagion

armonia ron un sol verso, Aunusmus petriter vetuli notin e columbi.

. 19. Ma , per quanto appartiene a quest' armonia prestabilita , delia quale non e nata intenZlone qui ragionare , permettera ch' io franc amente le

Che puὸ bella parer, met nVlla Ue h. Io non dubito, che it Lethni E, e 'l Uolfio non syabbia no renuta questa tal dottrina, che in conto di vanar potesi, ch'essi non avrebbon potuto provare per niun

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pensato, a verebbero molio derogato alia fama di fodi, e non gia capricciosi filosofi . Che t non vede vanoem , che avendo tulte i 'alire oppinioni tolle , come

incerte, o incomprensihili, ne mena vano in una oscurita di tuite te cose, e nella incomprensibilitii di cheehe saὶ Se io fossi di quelli, che s'attaccano troppoincivit mente alle conseguen Ee de' siste mi, Ii quali ilUolfio chiam a conse/uenetiarisi , io loro appice herei una consequeneta 8' derelisi: ma dirb solo se tib vietarnol postono che un tal si stema ei pone in uno stato d' ignorare i cor i come inflenti, e di conosterii

solamente come possibili. Il Signor Uolfio medesimo, Per quanto ho poluto io raccogliere da Ila sua Psicolo. gia raetionale, non si Drehbe far della molta foreta, per concederio. Mi contenterb ancora di non dir niente den'interno Fato , a cui questo sistem a n'assuraeitiscerio non voglio sapere come it Volso s'e dishrigato diquest'accusa , che gli pure stata fatia . po ich8 io avrei ancora degi i argo menti positivi per distruggere una tale ipote si . Ma io non vo saperne nulla. Mi hastache questi gran filosofi , che l'hanno sosten uta , ne conoscano anch'essi l'incerteZEa , e postino sopra questa materia, cosi bene, com'io, dire, O mente vagat ni fin sempre duiunet. Σo. Che che ita dunque dei Parmonia prestabilita, io dico che questa oppinione det Uolfio, cheis distimete . ire materiali eorri ροπdans diVtime perretioni, non Pub reggere, seneta toglierne it giud Eio, e'l raetisci- io, o almeno senZa avvi lupparne in molle attre i pote si,

a) In una lettera at siq. Psa F inserita negli Attides Savans dei Mese di Mar Eo a 28. Neque, dic'egli, philosophorum es rem serio semper agere ς qui saepe in fingendis pothesbiu, uti bene mones, ingenii sui vires

experiuntur.

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tes, che sono pili aneora incomprensibili. Ognun sa, che it eludietio , e 'l ratiocinio sono la pereegione della resaetione detridee: ora date due idee A , B materiali , corris ponderanno a queste, sacondo it Uolfio, due intelligibili, C, D, cosi tra loro distinte, come A, Bocosech come A non E B, ne conriene B, ni uno individuo contenendo i 'altro , da cui e esseneti almente distinio, sicco me E detto; cosὶ C non 8 D, o non contie-ne D . E percib come poste A ,οB, non s'E posto giudi-Eio , o percezion nessena delia loro rela Eione, cosi non si E posto, nate C, D. For Ea dunque aggiungere una terEa intelligibile, nella quale si uni scano C, D. Si a questa X . Ora X ε eost distinia da C , e D, come queste infra di loro . per tanto ni una di queste sara contenuia in X, ne ponendo X, si porra ii glu-dizio. Che se si dira et, amendue C, D, si contemgano nella sola Xr come, C D corris pondono e rap- Presentano Α, B; sera vero che A e B sano nella sola X r ed in conseguen Za una perce Zione , o idea intelligibile consistera , e corri spondera a due, e co-sὶ ne' lunghi ra Eiocini, a 4, 3, ici materiali, clochedi strugge i 'altra dot trina det Signor Uolfio. Se dunque ella e vera, sara X cosὶ singolare, e nou contenente niuri' altra , come C, come D. Ecco tollo

tutio it eludietio, e'l rari ocinio. Diranno, che it gludiato sata posto nella eostenta di C, D Ma o estidi cono tin non se che, o questa coscien Ea ὸ una pediceatone di C, D, ei οε la percerione X , la quale se una essendo e singolare, contie ne C , D, si distruggela dottrina det Uolfior se non te contiene, si toglie a no i ii eludiato, e con eid si distru3gono tuit' i principi della Selenaa Pfieologica, i quali, secondo Volfiomedesimo, debbono prender si da l la chiara eosci enaa di cib, ehe in noi vividamente sentiamo. E'dunque assoluta mente salsa questa dottrina .ar. Queste ed attre osservaetioni, eragioni mi indu

xenne delia mente , Ia quale applicata a vars oggetti,

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336 per vari rapporti si chlami varia e diversa . Questa

sola via truovo per uscire da' molli intrighi, ne' quali i sentimenti nnora in torno a cib tenuit da Filo fine a vultuppano. E come la medesima serra motr . applicata a pili corpi A, B, C, chiam eram moto ii Α, C, B, e forse anche per la varia loro deterr

naetione , e per vari rispelli chia merassi motia r- pendicolare, o parallelo, o circolare; cosi per avi n- tura la medesima e perenne azione delia mente D

licata a vari oggetti, onde che si a lei presentat , iram varia percerione. Io non ista hilisco questo co- me uomo, che venga dat Concilio degli animi, ma me chi conge itura. Uegῆo perb che con tal sist ma si truo va una facile ragione di spiegare, e d'intendere tuit' i pili difficili fenomeni detranimo, thenoi per interna costi enaa sentia mo, e de'quali ii Signor Volfio ne truna, enetraltra Psicologia, I' Empirica , e Ia Razionale, fa gran raccolla. U. E. mi onore rebbe infinitamente ancora, se su tat dottrina mi desse suo giudicio: perochε ella potra di facile intendere, quanto io sa timido netri stabilire the che sia in Filosofi a naturais , nella quale tuite te idee nostra sono imper ite, ed Oscure. 22. Nel te rao numero delia sua lettera V. F. haprodotia tal dimo stragione delia dottrina det Volsiod'intorno la dura aione delle idee intelligibili, che niuna cosa pare, che possa pili chia ramente dimostrars, massim amente se egit E vero cib che gli Scolastici hanno comunemente insegnato, non essere possibile nella presente vita lo stato delle pure intellerioni. Concio sache come e dimostra Elon mattematica , che ognimoto si is in tempo divisibile ; cosi e' sarebhe dimostra-etion matematica, custon 'idea intelligibile durare per quat he tempo corri spondente alia dura et ion det tempo, in cui i Fantasmi, o movi menti dei cerebro mau tengon si vivaci. Ma ella mi perdonera se io procedo a dire, ehe doue questa dottrina det Uolfio non ven ga

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st rugge affario tutia la natura de' nostri giudici, e ra. et iocini, e speciat mente se si aggiunga a questa l'altra sua dottrina, che te idee intelligibili seno una mede- sma cola colle perce Zioni. Eccone una dimostraZione, per quanto in que ite materie si puo, ordinata ad usode' Geometri. r. La perce Eione e l' idea intelligibile sono una medes ma cosa .i a. Il giudietio E la perce aione di re laetione di conis venieneta, o di disconvenienaa di due idee A, B. 3. Non possono conserirsi due idee, che non coeos stano in una medesima perceatone et percioch ε se non eoesistono in una medesima percegione A, B , non pub di loro , che una sola per volta esser presente ali intelleno. 4. La percerione dura e coe siste a tempo divisibile.

3. Ad ogn 'idea immaginaria risponde Ia sua imtelligibile. D. Dati due oggetti A, B, noi giudiehiamo delia

loro convenien Za, o disconvenienEa paragonando leloro idee intelligibili a . Come queste sono esse pedicerioni si) noi ne gludi chiamo conserendo te loro perceatoni r qu ste dehbono effer distin te 3), e coe- stere a distinii tempi )t sono questi tempi P, Q, coesistera i 'id ea intelligibile di Λ a P , di B a Q.:dunque A e B non coesisteranno in una medesima Perce Zione, e percid non potranno paragonarsi sq):dunque post a la pura i potes det Uolfio no i giam mainon giudic heremo, ne ragionerem .as, Final mente per non fare d 'una lettera un πο- Iume, dird brevemente, che d'intorno at Puniversatira delle idee , noi non differiamo gran fatio . IoCr-, che tuita vers. lita delle idee sia posta Neli una , veloce , e consula perceEione de' simili, e lingulari. In questo io ho dei temerario: io opino: esco dat te leggi dei mio filosofare. Io assermo

non Diuiligeo by Cooste

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Ron potere in nim eonto sussistere te spegie unive sali de' Platonici, e de' Senti. Platon ici. E non dico ei, , perche io non intenda l'essere queste id se

eterne , e quindi a noi participate , o perci occhi non creda che non vi abbia oggimai Filosofo , chevoglia seria mente piat ire su queste tantasime e maperche stimo , che tutia la larga detrastrarione nostra, da cui si v uol derivare tali idee , non taccia altro, ehe a poco a poco dat te idee singolari e distin te, risecate te circostanete di singolarita e di distinetione, meiterne nello stato, net quale noi veggiamo queste medesme idee , maeonfuse, perch8 ineno individuate, e percid te percepi amo convelocita, onde nascela nostra persuasione d 'esser aggiunti nello stato delle idee universali. Di fatio un uomo, ii quale non avesse, che una idea singolare , e' non polrebbe giam-mai, per quanto si s largasse, e straerne runiversale. Questa deve essere la ragione, per cui i lanci ulli non hanno, che idee tuite particolarissime, perchὶ nonne hanno ehe poche, e tuite di sensagione, e percili

vivacissime ; di quisa the essi angi di poterie ait nuare. o spogliare delle proprieth individuali, permettersi nello stato , che chlamasi d'Hee uni inali,son pili facili a non pensare a ni una . E per la memdetana ragione io credo, ehe nella mente de' primi aurori dei te linque. i nomi, che chia mansi appellativi, e che ora sono universali, iussero propri, e singolari . Per tanto , come questi vocaboli diverine rouniversali, quando si ad atthrono a pili, e simili Og- Retti, cosi la perceEion nostra a poto a poto diviene universale, quando si ad alta con velocita a' pili, esimili oggerat, i quali spogitati delle circo stanae indi viduat i si veggono in confuso , e per cib posson

passare presso a' poco attenti per uno, ed universale. Forse che questa medesima ε stata la cagione, per laquale i Scotisti si sono persuasi, esserci delle nature, formaliter ea natura rei, come essi partano, universali, e per

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e per evi gli Arabi Filasesenti non altrimente hanno

intesa la materia prima di Aristotile, che come una, semplice, immensa, universale natura, qual'ε lo sp aio vacuo degli Epicurei , come par c he De la destri va Ahi Soafar nella lettera, che io ho qui purdia mi memorata.

24. Io penso d'averte spiegata tutia la ferie des m ieipensieri, sebbene per summa capita, come dices, d 'in- torno la natura, e l'origine delle idee. M a prima cheio finisca, mi permettera, che te confessi, che se hostabilito su di cili arditamente qualche proposiZione,c id non e ilato per derogare at genere di Filosofia,che io professo, o per i screditare chic chesia, che iovenero i grandi Vomini, ma perdirie con ingenuita, quel che a me ne pare. Talis sum in scriptis aliorum,

tales volo intellectores meortim, dico con S. Agos ino.

In questo genere di studi, fin do ve la religione mi permet te della quale io sono est rem amente Reioso, ela quale io intendo bene Dio volere essere Punica, ela pili gradita mi a cura, e'l deposio , che io ho rice-vulo dalia sua misericordia , e d'ιntorno a tui io non

debho filo fare J io amo Ia liberta degrin gegni. Soniungi ancora da ossendermi delle censure, che mi si sanno: anai protestO di bramarie. Se et leno sono umane, ediscrete , mi 'placet Ono , pere he sono a secondadella mi a natura e se sono aspre , ed inurbane , mi piacciono ancora, se risistruis conor e se mi dispiac-cion o, egit E piu perchῆ io amo, che liri non sta incivile , e Zotico, che perche mi offenὸauo . Cosi pia cia a Dio di spirare ne' euori umani la carith nel disputare: percioeche finalmente e' hi segna, che ci pedi suadi amo, non effer questo, ove noi siamo, it secolodet saperes In quest timani, a dir proprio , palustri, D. eiera Obliυione Ueuri abissi: Conciosiae hE, come grave mente paria it piu dotio de'

Teologi , ed ii pia grande de' Padri di nostra cre

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deneta , natura nostra ut Deum habet procul dubio , ut vera Iopiamus ἐρ-m debemus hahoeaAR. . um etiam ut beati simus fumitatιs , Mimae

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